Cap. 19: l’amore di una madre
Subito dopo l’accaduto, Atena aveva mandato a chiamare tutti
i cavalieri d’oro, inclusi quelli di bronzo, Kiki e Caitlyn. Quest’ultima era
l’unica ad indossare ancora il pigiama tra uomini che indossavano le loro armature,
ma non le importava: dallo stato iniziale di shock era passata a quello della
determinazione… in quel momento, un solo pensiero occupava la sua mente:
salvare sua madre.
- Caitlyn, Kiki, la signora McRichards stava camminando… normalmente?- ripeté Saori. Sia lei che
Kiki annuirono.
- e quando ha rivisto suo marito… è corsa verso di lui, come se fosse certa che fosse lui?- domandò. –Sì- rispose Cathy debolmente. La dea rimase dunque in silenzio.
A quel punto, prese la parola Saga, il Grande Sacerdote:
-Per caso, hai notato se la tomba di tuo padre sia stata trafugata?- le domandò
cortesemente, ma con voce seria.
Caitlyn fece segno di diniego: era troppo occupata a vedersi
suo padre davanti agli occhi e sua
madre che scompariva.
-L’ho notato io . - rispose per lei Mu. –E no, era a posto.
- .
-Molto bene.- assentì Saga .- Non hanno preso il corpo,
quindi è chiaro che quella persona non era tuo padre, Caitlyn.- le disse, come
per rassicurarla.
La ragazza non trovò le parole per rispondere: annuì di
nuovo.
- La situazione è questa- esclamò d’un tratto Seiya. – Quel
cavaliere di Zeus ha detto chiaramente che se non avessimo condotto Caitlyn al
Tempio di Zeus ad Olimpia, avrebbero ucciso sua madre. Atena, cosa dovremmo
fare?- .
La dea rimase in silenzio, come assorta nei suoi pensieri…
poi rialzò il mento: - faremo in questo modo. I cavalieri d’oro andranno al
Tempio di mio padre e cercheranno di liberare la signora McRichards. Caitlyn -
e si rivolse alla ragazza – Tu resterai qui al Santuario, sotto la protezione
mia e dei cavalieri di bronzo.- le disse.
Fu come se qualcuno avesse dato a Cathy un colpo in testa:
era quello il suo piano?!
-Che cosa?!- sbottò lei inorridita. – Ma, Atena …- .
- È chiaro che il loro scopo sia quello di avere te, Caitlyn.
E hanno preso tua madre, perché si aspettano che tu ti consegni a loro.-
- Ma non ha sentito cosa le ha detto il cavaliere di
Pegaso?! Se io non vado, la… la uccideranno!-
fece Caitlyn.
- Caitlyn, cerca di ragionare.- la esortò Shura. – Vogliamo proteggerti…-
-Lo so, ma così metteremo in pericolo la vita di mia madre
!! non posso assolutamente permetterlo. Perciò, io vado con i Cavalieri d’oro.
So che è pericoloso, ma non me ne importa. – disse con voce risoluta. non che
non apprezzasse il gesto di proteggerla, ma con sua mamma nelle mani di quei
tipi loschi, la sua sicurezza passava del tutto in secondo piano!
-Sciocca di una ragazzaccia!- sbottò il cavaliere del
Cancro. – lo capisci che se ti consegni, tutta la nostra fatica di tenerti al
sicuro sarà andata sprecata?!-.
A quelle parole, la ragazza sentì il sangue ribollirle nelle
vene e la disperazione che ella provava aumentò: - Sai cosa significa avere una
famiglia, Deathmask?!- gli domandò gelida. – E sai cosa vuol dire perdere un
membro di essa?! No, non credo che tu lo sappia, perché se lo sapessi, allora
CAPIRESTI COSA STO PROVANDO IN QUESTO MOMENTO! Lo sai come ci si sente a
perdere qualcuno molto importante per te? Io lo so, e se credi che io me ne
starò qui tranquilla ad aspettare, mentre un’altra persona che voglio bene è in
pericolo, allora ti sbagli di grosso!- sputò quelle ultime parole come se
fossero veleno.
Tutti rimasero in silenzio, esterrefatti dalla sua reazione.
Persino Deathmask non trovò nulla da ribattere, si limitò a guardarla con un
odio profondo.
Fece un profondo respiro per calmarsi, poi continuò: - Ho
già perduto mio padre, e non voglio perdere anche lei! Non lascerò che mia
madre muoia senza fare nulla!! Non posso farlo, non potete chiedermi questo!-
disse, guardando supplichevole la dea di fronte a lei.
Però Saori fu irremovibile: - Caitlyn il tuo gesto sarebbe
completamente inutile. Credi davvero che dopo averti ucciso, lasceranno tua
madre libera? No. Perciò ti ordino di
rimanere al Santuario- dichiarò perentoriamente.
- AL DIAVOLO I SUOI ORDINI!- urlò Cathy, che a quel punto
non resse più. – Atena, le ricordo che io non sono né una sua sacerdotessa
guerriera né una sua ancella, quindi lei non può darmi degli ordini! Non mi
impedirà di andare con loro a salvare mia madre. Sono disposta a tutto, e se
per la salvezza di mia madre è necessaria la mia morte, beh, COSI’ SIA! Non ho
paura di morire, e sarò felice se il mio sacrificio servirà a salvarla!-
Tra tutti scese un silenzio cupo e incerto: l’atmosfera si
era fatta così pesante che gravava su di loro come un macigno. Saori la
osservava con un’espressione piuttosto altezzosa.
Caitlyn sostenne il suo sguardo risoluta: sapeva di essere
stata eccessivamente maleducata, ma diamine, non era quello il momento di
badare all’educazione!
I cavalieri la guardavano increduli e sgomenti: nessuno mai
aveva osato alzare la voce contro Atena; Mu si limitava a guardarla
inespressivo.
Solo Milo ruppe il silenzio, con una delle sue solite
battute: - Però, ne ha di coraggio!- ma quella fuoriuscita non produsse alcun
effetto sui presenti.
La ragazza e la divinità rimasero ad osservarsi
silenziosamente, e chiaramente in maniera ostile; finchè, Atena sospirò.
- Molto bene. – disse piano. – Mu, Aldebaran, Milo, Aiolia,
Kanon, Shaka, Seiya, Ikki, Hyoga, voi andate ad Olimpia. Io intanto richiamerò
gli altri cavalieri d’oro mandati in missione a difesa del Grande Tempio.
Caitlyn – e si rivolse a Cathy. – tu andrai con loro al Tempio di Zeus. Sta’
attenta, mi raccomando - .
Caitlyn per poco non emise un sospiro di sollievo: era
incredibile, ce l’aveva fatta!
La giovane annuì: -D’accordo. Datemi solo due minuti.- .
detto questo, si voltò indietro, aprì il portone e corse via, incurante degli
sguardi di tutti.
Non seppe quanto tempo ci aveva messo né quanto avesse corso velocemente, ma in men che non si dica,
giunse al prima casa. Indossò in fretta e furia i primi maglione, jeans e
scarpe che aveva a portata di mano. Fatto questo, scese di fretta la scalinata,
al fondo della quale si erano radunati tutti i cavalieri inviati per la
missione di salvataggio.
Tutti si girarono verso di lei; Shaka fu il primo a
rivolgerle la parola: -Siete proprio sicura di quello che fate, signorina
McRichards? Siete sempre risoluta a venire?-.
Caitlyn fece un cenno del capo risoluto: -Sì, lo sono.-
dichiarò lei con voce atona.
Il cavaliere della Vergine rimase per un attimo in silenzio,
come se meditasse sulle parole e sulla risolutezza di lei; poi annuì: -Molto
bene. Andate vicino a Mu, che ci teletrasporterà tutti quanti ad Olimpia.
Qualunque cosa succeda, resti vicino a lui; e se vi diciamo di fuggire, lei
obbedisca, chiaro?-
La ragazza annuì:-Sì, signore.-. Andò presso Mu, il quale continuava ad
osservarla con la sua solita espressione calma e riflessiva. Poi, egli parlò:
-Tieniti al mio braccio…- le disse.
Caitlyn era talmente sorpresa dal suo silenzio, che a quelle
parole sussultò; infine annuì e appoggiò delicatamente una mano sul suo
braccio.
Improvvisamente avvertì una strana sensazione di calore
propagarsi in tutto il suo corpo, poi si sentì sollevare di qualche centimetro
da terra: capì che il ragazzo li stata per teletrasportare. Prima di svanire,
chiuse gli occhi.
…
Non appena li riaprì, Cathy scoprì di essere arrivata ad
un’enorme distesa pianeggiante. Si guardò intorno e vide il resto dei cavalieri
fare altrettanto, in cerca di qualche cosmo nemico.
-sembra non ci sia nessuno. –
esclamò Kanon. – il tempio è dritto davanti a noi. Proseguiamo.- esortò. La giovane lì seguì, attenta a stare vicina
al cavaliere d’Ariete, e guardandosi intorno circospetta.
Infine arrivarono: davanti ai
loro occhi apparve l’immenso tempio di Zeus, ornato di colonne. Caitlyn
trattenne il respiro.
Lentamente si avvicinarono
verso la scalinata che portava all’entrata. C’era però qualcosa di strano:
sembrava che fosse abbandonato e il buio
della notte sembrava condensarsi di più in quel luogo.
Aiolia e Seiya fecero per
raggiungere il primo gradino, quando vennero improvvisamente respinti indietro. – Ma che diamine…-
borbottò il cavaliere di Pegaso, mentre Hyoga lo aiutava a rialzarsi.
E fu allora che sorse un’enorme
cupola viola perlacea che proteggeva l’intero santuario.
Mu la studiò: -E’ una potente
energia cosmica che l’ha creata…- ma la conclusione del suo discorso fu
sovrastata da un’altra voce, più gracchiante: -Vi stavamo aspettando…-.
E fu così che ebbe inizio una
terribile battaglia: luci, colpi e fulmini piombavano su di loro, rischiarando
l’oscurità.
I cavalieri d’oro e di bronzo
presero a contrattaccare: un nemico o un colpo sbucava fuori ogni minuto.
Improvvisamente un cavaliere di
Zeus lanciò un fortissimo getto di energia verso Cathy; il cavaliere
dell’Ariete, svelto, fece apparire il muro di cristallo. –Caitlyn, cerca di
entrare nel tempio!- le urlò. Allo sguardo preoccupato di lei, continuò: -Noi
cerchiamo di trattenerli,non preoccuparti per noi. Va’ dentro a cercare tua
madre.-.
La ragazza annuì e, senza
perdere alcun tempo, si allontanò da lui e, tra le migliaia di getti di luce cosmica,
corse a perdifiato; socchiuse gli occhi e si coprì il viso con un braccio,
aspettandosi di venir respinta anch’essa dalla barriera…
… Ma ciò non accadde:
fermandosi, si rese conto di averla misteriosamente attraversata. Si voltò
indietro e cercò di vedere attraverso la superficie perlacea e semitrasparente
cosa stava accadendo ai cavalieri d’oro;
ma non appena vi appoggiò la mano, la ritrasse, scottata… evidentemente non
volevano che lei avesse dei contatti con l’esterno….
Guardò l’imponente scalinata
che si stagliava davanti a sé: l’improvviso pensiero che sua madre era lì da
qualche parte, oltre quella scalinata, la colpì in pieno petto.
Col pensiero fisso su Mu e gli
altri che stavano lottando, ella si accinse a salire.
Varcata la soglia, le due
imponenti porte di bronzo si chiusero dietro di lei. Il pronao era semibuio,
scarsamente illuminato dalle deboli luci delle fiaccole appese alle mura,
dietro il colonnato. Quando gli occhi di
Cathy si abituarono alla penombra, camminò decisa in avanti. Stranamente non aveva alcun timore; il suo
solo pensiero era solamente trovare sua madre…
Finchè, una voce parlò. Era
forte e potente, come il tuono: -Dunque
sei venuta, angelo. Devo ammettere che sei molto coraggiosa.-.
A quel suono Cathy si fermò,
irrigidita e guardandosi intorno forsennatamente, cercando da dove provenisse.
-Chi è là?- domandò ad alta
voce.
-Oh,
io credo che tu mi abbia già riconosciuto, giovane mortale…-.
Aveva ragione: anche se non
l’aveva mai sentita prima di allora,la ragazza
non aveva dubbi sull’identità di chi stava parlando… una voce così tonante non poteva che appartenere a …
-… Zeus, il signore degli dei.- concluse lei.
All’improvviso, i bracieri che
aveva alla sua destra e sinistra si accesero, il fuoco scoppiettò furioso,
illuminando il naos, la camera sacra a cui ella era appena entrata.
La ragazza alzò lo sguardo e
vide davanti a sé l’imponente, maestosa statua di Zeus olimpico che la
sovrastava, terribile e minacciosa.
Cercando di reprimere il senso
di inquietudine che provava, Caitlyn chiese con voce ferma: - Dov’è mia
madre?-.
-È
così che cosi rivolgerti a me, che sono il re degli dei? Oltre al tuo temibile
segreto, hai anche una tale audacia di fronte a una divinità?-.
Per un
attimo, la ragazza rimase in silenzio,
non comprendendo le parole del dio… il
tuo temibile segreto … ma di cosa parlava?
-quale temibile segreto?-
domandò.
-Davvero
non lo sai, umana? Non sai qual è il tuo destino? Non sai il motivo per cui il
tuo miserabile padre quella notte venne ucciso? E non sai perché noi divinità olimpiche stiamo
cercando di eliminarti?-
A quelle parole, la ragazza
sussultò… allora era vero… suo padre era stato ucciso per una causa ben
precisa… una causa legata indissolubilmente a lei… ma qual era?, si chiese.
“No” si
ribellò, “sta solo cercando di
confondermi. Non devo lasciarmi trarre in inganno!”.
-Non so quale sia questo
segreto o destino di cui voi parliate, ma non mi interessa. Sono qui per
salvare mia madre, e , se sarà necessario, io mi consegnerò al suo posto; non
era questo che volevate ?! -
-Non
mentirmi, angelo. Sento infatti l’inquietudine crescere nel profondo del tuo
cuore, come il terrore che tu sia la causa della morte del tuo genitore… ma non
vuoi saperlo, angelo? Non vuoi sapere tutta la verità su di te?-.
Caitlyn si trovò come di fronte
ad un bivio: sapere la verità oppure salvare sua madre… il desiderio di
conoscere tutta la verità si faceva forte dentro di lei, ma si chiedeva se era
davvero quello che voleva in quel momento… se era più importante della salvezza
di sua madre …
Una decisione, doveva prendere
una decisione…
-No, non voglio saperlo.- fece
lei, risoluta. – Ma non perché ho paura, ma perché tutto ciò che desidero è
portare mia madre via da qui sana e salva! Dov’è mia madre?!-
Per un attimo, la voce della
divinità rimase in silenzio. Poi riprese, più forte.
-Sapevo
che avresti risposto in questo modo, angelo. Dunque, vuoi affrettare il momento
della tua fine? Eppure io volevo darti la possibilità di sapere tutto, prima di
ucciderti. Comunque, se è questo ciò che desideri, tua madre ti sta aspettando
…-
E una lanterna si accese,
illuminando una strana porta, decorata con scene mitologiche, che doveva
condurre a una specie di cappella.
La giovane non si fidava, sentiva che era una trappola …
ma non aveva altra scelta. Con il cuore in gola, corse alla porta e l’aprì.
La stanza era vuota, tranne per
un piccolo altare di marmo bianco.
Attenta a non richiudere la porta dietro di sé, scrutò con gli occhi ogni centimetro della
stanza, in cerca di sua mamma.
Finchè non sentì dei passi. A
quel debole rumore, ella si voltò speranzosa... vide una persona farsi avanti
lentamente nell’ombra… e quei passi si facevano sempre più vicini… quando
quella figura uscì del tutto dall’ombra, il cuore della giovane esplose dalla
felicità.
Era infatti sua madre che
andava verso di lei sorridente; era però vestita in modo diverso: non indossava
più la vestaglia da notte, ma un lungo peplo bianco, che contrastava con il
nero della penombra, bracciali d’oro
alle braccia e aveva sul capo un lungo velo tenuto fermo da una tiara dorata.
Con il groppo in gola, Cathy le
corse incontro: -Mamma…- e la abbracciò. –Oh mamma, ero così preoccupata per
te… stai bene? Ti hanno fatto del male?- . con la coda nell’occhio, notò che sua
madre nascondeva qualcosa con il braccio sinistro dietro la schiena, ma non se
ne curò e continuò a tenerla stretta a sé.
Per un attimo, Evelyn ricambiò
l’abbraccio con il braccio libero; ma poi fece un gesto improvviso: allontanò
con uno forte strattone la figlia da sé, facendole perdere l’equilibrio…
Cailtyn non potè credere a
quello che stava succedendo… poi, inaspettatamente, vide davanti ai suoi occhi
un pugnale d’argento che sua madre
teneva stretto in mano…
Il colpo la fece sbattere
violentemente contro il muro; Caitlyn avvertì
un dolore così forte al braccio destro che lo affermò con la mano
sinistra. Il pugnale aveva lasciato su quell’arto uno squarcio che sanguinava…
Cathy guardò la donna,
disperata e ferita: non poteva, non voleva credere a quello che sua madre aveva
appena fatto… aveva appena cercato di pugnalarla…
- Mam… mamma…- trovò appena la forza di sussurrare.
Il sorriso sul volto della
donna si era spento, lasciando al suo posto un’espressione folle.. gli occhi erano
freddi e inespressivi… con velocità repentina, si avventò verso la ragazza,
brandendo l’arma.
Senza sapere come, Caitlyn
riuscì a schivarla, e le storse un braccio dietro la schiena, ben sapendo che
lei era molto più forte di lei e che non avrebbe resistito: -Mamma… che
diavolo…?- ma non riuscì a finire la
frase, perché sua madre la colpì alla tempia con una gomitata, liberandosi
dalla stretta. Cercò nuovamente di colpirla, e le graffiò un fianco.
-Mamma, fermati, sono io,
Caitlyn!- urlò disperata.
Evelyn la squadrò, ansimando;
poi, urlando, si gettò su di lei, facendole cadere entrambe a terra.
Cathy si ritrovò sdraiata sul
pavimento, con la punta del pugnale così pericolosamente vicina ai suoi occhi.
Afferrando i polsi della madre, cercò disperatamente di tenere l’arma più ferma possibile, ma la donna era troppo
forte. Evelyn, freddamente, spingeva inesorabile il pugnale verso di lei.
La giovane si accorse che la
porta era ancora aperta: fu allora che le venne un’idea.
Dopo aver mollato una mano dalla
presa, sferrò un potente pugno al costato della madre. Il colpo fu così forte
che Evelyn lasciò cadere il pugnale con un’esclamazione di dolore; Cathy
approfittò dell’occasione: con un calcio, cercò di spingere il coltello il più
lontano possibile da loro.
Come aveva pensato, sua madre
repentinamente si alzò per recuperare l’arma. Ella invece corse fuori dalla
stanza, sapendo che sua madre l’avrebbe inseguita.
Un uomo intanto osservava la
scena nell’ombra, divertito…
…
-CI STA METTENDO TROPPO TEMPO!-
gridò Seiya, dopo aver battuto un nemico.
Milo lasciò un cavaliere di
Zeus contorcersi dal dolore per
Mu lanciò uno Starlight
Exstinction contro un cavaliere e guardò dietro di sé: avevano ragione… era da
troppo tempo che Caitlyn era al tempio
di Zeus, e ancora non vi era uscita… che l’avessero…
No, non poteva neanche
pensarlo! -Milo, occupatene tu! Shaka,
cerca di indebolire la barriera, mentre io cercherò di entrare!- esclamò ai
suoi due compagni che erano i più vicini.
Milo annuì e si preparò ad
affrontare il nemico, mentre Shaka si sedette a terra ed si concentrò; ma
subito dopo, aprì gli occhi, sgomento: -Non c’è ne bisogno… perché la barriera
è già stata indebolita.- disse
-Cosa?- domandò il cavaliere
d’ariete, stupito. Dopo aver appreso l’informazione, si diresse verso il
tempio, ma un cavaliere si interpose: -Non passerai, cavaliere d’Atena! il
sommo Zeus ci ha dato l’ordine di trattenervi qui finché tutto non sarà
compiuto!- .
Mu lo guardò con disprezzo, poi
alzò lo sguardo verso il tempio. “Devo
entrare lì dentro!” pensò risoluto
…
-NON PUOI SFUGGIRMI!- le urlò
Evelyn con un sorriso terribile.
Aveva ragione: Caitlyn si era
fatta inseguire fino al pronao, ma non aveva considerato che il bronzeo portone
era chiuso.
Nascosta dietro una colonna,
respirò forsennatamente: Non aveva alcuna possibilità! Decise dunque di
affrontare sua madre.
Facendosi coraggio, uscì.
Le due rimasero a debita
distanza, fissandosi. Finchè la ragazza non si mosse: -Mamma…- disse, provando
ad avvicinarsi.
La donna, pronta, scattò in
avanti per colpirla, ma Cathy fu più agile e schivò l’affondo. Evelyn riprovò e
riprovò a trafiggerla, ma non ci riusciva: la ragazza riusciva sempre a
schivarla, cercando di prendere tempo…
Si era accorta infatti che era
quasi vicina ai portoni: se riuscisse a raggiungerli…
Ma quell’attimo di distrazione
le costò cara: la donna tentò un altro affondo, e la ferì alla guancia;
ignorando il dolore per le ferite e quello che provava nel cuore, la ragazza
avanzò di un altro passo verso di lei…
-Mamma…- sussurrò dolcemente.
-NON AVVICINARTI!- gridò
Evelyn.- Io… devo… ucciderti…-.
Quelle parole rimbombarono
nella stanza, come nel cuore e nella mente di Cathy.
Con una stretta al petto, la
giovane mormorò: -Ma… perché?-.
La donna scoppiò in una risata,
una risata folle. Poi, con voce gelida, disse:- Perché la tua esistenza su
questo mondo è un pericolo per gli dei! Perché tu porterai dolore e sofferenza
a chi ti sta vicino!- poi, si interruppe.-Perché è solo colpa tua se il mio
adorato marito non c’è più… Se tu non fossi mai esistita, Edward sarebbe…
sarebbe ancora vivo, accanto a me…-
finì con un accento di sofferenza inesauribile.
Nessuna di quelle parole
l’avevano ferita come le ultime… avevano appena rilevato il presentimento che
l’attanagliava dalla morte di suo padre … che egli fosse morto per colpa sua… e il fatto che sua madre,
una delle persone che più amava in questo mondo, la pensasse anche lei in quel
modo, fu decisamente troppo per il suo cuore…
Non tentò neanche di difendersi
quando sua madre si accinse a trafiggerla… aprì le braccia e chiuse gli occhi,
aspettando che la fredda lama penetrasse
nel suo petto…
Però improvvisamente, qualcuno
la sollevò tra le braccia, e il pugnale sfiorò la fronte dell’uomo: Cathy aprì
le palpebre e vide un rivolo di sangue colare sul viso di Mu.
Il ragazzo la pose a terra e
guardò la donna: -Signora McRichards, cosa…?-.
Evelyn rimase un attimo ferma,
sorpresa dall’improvvisa apparizione del cavaliere d’Atena. Caitlyn ne
approfittò per urlare: -Mamma, ti prego, fermati… Sono io, Caitlyn… tua figlia!!-.
Sua madre, che aveva alzato le
braccia per colpire di nuovo, fece cenno di abbassarle:- M-mia figlia…- mormorò.
“Dannazione!”
imprecò tra sé l’uomo nascosto nell’ombra.”Quella
donna sta sfuggendo al mio controllo! Devo assolutamente impedirlo…”
Infine parlò: -Evelyn… tu mi
ami?- le chiese.
Come in trance, la donna annuì:
-Sì, Edward…Io ti amo immensamente.-
esclamò.
Mu e
Caitlyn per un attimo si guardarono, increduli; perché la voce sembrava
effettivamente quella di suo padre…
“Ha
detto… Edward ?!” si domandò Cathy.
–Mamma, con chi stai parlando? Chiunque sia, non ascoltarlo! Non è papà!- la
supplicò; ma la donna non la sentì.
- Se è
vero che mi ami, Evelyn …- continuò la voce .-… Voglio che tu la uccida. È solo
colpa sua se io non posso più vivere, stare insieme a te. Vendica la mia morte!
Uccidi la nostra creatura!- le ordinò
perentoriamente.
Mu, nel
frattempo, aveva percepito un cosmo che era presente nella stanza… un cosmo che
stava controllando la madre di Cathy… tuttavia non riusciva a trovarlo e a
capire a chi appartenesse.
La
madre di Cathy alzò l’arma, per eseguire l’ordine… ma lo fece in modo riluttante, come se fosse indecisa o
come se non volesse farlo: qualcosa nel suo cuore la dissuadeva
dall’assassinare la ragazza, che diceva di essere sua figlia.
Poi, un
semplice ricordo le attraversò l’anima:
Evelyn era distesa sul letto ospedaliero,
esausta ma felice. Rideva perché suo marito stava passeggiando freneticamente
qua e là per la stanza, cercando di contenere la gioia.
Poi la porta si aprì, ed entrò un
infermiera, che teneva in braccio un morbido fagotto rosa: -Signori McRichards,
ecco la vostra bambina…- fece, posando gentilmente la creatura tra le braccia
della madre. Dopo aver fatto loro le congratulazioni, li lasciò soli.
La bimba iniziò a muoversi tra le braccia
di Evelyn, la quale rise: capendo cosa volesse, abbassò la vestaglia per
lasciare che sua figlia prendesse il latte. Quando la piccola si attaccò al suo
seno, non riuscì a trattenere un sospiro di pura gioia.
Era talmente intenta a guardarla succhiare
il suo latte, che non si accorse dell’uomo che le osservava con amore infinito.
-Siete bellissime… tutte due.- mormorò lui.
Lei si voltò verso di lui e gli sorrise, ma
fu distolta da un verso vezzeggiato della creaturina; ripose l’attenzione su di
lei: -Ciao, tesoro…finalmente, non sai quanto ti aspettavamo io e il tuo papà!-
le bisbigliò.
La bambina aprì la bocca senza dentini in
un sorriso, cominciano a fare dei versetti felici, e poi si assopì un poco.
Edward si sedette sulla sponda del letto
per non perdersi lo spettacolo: era semplicemente stupenda… dormiva
placidamente tra le braccia della madre, con le tenere manine chiuse a pugnetti
e le guance rosa.
Sua moglie lo guardò incoraggiante:-Tieni,
prendila in braccio…- e gliela pose delicatamente tra le braccia.
L’uomo sentì le mani tremargli talmente
forte dall’emozione che aveva paura di farla cadere; ma non appena la ebbe tra
le braccia, la afferrò con sicurezza e dolcezza.
La bambina, turbata dallo spostamento, si
svegliò; Edward le sorrise, con gli occhi che brillavano: -Ciao, piccola… sono
io, il tuo papà…- le sussurrò.
La piccina lo guardò con un espressione meravigliata;
poi sorrise e fece dei versi gioiosi e specchiò i suoi occhietti luccicanti in
quelli del suo papà.
Edward allungò delicatamente un dito per
accarezzarle la guanciotta; la piccola lo afferrò tra le sue manine.
Evelyn, che nel frattempo si era allungata
per vedere meglio la scena, si commosse: -Come la chiamiamo?- domandò con voce
rotta dal pianto.
Prima della nascita, avevano compilato una
lista di nomi maschili e femminili per il nascituro. Ma ora che era nata, si
erano completamente dimenticati di quei nomi.
I due coniugi si guardarono negli occhi: ad
entrambi era venuto in mente lo stesso nome nel medesimo istante! Insieme,
mormorarono:
“Caitlyn…”
Improvvisamente,
delle lacrime caddero sulle guance di Evelyn; con un movimento fluido e veloce,
scagliò il pugnale verso il buio, come per colpire qualcuno…
… e lo
colpì. L’uomo, ferito, uscì dall’ombra, facendosi finalmente rivelare.
Il
cavaliere d’oro e la ragazza lo riconobbero subito: era il cavaliere che aveva
rapito la donna!
Il
servo di Zeus, con un gemito di dolore, si tolse il pugnale che gli aveva
trafitto la spalla e guardò con occhi pieni di incredulità e disprezzo la madre
di Caitlyn…
-come
avete fatto?- mormorò.-Come avete fatto, miserabile umana, a liberarvi dal mio
controllo mentale?-.
Evelyn,
per un attimo, non rispose… le lacrime cadevano copiose dai suoi occhi… infine,
parlò:- Vi siete approfittato del mio dolore per incantarmi e costringermi a
fare ciò che desideravate, ma avete sottovalutato una cosa molto importante: il
profondo affetto che Edward aveva per nostra figlia: potete anche aver preso le
sue sembianze, ma non eravate affatto lui! Perché egli non avrebbe mai voluto
che io facessi del male alla creatura che noi abbiamo desiderato con tanto
amore!- pronunciando queste ultime parole, rivide nella mente l’immagine di suo
marito che teneva in braccio Cathy. – e avete sottovalutato l’amore di una
madre per la propria figlia … è stato questo sentimento a farmi rinsavire! Io
amo mia figlia fin dal giorno che è nata! E Voi… sarete anche dei potenti
esseri, ma non avete considerato la forza dei sentimenti di un essere umano!- .
Caitlyn
rimase ad ascoltare ogni singola parola di sua madre con il cuore gonfio di
commozione. Fece per avvicinarsi a lei, quando la furia del cavaliere di Zeus
si scatenò in un forte scoppio di energia…-Allora… morite, tutte e due!- urlò
il cavaliere dell’ombra.
Mu
prontamente evocò il muro di cristallo, ma non era sufficiente per fermare il
colpo:- Caitlyn, porta via tua madre!- le disse risoluto, mentre il muro
cominciava ad incrinarsi.
Cathy
annuì e, afferrando sua madre per un braccio, corse verso le imponenti porte.
Con un enorme sforzo, le aprirono ed uscirono. Appena uscite, la ragazza si
accorse che la barriera era del tutto scomparsa. Sempre correndo, lei ed Evelyn
si allontanarono dal tempio verso il cavaliere d’oro più vicino, Aldebaran,
intento a contrastare gli attacchi di un nemico
Il
cavaliere d’oro, sollevato, esclamò:- Finalmente. Caitlyn, è tutto a posto?
Signora McRichards, state bene?-.
La
ragazza non fece in tempo a rispondere che vide Mu apparire di fronte a
loro:-Ho bloccato il cavaliere con
Aldebaran
annuì e fece per afferrare la ragazza, ma lei si dimenò:-Cosa? No, non posso
lasciarti qui…- disse a Mu.
-
Caitlyn, voglio che tu e tua madre siate al sicuro!- le rispose tranquillo.-
Andrà tutto bene…- la rassicurò.
D’un
tratto, videro Erastos dell’ombra apparire davanti alle porte del tempio di
Zeus, diretto verso Mu.
-Presto,
andate.- esclamò il cavaliere dell’ariete.
Evelyn
afferrò sua figlia per il polso e la condusse velocemente vicino ad Aldebaran.
Caitlyn
si voltò indietro, fissando il volto di Mu: - Mu…- mormorò.
Si
guardarono negli occhi: quegli sguardi trasmettevano una silenziosa promessa:
lui, di tornare, lei di aspettarlo…
Proprio
mentre Aldebaran le trasportava via, Cathy potè giurare di aver visto Mu accennare
un sorriso…
…
-È andata come avevamo previsto, sorelle!-
-Zeus credeva così di fermarci, povero
illuso! Non riuscirà ad impedire la nostra vendetta!-.
- Presto la nostra vendetta sarà compiuta,
attraverso il nostro angelo del destino…-
Uao, che capitolo
lungo^^!!!Okay, perdonatemi tre cose: 1) il ritardo con cui ho postato questo
capitolo!!! 2) la solita bruttezza del titolo del capitolo T_T!! 3) se in
questo chappy Cathy è/sembra una Mary Sue, perché l’ho fatta rispondere male a
Saori. Sono veramente desolata, ma ho cercato di rendere la disperazione che
ella doveva provare in quel momento.
Baci a tutti voi, e buona
lettura!!
A Aries_no_nike:
tesoro, l’assiduità con cui segui la mia storia mi commuove, e non sai quanto
^^!! Si si, mi piace proprio tanto Ren ^__^!!
Eh si, il nostro Mu è proprio dolcissimo: lui si preoccupa
per lei e lei si preoccupa per lui… mi
fa piacere che la scena sulle scale ti sia piaciuta e mi dispiace che il bacio
che ti aspettavi non è avvenuto…però in avanti… chissà ^^!
Inoltre, mi spiace che il cosiddetto “ritorno” di Edward ti
abbia inquietato. Avevo pensato di farlo tornare temporaneamente come Saga,
Shura e Camus nella serie Hades… ma poi ho riflettuto che un padre come lui non
avrebbe mai accettato di diventare uno strumento attraverso il quale avrebbero
ucciso sua figlia… così ho scelto che Erastos dell’ombra prendesse le sue
sembianze per prendere il controllo della mente di Evelyn e che la spingesse ad
uccidere sua figlia… spero che ti sia piaciuto ^^
In quanto a scoprire la verità su Caitlyn, mi spiace ma
dovrai aspettare ancora un pochettino!
Spero che questo capitolo ti piaccia, baci baci tesoro!!