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Autore: Jedis    28/12/2005    4 recensioni
[Il ricordo, il legame, il sole… gli verranno restituiti da un sogno… venuto da un luogo lontano, la cui vita è stata troppo segnata nel dolore… Il risveglio è vicino…] La memoria si muove a volte sulle note di una canzone, l'ultima udita prima che il proprio mondo crollasse e prima che uno nuovo ne nascesse. Scoprirai di avere ancora con te chi credevi d'aver perduto, scoprirai quei sentimenti che mai si sono cancellati. Perciò, adesso... ascolta il mio canto.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Kanzeon Bosatsu, Sha Gojio, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jedis [Yume&Akito]’s FanFics Corporation presents

 

 

~ Last song ~

 

 

 

 

1.    Keep remembering

 

 

 

 

 

Se c’era una cosa che Genjo Sanzo Hoshi e i suoi tre compagni di viaggio avevano imparato, nel corso di quei lunghi mesi, era che i fatti più straordinari ed imprevedibili capitavano loro tra capo e collo quando meno se lo aspettavano. Lo sapevano molto bene, eppure quel giorno non poterono fare a meno di restare sconcertati… il giorno in cui tutto, a ripensarci dopo, ebbe inizio.

Era un pomeriggio non particolarmente afoso ma illuminato da un sole accecante, e la piccola jeep verde viaggiava pigramente lungo una strada polverosa in pieno deserto, mentre i suoi quattro occupanti osservavano senza troppo interesse il paesaggio monotono attorno a loro: il bonzo e il rosso Sha Gojyo fumavano in silenzio, Hakkai spostava lo sguardo dal volante alla cartina, calcolando quanto mancava alla tappa successiva, e il ragazzo dagli occhi dorati sonnecchiava, per una volta tranquillo, cercando disperatamente di non fare caso ai brontolii sordi del proprio stomaco, che già reclamava del cibo.

Era tutto talmente simile a mille altre volte che i quattro compagni non si scomposero più di tanto nel trovarsi davanti l’ennesima truppa di demoni provenienti dal Tenjiku, giunti lì con il solo, solito scopo di ucciderli.

- Mph… siamo alle solite – commentò Sanzo con uno sbuffo mal represso.

Gojyo sospirò pesantemente: - Già… ma non si stancano mai? Una vacanza gli farebbe bene –

- Stavo per dirlo io. Che rompiscatole, questi demoni! – sbottò Son Goku, con evidente esasperazione.

- Avanti, non lamentatevi – intervenne gentilmente Hakkai, frenando di colpo – Un po’ di moto ci vuole -

Goku scosse la testa: - Buon per te che la pensi così… io ne farei volentieri a meno – borbottò, accingendosi comunque a scuotersi dal sonnellino ristoratore di poco prima, visto che non era certo tempo di rilassarsi troppo.

- E piantala di lamentarti, scimmia. Tanto sai benissimo che ci tocca comunque – lo freddò il biondo, amabile come sempre, mentre gettava a terra il mozzicone di Marlboro. Ogni volta che gli rispondeva in questo modo si sarebbe poi morso volentieri la lingua, se ne rendeva conto lui stesso, ma detestando ancora di più il prenderne atto trovava che fosse meglio continuare a seguire quella linea di comportamento, con Goku. Fin quando gli fosse stato possibile, ovvio.

- Andiamo, signori, non è cortese far aspettare gli ospiti – se ne uscì il demone dagli occhi verdi in tono del tutto tranquillo, già fronteggiando il gruppo ghignante e noiosamente sicuro di sé di nemici. Non ci volle molto perché il bonzo, il kappa e il ragazzo dagli occhi dorati gli si affiancassero, le armi strette in pugno, e ancor meno tempo fu necessario affinchè lo scontro avesse inizio.

Nel giro di alcuni minuti, il pacifico tratto di deserto si trasformò in un campo di battaglia, e il silenzio che fino ad allora aveva fatto da padrone venne spodestato dalle grida rabbiose degli youkai, dai colpi secchi della pistola di Sanzo e dalle esclamazioni soddisfatte che Goku e Gojyo tiravano ogni volta che uccidevano un avversario, avvicinandosi così a grandi passi al momento in cui avrebbero potuto rimettersi in viaggio e raggiungere la cittadina meno distante.

- Mi auguro che ci siano belle donne, alla prossima locanda! – disse il rosso mentre faceva ruotare la catena della shakujo, la cui falce già macchiata di sangue riluceva nella luce piena del giorno. Per una volta, nessuno fece commenti.

- Dobbiamo fare anche rifornimento – ricordò invece Hakkai, impegnato a sfoderare il proprio repertorio di arti marziali contro uno sparuto trio di nemici, al resto del quartetto. Il ragazzo dagli occhi dorati annuì con decisione nella sua direzione, lasciando ad intendere che non aspettava altro che rimpinguare la sporta delle provviste e suscitando un prevedibile, palese sbuffo d’insofferenza da parte del monaco biondo: - Voi tre non cambierete mai – fu la sua conclusione.

Goku scoppiò a ridere, il Nyoibo che vorticava tra le sue mani: - Senti chi parla, Sanzo! – esclamò. Nemmeno lui sarebbe mai cambiato, soprattutto nel modo di fare, e solo gli dei potevano sapere quanto il giovane eretico desiderasse il contrario. Ma, come sempre, si guardò bene dallo specificare il pensiero ad alta voce. Ci mancava soltanto di far innervosire il biondo ancora di più…

- Già, bonzo corrotto! – intervenne Gojyo, sogghignando – La scimmia ha ragion… -

Si bloccò, senza finire la frase, e alzò gli occhi al cielo con un’espressione stupita sul volto; gli altri tre seguirono il suo sguardo e si fermarono a loro volta, esattamente come i loro avversari: una scia luminosa e screziata di nero passò sopra le loro teste e planò verso il suolo, travolgendo il gruppo di demoni rimasti con la stessa intensità e velocità di un lampo. Si udirono nuove grida, e quando quella misteriosa scia di luce andò a posarsi qualche metro più in là i quattro compagni si accorsero che non c’erano più nemici da abbattere: quel “qualcosa” li aveva uccisi tutti.

- Cosa diamine è quello? – chiese infine Sanzo, senza smettere di fissare i corpi degli youkai.

- Non ne ho idea… - mormorò Goku che, volontariamente o meno, gli si era accostato come in cerca di protezione.

- Per tua informazione, io non sono una cosa! – esclamò una voce femminile in tono sdegnato, facendoli sobbalzare.

Il bonzo, il ragazzo, il kappa e il demone gentile si voltarono di scatto: colei che aveva parlato era una ragazza di più o meno vent’anni, inguainata in uno strano abito nero, con alti stivali e lunghi guanti di pelle, e coperta da un ampio mantello color della ruggine; aveva i capelli corvini raccolti in un codino alla base della nuca, due penetranti occhi azzurri, e nel complesso la sua espressione un po’ scontrosa la faceva rassomigliare pericolosamente a Sanzo. E poiché era anche molto bella, Gojyo non potè trattenersi dall’emettere un basso fischio d’ammirazione. Per fortuna nessuno sembrò farci caso.

Fu Goku il primo a riprendersi dallo stupore: - Una… donna? – balbettò.

- Ehi, bimbetto, non sono una semplice donna – lo rimbeccò lei – E non guardarmi in quel modo, sei un moccioso punto e basta – aggiunse nel notare l’aria offesa assunta dal ragazzo nel sentirsi dare del “bimbetto”.

- Ma che vuole questa? – brontolò il bonzo, rivoltò più a sé stesso che alla misteriosa interlocutrice.

Quest’ultima gli lanciò un’occhiata di sufficienza: - Sei sempre estremamente fine quando parli, non c’è che dire… Comunque, voi siete il famoso “gruppo di Sanzo”, immagino – lo apostrofò la ragazza, asciutta.

Il biondo mosse la testa in segno d’assenso: - Esatto. E tu chi sei? – domandò, altrettanto glaciale.

- Il mio nome è Yume Toomei Na – rispose lei – E sono un demone -

Tale affermazione fu seguita da un silenzio estremamente pesante e che parve durare ore, invece che una manciata di istanti; l’unico che non si mostrò troppo sconvolto fu il rosso, impegnato com’era a rimirare la giovane con uno sguardo vispo che non prometteva niente di buono. Se era un demone, perché mai aveva ucciso dei suoi simili? Era pur vero che non sembrava certo una della medesima risma, ma i dubbi rimanevano. Fu Goku a porle la domanda, e Yume tornò a guardarlo.

- Prima di tutto mi intralciavano la strada – rispose – Secondo, mi intralciavano per parlare con voi -

Sanzo la fissò in tralice, sospettoso: - Parlare con noi? E di che cosa? –

- Beh… volevo conoscervi meglio… - azzardò la donna, alla ricerca di una scusa plausibile per giustificare il suo arrivo improvviso senza metterli troppo in allarme – E conoscere anche qualche dettaglio in più sul sutra del cielo demoniaco -

Aveva decisamente azzardato troppo, ma se ne rese conto soltanto quando si vide puntare contro una piccola pistola lucente: non aveva tenuto in considerazione l’estrema facilità con cui il bonzo era capace di irritarsi se si trattava di toccare l’oggetto in questione. Un ennesimo colpo secco esplose sotto il cielo assolato, immediatamente seguito da due urli quasi scandalizzati:

- EHI! SANZO!!! -

Goku, che aveva seguito la scena con gli occhi sgranati.

- Brutto bonzo maledetto… TI SEMBRA QUESTA LA MANIERA DI TRATTARE UNA RAGAZZA?! -

Yume, che lo fronteggiava ansimante e con lo sguardo infuocato: il proiettile della Smith&Wesson non era riuscito a raggiungerla, per fortuna, lo aveva bloccato in tempo con una sorta di vortice d’aria. Ma non poteva certo lasciar correre.

- E TU VEDI DI NON FARE DISCORSI STRANI! – sbraitò il biondo di rimando, irritato dall’idea di aver commesso un errore. Era stato più forte di lui il mettere mano al calcio della pistola, gesto ormai radicato nel suo stesso DNA.

L’altra inarcò un sopracciglio: - E tu vedi di crescere, Koryu! Non tutto quello che ti si para di fronte è un nemico – sentenziò.

Sanzo abbassò di colpo la shoreju, spiazzato: - Come cavolo fai a sapere che mi chiamavo così? –

- So molte più cose di quanto non crediate tu e i tuoi amici… Koryu della corrente del fiume – ribattè Yume, più seria e calma. Non avrebbe spiegato nient’altro, per il momento. Non era certo la situazione adatta, non dopo, soprattutto, la piazzata di quel monaco schizofrenico… se avesse rivelato tutti i motivi per cui era giunta fin lì con il solo scopo di incontrarli sarebbe incappata in qualcosa di peggio di una dozzina di pallottole, visto l’andazzo. Non che ne avesse paura, figuriamoci! Eppure non le andava proprio. Girare per ben due anni attraverso il mondo intero con il solo scopo di trovare i quattro, con un fardello gravoso da portarsi dietro, e ricevere un simile benvenuto gliene avevano fatto passare del tutto la voglia. Pertanto, Yume scrollò le spalle e si accinse ad andarsene:

- Vi lascio qui, per adesso – disse – Comunque ci rivedremo presto -

Goku, Gojyo e Hakkai la guardarono basiti, pronunciando all’unisono un “Ah” inespressivo (dovevano riordinare le proprie idee circa gli ultimi avvenimenti), mentre la giovane donna si rivolgeva di nuovo a Sanzo con fare risentito: - E la prossima volta vedi di non spararmi addosso, razza di bonzo fasullo! –

L’interpellato rinfoderò la shoreju: - Ti assicuro che lo farò ancora se mi disturberai, mocciosa! – tuonò. Insomma, chi si credeva di essere quella ragazzina per rispondergli a tono? Fino a prova contraria era stata lei a provocarlo! E lui aveva raccolto la provocazione nel modo sbagliato, d’accordo, ma era un dettaglio bellamente trascurabile…

- Mph… devi solo provarci, idiota… - bofonchiò Yume prima di calarsi il cappuccio del mantello sugli occhi.

- Tsk… cretina… -

Poi la demone dai capelli corvini girò i tacchi e scomparve, rapida com’era arrivata, sotto gli sguardi immobili dei quattro compagni. Infine Hakkai, con voce sommessa, fece notare che avrebbero fatto meglio a rimettersi in marcia, ora che tutto sembrava finalmente tranquillo. Senza dire una parola gli altri tre lo seguirono sulla jeep, ciascuno immerso in stanche riflessioni: l’incontro con quella strana ragazza li aveva spossati sul serio, comunicando loro quasi un bizzarro presentimento d’inquietudine, in particolar modo in Goku. Il giovane dagli occhi dorati aveva avvertito una sorta di sensazione di déjà-vu nel trovarsi Yume davanti, e la cosa strana era che essa riguardava lui medesimo, non la donna… come un ricordo vago che si fosse riflesso attraverso di lei.

S’impose di non pensarci e, come distrazione, si ritrovò a guardare di sottecchi le spalle e la chioma bionda di Sanzo, che gli sedeva di fronte: ma ciò non fece che aumentare lo sfarfallìo nello stomaco e l’irrequietezza che Goku avvertiva già da un po’.

E non era sicuro che si trattasse solo e soltanto di semplice fame.

 

 

Per circa una settimana, la misteriosa demone non si fece vedere, ed i quattro viaggiatori trascorsero alcuni giorni di inaspettata calma, spostandosi senza fretta da una tappa all’altra. Fu nuovamente in un pomeriggio che volgeva al termine che Yume Toomei Na riapparve all’improvviso, nel paese in cui il gruppo si era fermato per la notte: quando arrivò, trovò soltanto Sanzo, seduto su una staccionata al bordo della strada che si apriva al di fuori dell’abitato, intento a fumare con lo sguardo assorto. Si sarebbe immaginato di tutto, tranne che quella mocciosa rompiscatole tornasse alla carica…

- Salve, bonzo corrotto – lo salutò ironica la giovane donna – Raffreddati i bollenti spiriti? -

Il biondo la scrutò di sbieco: - Tu e l’educazione viaggiate su piani completamente diversi, ragazzina – replicò in tono stizzito.

Yume, di rimando, sbuffò sonoramente: - Ma senti chi parla! E poi corrotto sei e corrotto resti. Da quando in qua i bonzi fumano, bevono, picchiano la gente con l’harisen e hanno una soreju? –

Sanzo evitò accuratamente di rispondere, e si voltò dall’altra parte con un’espressione sempre più scocciata. Quella tizia sembrava conoscerlo fin troppo bene, nonostante non l’avesse mai vista prima, e non riusciva a capacitarsene; inoltre avrebbe voluto sapere cosa cercava realmente da lui, da tutti e quattro, e quanto altro sapesse sul loro conto.

- Cos’è, ammetti che io abbia ragione? – incalzò Yume, andandogli più vicino – Del resto è così… tanto più che vuoi bene ad un essere eretico, Genjo Sanzo Hoshi – aggiunse, abbassando la voce. “Vediamo se iniziamo a smuoverti un minimo”

Il monaco tornò di scatto a fissarla, agitato: - Cosa diamine stai dicendo? – sibilò. No, non poteva sapere pure quello!

Gli occhi azzurri della ragazza ebbero un guizzo divertito: - La verità, purtroppo per te. La stupida scimmia non è forse il tuo punto debole? Pensa se lo scoprissero i vostri nemici, quale vantaggio potrebbero trarne… - rispose, una punta di malizia nella voce.

Sanzo rimase imperterrito in silenzio. Non le avrebbe certo dato soddisfazione.

- Oh, andiamo, bonzo fasullo! Lo vedrebbe anche un cieco! -

Nessuna reazione.

- Solo tu non ci sei arrivato… e probabilmente lui -

Ancora il mutismo più completo, ma la sua impassibilità era già molto meno credibile.

- O magari lo sai benissimo -

Uno sguardo interrogativo si dipinse nelle iridi violette del biondo.

- Ti è chiaro il concetto se ti dico chiaro e tondo che tu, bonzo corrotto, ami  Son Goku? -

Amare. Che esagerazione. Non provava amore per il ragazzo dagli occhi dorati. Provava nei suoi confronti una grande forma d’affetto, sì, ma non era amore: per un sentimento del genere era necessario un coraggio che lui aveva perduto una notte di dieci anni prima e che non sarebbe rinato per alcuno. Eppure… eppure, perché quelle parole, parole di una sconosciuta, lo turbavano?

- Non dire idiozie, mocciosa – sbottò quindi – Cosa puoi capirne tu? -

- Capisco che hai paura di ammetterlo, bonzo fasullo – rispose prontamente Yume.

Sanzo sorrise sarcastico: - E di cosa dovrei avere paura, sentiamo, se il problema non si pone? –

- Non sarò io a dovertelo ricordare – disse l’altra con estrema serietà.

E proprio in quel momento, l’oggetto della loro discussione comparve in fondo alla strada, palesemente in cerca di qualcuno: aveva un chicco di riso sulla guancia destra e l’aria rilassata, e al biondo monaco quasi venne da urlargli contro, visto che stava rischiando di farsi saltare i nervi per causa sua. O forse no, forse la colpa non era di Goku.

Anche la demone dai capelli corvini lo aveva notato: - Visto che con le parole non si arriva a niente, passo all’azione – sentenziò.

Prima che tanto Sanzo quanto il giovane potessero reagire in alcun modo, sulla schiena di Yume comparvero due grandi ali di lucenti piume nere, e la donna si scagliò verso Goku volando a mezz’aria; nelle mani teneva adesso una falce scintillante.

- Cos… -

- Ehi! Tu sei la demone dell’altro giorno! – urlò il ragazzo – Perché mi stai attaccando?! -

Lei gli si fermò davanti: - Per due ragioni, Seiten Taisei Son Goku. La prima è per te… e la seconda per me –

Goku la fissò interdetto. Non riusciva nemmeno a richiamare il Nyoibo: - Se è anche per me, perché mi dai contro? –

- Lo capirai quando qualcuno – e ammiccò verso Sanzo – ammetterà -

- Qualcuno? – ripetè lui. Ma non ebbe tempo di soffermarsi a pensare. Yume mosse la falce con precisione, e la lama sibilò vicinissima al ventre di Goku, che fece un salto indietro. Cosa stava cercando quella donna?

Poco lontano udiva la voce di Sanzo richiamarlo con una certa urgenza, però non la ascoltò: di nuovo, come una settimana prima, gli parve di cogliere un’atmosfera di familiarità nell’alone che circondava Yume, un carico di memorie che gli appartenevano.

- Che cosa vuoi da me? – domandò, il fiato corto.

- Voglio che ricordi, Son Goku – disse lei – Ricordati di cinquecento anni fa… e saprai controllare la tua stessa forza -

Il ragazzo schivò un ennesimo affondo di falce: - Tu vaneggi! Io non posso ricordare nulla! –

- Puoi! È tutto chiuso dentro di te – esclamò Yume – Ricordati di Konzen -

Goku, a quel nome, esitò un istante, e la giovane donna ne approfittò per colpirlo, stavolta con successo.

- Scimmia! – urlò il biondo monaco, vedendolo accasciarsi a terra in ginocchio.

Kon… zen?

- Ricordati chi sei realmente – insistette Yume – Ricordati di Nataku e di coloro che avevi affianco -

Con un sussurro pressochè incomprensibile, il ragazzo dagli occhi dorati cadde lungo disteso al suolo, tenendosi le mani premute sul ventre ferito. Non riusciva a capire bene… però credeva di conoscere ciò cui Yume stava accennando.

La demone gettò un’occhiata di sfida a Sanzo e alzò la propria arma sopra la testa come se avesse l’intenzione di infliggere il colpo ferale ad un Goku ormai privo di sensi. E se una provocazione era, riuscì alla perfezione, poiché il giovane bonzo scattò in avanti con un grido rabbioso e si precipitò a bloccare il movimento di Yume, afferrando la falce con entrambe le mani.

La donna sorrise appena: - Bentornato tra noi, bonzo fasullo – lo apostrofò. La grande falce sparì d’improvviso.

Lui le riservò uno sguardo di puro odio: - Ma ti rendi conto di ciò che stavi per fare?! – la aggredì.

- Vi stavo aiutando, anche se non è andata come speravo -

- Lo stavi per uccidere! Tu questo lo definisci aiutare? -

Yume fece spallucce: - Ancora non puoi comprendere. A tempo debito ti darò tutte le spiegazioni – ribattè asciutta.

- Che cosa gli stavi dicendo, prima? – continuò Sanzo.

- Arrivederci, bonzo inutile -

La bruna si voltò per andarsene, ignorando l’altro che ancora le diceva: - Ferma! Ti ho posto una domanda! –

- Mi rivedrete presto – fu la risposta – Arrivederci, Konzen – e spiccò il volo, scomparendo in un vortice d’aria calda.

Sanzo si lasciò sfuggire un’imprecazione, ma decise comunque di lasciar perdere. Aveva da pensare a Goku, al momento, sebbene questo implicasse una riflessione non da poco sul dialogo avuto con la strana visitatrice. Più vi entrava in contatto e meno capiva… o meglio, capiva sempre di più desiderandolo sempre di meno.

Di lì a poco sopraggiunsero anche Gojyo e Hakkai, attratti dal trambusto che avevano udito, e che tempestarono il compagno di domande e commenti quando si accorsero di Goku disteso a terra privo di sensi; Sanzo bandì ogni qualsivoglia tipo di spiegazione, esortandoli invece a tornare subito alla locanda alla quale avevano preso alloggio per aiutarlo a curare la scimmia.

- Sono d’accordo – disse Hakkai, precedendo lui e il kappa lungo la strada. Avrebbe preparato le giuste medicine e avvertito i padroni della pensione. Il rosso si soffermò invece a guardare Sanzo con un sorriso complice:

- Ehi, occhi suadenti… non pretenderai che trasporti io questo scemo fin là, vero? -

- Quindi dovrei portarlo io? – fu la replica scocciata.

Gojyo soffiò in alto il fumo della sua Hi-Lite: - Ti rammento che è il tuo animale, te ne devi occupare tu – ridacchiò.

E incredibilmente, sebbene avesse una gran voglia di prenderlo a calci, il biondo monaco si limitò a sbuffare e prese Goku tra le braccia, stando ben attento a non peggiorarne la ferita: aveva il volto terribilmente pallido, e le labbra socchiuse erano diventate quasi violacee, e nemmeno uno freddo come lui seppe trattenere un breve fremito al pensiero di non poterlo salvare. Così, ignorando i commenti maliziosi del kappa dai capelli scarlatti, Sanzo e quest’ultimo tornarono in fretta nella cittadina.

 

 

 

 

 

#to be continued#

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

×

Note delle autrici: salve a tutti! Se siete giunti a leggere sin qui ne siamo oltremodo felici, perché significa che quantomeno avete dato una lettura anche veloce del capitolo appena finito… thank you! Dato che siamo all’inizio della storia, sarà forse bene dare alcune spiegazioni. Quest’idea è nata nei mesi scorsi, delirando su argomenti saiyukeschi nelle nostre lunghe chattate su MSN, una faccenda nata un po’ per gioco e che piano piano si è trasformata in un vero e proprio “gioco di ruolo” di cui abbiamo interpretato i protagonisti muovendoli in una vicenda che spesso si è rivelata una sorpresa anche per noi che la stavamo scrivendo! E una volta temrinata, abbiamo deciso di riadattarla sotto forma di una vera e propria fic… che speriamo sarà di vostro gradimento. Non vi anticipiamo nulla sui suoi sviluppi futuri, almeno per il momento, se non che le numerose fans del 3x9 avranno di che sognare ^__-

Perciò mi raccomando, leggete, recensite, fateci sapere cosa ne pensate e non ve ne pentirete!

See you soon! Jedis [the White Witch] – aka Akito&Yume

×

 

 

 

  
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