Capitolo
8: Sogno o Desiderio?
I
passi lenti, la dolce musica, il
profumo delicato dei fiori.
Non
so quante volte ho sognato
questo momento. Ed ora è giunto.
Il
sole illumina la chiesa
attraverso le finestre. I visi dei presenti sono tutti sorridenti.
Lo
sposo mi aspetta con ansia. È
bellissimo nel suo abito nero. Non l’avevo mai visto così felice e vale
lo
stesso per me.
Non
provo un minimo di esitazione,
sono sicurissima della mia scelta. Lo amo e lui ama me e sempre così
sarà.
Questo è l’importante. Il passato non conta. Esiste solo il presente e
il
futuro, insieme a lui.
Questi
pochi passi mi sembrano
infiniti. Finalmente lo raggiungo e afferro saldamente la mano che mi
porge.
Segno
di sicurezza, di felicità...
d’amore.
Finalmente
sarà solo mio. I capelli
biondissimi, gli occhi chiari, quel mezzo ghigno che mi fa impazzire...
NO!!!
Cosa
succede? Non può essere vero...
Perché
non c’è Harry ad aspettarmi?
Che ci fa Ryan all’altare?
Guardo
gli invitati al NOSTRO
matrimonio, in cerca del mio fidanzato. Non lo vedo...
Perché
sta succedendo questo? Come
siamo arrivati a questo punto?
Mi
sorride e mi guarda con una
dolcezza che non gli è mai appartenuta.
“Helen”
“NO...
no” non posso crederci. Voglio
scappare da questa chiesa, ma la mia mano non riesce a staccarsi dalla
sua. I
miei piedi sono incollati per terra. E il mio sorriso, le mie lacrime
di gioia,
il dolce dolore al petto... non riesco a smettere di essere
immensamente
felice.
“Helen”
“Smettila!!!
Aiuto... AIUTO”
-HELEN!
Che cavolo... SVEGLIATI!!!-
Ma
cosa?
Apro
gli occhi, continuando a
gridare. Mi ritrovo davanti ad uno sguardo di ghiaccio molto ironico.
-Ryan-
-Buongiorno
bella addormentata. Ti
sembra il caso di addormentarti in questo modo?-
Mi
guardo attorno e noto un piccolo
particolare. Sono distesa per terra, il giornale che stavo sfogliando è
a
qualche passo da me, tutto spiegazzato.
-Ma
che ci faccio qua?-
-Se
non lo sai tu...-
Non
ricordo niente, l’ultima cosa
che mi viene in mente è il caldo soffocante che mi ha colpito
all’improvviso, e
poi io e Ryan all’altare. La sensazione del sogno ancora non è andata
via e
trovarmelo davanti mi fa sentire ancora più caldo.
-Vuoi
stare lì per tutta la
giornata? Se non fossi arrivato io il fioraio se ne sarebbe andato con
i fiori-
-NO!!!
Il fioraio...-
Mi
alzo di scatto e mi avvio
correndo verso la portafinestra che conduce all’interno. O almeno ci
provo.
Neanche tre passi dopo mi ritrovo il pavimento a due centimetri dal
viso e con
delle braccia attorno alla vita, che mi sorreggono.
-Ehy,
ma stai bene?-
-S-si-
provo a rialzarmi, a mettere
distanza fra i nostri corpi. Ma le mie gambe sembrano aver deciso di
andare in
vacanza.
-Mi
sembra invece proprio il
contrario-
Senza
il minimo sforzo mi alza
tenendomi stretta al suo petto. Il suo profumo mi fa girare ancora di
più la
testa, è proprio come me lo ricordavo, forse meglio.
Mi
porta nel soggiorno, al fresco
dell’aria condizionata. Subito mi sento meglio...
-Grazie-
-Grazie
un corno. La tua stupidaggine
non è diminuita a quanto pare in questi due anni-
Subito
mi fa ricordare tutta la sua
antipatia.
-Neanche
la tua se è per questo-
Ci
guardiamo in cagnesco per alcuni
secondi, potremo continuare all’infinito, ma veniamo interrotti dallo
squillare
del telefono.
-Pronto?-
-Helen,
mi dispiace. Oggi dovrai
pranzare da sola, io e i ragazzi staremo fuori per tutto il giorno-
-Ah,
ok... stai tranquilla-
-Mi
dispiace davvero tanto, ma
purtroppo mia madre ha deciso che dobbiamo comprare ancora mille cose
inutili
per il matrimonio- calca per bene la parola inutile.
-Nicole,
ti devo ricordare che mi
sono trasferita da sola a Londra? Non muoio mica se per un giorno
pranzo da
sola-
-Hai
ragione. I bouquet sono
arrivati?-
-Ehm...
si, si-
-Helen?
Va tutto bene? Ti sento strana...-
-Si,
certo. Va tutto benissimo. Non
ti preoccupare-
-Ok.
Se hai bisogno di qualche cosa
chiama pure. Ci vediamo più tardi tesoro-
-Bye
bye-
Ho
la brutta sensazione che oggi non
sarà una giornata semplice.
-Spiegami
una cosa mia cara Helen.
Come farai a cucinare se non riesci neanche a fare un passo?-
-Chi
ti dice che cucinerò?-
-Mangerai
cibo crudo?-
A
fatica mi alzo, mi sento sulle
montagne russe. Mi dirigo verso le scale e pian piano, cercando di
sorreggermi
il più possibile alla ringhiera, salgo gli scalini.
-Dove
stai andando?-
-Buonanotte
Ryan-
Non
ho intenzione di rimanere un
altro secondo con lui e non ho la forza di fare niente, quindi l’unica
alternativa che mi rimane è quella di andarmi a coricare.
Finalmente vedo il letto, giusto il tempo di perdere completamente le forze e addormentarmi sul morbido materasso. Solo una domanda mi assilla in questo momento... Perché ho fatto quel sogno?