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Autore: DarkFeiry    28/01/2011    1 recensioni
Tutto procede come al solito nella vita di Ryo e Kaori. Ma se in un giorno come tanti Kaori ricevesse la proposta di entrare a far parte di un gruppo musicale cosa succederebbe? Sarebbe pronta a lasciare Ryo?
Genere: Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo passò senza che nemmeno se ne potesse accorgere e ormai il giorno del verdetto era arrivato, o quasi… L’indomani Kaori sarebbe dovuta partire nel caso in cui avesse deciso di lasciare tutto e tutti per inseguire, quella che a suo avviso, era una semplice chimera. Però in quei giorni aveva fatto come le aveva detto Ryo. Aveva corso avanti e indietro per cercare tutto quello che le serviva per un eventuale partenza, si era dovuta districare fra passaporto e altri documenti di cui un altro po’ non conosceva nemmeno l’esistenza. Per lei era solamente tutto tempo sprecato, tanto non sarebbe partita.

Eriko, che gentilmente l’aveva accompagnata nei suoi giri, non aveva fatto altro che ripeterle di accettare. Sembrava un invasata, come se lei avesse vinto la lotteria nazionale. Kaori era rimasta sempre sul vago, non aveva mai risposto apertamente alle sue domande relative alla decisione, non voleva darle un dispiacere. Ma alla fine non poteva più mentirle! Infatti l’ultimo giorno che avevano speso per le commissioni decise di dirle la verità.

-non parto- aveva esordito ad un certo punto

-eh?- la faccia di Eriko sembrava quella di una che aveva appena visto un fantasma che ballava su un cubo

-hai capito benissimo, ho deciso di non partire-

-MA SEI SCEMA???- la stilista era saltata dalla sedia, rovesciando il caffè che stava bevendo. Aveva urlato così forte che era sicura che l’avessero sentita anche in Patagonia

-tu sei pazza! Ti sembra il caso di urlare così? E siediti!- l’aveva presa per una manica e costretta a sedersi

-no ti sei completamente bevuta il cervello Kaori? Pensavo sinceramente che volessi partire! Almeno il fatto che stessi girando come una trottola per tutti questi documenti mi aveva fatto pensare che volessi andare. Scusa perché non vuoi sfruttare questa grande occasione? E non vedo nemmeno per quale motivo tu allora devi sprecare tutto questo tempo in giri inutili-

-Eriko lo sai benissimo perché non voglio partire!-

-ah, ancora per stare dietro a quel bell’imbusto che non ti si fila nemmeno? Kaori quando ti deciderai a capire che è ora che tu pensi a te stessa? Ormai sono anni che ti fai trattare come una pezza da piedi! E anche se ammiro questo tuo amore così resistente davanti a tutto questo credo che sia ora che te metta la parola fine. Abbi un briciolo di amor proprio! Non fa altro che trattarti male e i momenti in cui è gentile con te sono davvero pochi! Ti stai logorando ogni giorno di più a stare con lui e mi fa male vederti così, non me ne capacito. Sei una bella donna, una ragazza con milioni di qualità e ti stai buttando dietro ad un uomo che non ti dimostra nemmeno metà dell’amore e della devozione che hai tu nei suoi confronti. Datti una svegliata!-

Lo sguardo truce che aveva avuto Eriko per tutto il discorso l’aveva quasi intimorita. Non aveva mai visto la sua amica così critica nei confronti della sua situazione, bè non era un mistero quello che Eriko pensava di Ryo, ma non ne aveva mai parlato in quei termini! Però quella era una sua scelta e la sua amica doveva farsela andare bene, non aveva nessun diritto di criticare così. Eriko non aveva mai amato una persona come lei amava Ryo e non poteva minimamente capire quello che provava, se solo lo avesse saputo non avrebbe parlato così ne era sicura. Ma si era sentita piccata, in fondo la stilista non aveva avuto proprio così torto, lei stava buttando al vento una grande occasione per un uomo che non l’amava, ma non l’avrebbe mai ammesso!

-Eriko, se solo ti trovassi nella mia situazione non reagiresti così-

-se solo mi trovassi nella tua situazione avrei mandato al diavolo quel bell’imbusto dei miei stivali e me ne sarei andata-

-parlare è facile!-

-sarebbe altrettanto facile anche agire se solo avessi più coraggio, ti stai facendo umiliare e te nemmeno te ne accorgi-

Se ne accorgeva e come! Si era sentita mille volte umiliata dal comportamento di Ryo, anche se aveva sempre tentato di nasconderlo. Quando la trattava male davanti alle clienti, si sentiva così male che sarebbe voluta scappare lontano e piangere, invece reagiva lanciandogli quegli enormi martelli. Ma ne aveva sentite di risate e commenti di tutte quelle belle ragazze che gironzolavano intorno a Ryo e vedevano come lei gli andasse dietro come un cagnolino fedele. Ma nonostante tutto non poteva andarsene.

-anche se tu mi dici tutto questo io la mia decisione l’ho presa, puoi arrabbiarti quanto vuoi! Io non me ne vado-

-fa come ti pare!!! Ma non venire a piangere da me quando Ryo non ti vorrà più e te ti pentirai di non essere partita-

Stizzita Eriko prese la sua borsa e se ne andò, lasciando una Kaori stordita e amareggiata.

 

La conversazione con Eriko le aveva lasciato una brutta sensazione addosso. Non immaginava che l’amica se la sarebbe presa così e non immaginava nemmeno che ci tenesse tanto a questa cosa. Non poteva nemmeno negare che quello che aveva detto l’amica era sbagliato, però per quanta buona volontà aveva messo nel farle capire la situazione, Kaori era sempre della stessa idea: rimanere accanto a quel testone di Ryo.  Anche se la trattava male, anche se non l’amava come l’amava lei, anche se questo doveva significare vivere una vita con la paura di perderlo, lei sarebbe rimasta accanto a lui.

Quel giorno, oltre alla conversazione con Eriko, si era dovuta sorbire le chiamate di una sacco di persone che volevano sapere cosa avrebbe fatto. Mick era tutto preoccupato perché non voleva minimamente che lei partisse, Saeko era stata molto più fredda e l’aveva reputata solo come una semplice “informazione di servizio” , Miki invece l’aveva costretta ad andare al Cat’s eye per parlare.

Kaori leggeva negli occhi di Miki che lei pregava perché non partisse, ma vedeva anche che era combattuta perché anche lei sperava in qualcosa di migliore per Kaori.  Le aveva detto che capiva il fatto non voleva partire per rimanere con il suo amato ma capiva anche che non poteva passare una vita intera ad aspettare lui.

Dopo la conversazione era tornata a casa dove non c’era nessuno. Era entrata in camera sua, e si era sdraiata sul letto a guardare il soffitto. Da una parte della camera c’era la valigia che aveva tirato giù dall’armadio, cosa che sapeva nemmeno il motivo per cui l’aveva fatta. Forse solo per accontentare Ryo. In quelle due settimane il suo socio era stato schivo e di poche parole, non che gli altri giorni fossero in vena di chiacchiere piene di parole, ma era decisamente peggiorato. Si era accorta che evitava di guardarla negli occhi e di stare più del tempo necessario da soli nella stessa stanza. Non le aveva fatto più domande sulla sua decisione, si informava solo sull’avanzare dei suoi preparativi. Niente di più, e  lei non riusciva ad interpretare il suo comportamento e sinceramente in due settimane c’aveva anche rinunciato.  Ryo era sempre così: buio ed impenetrabile.

Rimase sul letto a godere di quel silenzio ancora un po’, quel giorno non voleva passare mai e lei voleva solo che finisse al più presto! Sentì la porta sbattere e dei passi che si dirigevano lenti verso le scale. Ryo era tornato. Guardò l’orario e vide che era quasi ora di cena e decise che era ora di prepararla. Uscì dalla stanza e si imbattè in Ryo. L’uomo la evitò senza nemmeno alzare lo sguardo dicendole solo che sarebbe sceso a cenare più tardi e che lei poteva anche iniziare a mangiare.

Kaori era sempre più perplessa da quel suo comportamento e non capiva proprio perché utilizzava quel suo atteggiamento nei suoi confronti, credeva che avesse capito che non se ne sarebbe andata. Forse si comportava così proprio perché voleva togliersela dai piedi?

Questa strano pensiero le tolse il respiro per un attimo stringendole il cuore in una piccola stretta di dolore. Lei stava rinunciando a tutto per un uomo che forse non la voleva nemmeno fra i piedi! Scosse la testa e si liberò di questo pensiero, non doveva minimamente credere ad una cosa del genere. Sapeva che Ryo sotto sotto le voleva bene e lei sarebbe rimasta per questo.

 

Preparò la cena e mangiò da sola perché Ryo non si degnò di scendere, aveva sentito aprire la porta che conduceva al terrazzo e da li ogni rumore era cessato. Lasciò la cena del suo socio sul tavolo e salì in camera, quando gli sarebbe venuta fame almeno avrebbe trovato pronto.

In camera guardò le valige, ferme sempre nella stessa posizione. Era tentata di rimetterle a posto ma non ne aveva proprio voglia, lo avrebbe fatto la mattina dopo. Mentre sistemava alcune cose nella stanza sentì un lieve bussare alla porta. La persona che aveva bussato non attese la sua risposta e aprì piano la porta. Ryo, non c’erano dubbi che fosse lui.

-ciao- Ryo non era mai di molte parole

-ciao- lei era un po’ troppo arrabbiata per il suo comportamento per essere in vena di grandi discorsi

-era buona la cena-

-ah, grazie-

Ryo si fermò proprio vicino la porta e la osservò molto attentamente. Rimase a fissarla per un secondo che le sembrò un secolo. Sempre con quello sguardo intenso che le faceva venire i brividi.

-che hai fatto oggi?- se ne uscì il ragazzo all’improvviso.

Kaori rimase un po’ senza rispondere, adesso la sua perplessità era arrivata a livelli che toccavano il sospetto. Ryo non era un tipo che entrava in camera sua e si metteva a fare conversazione. Parlavano pochissimo già normalmente e questo atteggiamento sicuramente nascondeva qualcosa.

-sono stata con Eriko- rispose alla fine

-bene, hai finito di preparare tutto?-

-si-

Altro silenzio… quando sarebbe finito quell’intermezzo di finte chiacchiere? Kaori percepiva benissimo la tensione e voleva che Ryo arrivasse al punto.

-pensavo che stessi preparando le valigie-

Ecco che qualcosa si stava smuovendo.

-no-

-e come mai? Le hai già preparate?-

-no e non ho intenzione di prepararle, anzi visto che sei qui aiutami a rimetterle a posto-

Ora erano uno di fronte all’altro che si guardavano intensamente. Era questo il motivo per cui Ryo era li. Voleva dirle sicuramente qualcosa relativo alla partenza e il discorso delle valige era il pretesto per iniziare.

-perché non le hai preparate?-

-mi sembra evidente, non parto.  Perché dovrei preparare le valige inutilmente. Ho già sprecato due settimane in giri inutili che poteva evitare, non mi metto a preparare anche queste!-

Alla parole non parto nel volto di Ryo era passato un lampo di sollievo, ma poi il suo sguardo era ridiventato duro come il marmo.

-come non parti?-

-non parto Ryo. Lo sapevi benissimo. Sapevi benissimo che non avrei accettato questa cosa-

Kaori stava iniziando a stancarsi di tutte quelle domande. Ryo non era mai stato uno che chiedeva milioni di spiegazioni e non capiva perché doveva farlo proprio ora.

-Kaori non fare la bambina. Questa per te è una grande occasione, perché devi sprecarla così?-

- Sai benissimo che non posso accettare. Sai benissimo che non posso andarmene via così. Quindi non fare troppe domande-

-e invece si che puoi, quindi torna sui tuoi passi e prepara queste valige che domani mattina ti accompagno all’aeroporto-

Il tono di Ryo era duro, non ammetteva repliche. Quando si comportava così l’avrebbe preso a schiaffi. Era un pallone gonfiato che si permetteva di decidere per lei quando non aveva minimamente nessuna voce in capitolo.

-non vuoi capire che io non vado da nessuna parte-

-Kaori non fare la testarda!-

-no io faccio la testarda quanto mi pare e piace!-

- sei testarda solo quando ti pare a te-

-no, lo sono quando riguarda le mie scelte di vita!-

I toni si erano alzati parecchio senza che nemmeno se ne accorgessero. Forse non avevano mai discusso così vivamente. Le litigate non erano mai mancate, ma mai con quel tono di sfida.

Ryo non poteva sopportare che lei si lasciasse sfuggire quella grande cosa dalle mani. Anche se quando gli aveva detto che non sarebbe partita si era sentito sollevato, ma non poteva lasciarsi trascinare dei suoi sentimenti.

-e comunque chiuso questo discorso, non partirò e basta. Mettiti il cuore in pace- chiuse Kaori.

-Parti!-

Quel tono di ordine fu la goccia che fece traboccare il vaso per la ragazza. Non poteva sopportare di essere comandata da lui, dopo che se ne era fregato la maggior parte delle volte delle sue scelte.

-basta! Non accetto ordini da te! Chi sei tu per potermi dare ordini? Mio padre? Mio fratello? Il mio ragazzo? Non sei nessuno di questi. Non riesco a capire per quale motivo ora ti sei accanito su questa cosa quando per anni a volte te ne sei completamente fregato di quello che sono e delle mie scelte. Di tutto quello che facevo, preso troppo dalle milioni di donne che ti giravano intorno. Ma io sono sempre stata con devozione qui. Ho sempre tenuto testa a tutto quello che mi dicevi o che facevi anche se mi faceva male. E ora non hai nessun diritto di impormi una scelta che non voglio prendere-

Aveva urlato tutto questo fra le lacrime. Non ce la faceva più, tutto quello che provava era uscito fuori senza che lei riuscisse a fermalo. Era troppo stanca di tutti i comportamenti che Ryo aveva adottato con lei e quello era il colmo.

Ryo aveva percepito tutte le parole di Kaori come un cazzotto in pieno stomaco. Tutto quello che la sua socia aveva detto era vero. Verissimo. E lui non poteva assolutamente negarlo. Ora lei era li davanti a lui con le mani sul volto che piangeva sommessamente. Non potava vederla così, non poteva saperla così triste, così piccola e indifesa.

Si avvicinò piano a lei e le tolse le mani da davanti agli occhi. Le lacrime ora erano libere di scendere senza alcun freno. la scena di lei che piangeva sciolse qualcosa nel cuore di Ryo.

In un impeto che nemmeno lui riuscì a controllare, la strinse a se in un abbraccio dolce ma intenso e poi fece scivolare le sue labbra su quelle di lei.

Kaori non riuscì a capire subito quello che stava succedendo e cercò di allontanare Ryo. Non voleva che per l’ennesima volta tutto si sarebbe concluso con una carezza. Ma il calore delle labbra di Ryo le risultò come un balsamo per il suo cuore sofferente e piano piano non oppose più resistenza. Non sapeva perché stava succedendo tutto quello, ma nemmeno le interessava tanto capirlo. Ryo la stava baciando, stava succedendo quello che in tutti quegli anni di convivenza lei aveva aspettato con ansia e lei non voleva rovinarselo con degli stupidi interrogativi.

Dal suo canto nemmeno lui sapeva cosa stava facendo, era come se il suo corpo si fosse mosso da solo, senza che lui gli comandasse nulla. Ma adesso che era successo non aveva nessuna intenzione di fermarsi, alle conseguenze avrebbe pensato poi.

Il bacio che prima era stato dolce si trasformò piano in un bacio intenso e passionale nel quale non riuscivano a trovare più spazio ne i pensieri ne le urla di qualche momento prima. Un bacio che li lasciava senza fiato, svuotati di qualsiasi cosa che era al di fuori di loro. Non si accorsero nemmeno che piano piano stavano uscendo dalla stanza di Kaori per dirigersi verso quella di Ryo.

Non si accorsero che le loro mani iniziarono a vagare freneticamente sul corpo dell’altro, quello che sentivano era solo la loro passione che scorreva nelle vene e che li faceva ansimare sotto le carezze dell’altro. Sapevano che quello che stava succedendo era qualcosa di troppo grande, soprattutto in quel momento, ma nessuno dei due riusciva a tornare indietro. Si sarebbero accollati tutte le responsabilità il giorno successivo ora volevano dare sfogo a tutti quei sentimenti sopiti per anni.

 

-ora che sono il tuo ragazzo posso chiederti di partire?-

-no ora ho una motivo in più per restare!-

Queste furono le ultime cose che riuscirono a dirsi prima che la passione li divorasse completamente.

Si amarono con gesti lenti per ore, con quella delicatezza che solo l’amore sa imprimere a questi momenti. Si dissero con i gesti quello che mai fino ad allora avevano avuto il coraggio di dire con le parole

E Kaori sembrò di sentirle quelle parole in quel momento, erano state solo un bisbiglio ma era sicura che dalla bocca di Ryo, in quel momento di pura passione, fossero uscite quelle due semplici parole che lei aspettava da una vita.

“Ti Amo”.

Si addormentarono così, stretti l’uno vicino all’altra. Con la quasi certezza che le cose da allora sarebbero cambiate.

 

La mattina arrivò presto, troppo presto forse. Kaori fu svegliata dai raggi del sole che filtravano dalle tende. Non aveva alcuna voglia di aprire gli occhi, voleva godere ancora un po’ di quegli attimi. Pensava però di essere stretta fra le braccia di Ryo ma quando allungò la mano per cercarlo non trovò nessuno al suo fianco. Il letto era ancora tiepido, segno che non si era alzato da tantissimo, probabilmente era sceso giù a preparare la colazione o a farsi una doccia.

Si tirò su stiracchiandosi e guardò la parte del letto dove fino a poco prima aveva dormito il suo amato. Sorrise al ricordo di quello che avevano vissuto, non si sarebbe mai aspettata che tutto succedesse in questo modo.

Venne riscossa dai suoi pensieri perché la sua attenzione cadde su un piccolo foglietto poggiato sul cuscino dove aveva dormito Ryo, sicuramente gli aveva scritto dove si trovava. Aprì il biglietto e lesse il contenuto. Gelo. Gelo puro, ghiaccio e il mondo che le cadeva addosso. Quelle parole erano la sua lapidaria condanna… tutta la loro notte si risolveva così, in altre due semplici parole…

 

“BUON VIAGGIO”

  
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