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Autore: Meky    28/12/2005    2 recensioni
Ma guarda, la milionesima fic su Inu ci mancava non trovate? Tre parole per descrivere questa fic (come nella canzone, sole, cuore, amore): viaggio nel tempo. buona lettura e spero che vi piaccia! [Personaggi: un po' tutti] “Il passato e il futuro s’intrecciano attraverso le varie reincarnazioni Ma se il passato è il futuro e il futuro il passato Esiste il tempo? O è solo una stupida espressione umana? L’intreccio del tempo porterà fine ai nostri destini incompiuti…”
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Naraku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8: Dolore
 
Povera Kagome del futuroooo!!! Sono tristissima per lei!!!! E questo chap sarà ancora più malinconico!!! Siiigh! Mi dispiace veramente tanto, Nari era un personaggio venuto proprio bene, perché l’ho fatto morire? [NdQualcuno: così veniva la storia…]. Già, in effetti, forse è per quel motivo… Sto andando avanti a raffica (divertente) visto che non sto più ricopiando!!! (gioia immensa!!). Se non fosse per i compiti… (doon…)
Però… povera Kagome!!! Ueee!!!
Sigh, basta parlare di cose triste…
Vi lascio alla fic. Comunque adesso spero che un po’ di cose si stiano iniziando a capire… (spero vivamente)
Ni-hao a tutti
Meky                                       oggi particolarmente triste per Kaggy…
 
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Il dolore è una lacrima amara
che scende dal tuo viso
quando meno vuoi
Il dolore è quella lama piantata nel cuore
che distrugge le carni
che annienta la vita
È quel vestito che troppe volte hai indossato
e ora ti stringe l’anima come un persecuzione
Il dolore, semplicemente
Quel pensiero che riesce a svegliarti anche nelle notti più belle
 
 
 
Meky
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Naraku del futuro le sorrise
-Allora?- chiese a Kagome, seduta accanto a lei
-Allora cosa?- La donna si alzò in piedi –Uffi, perché mi fai domande così stupide?-
-Non è una domanda stupida!- ribatté lui alzandosi a sua volta dal tronco d’albero. Fissò la donna col kimono da sacerdotessa e gli venne da ridere; infine lo fece.
-Cos’hai da ridere?- chiese mettendo le mani sui fianchi lei
-Nulla, e solo che… oh Kagome, smettiamola, eh? Questa serie di giochetti mi fanno sempre ridere!-
-Non sono giochetti!- disse la donna, scoppiando a ridere a sua volta –Va bene, lasciamo stare, oggi la passi liscia.- Prese il foglio che aveva per terra, ultima risorsa recuperata dal suo tempo prima che venisse distrutto –Comunque ho vinto io…-
-Si si, certo- Sorridendo l’uomo l’abbracciò.
-Devi proprio partire?- gli chiese lei accarezzandoli il viso –Mi mancherai…-
-Starò via poco, tranquilla cara-
-Mi mancherai comunque amore mio- Stringendola a sé Nari la baciò sulle labbra con amore
-Lo so…-
 
-Mmh… Nari… Nari…-
 
L’uomo le sfiorò il viso e le sorrise.
-Ma esiste una donna più bella di te…?- mormorò baciandola
-Non credo- disse lei sorridendo. Si lasciò andare fra le sue braccia. Volse un istante lo sguardo verso le quattro pareti. Il loro rifugio, la loro casa. Che fosse inverno, che fosse estate non si sarebbe mai stancata di averlo accanto nella notte.
Gli baciò la spalla nuda e con gli occhi chiusi si lasciò coccolare. Come sapeva essere dolce, quando voleva…
 
-No… NO!… Nari!… Mmh…!-
 
Kagome… Kagome… Kagome… KAGOME!
 
-Kagome! Kagome!- La voce di Sango la risvegliò -Kagome… tranquilla…- La donna inspirò profondamente e si mise seduta sul letto. Era stato tutto un sogno… Si asciugò gli occhi, pieni di lacrime, e cercò di calmarsi.
Si trovavano in un gruppo di case, dove erano stati ospitati per il momento. Il gruppo del passato era insieme a Miroku in un’altra capanna, mentre Sango aveva deciso di rimanere insieme all’amica almeno per un altro po’. Soffriva troppo per essere lasciata sola…
-Sto bene…- mormorò l’altra dolorante, poggiando una mano sul grembo
-Hai bisogno di dormire…- disse Sango aiutandola ad alzarsi –ma prima è meglio se ti tranquillizzi un po’…-
-Non riesco a dormire, e se ce la faccio gli incubi mi perseguitano…-
-Immagino sia Nari il tuo sogno ricorrente…- mormorò. Kagome non rispose, ma era evidente che fosse così, senza contare che continuava a chiamare il suo nome nel sonno…
 
Il mattino seguente…
Il gruppo del passato era ai margini della strada. Miroku aveva dato loro il permesso di girare per il villaggio, ma non di allontanarsi: prevedevano un nuovo attacco dei due Naraku. Non se ne sarebbero andati comunque, dopo tutto quello che era successo. Si sentivano estranei di quel dolore così grande, gocce dolci fra gocce salate. Così rimanevano immobili ai lati di un sentiero, tristi, nervosi, estranei. Kagome era seduta per terra col viso sostenuto dalle mani; guardava senza interesse la gente che passava, cercando di togliersi dalla testa la scena della morte di Naraku. Non avevano mai saputo chi fosse veramente, il nome di quell’uomo era sconosciuto; o almeno per lei. In piedi contro un albero stava Inuyasha, consapevole della situazione pesante; ai suoi piedi Kikyo si domandava come mai, qualsiasi cosa accadesse, lei non riuscisse a provare dolore per gli altri. Era cambiata così tanto dopo essere tornata in vita? Un po’ in disparte c’era Nari, l’unico a sapere l’identità di Naraku: solo lui l’aveva riconosciuto come il sé stesso del futuro. Ed era morto, Kagome del futuro ora era disperata, aveva quasi perso ogni ragione di vita; anch’egli soffriva con la donna, perché si stava rendendo conto pian piano d’amare Kagome. Si, era meglio che gli altri non conoscessero l’identità di Naraku, ora capiva: la conoscenza di quel nome avrebbe cambiato il loro futuro. Volse lo sguardo verso Kagome del passato, persa fra i propri pensieri. Gli occhi scuri fissavano per terra ora e i capelli neri le erano scivolati lungo il viso. Con un sospiro tornò a guardare la strada.
Basta, non ne poteva più! Nari si alzò di scatto in piedi e gli altri tre lo fissarono. Voleva andarsene da lì, basta, basta, BASTA! Si allontanò a grandi passi
-Ma dove va?- chiese Inuyasha staccandosi dall’albero e fissando il ragazzo che si allontanava –Miroku aveva detto di non allontanarsi…-
-Lascialo stare Inuyasha- disse Kagome piano –Lascialo stare…-
 
Camminò per mezz’ora e quando si accorse di essersi inoltrato nel bosco si bloccò. Nari si avvicinò ad un ruscello lì vicino e si sciacquò la faccia cercando di calmarsi e di pensare. Sospirando si lasciò cadere seduto sul terreno. Fissò il fiumiciattolo ma vide solo la propria immagine riflessa, nulla che potesse farlo sentire meglio.
Dietro di sé sentì un fruscio; si voltò di scatto aspettandosi un nemico, invece c’era Kagome del futuro che quando lo vide apparve sorpresa. Però, se ci faceva caso, il volto della donna sembrava una maschera d’indifferenza. Gli si sedette accanto e Nari sentì un tuffo al cuore perché fra tutte le persone che avrebbe voluto vedere, lei era l’ultima della lista.
-Ciao Nari-
-C-ciao…-
Silenzio. Socchiudendo gli occhi, Nari guardò l’acqua scorrere lenta, indecifrabile
-Come stai?- disse in infine lui senza guardarla. L’altra si voltò verso di lui, poi abbassando lo sguardo tornò a fissare le acque
-Beh, potrei stare meglio…- rispose scrollando le spalle
-Ma non potresti star peggio…- mormorò l’altro sospirando
-Co-come?-
-Nulla, lascia stare-
Kagome sbiancò e lo fissò. Perché era lì? Quale divinità si stava divertendo a torturarle il cuore? Gli occhi le si riempirono di lacrime
-Ancora una volta- disse piano la donna nascondendosi il viso in mezzo alle braccia –è colpa mia-
-Colpa tua? E per cosa?- chiese l’altro aggrottando le sopraciglia
-È solo colpa mia se Naraku cattivo ora distrugge ogni cosa ed è colpa mia se Nari è morto!-
-Non è affatto vero!- esclamò il ragazzo stringendo le mani a pugni e scattando in piedi–Avresti preferito che quella creatura immonda vivesse nell’uomo che amavi? Che vivesse dentro di me?-
-Già, dentro di te…- sospirò fissandolo. Rendendosi conto di ciò che aveva detto si rimise seduto evitando il suo sguardo.
All’improvviso la donna lo attirò a sé e lo strinse fra le sue braccia.
-Non dire nulla- mormorò al suo orecchio. L’altro rimase immobile, sentendo il contatto fra di sé e Kagome, quel corpo caldo, sensuale… –So che non sei lui, lo so bene, ma ti prego non dire nulla!-
Sentiva i singhiozzi nascerle dal petto, mentre le lacrime gli cadevano sul viso. Perché quella donna doveva sopportare un dolore così grande? Perché non aveva potuto vivere in pace con l’uomo che amava? Perché il destino era loro così avverso?
-Kagome- sussurrò lui –smettila di piangerti addosso- Se la scostò delicatamente –Pensi che il tuo Nari sarebbe contento di vederti piangere così? Basta dolore, basta rimpianti, ora puoi solo andare avanti, nient’altro- La guardò serenamente –Gli hai promesso di continuare a vivere, di crescere vostro figlio. Torna a vivere-
Si alzò in piedi ed aiutò la donna a fare lo stesso.
La voce di Sango li raggiunse
-Ti stanno cercando- disse il ragazzo –Io torno al villaggio- Detto questo si allontanò
 
E di nuovo notte. Nel cielo brillava la luna incompleta, brillante d’argento fra i diamanti suoi figli. Qualche rada nuvola viaggiava stanca in mezzo al nero del cielo chiazzato di blu; gli alberi alzavano le proprie chiome a fissare quella mostra di ricchezza, dolci caramelle fatte di zucchero celeste. I raggi di miele s’infrangevano sulla vegetazione e sul lento avanzare di un fiume poco lontano dal villaggio.
Le ore passarono lente, quasi addormentate. Poi il sole tornò a fare timidamente capolino all’orizzonte, finché ruggente di lucentezza e vigore si fece ancora più avanti e la luna scomparve. Era appena l’alba, ma nel villaggio la gente era già in piedi. Il gruppo del passato, però, continuava a sonnecchiare indisturbato, mentre Sango e Miroku, insieme a Kohaku stavano uscendo dall’abitazione per iniziare la giornata.
Anche Kagome del futuro era sveglia, ma non pronta per una nuova giornata.
Sospirando, si alzò dolorante e si diresse verso un tavolino; una volta seduta posò una mano sul grembo, trattenendo una smorfia di dolore
-Dai piccolo mio- mormorò –non essere così cattivo con tua madre…- Un brivido la percorse seguito dal dolore crescente.
Lì non era più sicura.
Alzandosi a fatica, uscì in strada e si diresse verso la foresta.
Ansimando per le fitte sempre più forti continuò a camminare. Sentiva uno sguardo su di sé e non era per niente amichevole. Che fossero i due Naraku? Forse, ma l’unica cosa che desiderava in quel momento era che quel dolore finisse in fretta.
Ormai si era allontanata dal villaggio e non poteva più tornare indietro.
Cadde in ginocchio sull’erba. Quello sguardo sconosciuto era ancora lì…
Si sdraiò cercando di respirare e di tranquillizzarsi. Le si erano rotte le acque, avrebbe dovuto partorire… Non poteva rischiare di perdere il bambino, no! Era l’unica ragione di vita rimasta, l’ultima… speranza… rimasta…le… L’ultimo…
Chiuse gli occhi, mentre due piccole lacrime cadevano sull’erba. Lo sguardo sconosciuto sorrideva…
-A… Aiuto…- mormorò prima di mugugnare dal dolore
-C’è qualcuno?- chiese una voce femminile. Diversi fruscii raggiunsero l’orecchio della donna, finché una ragazza quasi diciottenne apparve fra gli alberi; aveva corti capelli neri raccolti in una piccola treccia, gli occhi scuri e un viso famigliare…
-Rin…- sussurrò Kagome prima che un’altra fitta la colpisse
-Signor Sesshomaru! Signor Sesshomaru! Venga presto, venga!- esclamò l’altra.
Il demone comparve tra il fogliame; non era affatto cambiato in quegli anni, forse solo un poco nel carattere.
-Che succede Rin- chiese, poi vide la donna per terra –Chi…?-
-È la somma Kagome! Sta male, dobbiamo aiutarla!- Dietro il demone comparvero Jaken con A-Un –Non possiamo lasciarla qui, sta per partorire!-
-Allora muoviti a caricarla, prima che rischi di morire…- mormorò lui voltandosi e allontanandosi –Sai dove andare, no? Pensaci tu a lei-
-E lei?-
-Io sarei d’impiccio…-
Detto questo scomparve tra il fogliame. Sollevando delicatamente la donna lei la caricò sul demone e dopo essere salita a sua volta prese Jaken e partì in volo
  
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