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Autore: SweetTaiga    29/01/2011    11 recensioni
"Ma se l’Amore che dice è una stretta al petto dovuta alla sua mancanza, un colpo al cuore ogni volta che mio padre rievoca con disgusto il suo nome, un sorriso ogniqualvolta mi addormento pensando a lei, allora ha ragione.
Forse i Malfoy non provano amore, ma Draco si."
Quando l'Amore trionfa, l'Odio cerca il modo di ostacolarlo. Sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Ai miei libri, ai miei sogni,
alla mia musica e ai miei disegni,
alle mie sorelle.
Perché anche io sono gelosa di ciò che è mio.
Estremamente gelosa.


 
21. La notte degli imbrogli

Mi sento un uomo che vivrà nel dolore, nel suo dolore, solo nel suo dolore ormai.

«Draco, apri questa cazzo di porta!», urla Zabini.
«Fottiti, Blaise. Non ora.», ringhio, immergendo di nuovo il volto nei capelli di Hermione.
«Coglione, stanno arrivando le guardie.»
Mi irrigidisco, e sento Hermione stringere più forte la mia camicia.
Ci allontaniamo dal muro, aggiustandoci frettolosamente i vestiti scomposti, ma restiamo a pochi centimetri di distanza, il suo gomito che sfiora il mio braccio.
Apro frettolosamente la porta, e Blaise entra chiudendola silenziosamente alle sue spalle.
«Sono già qui?», chiedo.
«No, ma arriveranno a momenti.»
Hermione si muove verso la porta, accennando ad andarsene, ma Zabini le afferra il polso. Reprimo a stento una fitta di gelosia insensata e lo guardo in cerca di una spiegazione.
«Non farebbe in tempo, la vedrebbero. Dobbiamo trovare un modo per nascondere Hermione.»
Una risata roca parte dalle labbra che poco prima stavano baciando il mio collo. «Credete che maghi addestrati da Mangiamorte non setaccerebbero la stanza?»
Zabini annuisce gravemente, e se la situazione non fosse così fottutamente pericolosa mi verrebbe quasi da sorridere. I sottili equilibri d’odio stanno crollando man mano, e la cosa più bizzarra è che nessuno di noi si sta opponendo.
Il caos proveniente dalla Sala Comune ci avvisa che stanno arrivando.
Abbiamo bisogno di un piano, ed in fretta.
Vedo Hermione giocherellare con i bottoni della sua camicia e Blaise guardarsi intorno in cerca di un appiglio, di una speranza, di qualsiasi cosa possa essere utile.
«Ti sei messo in un guaio più grande di te, idiota.», ghigno, cercando di sdrammatizzare mentre estraggo la mia bacchetta dai pantaloni, pronto a difendere il mio amico e la mia donna a costo della mia vita.
Peccato che non me lo perdonerebbero mai.
Me ne rendo conto mentre Hermione afferra la sua bacchetta, posizionandosi inconsapevolmente tra me e la porta, e Blaise sfodera uno dei suoi sorrisi migliori, mettendosi nella stessa posizione.
«Gli amici condividono tutto, anche i guai. Soprattutto i guai.», afferma, prima di voltarmi le spalle ed estrarre a sua volta la bacchetta.
«Ecco la soluzione!», esclama Hermione, battendosi la mano sulla fronte.
Blaise si gira lentamente verso di me, con un sopracciglio alzato che la dice lunga sul suo parere in merito.
In un attimo, vedo Hermione afferrare la mano di Zabini e stringersi al suo braccio.
Sento la rabbia crescere ed il sangue salirmi al cervello, ma prima di poter reagire in qualche modo a quel contatto poco gradito vengo interrotto da Hermione, che alza una mano in mia direzione.
«Fermo, Draco. Trasfigurami i capelli, gli occhi.. Insomma, rendimi diversa da come sono. Da questo momento sono la.. ragazza di Blaise.»

Eppur mi sento forte, sai?

***

Amica mia, quanto costa una bugia?

La piccola mano della Granger si stringe alla mia, ed in un solo momento capisco di essere ufficialmente morto.
Nello stesso momento in cui il suo petto sfiora il mio braccio, sento lo sguardo di Draco perforarmi il cervello.
So che dovrei fare qualcosa, che dovrei muovermi, ma il contatto con la strega al mio fianco ed allo stesso tempo lo sguardo d’odio e gelosia di Draco mi immobilizzano, impedendomi di difendermi o di allontanarmi.
Mettersi in mezzo a questi due non è assolutamente raccomandabile, ma ultimamente sembra quasi che ci provi gusto a mettermi nei casini.
Sospiro.
Vedo i pungi di Draco irrigidirsi e le nocche diventare bianche, e nello stesso momento la mano candida di Hermione alzarsi verso di lui, come a bloccarlo con un solo gesto.
E, con mia somma sorpresa, Draco Lucius Malfoy si ferma, le mani riprendono colore e gli occhi, intrecciandosi con quelli della ragazza accanto a me, perdono parte dell’ombra che li aveva offuscati.
«Fermo, Draco. Trasfigurami i capelli, gli occhi.. Insomma, rendimi diversa da come sono. Da questo momento sono la.. ragazza di Blaise.», dice la Granger.
Un ordine insolito, ma che ci illumina sulle sue intenzioni.
La rabbia scompare quasi completamente dai tratti di Draco, ma la gelosia continua ad infuocare i suoi occhi solitamente freddi come il ghiaccio.
Annuisce lentamente, per poi puntare la bacchetta verso la ragazza.
Mentre cerca di trasfigurarle la chioma castana, vedo pian piano i suoi occhi ridursi a due fessure.
«Per le Mutande di Merlino! Potete staccarvi almeno un attimo, diamine?»
Sento la presa di Hermione annullarsi all’istante, e girandomi vedo un lieve sorriso colpevole incurvarle le labbra. «Scusa, Draco..»
Le spalle del Principe delle Serpi si rilassano immediatamente, e mi viene da ridere al pensiero che lui, il gelido, austero, indifferente erede dei Malfoy si faccia influenzare dal bel faccino di una Grifondoro.
«Geloso, eh?», ghigno verso di lui, non riuscendo a trattenere una risata bassa nonostante la drammaticità della situazione.
«Vedi di toccarla il minimo indispensabile, o ti faccio ingoiare entrambe le mani e poi ti Crucio.», sibila Draco, per poi concentrarsi nuovamente sulla Granger.
«Penso possa andare.», sussurra poi.
Mi volto piano verso la Granger, o meglio, verso quella che dovrebbe essere la Granger.
I capelli, solitamente crespi e di un castano rossiccio, sono ora lisci e neri, lunghi fino alle spalle.
Gli occhi, ora azzurri, sono sovrastati da sopracciglia sottili, e le labbra, piccole e pallide, non somigliano neanche vagamente a quelle piene e rosee della ragazzina saccente di poco prima.
«La prossima volta che non riuscirò a domare la mia criniera, ti chiamerò, Malfoy.», sussurra la Granger, portando una mano tra le ciocche corvine.
Draco le si avvicina lentamente , posandole la mano sul collo e curvandosi in una posizione così intima che quasi mi sento a disagio. Eppure non è niente, è una mano sul collo, sono distanti, non si stanno baciando.
Ma il loro guardarsi negli occhi, per quanto è intenso, fa male al cuore.
Mi volto, lasciandoli nel loro angolo di paradiso, ma riesco comunque a sentire il sussurro di Draco.
«Sei una Leonessa, la criniera ti dona di più.»
Un leggero schiocco mi avvisa del lieve bacio che le ha posato sul viso, ma questo dolce suono viene subito nascosto da un rumore di passi.
Pochi scambi di sguardi, poi mi avvicino ad Hermione e la tiro con me verso il mio letto.
«Togliti le scarpe e la camicia.», le ordino.
Lei mi rivolge uno sguardo confuso, e nello stesso momento gli occhi di Draco tornano a perforarmi la nuca.
«Che ci sei salita a fare nel mio dormitorio, una partita a poker?», dico, aprendo le braccia e alzando gli occhi al cielo.
Quando riabbasso lo sguardo su di lei, è già sotto le coperte, con la camicia malamente abbandonata a terra.
Con un gesto veloce sfilo il maglioncino e mi stendo accanto a lei, facendola posizionare nel lato del letto più lontano dall’unica entrata della nostra stanza nel dormitorio maschile.
Le cingo i fianchi e la sento rabbrividire al contatto delle mie mani fredde, per poi irrigidirsi subito dopo al contatto col mio petto.
«Stai tranquilla, non farò niente.», le sussurro, vedendola arrossire per l’imbarazzo.
Lei alza lo sguardo, e nei suoi occhi intravedo la sua solita fierezza. Annuisce, decisa, e tiro le lenzuola fin sopra le nostre teste.
Nell’intimità di quelle lenzuola, stretti in un finto ma rassicurante abbraccio, aspettiamo l’arrivo delle guardie che ci stanno rovinando la vita. Tutto per lui, per Draco.
I capelli della Granger mi solleticano il collo, e per non farli muovere mi avvicino di più a lei, coprendoli col mento.
I passi sono sempre più vicini, il cuore di Hermione batte sempre più forte. Il mio penso si sia inceppato.
«Cazzo, Zabini, non puoi fare sempre quello che vuoi! Se ci tieni tanto a scopare non puoi farlo in un altro posto?»
Ecco che ha inizio lo spettacolo.
«Fammi capire, il Principino delle Serpi può scopare con la Parkinson quanto gli pare ed io non posso occupare la stanza per una notte? Sei un fottuto egoista!»
Sento Hermione tramare aggrappata al mio petto. Mi dispiace, Hermione.  Devo farlo.

Un dolore che dividiamo in due tra noi.

***

La gelosia, più la scacci e più l’avrai.

Mi sembra di far parte di una di quelle scadenti telenovela che davano in televisione quando ero bambina.
Chiudo gli occhi, aggrappandomi solo al vago sensore del lento battito del cuore di Zabini.
Non voglio sentire altro, voglio solo che vada tutto bene.
La sua mano si stringe intorno alla mia spalla, in una sorta di silenziosa rassicurazione.
Poi mi poggia il mento sulla testa, ed arrivo quasi a sfiorarne il collo con il naso.
Mentre noi siamo al caldo sotto queste candide lenzuola, Draco sta lì fuori, lontano dal letto e troppo vicino alla porta. Troppo, troppo vicino.
Stringo la bacchetta che ho lasciato nella tasta posteriore della gonna.
Sono pronta ad usarla.
Poi sento le urla di Draco, e capisco che la commedia è iniziata.
Mi concentro sul battito di Zabini per evitare di afferrare il senso del loro scambio di battute.
Che mossa idiota: sento la frase pronunciata da Zabini rimbombare nel suo petto, amplificandone il volume e la pesantezza.
«Fammi capire, il Principino delle Serpi può scopare con la Parkinson quanto gli pare ed io non posso occupare la stanza per una notte? Sei un fottuto egoista!»
Mi accorgo di stare tremando solo quando Zabini mi stringe di più a sé, sfiorandomi il capo con la sua mano ampia.
Prima che Draco possa replicare, un tonfo secco mi avvisa che la porta si sta aprendo.
Capisco di dover uscire dal tepore delle lenzuola per mostrare il mio viso.
Per mostrare che non sono chi in realtà so di essere.
«Sono un Malfoy, me lo posso permettere!», urla Draco, consapevole delle figure alle sue spalle.
«Ci sono problemi, signorino Malfoy?», chiede uno degli scagnozzi di Lucius.
«Il caro Zabini ha deciso di portarsi una delle sue puttanelle nel nostro dormitorio, niente di importante.», afferma Draco, fingendo una nota di stupore per l’arrivo delle guardie.
«A cosa devo questa visita?», chiede.
«Vostro padre vuole vedervi.»
«Aspettatemi ai cancelli. Vi raggiungerò dopo aver avvisato la preside.»
Li vedo abbozzare un mezzo inchino di circostanza, poi uno di loro si volta verso me e Blaise.
Per un attimo temo il peggio, ma Zabini ha più freddezza e controllo di me, e si gira a baciarmi la fronte e cingermi le spalle, abbracciandomi.
La guardia ghigna verso di noi, e con un velo pesante di malizia sul volto varca la soglia.
Non appena i passi degli scagnozzi del padre sono solo un ricordo lontano, Zabini si allontana da me, stendendosi sotto le lenzuola con un lungo sospiro,  e Draco si siede pesantemente sul letto.
Velocemente mi libero dalle coperte e vado verso di lui, sedendomi alle sue spalle ed abbracciandolo.
Le sue dita si intrecciano alle mie, e finalmente sento anche lui emettere un sospiro di sollievo.
Mi accorgo di essere ancora svestita solo quando Zabini mi posa la camicia sulle spalle.
Mi volto verso di lui, che mi regala un sorriso sbilenco.
«Grazie», mimo con le labbra.
Un cenno del capo ed e si dirige verso i bagni del dormitorio maschile.
«Draco, non fare aspettare tuo padre. Hermione, forse dovresti andare a dormire, è tardi.»
Come un genitore premuroso, ci guarda con affetto prima di sparire oltre la porta in legno.
«E’ un ottimo amico.», sussurro all’orecchio di Draco.
Annuisce. «E’ il migliore amico che abbia mai avuto, ma se ti avesse sfiorato ancora avrei potuto ucciderlo.», risponde lui, nascondendo il volto tra le mani.
Gli carezzo i capelli biondi, cercando di farlo calmare. «Non l’avresti fatto..»
«Probabilmente no. Ma avrei potuto sfidarlo a duello.», sussurra ancora lui, con voce roca.
Non posso fare a meno di sorridere. Draco geloso è un evento più unico che raro.
«Se non ci fosse stato lui, ora saremmo di nuovo lontani.»
«Lo so. Per questo avrei ferito me stesso, subito dopo aver ferito lui.»
Lo vedo rasserenarsi e permettermi finalmente di guardarlo in viso.
«Ora vestiti, Mezzosangue, altrimenti mio padre rischierebbe di aspettarmi per tutta la notte a causa tua.»
Con un sorriso mi bacia la spalla, per poi guardarmi negli occhi.
«Sei mia.»
Un ordine o una richiesta? E’ un’affermazione o vuole essere rassicurato? Possesso o amore?
Qualsiasi cosa sia, non mi dispiace affatto.
«Non l’ho mai messo in dubbio, stupido Serpeverde.»
Col sorriso sul volto, esce dal dormitorio maschile, pronto ad incontrare suo padre.
Simultaneamente, Zabini esce dal bagno. «Ancora qui, Granger?», dice, ma dalla sua voce non trapela alcun segno di fastidio.
«Si, Draco è appena andato via.», rispondo, coprendomi il seno con la camicia che ancora non ho indossato.
Per un attimo restiamo in silenzio, ognuno immerso nei suoi pensieri.
«Ora vado a letto. Vestiti, non mi girerò. Ho già rischiato abbastanza a causa del tuo corpo, Granger.»
«Aspetta! Potresti prima aiutarmi a tornare.. me?», chiedo, rendendomi improvvisamente conto dei setosi capelli neri che mi sfiorano le spalle nude.
Annuisce. «Ma prima vestiti.»

***

Sincerità: che fortuna chi ce l’ha!

Volto le spalle alla Granger e la sento armeggiare con i bottoni della camicia.
«Son pronta.», dice.
Mi giro verso di lei, e non posso fare a meno di notare quanto, nonostante il suo aspetto sia diverso, si noti perfettamente che è Hermione Jane Granger: le spalle dritte, il petto all’infuori, il mento alzato e gli occhi che, sebbene siano azzurri e non marroni, lanciano lampi d’orgoglio e sicurezza.
So bene cosa ci vede Draco in lei, l’ho sempre saputo, ma era difficile ammettere che al mondo esistessero ragazze così.
Nell’ambiente aristocratico e benestante del mondo magico, in particolare negli ambienti frequentati da mia madre, le donne son frivole creature desiderose di ottenere l’attenzione di pargoli benestanti.
Ma lei, lei no, diamine!
Lei l’attenzione l’ottiene, non la richiede.
Mentre mi avvicino piano a lei e le punto la bacchetta verso i capelli corvini, mi rendo conto di aver provato una fitta d’invidia quando scoprii della sua relazione con Draco.
Non perché era la Granger, ovvio, ma semplicemente perché era così diversa dalle donne che io e il mio amico siamo soliti incontrare!
Avevo sempre pensato che saremmo stati costretti a sposare donne ricche d’oro e povere di cervello, io, Draco e Nott.
Ho sempre immaginato la nostra vita da mariti insoddisfatti, ottimi amanti e uomini d’alto rango.
Eravamo rassegnati a quest’eventualità, quasi rassicurati: era semplice non scegliere.
Poi invece arriva lei, la paladina del Mondo Magico, la Grifondoro per eccellenza, che ci costringe a rivalutare i nostri obiettivi.
Ci ha praticamente costretti ad aprire gli occhi, con la sua determinazione e la sua nauseante lealtà.
C’ha sbattuto in faccia gli errori dei nostri genitori, gli errori dei Mangiamorte, gli errori dell’aristocrazia magica, e tutto ciò semplicemente stringendo la mano di Draco.
Ha reso tutto più difficile.
I capelli corvini riprendono pian piano la forma di una chioma disordinata, del colore della terra.
E mi accorgo che aveva ragione Draco: questa donna è una leonessa.
«Ecco, sei tornata irrimediabilmente disordinata.», annuncio, con finto disgusto.
«Grazie, Zabini.», esclama, guardandomi dritto negli occhi.
«Figurati, sono un genio in Trasfigurazione.»
Scuote la testa, ed i boccoli si intrecciano tra loro, aumentando il caos della sua chioma. «Parlavo di tutto il resto.», sussurra, per poi uscire dalla stanza dopo avermi regalato uno dei suoi sorrisi più radiosi.
Se una Grifondoro sorride così ad un Serpeverde, deve esserci per forza qualcosa di diverso.
Ha reso tutto più bello.

***

«Figliolo, ben arrivato.»
«Ciao, madre. Come mai mi avete fatto venire qui?», risponde lui.
Respiro profondamente, per cercare di allontanare il tremore dalla mia voce. «Il Signore Oscuro vuole vederti.»
Annuisce. Non lo vedo tremare, non vedo alcuna tristezza, dolore o paura nei suoi occhi.
Il mio bambino è ormai diventato un uomo, e so che l’artefice di tutto questo è una semplice ragazzina.
«Aspettami, entro con te.»
«No, madre. Aspettatemi qui.»
Mi sfiora la guancia con la mano e si accinge poi ad entrare nel salone di Malfoy Manor.
Pronto ad affrontare Voldemort, da solo.

***

Ecco, il serpente è arrivato: è qui seduto in mezzo a noi.

Il salone è semivuoto. Solo un lungo tavolo occupa parte della sala, e mio padre ed il Signore Oscuro sono seduti all’estremità di esso come due vecchi amici.
Solo avanzando ulteriormente noto il volto pallido di mio padre e la paura nei suoi occhi, e capisco subito che questa non sarà una visita di piacere.
«Caro Draco.», sibila il Signore Oscuro con la sua voce melliflua e fastidiosa. «E’ un piacere vederti.»
Schifoso bugiardo. «Tuo padre mi ha avvisato del tuo fidanzamento con la giovane Parkinson. Che lieta novella.»
Comincia a girarmi intorno, con le dita ossute puntate verso di me, a sfiorarmi ora gli abiti, ora il viso.
Come se mi stesse graffiando l’anima, come se potesse arrivare oltre la stoffa e ferirmi direttamente il cuore.
«Ho saputo anche di una tua vecchia fiamma. La cara signorina Granger.», dice poi, avvicinandosi pericolosamente a me.
Le sue parole fanno più male di una maledizione senza perdono, ma cerco di rimanere impassibile alle sue provocazioni. Devo farlo per Hermione, per Blaise. Devo farlo per me.
Non mi perdonerebbero mai se mi lasciassi uccidere così.
«E’ stato un divertente passatempo, nulla di costruttivo.», rispondo, e quasi mi meraviglio per il tono convincente con il quale ho pronunciato questa frase.
Avevo quasi dimenticato che gli anni trascorsi a Malfoy Manor mi hanno insegnato a mentire alla perfezione.
Un sorriso sadico si dipinge sul volto del Mago più temuto dell’epoca.
«Allora potresti… spiare le mosse del Trio, approfittando delle tue vecchie conoscenze. E soprattutto svelarci i punti deboli della Mezzosangue.»

Lui ti mangia il cuore.

Tradire Hermione? Non potrei mai farlo. Preferirei morire, ma non posso. Non devo. Per il nostro amore io devo sopravvivere.
«Mi dispiace, non conosco i suoi punti deboli. E’ stata una scappatella frettolosa e superficiale, non ci siamo mai soffermati a parlare.»
Un altro sorriso, un altro dolore al petto.
Non tradirò Hermione.
Qualunque cosa succeda, io non lo farò.
«Sono sicuro che questo ti rinfrescherà la memoria.»
Lo guardai per un attimo senza capire, e con la coda dell’occhio scorsi mio padre scattare in piedi.

***

Mio figlio non gridò.
Mentre la Maledizione Cruciatus lo colpiva in pieno petto, rimase in silenzio, aggrappandosi con gli occhi e con la mente a chissà quale appiglio.
Durò pochi secondo, ma bastò a farlo cadere a terra, privo di sensi.
«Vedi di far parlare tuo figlio, altrimenti userò i miei mezzi per rinfrescargli la memoria.», mi ha sussurrato il Signore Oscuro prima di scomparire nel nulla.
Narcissa è entrata nel salone subito dopo, e con le guance rigate da calde lacrime ha sorretto nostro figlio, ormai ben più alto di lei, e l’ha trascinato lentamente nella sua stanza.
Non ho avuto la forza di alzarmi per proteggerlo dalla Maledizione.
Non ho avuto la forza di alzarmi per portarlo in camera sua a riposare.
Non ho avuto la forza di proteggerlo, mai.
«Lucius, Draco sta bene.»
Annuisco, voltandomi appena verso mia moglie.
«Dobbiamo fare qualcosa…», sussurra poi Narcissa, avvicinandosi a me.
«E cosa hai intenzione di fare? Noi non possiamo niente contro il Signore Oscuro. Ci ucciderà, ci ucciderà tutti se ci opporremo. Dobbiamo costringere Draco a parlare.»
Vedo gli occhi di mia moglie ridursi a due fessure.
«Mio figlio non parlerà. Ed io combatterò per lui, Lucius. Con o senza di te.»
Esce fulminea dalla stanza, probabilmente per tornare da nostro figlio.
Quand’è che è iniziato tutto questo dolore?
Quand’è che la nostra famiglia s’è sfaldata?
Quando hanno iniziato a guardarmi con odio, mia moglie e mio figlio?

Complicità.. ma che gran valore ha.

Invidio quasi i buoni.
Quelli che se ammazzano lo fanno per difendersi.
Quelli che hanno sempre un alibi.
Quelli che qualunque azione compiano vengono perdonati, perché “erano in buona fede”.
Quelli che tornano a casa e baciano la moglie, quelli che sorridono ai figli.
Sono geloso di chi non ha il mio sangue, di chi non ha le mie responsabilità.
Ma pur di non ammetterlo mi farei uccidere.
O meglio, pur di non ammetterlo ucciderei.





NOTE:
La canzone di questo capitolo è “La gelosia” di Adriano Celentano.
Il titolo è un tributo ai Promessi Sposi di Manzoni. La scelta mi sembra ovvia :P

Grazie, come sempre, a chiunque segua questa storia!!!

Grazie a
mya95
ginevra james
 Siu_Mpf
barbarak
 alialiali
 annam00n
deathnote92
 SenzaFiato
Raven Cullen
 Sephora
 ericuz
per aver recensito il capitolo 20! Vi risponderò nel pomeriggio, promesso :D


Consiglio del giorno: My skin di Vale11
Perché non reagisce?
E’ questo che si chiede Hermione, vedendo il Serpeverde che tanto ha odiato restare impassibile a spintoni e provocazione.
Altri due lividi.
Porta il conto delle sue ferite, Hermione. Lo vede cadere, alzarsi e poi essere spinto nuovamente a terra.
Lo vede restare in silenzio mentre gli altri lo deridono, lo accusano.
Interrompe la lite, l’ennesima lite, l’ennesimo sfogo contro quel ragazzo biondo ed estremamente solo.
Non era da lui non reagire, Hermione lo sapeva. Ma sapeva anche che la guerra aveva cambiato molte cose, molte persone. La guerra aveva cambiato anche loro: la Grifondoro e il Serpeverde per eccellenza si scambiarono uno sguardo silenzioso, mentre il caos della rissa si acquietava.
Hermione lo vide alzarsi, dolorante, e andare via.
Non lo vide mai abbassare gli occhi.
Molte cosa sono cambiate ad Hogwarts, ma Vale11 è riuscita a creare una nuova atmosfera, un nuovo equilibrio.
E’ una Dramione appassionante, che fa davvero emozionare : )
Vi consiglio di leggerla!

A sabato,
SweetTaiga : )
   
 
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