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Autore: naka_chan_92    30/01/2011    0 recensioni
«Ti ricordi quando una tiepida giornata di primavera ci rincorrevamo tra gli alberi in fiore di un grande viale della città? Sembrava quasi che ogni elemento più moderno e artificiale non esistesse più per noi.»
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Ruki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete capito bene, nuovo personaggio! In realtà mi serve per indicare che non è un personaggio ben preciso. Questo perchè non so chi mettere... e credo anche che sia utile ad accontentare tutti, lasciando libera l'immaginazione x3
E' un po' un insieme di pensieri...
Non mi resta nient'altro da dire se non augurare buona lettura!
(Ci vediamo "qualche" riga più in basso! :D)



Pensieri d'amore


Sono davanti alla grande vetrata che da sul giardino, fantasticando e immaginando, quasi stessi assistendo ad una grande rappresentazione teatrale della quale sono un inconscio spettatore. La proiezione dei miei ricordi si riflette sull'erba ricoperta di luccicante rugiada mattutina. I miei occhi si illuminano a loro volta, da quel sole che quelle minute goccie mi mandano, semplicemente incantato dallo spettacolo iridescente che esse mi offrono. Occhi che diventano luminosi trasportati dal dolce traghetto che naviga sul fiume della mia mente: i ricordi di ieri.
Ieri, io e te sdraiati sul manto erboso che mi appare tutti i giorni, appena mi apposto davanti a questa grande finestra; vorrei che il nostro odore non andasse mai perduto, vorrei che il prato ne fosse ancora pregno, quando la rugiada di tutti i giorni invece lo rende più debole, diluendolo.
Ridevamo. Solleticandoci con i finissimi fili verdi; divertendoci osservando qualsiasi piccola creatura posare senza rumore alcuno le sue deboli zampette ma restando cauti per timore di farle del male; riposando sotto la penombra fresca del ciliegio.
Improvvisamente sento la voglia di parlarti, silenziosamente con la voce che percepisco nella mia testa.
Ti ricordi quando una tiepida giornata di primavera ci rincorrevamo tra gli alberi in fiore di un grande viale della città? Sembrava quasi che ogni elemento più moderno e artificiale non esistesse più per noi. Il tempo passava contro la nostra volontà, ma senza preoccupazioni; facevamo a gara a chi raccoglieva più petali rosa, compiancendosi ognuno del risultato ottenuto, complimentandosi reciprocamente; ci tenevamo stretti stretti la mano, godendoci quello spettacolo così incantevole, consapevoli dell'affetto che provavamo e del calore che ci trasmettevamo; tutto questo, ancora ora, un sogno che continua e si trasforma, regalandoci un sentimento però reale.
Ieri. Ci immergevamo nei rispettivi sguardi, quando ci siamo alzati, le nostre mani ancora giunte che ci aiutavano a sostenerci nella manovra. Le nostre gambe si accompagnavano l'una all'altra. Spesso passeggiamo per l'unico angolo verde che la nostra abitazione possiede; ogni singola volta passata ad ammirare e rimirare le stesse cose, perchè siamo insieme, ogni volta è sempre un'emozione nuova, ogni giorno passato in più con te; il giardino diventa come una città che muta eternalmente, di fronte alla mano plasmatrice dei nostri sentimenti, e necessita di frequenti giri turistici; il nostro amore diventa come una città troppo grande, nella quale forse non basta nemmeno una vita per ammirare e riconoscere ogni singolo monumento od opera d'arte.
Ho fatto rientro in casa, il sole seppure primaverile mi ha inaridito il corpo. Tu mi seguivi, cingendomi la vita con il tuo caldo abbraccio, che mi ha sempre sostenuto in qualsiasi momento, sia di intensa gioia che di immensa tristezza. La mia mano cingeva il bicchiere di vetro, da dove sgorgava l'acqua, che scivolando lungo la mia gola, mi ha ridonato sollievo, dissetandomi. Tu mi osservavi, seduto al tavolo, senza tuttavia un'occhiata insistente, quasi cosciente che così mi avresti procurato anche un minimo imbarazzo in me per ammirarmi mentre compivo un gesto così banale e ripetitivo. Sembravi così perso, con quegli occhioni da bambino, ai quali non saprei mai resistere; quei fanali così innocui ma capaci di trafiggermi, di scavare dentro di me, alla ricerca di ogni possibile mio segreto. Ogni volta che ero triste te ne accorgevi sempre subito, e mi infondevi tutta la dolcezza di cui necessitavo; ci sedevamo, accomodati e rilassati sul divano del nostro salotto, avvinghiati; io mi sentivo subito meglio se ti sentivo vicino, ti sentivo vicino se mi confidavo con te e mi confortavi con le tue tenere parole e i tuoi gesti che ridonavano la vita; solo tu sei in grado, tu sei l'unico che ho e che vorrei avere al mio fianco.
Siamo rimasti imbambolati, entrambi rapiti dall'unica presenza nella stessa stanza in grado di donarci speranza in questa esistenza, entrambi preoccupati per la sorte che affronta il nostro cuore nel sostare e nell'essere protetto dalle mani dell'altra anima vivente: tu per me, e io per te.
L'iniziativa l'hai compiuta tu, abbandonando la tua trincea ma sapendo che non avresti mai rischiato la vita: ti sei alzato, riponendo la sedia alla sua originaria posizione con la tua minuziosa precisione, ti sei avvicinato a me, spalancandomi quelle tue calorose braccia, richiudendomi presso te; la mia testa appoggiata alla tua spalla, un abbraccio soporifero, dal quale mi hai svegliato ponendo un delicato bacio sulle mie labbra. Sorridevo, anche tu. Consci di essere in possesso di una forza sovrumana, con la quale ci saremmo difesi da qualunque minaccia, sicuri di non separarci. Sicurezza, rifugio che sento solo accanto a te.
Vieni ancora fuori, tesoro, è una bellissima giornata!... Parole di te che mi rimbombano; senza accorgemene le ho ripetute, a bassa voce. Mi colpisce il tuo modo di fare, la tua delicatezza nei miei confronti; un bravo giardiniere sa sempre preservare con cura la sua rosa, che non ha comunque il dono dell'immortalità. Mi hai preso, ancora una volta, il tuo invito non lo posso rifiutare.
Siamo rimasti ancora nella natura, nuovamente un tutt'uno con essa; parlavamo, rimembrando i nostri ricordi passati dolci e amari, parlavamo, delle speranze e dei timori a venire. Cullati dolcemente da una brezza un po' birichina, ci siamo assopiti, perdendo vista sul mondo attorno a noi; il sonno si è impossessato di me, e tu sei stato ancora una volta il mio ultimo pensiero prima di lasciarmi andare a quella ninna nanna cantatami dai cinguettii in lontananza, con la rassicurazione offertami dalla presa del tuo palmo.
Ora sono qui, superstite di un lungo viaggio nella mia memoria. Davanti questo grosso freddo vetro.
Mi dirigo verso la camera da letto. E' appena iniziata la mattina, troppo presto; nell'oscurità della stanza vedo che stai ancora dormendo accoccolato nelle tue coperte, la testa china sul morbido cuscino, anche tu viaggiando chissà dove, in balia dei tuoi sogni; che spettacolo ti stai perdendo fuori, e quella rugiada che antipaticamente sta lavando via il nostro odore dai fini steli del prato. Noto con piacere che ti stai godendo il tuo meritato sonno.
A momenti penso di volerti svegliare con la grande voglia di passare ancora una giornata con te, ma poi vorrei che tu possa riposare eternamente, per vedere quel tuo dolce viso rilassato e sentire il tuo placido e lento respiro. Il tuo organismo, quasi ne avesse il presentimento, ti ha informato: hai aperto i tuoi occhi assonnati, ti sei accorto della mia vicinanza. Mi rivolgi i tuoi occhi languidi e lucidi, acciecati dalla luce che si infila nella stanza dalla porta appena socchiusa e dalla mia radiosità. Comincio a farmi domande, con il sospetto che tu mi abbia teso una trappola sin dall'inizio, da quando ho lasciato il giaciglio caldo di fianco al tuo corpo, stamattina. La tua testa ancora appoggiata a quella superficie così comoda, ti accarezzo la fronte, sfioro il contorno del tuo meraviglioso e perfetto volto. Non ho più dubbi: trovo la risposta alle mie domande, la conferma dei miei sospetti, quando mi rinchiudi entro le tue braccia, senza lasciarmi più scampo, ma non voglio sottrarmi per nulla al mondo al tuo affetto. Distesi su di un fianco ci osserviamo, vicini, i nostri visi quasi a contatto. Quale miglior modo per iniziare la giornata insieme, sussurandoci: parole fioche o bisbigli, ma che risuonano forti nel nostro cuore, creando con il suo incessante e sempre più accelerato battito un unico suono. Promesse che escono dalla nostra bocca all'unisono, quasi non crediamo a ciò che udiamo. Ti amo.
Ti amo, Takanori.




Ammetto che ho provato imbarazzo a scriverla, come quando penso alle cose sdolcinate xD Spero di non essere stata pesante, con tutto questo romanticismo, so che non tutti sono come me xD Quando poi voglio scrivere testi del tipo introspettivi o riflessivi mi sento quasi propensa a scrivere in un certo modo, ho notato, forse per esprimere più sensazioni possibile, non saprei.
Poi inizialmente avevo in mente di riunire dei pensieri in una specie di testo poetico... Non avevo previsto di scrivere così tanto xD Ma sono contenta così, ho voluto seguire la mia ispirazione.
Comunque spero anche che abbiate apprezzato il mio scritto; fatemi sapere com'è il vostro parere! ^^
  
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