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Autore: Oscar_    30/01/2011    3 recensioni
Il sole tornò a splendere sulla trafficata città di Londra per un momento. Non era facile che fosse bel tempo in Inghilterra. Le tempeste si alternavano al caldo con una frequenza incredibile.
Il giovane biondo sedeva su un cornicione pieno di graffiti ed osservava i raggi solari mattutini proiettare timide ombre sul selciato. Attendeva impaziente l'arrivo del suo amico. Sorrise osservandosi in una pozzanghera. Quel riflesso sbiadito del suo volto gli rammentava qualcosa che la sua mente non riusciva ad afferrare. Ma dovette smettere di concentrarsi su sé stesso. Il suo amico era arrivato.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Maybe some day, in next life

 
 
 
 
 
1. Give me a smile

 
 
 
 
 
Il sole tornò a splendere sulla trafficata città di Londra per un momento. Non era facile che fosse bel tempo in Inghilterra. Le tempeste si alternavano al caldo con una frequenza incredibile.
Il giovane biondo sedeva su un cornicione pieno di graffiti ed osservava i raggi solari mattutini proiettare timide ombre sul selciato. Attendeva impaziente l'arrivo del suo amico. Sorrise osservandosi in una pozzanghera. Quel riflesso sbiadito del suo volto gli rammentava qualcosa che la sua mente non riusciva ad afferrare. Ma dovette smettere di concentrarsi su sé stesso. Il suo amico era arrivato.
A passo strascicato l’esile figura del giovane Ciel si avvicinava al biondo, che sempre seduto sul cornicione, ne osservava l’andatura divertito. Appena il giovane dagli occhi blu oltremare fu abbastanza vicino al biondo gli sussurrò:
- Che diavolo vuoi a quest’ora di domenica mattina? – La voce era scocciata e infastidita come sempre. Alois non ricordava più una delle rarissime volte in cui il giovane amico gli aveva sorriso, seppur indirettamente. Scese dal cornicione con un balzo scenografico e fece gesti come per prendere degli applausi da mani invisibili. Poi sorrise a Ciel e gli rispose:
- Beh, avevo voglia di uscire presto stamattina. – Il giovane parve scocciarsi maggiormente di quanto già non lo fosse.
- Ma come?! Avevi detto che volevi mostrarmi una cosa interessante! Accidenti a me che ancora ti credo... – Sbuffò ed incrociò le braccia come faceva di solito quando qualcosa lo infastidiva più del “tutto” con cui lui definiva ogni oggetto o persona che gli ronzava attorno. Alois era solito ribadirgli che gli oggetti non ronzavano, e quest’osservazione faceva sempre entrare in escandescenza il giovane dagli occhi blu oltremare.  Il biondo si lasciò travolgere da una candida risata come a schernire il giovane amico.
- Era uno scherzo, Cielo! Ovvio che ho qualcosa d’interessante da mostrarti! Che ingenuo che sei... Non ti fidi mai di me! –
- Come se fosse facile... – Borbottò il giovane sbuffando nuovamente.
- Dai, vieni! – Lo prese per mano e si mise a correre su per una collinetta lì affianco.
- Ma dove vuoi andare?! ‘Che non lo vedi che c’è un tempo schifoso? – Il biondo si voltò e lo guardò con sarcasmo.
- Se rimanessi in casa ogni volta che a Londra c’è brutto tempo diventeresti un paziente di quel centro anziani che sembra un centro moribondi. – Affermò Alois annuendo con espressione seria.
Ciel sbuffò una terza volta nel giro di cinque minuti.
Qualche centinaio di metri dopo la coppia si fermò in mezzo ad un prato di violette. Il biondo osservò divertito l’amico, che stupito si guardava attorno come se fosse finito in chissà quale paradiso.
- Alois... Ma è... Meraviglioso! – Esclamò il giovane lasciandosi sfuggire un sorriso di piacevole stupore. Alois assaporò quella reazione soddisfatto.
- Così impari a non fidarti! – Sussurrò ridacchiando e stringendo la fredda manina dell’amico, il quale accortosi del gesto arrossì leggermente.
- Certo che è davvero bello... Ma come l’hai...? –
- Beh, quando i tuoi ti costringono in casa io gironzolo fra i campi. – Annunciò con orgoglio strizzando l’occhio al giovane amico.
- Oh wow... Dev’essere divertente non avermi fra i piedi... – Sorrise nuovamente, ma stavolta in modo triste. Alois si alterò.
- Ma che accidenti dici?! Mi annoio da morire quando non ci sei! Non ho nessuno a cui rompere le scatole... – Sorrise e si sedette in mezzo alle violette. Ciel fece lo stesso.
- Davvero? – Sussurrò il giovane dagli occhi blu oltremare, incerto.
- Eh sì! – Colse una violetta e gliela sistemò fra i capelli lisci.
- Ma che fai? – Chiese Ciel tornando scocciato. “La magia è finita...” Pensò il biondo a malincuore.
- Beh, il viola ti dona, lo sai? – Rise e si sdraiò fra i fiori. Sembrava di essere in un mare violetto.
- Se lo dice il grande artista... – Osservò l’orizzonte con gli occhi blu.
Dopo una mezz’ora di chiacchere, ad entrambi i ragazzi venne fame. Ciel nella fretta d’uscire si era scordato di fare colazione, mentre Alois non ne aveva avuto voglia ma in quel momento rimpiangeva la frettolosa decisione.
- Ehi Ciel? -
- Mh? –
- Eh... Non hai fame?? – Chiese il giovane biondo confondendo il volto fra i fiori.
- In effetti... Ma che potremmo mangiare, scusa? – Un sorriso enigmatico apparve sulle rosee labbra del biondo.
- Vieni con me! – Si alzò con un salto teatrale e prese per mano l’amico. S’incamminò verso dei ciliegi.
- Alois... Siamo in inverno! – Osservò il giovane Ciel con aria infastidita. Il sorriso sul volto del biondo si allargò.
- Che credi, che sia così ingenuo? – Chiese ridacchiando ed avvicinandosi ad una piccola montagnola sul terreno. Lasciò la mano dell’amico e si mise a scavare sulla montagnola con foga, sporcandosi tutta la giacca di terriccio.
“Poi si chiede perché i suoi si arrabbiano tanto...” Pensò Ciel incrociando le braccia ed attendendo la conferma all’ennesima gaf dell’amico.
- Aha! – Esclamò con soddisfazione Alois, tirando fuori da sotto il terreno una busta di plastica con degli oggetti indistinti all’interno.
- E quella cos’è? – Chiese diffidente Ciel.
Il giovane biondo si affrettò ad aprire la busta, tirandone fuori delle merende al cioccolato. A Ciel brontolò lo stomaco.
- Visto?? - Chiese soddisfatto Alois all’amico, che si stava mangiando le unghie dalla fame crescente.
- D-dove le hai prese quelle?! – Chiese Ciel con immancabile stupore.
- Le ho portate io! Credi che ci sia l’albero delle leccornie? Specialmente in una collinetta di Londra, poi... – Disse Alois sarcastico, tirando fuori una merendina dalla busta di plastica, sporca di terra come ormai la sua povera giacca. Aprì il tanto ambito “pranzo” ed un’espressione fra il deluso e l’irato s’impossessò del suo candido volto.
- Maledizione! – Sbraitò gettando la merenda al suolo.
- Che c’è? – Chiese il giovane Ciel sorpreso dalla reazione dell’amico.
- Sono bagnate, accidenti!! –
- Ecco, lo sapevo che qualcosa doveva rovinarci... – Un tuonò squarciò il silenzio collinare e si alzò un vento freddo. Alois alzò gli occhi azzurri al cielo.
- Perfetto, non sono le uniche ad essere bagnate... Sbrighiamoci a tornare in città. – Annunciò il biondo alzandosi con uno scatto atletico e chiudendo le busta contenente le merende annacquate.
- Ma ti porti anche quelle? – Chiese Ciel sarcastico.
- Magari col phon si asciugano, che ne sai? – Ciel lo guardò come a dire ‘ma sei scemo?’.
I due si misero a correre verso la città ma la pioggia li sorprese a metà cammino. Si dovettero rifugiare sotto uno dei portici di alcune villette in abbandono.
- Che bella la tua idea di uscire, Alois... – Disse il giovane dagli occhi blu sbuffando.
Lo spazio sotto il portico era talmente ristretto che i due erano abbracciati praticamente, la busta di plastica in mezzo, che finiva di sporcare la giacca del biondo iniziando con quella di Ciel, che non ne aveva la minima voglia ma era costretto a sopportare. I rispettivi profumi si immischiavano creando una fragranza delicata e dolce. Le loro labbra vicine, da cui usciva vapore per via della differenza di temperatura, riprendevano fiato gelido per la corsa. I loro sguardi si incrociarono e non si mollarono più per qualche secondo.
- Ehi Ciel... – Sussurrò Alois.
- Cosa? –
- Mi fai un sorriso? – Chiese con voce dolce, una voce che il giovane amico non udiva mai fuoriuscire dalle sue labbra. La richiesta era così semplice e sincera che Ciel arrossì. Poi sorrise come richiesto. Ed anche se davanti a loro infuriava una tempesta, per entrambi era uscito il sole.
- Vuoi la mia giacca Ciel? – Chiese Alois sorridendo. Ciel assunse un’espressione disgustata.
- Così mi sporco? No grazie. –
E due rimasero sotto il portico, attendendo che la tempesta si placasse, parlando, ridendo e rimanendo così vicini, da sentirsi inseparabili.
 
 
 
- Fine primo capitolo -
 
 
 
Ehilà! Da quanto tempo! Sono tornata con una nuova storiella ;) l’ispirazione è apparsa osservando una foto. Se vi piace commentate :D
 
 
 

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