4.Castello
Hans è nato
scemo, dicono. Gli è mancato ossigeno alla nascita.
Sua madre,
Maria, si sente colpevole, suo marito Heinz l’accusa.
Forse è per
questo, che quando vengono quelle persone, suo padre glielo da. Lo
cureranno
dicono. Cure nuove, efficaci, Hans sarà come tutti gli altri
bambini.
Hans Müller viene
portato in un posto strano. Un castello delle fiabe. Ma lì,
di fiabe, non ce ne
sono.
Ci sono tanti
bambini come lui. Una di loro è tanto buona con lui, Anna.
Gli fanno
delle domande, gli uomini strani, ma lui non risponde. Non capisce
quelle
domande.
“Idiota”
dicono. Come suo padre. Come un atto di accusa.
Anna gli viene
vicino. Anche di lei dicono che è scema, perchè
non risponde mai.
Ma lei dice
che non risponde perchè è inutile. Dice che tanto
quelle persone non la
lasceranno tornare a casa.
Hans e Anna
sono biondi, ariani. Ma Hans è zoppo. E scemo. Non sa
parlare.
Invece, per
Anna, hanno qualcosa contro la sua mamma, che porta una grande stella
gialla
sul petto.
Chiamano Anna
per l’ennesimo controllo.
Varca la porta
dell’ambulatoria, di nuovo. E gli fa ciao.
Anna non è
più
tornata. È malata, gli
dicono le
infermiere, di polmonite quando
inizia ad agitarsi.
Chiamano anche
lui. Chissà, magari gli faranno vedere Anna. Ma il dottore,
quello che dice Scemo con la stessa
espressione di suo
padre, lo fa stendere sul lettino.
Una puntura
sul braccio. Fa tanto male Hans. Tanto male.
E Maria,
povero cuore, riceve una brutta lettera. Maria, povera cara, che non
hanno
avuto pietà di te.
Hans è morto.
Di polmonite.
Hans è morto.
Perchè era diverso.
E Maria rimane
lì, col grembo vuoto e freddo. Rimane lì, col
cuore di madre spezzato. Rimane
lì, e niente le ridarà più il suo Hans.
Aktion T4 era
il progetto eugenetico del Reich, mirato all’eliminazione di
disabili,
ritardati mentali o invalidi, come nel caso di Hans, storpio e
ritardato
mentale (all’epoca capitava spesso che, per complicazioni del
parto, il bambino
rimanesse senza ossigeno per alcuni istanti, che sono comunque
abbastanza per
compromettere il cervello). Nel progetto erano spesso coinvolti anche i
bambini
come Anna: figli di ariani ed ebrei, che venivano rinchiusi col falso
pretesto
di ritardi mentali per via del sangue ebreo.
Il grosso
degli omicidi di bambini si ebbe tra il 1938 (anno in cui fu
“innaugurato” il
progetto) e il 41 (in cui fu soprresso, ma solo sulla carta,
s’intende), ma l’ultimo
assassinio riconducibile al T4 è del 29 maggio 1945.
Durante questo
orribile progetto, le ostetriche e i medici deglo ospedali dovevano
segnalare ogni
nascita in cui ci fossero segni o certezze di ritardi mentali, problemi
motori,
invalidità ecc... e moltissimi genitori furono costretti,
sotto minaccia di
essere assegnati a “lavori speciali” o di essere
privati della patria potestà
degli altri fgli, a consegnare quelli ritenuti invalidi, ma anche
quelli
asociali o che potevano diventari “delinquenti”.
Questo
progetto aveva come scopo la selezione e l’eliminazione dei
osggetti
indesiderati, che potevano “sporcare” la razza
ariana. Le vittime di hitler non
furono solo ebrei, zingari, polacchi... ma gli stessi ariani. Dal 38 al
41
furono uccisi approssimativamente 5000 bambini dai tre anni in poi.
La polmonite
citata nel racconto era la giustificazione scritta sui certificati di
morte
recapitati alle famiglie: in realtà ai bambini veniva fatta
un’iniezione
letale.