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Autore: costanzamalatesta    01/02/2011    1 recensioni
La prima volta che lo vidi avevo 15 anni.
Me ne innamorai all’istante, fu una scarica di adrenalina che mi investì il corpo e la mente.
Può esistere il colpo di fulmine a 15 anni?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                  Capitolo 7
 
Salve a tutte, ringrazio chi ha letto e chi leggerà.
Non me lo sarei mai aspettato.
A chi mi ha chiesto come fa Bianca a non odiarlo e ad essersi dimenticata le parole di 3 anni prima (vedrete in seguito che accade) rispondo molto semplicemente…perché io non l’ho fatto e non mi sono pentita (ormai sono 3 anni che stiamo insieme)

 
 
La mattina dopo mi alzai agitata ..perchè non sapevo come dovevo interpretare quello che era accaduto la sera prima
..adesso stavamo insieme ? o per lui  era da considerarsi solo come un piacevole intermezzo all’interno di una serata? …
Nessun problema, l’avrei scoperto la mattina stessa.
Arrivai di corsa ed entrai nell’ufficio accaldata, non per la corsa ma per l’emozione di poterlo rivedere da un momento all’altro.
Eva sollevò le sopracciglia guardandomi sorpresa
<<  Bianca come mai così accaldata?  >>
<<  Scusa Eva, sono in ritardo e non volevo che mi vedesse qualcuno >> abbozzai lì per lì una scusa
<< Qualcuno chi? >> mi interrogò lei guardandomi dubbiosa.
<< Axel e Carl naturalmente, nonché gli altri dipendenti >>
<< Ah! Bhè, se è per quello allora, puoi stare tranquilla. Carl ed Axel sono dovuti partire di corsa per Washington, ci sono stati dei problemi per l’allestimento dello stand associato alla Bctervill Corporation, la produttrice di whisky. >> mi spiegò premurosamente e continuò
<< quindi  sono dovuti andare di corsa per vedere di persona cosa stava accadendo >>
Non mi aveva avvisato. Neanche un messaggio.
<< Anche se Axel poteva anche rimanere qui, ma mi sa che sotto sotto gatta ci cova >>aggiunse facendomi l’occhiolino.
All’improvviso sentii una mano fredda chiudermi lo stomaco, non riuscivo a comprendere la situazione, mi aveva fatto l’occhiolino?.
Ebbi la forza di far uscire solo alcune parole, avevo la gola e la bocca completamente prosciugate, come se fossi in mezzo al deserto. Ed era proprio così che mi sentivo, in mezzo ad un mare di sabbia conscia che stavo per sprofondarci dentro.
<< che cosa vuoi dire Eva? >>
<< Ma come >>mi guardò lei sorpresa
<< lo sanno tutti che la fine di Axel è quella di fidanzarsi con la figlia di Jhon Bectervill il proprietario della Bc. Corporation! Il loro, quando accadrà, sarà il fidanzamento e poi il matrimonio dell’anno >> replicò gioiosa giungendo le mani al petto ed alzando gli occhi al cielo
<< mi immagino già l’anello che le regalerà e la festa, e gli invitati….>>
Ma ormai io non l’ascoltavo più.
Di nuovo, Bianca.
Ancora una volta sei caduta tra le spire del serpente.
Anche se aveva gli occhi più verdi e più belli che io avessi mai visto.
Lavorai in trance per tutta la mattina. La mia mente faceva muovere gli arti, faceva uscire la parole ma non ebbi mai la percezione di essere presente anch’io in quella stanza. Io ero altrove, il mio io era raccolto su stesso in un angolino e stava urlando contro il mondo.
Vedevo Eva che mi lanciava ogni tanto occhiate perplesse.
Molto probabilmente si stava chiedendo che cosa mi fosse accaduto.
I giorni seguenti furono una tortura, soprattutto quando sulla scrivania di Eva trovai un articolo del Washington Post con una foto di loro due sorridenti
“Carl Bingle, Jhon Bectervill e Axel  Bingle e Letitia Bectervill partecipano all’evento mondano più “In” della settimana organizzato da Elle Magazine. I due giovani sono rimasti vicini per tutta la sera a ridere e scherzare, sembravano molto in confidenza, e se ne sono andati via insieme….forse una nuova coppia si sta formando? Le due famiglie unite diventerebbero uno dei colossi del mercato del vino e whisky…..”
Che carina Eva a farmi partecipe dell’evento, peccato che fosse completamente ignara dei sentimenti che nutrivo per la serpe, altrimenti, conoscendola, si sarebbe ben guardata da farmi leggere l’articolo.
Mi feci pena da sola. 
Ritornarono esattamente dopo 7 giorni durante i quali ricevetti molte chiamate di Axel, che rifiutai tutte.
Alla fine non resistetti più e gli inviai un unico messaggio di risposta
- Axel Bingle dovevo saperlo che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Smetti questi tentativi patetici di stare con i piedi in due staffe. Cancellami. Fai finta di non avermi mai incontrata e goditi pure la tua Letitia –


-Dimenticavo: eri e rimani un grandissimo stronzo - 

Da quel momento non ricevetti più alcuna telefonata tranne che un secco messaggio di risposta:
 
- Non sempre le cose sono come sembrano, ma a quanto pare i pregiudizi e i preconcetti sono talmente radicati da non dare alcuna possibilità di difesa.
In passato sono stato uno stronzo, anzi un grandissimo stronzo, ma tu sei e resterai una bambina viziata, che preferisce credere agli altri in modo assoluto ed incondizionato. Se questa è la tua opinione su di me è giusto lasciar perdere….neanch’io sono interessato ad una persona che non  chiede a te il perché,  ma accetta le spiegazioni degli altri. -
 
Non ci rivolgemmo più la parola e lasciai che il rancore, la rabbia e il dolore mi sopraffacessero. Non so se anche per lui era così, ma ogni volta che per sbaglio incrociavo il suo sguardo vedevo solo lampi di odio.
Purtroppo avevo un’unica certezza.
Continuavo ad amarlo in modo del tutto irrazionale ed unico.
Era lui l’amore della mia vita.
Ma non avrei fatto niente
…se era destino……
 
<<  Mi spiegate come è possibile non riuscire ad evadere un misero ordine? >>
la porta si aprì di schianto e due paia di occhi verdi ci fissarono accusatori.
 Ci, nel senso Eva e me.
Solo che Eva aveva preso alcuni giorni di ferie e quindi sapevo benissimo, come lui del resto,  che l’accusa era rivolta solo ed unicamente a me
<< a che ti riferisci Axel? >> cercai di mantenere un tono calmo anche se mille dubbi mi si affollavano nella mente
<<  mi riferisco all’ordine effettuato dalla Leiman Brother . A quanto pare  il materiale arrivato non è quanto loro avevano richiesto >>
 
 Non era arrabbiato in modo palese, l’arrabbiatura traspariva dalla voce, dai toni cupi e dalle note più acute che sottolineavano le parole ordine - Leiman Brother -  non è
 
<< potevi aspettare Eva per inoltrarlo, non c’era tutta questa fretta! >> 
<< Guarda che ti stai sbagliando. Perché quanto inviato, è Esattamente quanto da loro richiesto. Ho il loro fax di ordine >>
mi alzai velocemente ed andai allo schedario cercando la scheda
<< ecco! Controlla pure! >> gli dissi allungandogli il foglio con un gesto secco
<< solo perché sono l’ultima arrivata non vuol dire che io sia stupida! La prossima volta prima di aggredire cerca di informarti come stanno le cose! >> insistetti di nuovo ritornando a sedermi alla scrivania. Avevo le gambe che mi tremavano non solo per la presenza di Axel, ma anche per la paura che avevo avuto di aver veramente fatto un errore madornale.
<< Ok, ok, come non detto. E’vero. Hanno sbagliato loro, ma è anche vero che una persona abituata ai loro ordini avrebbe capito subito che  qualcosa non quadrava e li avrebbe contattati immediatamente >>
<< Certo >> proseguì tendendo le mani avanti per zittirmi dal momento che avevo aperto la bocca per protestare
<< non sto dicendo che è colpa tua. Ma, magari, la prossima volta, in mancanza di Eva, chiedi a me prima di inoltrare qualsiasi tipo di ordine ok? >>
<< Ok, d’accordo >> sussurrai.
Distolsi gli occhi dal suo volto e finsi di  interessarmi ad un messaggio di posta elettronica arrivato. Sentivo il suo sguardo su di me.
Poi sospirò e si allontanò.
Sentii chiaramente la porta che si chiudeva, poi il silenzio.
Appoggiai la fronte sulla tastiera e mi asciugai una lacrima…..buona giornata Bianca!
 
ma come si dice al peggio non c’è mai fine….
 
Non avevo portato niente per il pranzo, per cui decisi che, dopo un mese e più, potevo azzardarmi ad andare al bar di fronte all’azienda.
Entrai cercando di mantenere un’andatura sicura anche se il cuore mi batteva a mille e lo stomaco mi si era già chiuso.
 
Dovevo riuscire solo ad arrivare indenne ad un tavolo, poi percorrere il tratto tavolo-bancone e bancone-tavolo nel minor tempo possibile senza però correre.
Mi sentivo tanto una concorrente di jeux sans frontiere.
Lo stomaco mi si contrasse di nuovo.
Che idea idiota avevo avuto.
Considerando anche il fatto che, se riuscivo a mandar giù un bicchiere d’acqua, era già qualcosa.
 
L’idea di mettere piede al bar era stata pessima.
 
Mentre camminavo gli occhi scandagliavano l’ambiente circostante mentre il cervello registrava le presenze.
Dunque vediamo.
Al tavolo di destra c’erano le ragazze del centralino, ma le conoscevo poco per cui era escluso che potessi anche sedermi con loro :
 Primo perché non avrei avuto la forza di spostare la sedia, sorridere loro e sedermi tranquillamente. Secondo perché non avrei avuto la voce per presentarmi o anche solo per dire ciao.
In genere in questi casi subivo una paresi momentanea delle corte vocali che, per quanto mi sforzassi, si rifiutavano di vibrare.
 
Ai tavoli di sinistra c’erano alcuni dipendenti dell’ufficio risorse umane.
Feci loro un semplice saluto di cortesia.
Non li conoscevo.
 
Al tavolo centrale c’erano tutte le smorfiose gasate del piano segreteria, compresa Collien ( una con quel nome non poteva che essere zoccola).
Ed in mezzo a loro il figo della situazione. Axel Bingle, che si lasciava ammirare e gestiva le fusa di tutte quelle micette “tanto simpatiche”.
 
Finalmente più lontano vidi alcune  ragazze della reception e delle spedizioni, Angela, Rose e Nora. Loro mi fecero un cenno di saluto anzi, si sbracciarono per attirare la mia attenzione ed io, appena vidi quell’ancora di salvezza mi ci fiondai come un proiettile.
Purtroppo sarei dovuta passare accanto al loro tavolo ma d’altronde, scavare un tunnel sotto il pavimento, avrebbe comportato troppo tempo e non sarei certo passata inosservata.
In quel momento desiderai il mantello dell’invisibilità di Harry Potter….ma questo non  era un film….
Ingoiai quel poco di saliva rimasta e passai accanto al loro tavolo
 
<< ciao! >> mi salutò un Axel sorridente, anche se a sorridere era solo la bocca, gli occhi erano di ghiaccio.
Falso, pensai
io risposi solo con un sorriso perché avevo paura che la gola secca mi facesse uscire un tono di voce tremolante.
<< ciao >> disse Collien, mentre si allungava per prendere la borsa che, guarda caso, era appesa al bracciolo destro della sedia di Axel, per cui, questa manovra, comportò lo strofinamento completo dei suoi due air-bag sul torace di lui.
Axel  sorrise guardandomi strafottente mentre io alzavo entrambe le sopracciglia.
Raggiunsi velocemente Angela e mi accomodai.
Salva. Tanto più che avevano preso un sandwich in più, così evitai il tragitto verso il bancone.
 patetica Bianca. Veramente patetica. Non essere in grado di raggiungere il bancone  di un bar è veramente tragico!
Dopo poco ci raggiunsero Mike e Jake e l’atmosfera si sgelò.
Erano veramente simpatici.
Ci raccontarono degli aneddoti relativi al loro lavoro. Erano addetti alle consegne, quindi vedevano i tipi più disparati di persone.
Il nostro tavolo in breve si riempì di risate.
 
Mi stavo rilassando quando udii Axel dire un “ciao a tutte, devo rientrare prima. Ho del lavoro da sbrigare, ci vediamo dopo.”
 Mi urlò un “ciao Bianca!” accompagnando il gesto con la mano, mentre gli occhi rimanevano completamente freddi.
Io risposi al saluto sorridendo e poi tornai a posare lo sguardo su Angela. Mi sentivo le guance in fiamme, speravo non se ne fosse accorto….
 
Intanto Collien stava raccontando alle altre, ed a voce alta, non so se per farsi udire da tutti i tavoli, la sua uscita con Axel
 a quanto pare ce l’ha fatta brutta gatta morta
e il locale dove l’aveva portata, il Max&Max
 accidenti anche costosino. Che stronzo!,
poi, sul dopo cena, lasciò cadere il discorso, ma solo per rimarcare ancora di più su cosa potevano aver fatto.
supermegaarcistronzo Bingle.
Anche se lui in fondo faceva il suo, chi ero io per impedirglielo?
Nessuno.
Esattamente nessuno.
La nullità in persona.
 
Ecco perché ultimamente, le volte che ero uscita la sera, non lo avevo incontrato…..aveva altro da fare..
 
Dire che arrivai in ufficio arrabbiata era un eufemismo.
Ero veramente incazzata e senza poi nessun motivo tangibile perché Axel mi aveva un po’ illuso “un pò?” poi era accaduto quello che era accaduto ed io mi ero chiusa a riccio e quindi tutto era finito lì.
Sbattei con veemenza  la cartella degli ordini sulla scrivania.
C’era di nuovo l’ordine della Leiman and Brothers e visto come erano andate le cose l’ultima volta , e visto che Eva era ad un corso con Carl, mi avviai verso l’ufficio di Axel.
Stavo per abbassare la maniglia quando sentii una voce melensa
<< Bianca scusa, ma Axel mi ha chiesto espressamente di bloccare l’ingresso nel suo ufficio >>
Collien mi divenne insopportabile come una giornata di pioggia nel tuo unico giorno libero.
<< da adesso in poi sarò io a raccogliere le richieste e poi a sottoporgliele al vaglio finale. Sei pregata di ritornare tra due ore e ti darò la risposta >>
terminò con un sorrisone della serie guarda che carriera che ho fatto, adesso sono la segretaria personale, molto personale di Axel
<< e da quando in qua Axel ha bisogno di una segretaria? E comunque per questa cosa  abbiamo già avuto una discussione quindi se permetti io entro >>
non  mi fece finire il discorso che si avventò su di me cercando di togliermi la mano dalla maniglia.
Io la guardai sconvolta. Una pazza. La persona che avevo di fronte non era assolutamente in grado di intendere e di volere. Nel frattempo, forse richiamato dalle voci, la porta si aprì e comparve Axel << si può sapere cos’è tutta questa confusione? Sembra uno starnazzio! >>
Uno starnazzio? A me?
 << cos’è questa storia che adesso Collien fa da filtro? >> gli chiesi. E forse non troppo educatamente, ma con una intonazione più alta del normale.Sapevo che stavo parlando al figlio del capo, ma lì per lì il nervoso mi impediva di pensare lucidamente
<< E’ così e basta! Visto che ogni due minuti vengo interrotto da qualcuna che ha sempre un problema urgente >>  e sottolineò queste due parole con una smorfia quasi a voler far notare che i realtà era una scusa per andare da lui
<< per cui…>> non lo lasciai terminare la frase
<< hai messo Cerbero >> continuai io per lui << comunque qui ci sono gli ordini della Leiman and Brothers e vorrei che tu gli dessi un’occhiata. Onde evitare spiacevoli discussioni >> feci per entrare sicura che me lo avrebbe permesso ma lui mi fermò e con un ghigno mi guardò dicendomi
<< Ho.detto.di.lasciare.tutto.a. Collien >> mi guardò in segno di sfida con quegli occhi verdi che mandavano scintille. Ok se voleva la guerra aveva trovato pane i suoi denti. Mi voltai velocemente e misi la cartella sul tavolo di Collien, poi mi girai e gli dissi con fare glaciale
<< fai con comodo! >> e me ne andai.
 
Non ebbi più tempo di pensare a niente perché rientrata in ufficio rimasi al telefono per quasi tutto il pomeriggio con la nostra succursale Francese, ormai io e Paul eravamo diventati amici anche se non ci eravamo mai visti.
 
Erano passate tre ore. Il mio orario era terminato già da un bel pò ed io a quel punto non sapevo che fare…
cosa aveva detto quell’oca di Collien?
 ..dopo due ore dovevo tornare io o portava lei la risposta?
Cavolo!
Mi aveva fatto così infuriare che non avevo capito niente!..
 
Comunque mi avviai lentamente verso l’ufficio di Collien per vedere se avesse lasciato la cartellina sulla sua scrivania.
Non era sola, c’era l’altra oca giuliva di Lauren e…. sentii la risata di Axel.
Bene ..le due galline e il gallo.
A quanto pare se la ridevano, rallentai ancora di più incerta sul da farsi, non mi sembrava che Axel fosse così preoccupato di darmi la risposta.
.. .quando ………
 
Sentii il mio nome pronunciato da Collien ed io mi irrigidii. Chiusi gli occhi, …..non era possibile….mi ritrovai a quattro anni prima seduta al tavolo con Alice….
<< Axel non so come tu faccia a far rimanere Bianca come addetta all’import export >>
<< Perché? >> chiesero in coro Lauren ed Axel
<< Ma, scusate, avete visto come si veste? E’ sciatta, jeans e maglietta, maglietta e jeans, sempre allo stesso modo >>
Ma cosa glie ne fregava a lei dei miei abiti, non eravamo in un atelier ed io non ero la PR di Vogue
<< mai un cambiamento, un abitino…..>>
<< bèh, ma non deve mica andare ad una sfilata di moda >> la interruppe Axel.  Mi stava difendendo? No. Era una semplice constatazione.
Il mio cuore diede un balzo.
<< certo che no >> proseguì Lauren ridendo
<< ce la vedete in passerella ? goffa com’è inciamperebbe in un briciolo di paillette caduto alla modella che la precede. Sai che risate ah ah ah! >>
Collien si unì alla risata
<< Bèh?Axel non lo trovi divertente? Ah ah ah! >>
Vipera, aspide
Attimo di silenzio e poi finalmente anche Axel si unì alla risata.
<< comunque Bianca deve parare al telefono , non in videoconferenza >> replicò Axel
<< è vero! >> Proseguirono le altre due ridendo
<< sarebbe veramente un danno d’immagine presentarla in video conferenza! >>
mentre facevo dietro front sentii l’eco della risata di Axel
 
che stronze! Che stronzo! Che stronza io a credere di avere un minimo di speranza. A credere che …a ..volte…mi sembrava…che ….avesse ancora uno sguardo dolce…..che mi guardasse……CRETINA! Come allora e come sempre. Fortuna che il giorno dopo Axel sarebbe partito insieme a Carl per quella benedetta esposizione e sarebbero tornati dopo 10 giorni.
 
Tornai lentamente in ufficio.
Presi la borsa e uscii.
Cos’altro mi rimaneva da fare? 



  
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