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Autore: Mia Swatt    01/02/2011    11 recensioni
2O/O2/2O13 INIZIO REVISIONE STORIA.
[ PRIMA STORIA della Trilogia: L'amore in bilico. ]
Bella vive a Forks con suo padre, Charlie. È figlia unica fino a quando suo zio, fratello di suo padre, non annuncia una partenza imminente per l’Italia insieme alla moglie e chiede a loro di tenere la loro figlia, Elisabeth. Inizia il nuovo anno scolastico, l’ultimo, e l’attenzione della nuova arrivata punta subito su uno dei ragazzi più ambiti della scuola, Jason Cullen. Ma i Cullen hanno un segreto che custodiscono gelosamente. Intanto alla Forks High School arrivano due nuovi ragazzi: Edward e Alice Masen. Bella rimane quasi da subito folgorata dal ragazzo dagli occhi verdi, ma quest’ultimo sembra non ricambiare. Ma c’è qualcosa di strano nel modo in cui Edward guarda Bella. Odio o Amore? E cosa nascondono i nuovi arrivati?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciao a tutti!! Eccomi con l'aggiornamento tanto agoniato *-* l'unica cosa che voglio dirvi è che tengo davvero molto a questo capitolo, che è un grande Flash Back. Esso sarà scritto in terza persona, come narratore esterno. Premetto che NON ho MAI scritto in terza persona XD quindi spero di non aver fatto un disastro e spero che appreziate! Adesso senza tergiversare vi lascio al capitolo e ci sentiamo in fondo pagina con le risposte alle recensioni e tutto il resto!
BUONA LETTURA!




Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo.

~ Pablo Neruda ~

Ventiduesimo Capitolo : Un tutto nel Passato.

Parigi. Francia. 1855.
Era una notte come un’altra. La luna risplendeva sulla città. Era Giugno, quando tre figure scesero dal cielo, atterrando in un piccolo capanno fuori la vista indiscreta di coloro che ancora non riuscivano a prendere sonno.
Due uomini e una donna.
Il primo, aveva capelli corti neri, un abito bianco, scarpe color argento. Era alto, più dell’altro, sguardo serio. Il ragazzo, aveva i capelli bronzei, più lunghi del primo, totalmente in disordine. Indossava un paio di pantaloni marroni e una camicia bianca. La ragazza, molto più bassa di entrambi, aveva i capelli corti, corvini, indossava un leggero vestito azzurro chiaro. Una cosa avevano in comune. Alle loro spalle splendevano grandi ali bianche con riflessi oro, per i giovani, e argento per la fanciulla.
<< Dove siamo? >> chiese la ragazza
<< Parigi >> rispose secco l’uomo
<< Perché siamo qui? >> domandò il giovane.
<< Volevi una chance, Edward. Giusto? Bene. Ecco la tua chance >>
<< Dici sul serio? >> rispose Edward
<< Non so perché Castiel mi abbia supplicato tanto, evidentemente gli stai a cuore. E non capisco nemmeno il tuo voler retrocedere per mescolarti col gli umani, ma va bene. Fa quello che devi, Edward. E nel frattempo, istruisci Alice nel migliore dei modi >>
<< Ti ringrazio, Uriel >> disse il ragazzo
<< Edward, non sei più un Cherubino >> lo ammonì Uriel << devi rivolgerti a me, dandomi del lei >>
<< Mi scusi, Signore. La ringrazio molto >>.

Era passato qualche giorno da quando i tre Angeli erano atterrati sulla Terra. Il ragazzo dai capelli bronzei, si trovava nascosto nell’ombra in quel momento. I suoi occhi puntavano la Piazza, colma di gente. La stava cercando. Lo sapeva. Ma non voleva accettarlo.
Quando una carrozza si fermò poco distante da lui, egli sentì il cuore battere nel petto. Sapeva chi sarebbe sceso.
Una ragazza. Aveva i capelli lunghi, castani, con morbide onde che le ricadevano sulle spalle. Un vestito lungo, color oro. La carnagione era molto chiara, sembrava quasi pallida.

<< Edward, è lei >> disse la ragazza bassa, tornando vicino al giovane
<< Pensavo non tornassi più >> le rispose. Non voleva farle capire quanto gli importasse di quella sconosciuta
<< Non fingere con me >> disse lei, volteggiandogli in torno << il tuo cuore ha fatto bum –bum non appena l’hai vista scendere dalla carrozza >>
<< È lavoro, Alice. Solo lavoro >> quell’affermazione era così falsa che neppure la ragazza gli credette
<< Oh certo, facciamo finta di crederci >> rispose la ragazza dai capelli corvini, la quale, poco dopo, ebbe una visione. Essa era sfuocata.
<< Alice, cosa hai visto? >> chiese ansioso Edward
<< Tutto e niente, mio caro >>
<< Tutto bene, ragazzi? >> chiese l’uomo, giungendo alle spalle dei giovani. Vide la piccola Alice annuire e sorrise, ma fu Edward a parlare.
<< Si Signore, tutto bene >> rispose
<< Sapete cosa dovete fare. Perciò vi lascio. A presto, miei cari >> e sparì.
Edward non sapevo ancora che quella creatura sarebbe diventata la sua condanna.
All’interno del grande palazzo la fanciulla dai capelli bruni, camminava lenta, sotto il braccio robusto di suo padre.
<< Ecco arrivati anche i Signori Dubois! Che piacere rivedervi >> disse un signore << oh ma vedo che avete portato anche la vostra giovane figlia >>
<< Salve Maurice, non so se voi conoscete la mia bambina di persona. In caso contrario provvedo subito >> il signor Dubois prese la sottile mano della figlia, spingendola davanti a sé << questa è mia figlia, Isobelle >> la ragazza, imbarazzata, fece un leggero inchino di fronte all’uomo
<< È un vero piacere fare la vostra conoscenza, mio padre mi ha parlato molto di lei >>
<< Che ragazza a modo, Philip. Sono davvero estasiato >>
<< Avevate qualche dubbio? >> chiese Philip Dubois
<< Assolutamente. Ma sa, è sempre un lavoro duro crescere una figlia da solo, non trova? >>
<< Isobelle è sempre stata una ragazza a modo e rispettosa >> pronunciando quelle parole, Philip, fece trasparire tutto il suo orgoglio di avere una figlia come lei << perciò non è stato un problema crescerla da solo >>.
Isobelle sentiva avvampare il viso. Istintivamente si morse il labbro inferiore. Era imbarazzata. Sapeva quanto suo padre impazzisse per lei, ma sapeva anche dei sacrifici fatti. Sua madre, Danielle, morì dando alla luce proprio la sua unica figlia. Isobelle non se l’era mai perdonato.
Ciononostante, non poteva lamentarsi di nulla. La sua famiglia, i Dubois, erano più che benestanti. Ammirati e invidiati da tutti. La sua vita era sempre stata circondata dal benessere e dai privilegi.
Adorava la sua casa e amava suo padre. Philip era così buono con lei, non la incolpò mai per la tragica fine della sua povera moglie, anzi. Non perdeva occasione per ricordare ad Isobelle quando sua madre, Danielle, l’avesse voluta. Ella sapeva che portare avanti quella gravidanza era pericoloso, per la sua salute, ma non cambiò mai idea. Avrebbe dato alla luce quella bambina perché aveva la certezza che sua figlia avrebbe cambiato il mondo. Così le aveva detto Dio in sogno, una notte. Danielle incanalò dentro di sé quelle parole e portò a termine il suo obbiettivo. Morendo, poi.
L’unica cosa che la giovane Isobelle non riusciva a perdonare a suo padre, era il suo volerla maritare al più presto. Lei non voleva. Non che non volesse sposarsi, ma credeva nell’amore. Quello con la A maiuscola. Quello che quando arriva riesce ad oscurare tutto il resto. Lei voleva incontrare un uomo che la rendesse felice, completa. Non voleva sposarsi con un pomposo, ricco e arrogante solo per… Per cosa? Casata? Facciata? Benessere? Tutto questo non le importava.
In quella stanza non vi erano molti ragazzi della sua età con cui conversare, perciò decise di andare a fare un piccolo giro in giardino.
<< Padre >> chiamò Isobelle << se non ti dispiace, io vorrei andare a prendere un po’ d’aria. Ho visto che c’è un giardino >>
<< Certo, vai pure >> rispose Philip << vuoi che ti faccia compagnia? >>
<< No, ma ti ringrazio >> gli rispose, baciandogli una guancia. E poi uscì.
L’aria era vita. Ed il cielo stellato era uno spettacolo. Isobelle non avrebbe creduto di vedere qualcosa di più perfetto di quello. Ma si sbagliava.
<< Posso avere l’onore di scambiare quattro chiacchiere con lei? >> chiese un giovane molto bello. La ragazza, non sentendolo arrivare, sussultò spaventata << mi perdoni >> sorrise il ragazzo << non era certo mia intenzione spaventarla >>
<< No, si figuri. È solo che io… ecco non l’avevo sentita arrivare >> rispose lei, imbarazzata. Quando guardò gli occhi del giovane, il cuore le uscì quasi dal petto. Sentiva qualcosa di strano espandersi per tutto il corpo. Cos’era quel calore sconosciuto?
<< Lasci che mi presenti >> disse lui, prendendole la mano tra le sue << io sono Edward Masen. E sono lieto di fare la vostra conoscenza >> concluse facendo il bacio a mano. La ragazza arrossì.
<< Io sono Isobelle Dubois, piacere mio >> rispose, cercando di mantenere un contegno.

Erano passate varie settimane da quando Isobelle aveva conosciuto Edward. Egli era diventato il capo stalliere della sua tenuta. Non si era mai spiegata come, un tutto fare, fosse riuscito ad introdursi in quella serata e dove avesse preso quell’abito così costoso. Ma non le importava. Da quando Edward era entrato a far parte della sua vita, ogni giorno valeva la pena di essere vissuto fino in fondo.
<< Edward! >> urlò Isobelle, entrando nella stalla
<< Mi dica, signorina >> rispose il giovane
<< Andiamo Edward >> disse lei, sbuffando << ti ho detto mille volte di darmi del tu e chiamarmi per nome! Sai che è imbarazzante tutto questo >> lo vide sorridere e il cuore fece mille capriole
<< Va bene, Isobelle >> disse Edward
<< Ecco! Così va bene >> rispose lei avvicinandosi, per potergli dare la lettere che teneva in mano
<< Che cos’è? >> chiese Edward, mentre si puliva le mani per afferrarla
<< È per te >> rispose Isobelle << credo sia tua cugina, Alice >>
<< Alice? >> che strano, pensava il giovane. Perché la sua protetta gli stava mandando una missiva? Non sarebbe stato più semplice aspettare la notte e volare da lui?
<< Brutte notizie? >> chiese Isobelle, vedendo la faccia preoccupata di Edward
<< No, affatto. Mi dice che verrà a farmi visita a breve >> la verità era che Alice si era stufata di stare nascosta, voleva conoscere Isobelle.
<< Ma è fantastico! >> disse la fanciulla, saltellando qua e là << non vedo l’ora di conoscerla, Edward! >>
<< Stai attenta >> disse lui << potresti farti male. Ci sono molti attrezzi qui dentro >>
<< Sono solo felice! >> disse, ma inciampò.
Le braccia forti di Edward l’avvolsero, senza pensarci un attimo. Isobelle sentì il suo cuore battere all’impazzita e quando percepì la terra sotto i piedi si accorse di una cosa. Lui non l’aveva ancora lasciata andare. Edward la stringeva a sé come se lei fosse la cosa più preziosa di questo mondo. Le mani erano appoggiate sulla schiena di lei, mentre quelle di lei sul petto di lui. La sua testa si incastrava perfettamente nell’incavo del collo, così senza pensarci ispirò il suo odore. Sentiva il mento di Edward appoggiato alla sua testa, delicatamente. Con un movimento lento, lui, le annusò i capelli. Non aveva mai provato quelle sensazione. Per entrambi erano sconosciute.
Molto tempo dopo, ma per Isobelle era comunque troppo presto, lui la lasciò andare.
<< Tutto bene, Isobelle? >> chiese Edward
<< Si >> rispose in un sussurro la fanciulla. Alzò gli occhi e incrociò due smeraldi verdi. Lui si immerse in due pozze color cioccolato e senza rifletterci, cominciò ad accarezzarle il viso.
<< Cosa stiamo facendo? >> chiese lui
<< Non lo so >> rispose lei << ma ti prego, non smettere >>
Edward si chinò piano sulla fanciulla. Voleva posare le sue labbra su quelle di lei e stringerla a sé. Tenerla con sé. Per sempre.
<< Isobelle? >> chiamò suo padre << dove sei? Potresti venire? È arrivato il tuo insegnante di Letteratura! Isobelle! >>
La ragazza sospirò, allontanandosi da Edward << Devo andare >> disse e si voltò. Il ragazzo annuì, vedendo la piccola figurata sparire piano, piano. Guardò la mano, ora calda, che aveva usato per tracciare quei lineamenti tanto perfetti. Nuove emozioni lo avvolsero. Ma cosa gli stava succedendo?

Era passato qualche giorno dall’episodio nella stalla.
Edward, non sapeva bene perché, ma evitava di restare da solo con Isobelle. La ragazza, vedendo il comportamento sfuggente e l’atteggiamento evasivo del ragazzo, soffriva. Non capiva perché il suo migliore amico, il suo unico amico, la trattasse in quel modo.
Lei sapeva di non essere perfetta, di non essere bellissima e forse, di essere stata avventata in quella situazione. Sapeva anche che mentiva a se stessa. Edward era diventato molto importante per lei. Lui non era un semplice amico a cui raccontare la giornata la sera, davanti al camino acceso. Edward era il ragazzo che sognava la notte, colui che serviva per respirare perché senza di lui, le mancava l’aria.
Ma il giovane non voleva far male a quella fragile ragazza. Lui era lì per vegliare il suo sonno, per proteggerla da tutto e da tutti. Lui era il suo Angelo Custode, non doveva, non poteva, innamorarsi di lei.
<< Però ti sei innamorato >> disse Alice
<< Non essere sciocca >> rispose Edward << sai che non è possibile >>
<< Io l’ho visto mio caro! E lo senti anche tu >> il ragazzo fece finta di non sentire.
Nell’altra stanza, Isobelle, non vedeva l’ora di passare un po’ di tempo con la ragazza appena arrivata al palazzo. Si chiamava Alice, era la cugina di Edward e da quel poco che aveva visto, doveva essere una ragazza molto simpatica. Era allegra e solare. Ma la sua bellezza l’aveva sconvolta.
Alice Brandon aveva i capelli corti, neri come il piumaggio di un corvo. Occhi azzurri, incredibilmente simili al cielo limpido in piena estate. Era magra, non troppo, giusta per le sue forme minute.
<< Isobelle? >> la chiamò Philip, entrando nella camera << cosa ci fai qui tutta sola? Perché non aiuti la cugina di Edward a sistemarsi? >>
<< Lo farei, padre >> rispose Isobelle, alzandosi << ma so che in camera vi è Edward, con lei >>
<< Capisco >> rispose l’uomo sedendosi su una piccola sedia << posso porti una domanda, figlia mia? >>
<< Certo >>
<< È, per caso, successo qualcosa con Edward? >> a quella domanda la ragazza arrossì. Tornò con la mente alla stalle. Le sue braccia che l’avvolgevano, le sue labbra che si stavano per scontrarsi con le sue…
<< Perché mi chiedete questo? >> chiese Isobelle
<< Nulla, curiosità. Ho solo notato un leggero distacco tra di voi. Pensavo ci fossero problemi >>
<< No padre, nessun problema >> disse la fanciulla, sorridendo.
Philip le andò vicino e le diede un leggero bacio sulla nuca e poi, silenziosamente, uscì dalla camera.
Isobelle raggiunse l’enorme vetrata del piccolo terrazzino. Le piaceva osservare il suo immenso giardino. al centro vi era una grande fontana, molto bella, e nell’acqua, la ragazza, vedeva specchiarsi la luna e le stelle.
La sua breve contemplazione fu interrotta da un rumore. Qualcuno bussava alla porta.
<< Si? >> chiese Isobelle << chi è? >>
<< Sono Edward >> disse la voce proveniente dal corridoio << posso entrare? >> il cuore della ragazza cominciò a battere furioso. Era possibile che quel ragazzo le faceva quell’effetto? Lo conosceva da qualche mese, era possibile provare già tutto quello per lui? Si ricordò che suo padre le aveva raccontato di quando e come conobbe Danielle, sua madre. Era stato amore a prima vista. Era possibile che anche per lei, Edward, era stato il tanto raccontato colpo di fulmine?
<< Isobelle? >> chiamò ancora il giovane
<< Oh si, scusami! >> rispose velocemente la ragazza << entrate pure >> entrate? Da quando gli dava del voi?
Quando la porta si aprì, la ragazza venne subito catturata dagli occhi di Edward. Essi erano di un verde così intenso, che anche gli smeraldi erano nulla confronto. Le sorrise e lei contraccambiò timidamente.
<< Finalmente ti conosco! >> urlò, entrando nella stanza, un piccolo folletto. Alice si precipitò ad abbracciare Isobelle, mentre quest’ultima ne era rimasta sconvolta << non vedevo l’ora di fare la tua conoscenza, Belle! >>
<< Belle? >> chiese la fanciulla
<< Si! Isobelle è un bel nome, ma è troppo lungo! Belle è più carino, non trovi? >>
<< Alice! >> l’ammonì Edward, prendendola per un braccio, allontanandola da Isobelle << ma cosa ti salta in mente? Non siamo a casa nostra, siamo ospiti in questo palazzo, ricordi? Calmati! E devi rivolgerti a lei dandole del lei, non del tu! >> la nuova arrivata sbuffò, strattonandolo. Si guardavano torvi.
Edward sei davvero antipatico! Io le sto simpatica, l’ho visto! Diventeremmo grandi amiche, perché devi sempre rovinare i miei piani? Sei peggio di quelli che stanno lassù! Anche se non sei più un Cherubino, non ti è passata la voglia di comandare e rompere, eh? Pensò il piccolo Angelo. Edward aprì la bocca per rispondere, ma… Una risata cristallina si espanse per tutta la stanza. Isobelle stava ridendo di gusto ed Edward non aveva mai visto nulla di più bello, nemmeno quando camminava nei Cieli del Paradiso. Ne rimase affascinato.
<< Suvvia non discutete! >> disse Isobelle << Edward, sai benissimo che ti ho detto che devi darmi del tu, quindi può farlo anche Alice! >> la ragazza si avvicinò a loro, prese le mani della giovane dai capelli corvini e la strinse nelle sue << il piacere è mio, Alice! E benvenuta a casa mia >> e si abbracciarono.

<< Come ti trovi qui, Alice? >> chiese Isobelle, mentre passeggiava nel grande cortile, insieme alla sua nuova amica
<< Molto bene >> rispose << Belle, posso farti una domanda? >>
<< Certo, dimmi pure >>
<< Ti piace Edward? >> Isobelle non si aspettava di certo una domanda di quel genere. Arrestò all’istante, diventando rossa come un pomodoro
<< Oddio! Si nota tanto? >> chiese
<< No, ma chi ha buon occhio, come me, lo capisce >> rispose Alice, strizzandole l’occhio
<< Ma non credo di piacere a tuo cugino >> ammise Isobelle, sospirando, mentre prendeva posta su una panchina vicino al roseto.
<< E perché mai? >> chiese Alice.
Isobelle non sapeva cosa risponderle. Decise così di raccontarle tutto. Le dissi come si erano conosciuti, quello che provava quando lui le era accanto, quello che facevano insieme. Le raccontò l’episodio della stalla e il comportamento distaccato di Edward subito dopo.
<< Capisco >> disse solo Alice, alzandosi << purtroppo Belle, Edward non è un semplice stalliere. Ci sono molte cose che ancora non sai, ma io so una cosa >> disse e si voltò, incrociando gli occhi cioccolato di lei << lui prova qualcosa di molto forte per te >>
<< Grazie Alice >> rispose timidamente Isobelle.
La sera stessa decise di andare a parlare con Edward. Doveva aprirgli il suo cuore, dire a lui ciò che provava.
Stava camminando per il grande corridoio illuminano dalla luce della luna, che si introduceva dentro casa dalle grandi vetrate. A passo svelto, ma silenzioso, raggiunse la sua meta. Il cuore le batteva, le mani sudavano. Aveva indossa una semplice camicia da notte bianca. Si diede della sciocca, forse avrebbe dovuto indossare qualcosa di più sobrio. Ma non voleva tornare indietro. Edward non era quel tipo di uomo, non avrebbe mai fatto nulla di male vedendola così e lei… Lei non si vergognava affatto.
Bussò piano << Edward, posso entrare? >> chiese, ma non ebbe rispose.
Il ragazzo, all’interno della stanza era in piedi, fuori il piccolo balcone e fissava il cielo. Era così assorto che non sentì nulla. La ragazza si fece coraggio ed entrò.
Quando i suoi occhi trovarono Edward per poco non svenne. Il ragazzo, sotto i raggi della luna, era ancora più bello. Era a dorso nudo, indossava solo dei semplici pantaloni bianchi. Le spalle erano larghe, la schiena perfetta. I muscoli al punto giusto.
Quando Edward si accorse che qualcuno lo stava fissando si voltò.
<< Isobelle! >> disse sorpreso, accorgendosi del rossore sulla guance della ragazza << cosa ci fai qui? >> chiese dolcemente, avvicinandosi a lei << ti serve qualcosa? >>
<< N…no io ehm volevo solo parlare, ma forse io ho…ho sbagliato momento. Si, credo c…che dovrei andare via. Buona notte! >> fece per voltarsi e andarsene, ma lui la trattenne per un braccio
<< Aspetta >> disse Edward << ti prego >> lei si voltò, annuendo e vide il ragazzo chiudere la porta. Il cuore le batteva furioso, le gambe le tremavano. Non era mai stata in quella stanza da quando era diventata di Edward, non era mai entrata nella camera di un ragazzo prima di allora.
<< Vieni >> disse lui, prendendola per la mano e la accompagnò fuori, dove si trovava lui poco prima << è una bella notte, non credi? >>
<< Si, ma adesso è ancora più bella >> rispose timida
<< So cosa vuoi dire >> disse lui. Isobelle trattenne il respiro. Possibile che avesse detto quelle parole?
<< Cosa hai detto, Edward? >> chiese
<< Forse non dovrei ripeterlo >>
<< Ti prego, ripeti ciò che hai detto >>
Edward si mosse, mettendosi davanti a Isobelle, che ora si trovava tra lui e la ringhiera. Il cuore quasi le usciva dal petto e quando la mano di lui cominciò ad accarezzarle il viso, sentì le gambe molli. Edward tracciò i lineamenti del viso di lei, delicatamente, ma senza dimenticare nessun punto. Le accarezzò la guancia, il mento, il collo, la gola fino ad arrivare alla spalla nuda e poi risalì, tracciando lo stesso percorso dal lato opposto. Isobelle teneva gli occhi chiusi, beandosi di quel contatto.
<< Sei così bella >> disse il ragazzo
<< Edward, io… >> provò a dire Isobelle, ma lui posò le dita sulle calde labbra di lei
<< Non dire nulla, ti prego >>
I loro occhi erano intrecciati e ognuno affogava dello sguardo intenso dell’altro. Senza pensarci troppo, Isobelle, si alzò in punta di piedi posando le sue labbra su quelle di Edward. Lui restò immobile. Non si aspettava il bacio, non si aspettava il senso di completezza e felicità che quel gesto gli aveva procurato, non si aspettava quel dolce calore, quelle sensazioni.
Isobelle si staccò troppo presto, fraintendendo i gesti del ragazzo.
<< Scusami, io… >> le lacrime le facevano pungere gli occhi, non riuscendo a parlare pensò di correre via. Ma non appena provò a fuggire, Edward la tirò a sé coinvolgendola in un vero bacio. Il loro primo bacio. Era carico di passione, di elettricità. Di amore.
Molto tempo dopo, ma sempre troppo presto per entrambi, si staccarono. Edward era così felice e così preso dal bacio che non si accorse delle sue ali spiegate. L’eccitazione gliele aveva fatte spiegare ed ora erano lì in tutto il loro splendore. Bianche, enormi, con riflessi dorati.
Quando le vide, Isobelle sgranò gli occhi << Che cosa… Ma cosa sei tu? >> chiese con voce tremante. Era sorpresa, non spaventata.
<< Non urlare, ti prego >> parlò ansioso il ragazzo << lasciami spiegare >>
Isobelle allungò una mano, timorosa, e accarezzò lentamente la lunga ala dietro la spalla di Edward. Era soffice. Non appena la sfiorò essa procurò un movimento che fece sobbalzare la ragazza.
<< Scusa >> disse Edward << non ci sono abituato >> si stava grattando la testa, era imbarazzato
<< Sei un Angelo? >> chiese Isobelle, si stava dando della stupida
<< Sono il tuo Angelo >> disse il ragazzo avvicinandosi a lei, posando le mani sulla sua vita per attirarla a sé << sono il tuo Angelo Custode >> e detto ciò, riprese possesso delle sue labbra avvolgendola in un abbraccio caldo formato da mani e da ali.

Erano passate parecchie settimane da quando i due giovani avevano trasformato la loro amicizia in amore. Le cose, apparentemente, sembravano andare bene. Isobelle era felice, come non lo era mai stata. Sentiva il suo amore per Edward crescere ogni giorno di più e percepiva le stesse emozioni crescere nel ragazzo.
Edward la amava, con tutto se stesso, ma era tormentato. Cosa sarebbe successo adesso? Era vietato, lo sapeva, che un Angelo si innamorasse di un umano, soprattutto se si parlava di Custodi e di Protetti. Secondo le leggi di Dio nessun Angelo poteva provare emozioni, se non quelle che egli stesso concedeva loro di provare, ma per nessuno. Se non per se stesso.
In Paradiso tutto ruotava in torno al Padre. Che Edward avesse trovato una creatura da amare più di lui, presto o tardi, sarebbe stato visto come un affronto.
<< A cosa pensi? >> chiese Alice, varcando le porte della scuderia
<< A tutto e a niente >> rispose Edward
<< Hai paura della loro reazione? >>
<< A dirti la verità si >> disse Edward, mettendo giù gli attrezzi e guardando il piccolo Angelo che si trovava in piedi davanti a lui << io la amo, Alice. E non posso più pensare ad un futuro senza di lei. Non riesco a pensare di tornare lassù se lei non c’è >> il suo sguardo divenne ancora più serio e finì il suo discorso << posso fare ciò che vogliono a me, ma non devono azzardarsi a toccarla >>
<< Edward… >> provò a dire Alice, avvicinandosi al ragazzo. Gli mise una mano sulla spalla e proprio mentre qualcun altro varcava quella soglia sussurrò << fatti coraggio, andrà tutto bene >>
<< Scusate >> disse Isobelle << ho interrotto qualcosa? >> chiese. Edward la raggiunge all’istante, avvolgendole con le braccia e le diede un dolce bacio sulla guancia
<< Tu non interrompi e non disturbi mai, intesi? >> la ragazza si morse il labbro inferiore e annuì debolmente. La vicinanza col ragazzo le faceva sempre saltare il cuore in gola. Era una sensazione piacevole.
<< Bhè piccioncini io vi lascio! Torno nella mia stanza! Ah Edward >> disse Alice << quel favore che mi hai chiesto, è tutto apposto! >> gli strizzò l’occhio << ciao Belle! >> e andò via.
<< Quale favore? >> chiese Isobelle, ancora stretta nell’abbraccio dell’Angelo
<< Tuo padre questa sera non c’è, quindi pensavo, se ti va è ovvio, se saresti così gentile da concedermi un po’ del tuo tempo >>
<< E per far cosa, di grazia? >> chiese maliziosa la giovane
<< Lo vedrai >> rispose e si chinò su di lei per baciarle le labbra. Lei catturò quelle di lui e si trovarono nuovamente avvolti in un vortice di passione << ti aspetto questa sera nel grande salone >> disse e Isobelle annuì, mentre il giovane tornò al suo lavoro.

Era sera. Isobelle si trovava nel salone centrale del grande Palazzo. Aveva indosso un abito da sera, lungo, verde acqua e oro. Ai piedi nelle scarpe alte. I capelli erano lasciati semi sciolti, con i morbidi boccoli che gli ricadevano sulle spalle nude. Il cuore le batteva all’impazzata. La sala sembrava allestita a festa. Il grande tavolo rettangolare e apparecchiato e sopra vi erano manicaretti di ogni tipo. Il grande lampadario, accesa, procurava una miriade di giochi di luce. Era tutto perfetto.
Piano il ragazzo la raggiunse, senza spaventarla. Le circondò la vita con le braccia e l’attirò a sé, portando le sue labbra contro l’orecchio della giovane
<< Finalmente sei qui >> disse, mentre ispirava l’odore della sua pelle e dei suoi capelli << non credevo venissi davvero >>
<< E perché? >> rispose Isobelle, cercando di recuperare un filo di voce senza troppo successo
<< Perché penso di non meritarti, Isobelle >> ammise Edward. La ragazza si voltò piano, fissando il giovane Angelo dritta negli occhi
<< Non devi dire queste cose, forse sono io a non meritarti >> disse lei, ma Edward le tappò la bocca sfiorandola con le dita
<< Non è vero e lo sai. Ma non voglio pensare a nulla, non stanotte >> e la baciò. Isobelle si perse in quel dolce e passionale contatto.
<< Ti amo >> gli sussurrò a fior di labbra << ti amo, Edward >>
<< Ti amo anche io, Isobelle >> e la strinse ancora di più a sé << tu sei tutta la mia vita >> concluse accarezzandole la guancia.
<< Isobelle? >>
<< Si? >> rispose la fanciulla
<< Hai fame? >>
<< Mm non proprio, perché? >>
<< Vorresti venire con me? >> domandò, incerto, Edward
<< Dove? >> chiese lei con sospetto
Edward la prese in braccio, facendola spaventare e ridere. Con uno sguardo spalancò la vetrata dell’enorme balcone e spiegò le ali che, senza troppi complimenti, si manifestarono possenti strappandogli la camicia e la giacca << Su una nuvola >> e spiccò il volo.
La risata cristallina della ragazza contagiò anche l’Angelo.
<< Ma sei pazzo! >> disse lei, mentre si aggrappava ancora di più a lui
<< Si, di te >> e la baciò, mentre insieme navigavano tra i cieli di una Parigi addormentata.

Qualche ora dopo i due innamorati atterrarono nella camera della ragazza.
Edward la posò delicatamente a terra, ritirando le ali. Lei gli si avvicinò guardandolo in viso, si alzò sulle punte e gli schioccò un veloce bacio
<< Grazie >> disse << è stato stupendo >> ricongiunse ancora le loro bocche, approfondendo il bacio sempre di più. Lui la voleva, in ogni modo umanamente possibile ed anche lei provava quelle sensazioni.
<< Isobelle… >> disse Edward, staccandosi contro voglia << credo che… che sarebbe meglio che io andassi >>
<< Perché? >> chiese la giovane, tracciando i contorni della giacca del ragazzo << non mi vuoi, Edward? >> chiese
<< Si, che ti voglio >> ammise lui, poggiando la fronte su quella di Isobelle << ti voglio come non ho mai voluto niente prima di adesso >>
<< E allora cosa ti trattiene? >> chiese lei << io ti voglio allo stello modo, Edward. Allo stesso modo >> disse e, riprendendo a baciarlo, lo trascinò nella stanza.
Tutte le loro barriere crollarono.
Edward la accarezzò piano da sopra il leggero abito. Seguì i contorni del collo, della spalla. Si soffermò qualche secondo in più sulle forme del seno, mentre Isobelle inarcò la testa. Il giovane posò le labbra sulla sua gola e riprese il suo cammino. La mano proseguì, scendendo a sfiorare la pancia e poi il ventre di Isobelle, per poi spostarsi sulla schiena. Accarezzò le natiche sode, facendo emetterò un gemito alla ragazza, e scese sulla coscia. Sollevò piano il vestito, palpando mentre avvolse la gambe di lei alla sua vita.
<< Io… >> cercò di parlare l’Angelo, ma il fiato era corto, quasi inesistente << io non so come si fa >>
<< Nemmeno io >> rispose Isobelle << lo scopriremo insieme >> disse slacciandosi il vestito, il quale scivolò a terra. Si dedicò, così, a liberare il ragazzo dai suoi scomodi indumenti. Edward, di tutta risposta, fece lo stesso conducendola sul grande letto. I suoi occhi color cioccolato aveva un velo che Edward non aveva mai visto prima. Vedendo così, sotto di sé, gli procurò un’eccitazione che non aveva mai provato prima. Erano Secoli che vagava nei Cieli del Paradiso, ma mai nulla gli aveva procurato tutte quelle sensazione, che avrebbe potuto descrivere come piacevoli.
Isobelle non credeva a se stessa. Era lì, nuda, sul suo letto e sopra di sé a venerarla, toccarla, baciarla c’era l’uomo più bello e più dolce che avesse mai conosciuto. Era un Angelo, nel vero senso della parola, ed era suo. Totalmente e assolutamente suo.
Edward la guardava estasiato. Il suo corpo era stupendo. Scollegò il cervello e seguì il cuore. Accarezzò ogni millimetro della sua pelle diafana, calda. Le mani di lei erano nei suoi capelli e lo guidavano. Si ritrovò a baciarle i seni, a leccare piano, avido quelle sporgenze così invitanti. La sentiva ansimare e questo lo eccitava fino all’inverosimile. Ma voleva di più. Voleva sentirla sua, solo sua. Portò la mano destra sul Monte di Venere e Isobelle sussultò. Non se lo aspettava.
<< Scusami >> disse ansimando Edward
<< No, è che non me lo aspettavo… >> era rosso in volto. Imbarazzata, eccitata << continua ti… ti prego >> disse accarezzando le spalle del giovane, per passare poi ai suoi pettorali definiti fino agli addominali scolpiti. Il ragazzo catturò le sue labbra mentre spostò la mano tra le sue gambe. Lei, di tutta risposta, le divaricò per facilitargli l’accesso. Quando le sue dita la toccarono così nel profondò, a Isobelle, sembrò di impazzire. Non resistente e sfiorò i glutei sodi e perfetti di Edward, portando le sue mani sul davanti. L’Angelo sussultò, ma poi le sorrise.
Si diedero piacere l’un l’altra per molto tempo, finché entrambi non giunsero l’apice. Edward si posizionò meglio tra le gambe della giovane e cominciò a scivolare nel suo personale peccato.
<< Fidati di me >> le disse accarezzandole una guancia << non ti farò male >>
<< Lo so >> rispose Isobelle << mi fido di te >> e si unirono in un piacere nuovo e sconosciuto a entrambi.

Quando il sole sorse, Isobelle percepì un corpo caldo sotto il suo e capì che non era stato solo un sogno. Il suo cuore faceva le capriole. Era diventata una donna. Aveva donato la sua purezza all’uomo che amava e lui, il suo Angelo Custode, la ricambiava. Con timore che tutto potesse svanire, aprì piano gli occhi, ma si trovò di fronte ad una situazione nuova.
il soffitto era troppo vicino. Guardò il letto, troppo in basso rispetto a loro e capì. Erano sospesi in aria. Il viso beato di Edward e le sue ali spiegate che battevano impercettibilmente, la fecero arrivare alla conclusione che il giovane non se ne fosse accorto. E così era.
<< Ehm Edward… >>
<< Buongiorno amore mio >> disse l’Angelo, aprendo gli occhi e baciandola teneramente << dormito bene? >>
<< Si, ma Edward ehm… >> non sapendo cosa dire indicò il letto sotto di loro con un dito. Il ragazzo si guardò in torno, sembrava imbarazzato.
<< Ops, scusa! >> disse, tornando giù << non sono abituato a tutto e questo e… Davvero scusa >>
<< Shh Edward >> disse lei, posandole un dito sulle labbra << è tutto bellissimo. E tu sei sorprendentemente stupendo >> e ripresero a baciarsi, finché che fu ora di alzarsi e tornare alla loro vita, apparentemente normale.

Era passata una settimana da quella notte e inspiegabilmente i due Angeli erano spariti, richiamati in Paradiso. Da Uriel.
<< Il vostro comportamento è stato imperdonabile >> disse << mi avete deluso, avete deluso tutti! Ma soprattutto il nostro Dio! >>
<< Ma non abbiamo fatto nulla >> provò a controbattere Alice
<< Silenzio! >> la zittì Castiel << forse tu, piccola Alice, ma Edward… >> disse spostando lo sguardo su di lui << tu ti sei innamorato della tua Protetta! Le hai donato il tuo cuore, il tuo corpo! >>
<< Io la amo, Signore >> ammise il giovane
<< Questo va contro tutto ciò in cui crediamo >> rispose Michele
<< Alice, tu potrai restare. Ma tu Edward, tu perderai tutto >> intervenne Gabriele
<< Cosa? >> urlò Alice, scattando in piedi << ma cos’ha fatto? Perché? Si è solo innamorato di una ragazza pura! Innocente, gentile! Buona! E viene punito per questo? >>
<< Silenzio! >> l’ammonì Uriel
<< No! >> si imputò lei << se punite lui, dovrete punire anche me! >>
<< Alice! >> Edward scattò in piedi e le andò vicino, prendendola per le spalle << ragione, ti supplico! >>
<< L’ha detto >> pronunciò quelle parole, Uriel, in tono freddo << ora tornate sulla terra e attendete la nostra chiamata >>.
I due Angeli annuirono.
Nella Piazza centrale, la giovane Isobelle, correva alla ricerca del suo Angelo. Era sparito nel nulla, la mattina precedente e ancora non era tornato da lei. Era mezzanotte e la ragazza si trovava lì, mezza vestita e a piedi scalzi.
<< Edward! >> lo chiamava a gran voce << Edward dove sei? Ti prego torna da me! Edward! >>
<< Isobelle >> quella voce l’avrebbe riconosciuta ovunque << amore mio, non dovresti essere qui. È pericoloso >>
<< Perché? Perché è pericoloso? Cosa succede? >> il ragazzo l’attirò a sé e l’abbracciò. A quel punto tutto tacque. Non le importava cosa fosse accaduto, lei era con lui. Importava solo questo.
<< Devi tornare al Palazzo, ti prego >> il tuo di Edward era implorante
<< Io voglio restare con te >>

<< Lo voglio anche io, ma devo risolvere alcune questioni. Ti prego. Ora va a casa Principessa, riposa. Domani mattina tornerò da te, è una promessa >> si chinò su di lei e la baciò. Quel contatto durò troppo poco, ma Edward era già scappato via.
Devi tornare Edward disse Alice nella sua mente stanno per dare il Verdetto, devi fare presto!
Si assicurò che nessuno lo stesse guardando. Spiegò le ali e spiccò il volo.
Solo quando raggiunse il Paradiso si rese conto di quello che aveva lasciato.
In mezzo alla Piazza, una ragazza, giaceva a terra. Morta.
<< NO! >> urlò l’Angelo
, accasciandosi << non erano questi i patti! Questa è la mia punizione? Perdere lei? L’avete uccisa voi! >>
<< Questa è solo una conseguenza, Edward! >> disse Uriel << noi non siamo assassini. Questa è solo una conseguenza a ciò che hai fatto, a ciò che avete fatto entrambi >>
L’Angelo non capiva più nulla. Non gli importava più nulla. L’unica persona che aveva mai amato ora giaceva al suolo, priva di vita. Per colpa sua.
<< Fatelo >> disse freddo
<< Sai cosa comporta Cadere? >> chiese Castiel
<< Non mi importa >> rispose, privo di vita << non mi importa più niente, adesso >>
<< Ascolta bene, Edward. Ascolta attentamente queste parole.
Fino a quando non capirai il tuo errore tornare non potrai. Ricordalo. Solo quando arriverà il giorno in cui rincontrerai la tua tentazione e la vincerai, solo allora ritornare potrai >> detto ciò, il grande Angelo guardò il giovane dritto negli occhi e lo spinse giù.
Egli Cadde. Il tempo sembrava non passare mai. Sentiva il dolore delle Ali, che piano si spezzavano, strappandosi. Ma non gli importava.
Quando sentì la terra sotto i piedi, capì che non gli restava più nulla.
<< Lei non centrava >> disse alla piccola figura mal ridotta, accanto a lui

<< Lo so >> rispose. Alice lo abbracciò, lasciandolo sfogare. Lasciandogli versare tutte le lacrime che gli opprimevano il cuore.

Eccomi qui! Allora cosa ne pensate? Io come già detto prima tengo moltissimo a questo capitolo... Perchè spiega bene il tutto. Tutto quello che è successo in quella vita tra Edward e Bella (Isobelle). Spero che vi sia piaciuto....

Risposte alle Recensioni

Amantide : Ciao amanta!! Fissata con gli spoiler eh? Ahahah allora cosa ne pensi di questo capitolo, è stato soddisfacente? Ha risposto alle tue domande, spero! XD bhè che altro dirti, ci sentiamo su fb! Bacione <3
bella cullen89 : Ciao tesoro! Non è per nulla la tua solita recensione, ma studiavi quindi va bene XD spero che il capitolo ti sia piaciuto e che ora il quadro sia ancora più chiaro! Ci sentiamo su fb! Bacione <3
Sweet Bleeding Star : Ciao^^ Eh si, finalmente tutta la verità è venuta a galla! Era ora, no? XD Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto! E spero che questo sia stato anche più bello! Per rispondere alle tue domande dovrai solo attendere e leggere… per il resto, non mi sono ispirata a Patch! L’ho letto, eh! Però da lui ho preso solo un pò la stronzaggine di Edward e il fatto delle cicatrici, perché mi sembra una cosa molto realista! Alla prossima recensione! Un bacio
monibiondina : Ciao^^ Wow sono contenta di averti procurato una tale emozione! *-* tutte le tue domande presto avranno risposta! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto come è davvero piaciuto a me scriverlo! Alla prossima recensione! Un bacio
edbell96 : Ciao^^ sono contenta che tu abbia capito! Ma credo che adesso, dopo questo capitolo, le cose siano moooolto più chiare, no? Grazie per il crudele ahahahah ma ci vuole un po’ di suspance XD alla prossima recensione! Un bacio
thecarnival : Ciao amica!! Scopiazzato? Mmm diciamo che ho preso spunto, ma le cose anche mettendo insieme libri, film e telefilm non arriveranno mai a ciò che ho fatto io ahahahah si sono contorta!! È Martedì come puoi vedere e come promesso, visto il tuo esame, ho postato il continuo!! Spero che ti sia piaciuto!! Ci sentiamo su fb! Un bacione <3
Marie : Ciao Marika!! Meno male che non ti stancherai mai di leggerla!! Anche se sta volgendo al termine *me triste* Edward è caduto da molto in alto, hai detto bene!! Ha rinunciato a tutto per lei… Spero che questo tuffo nel passato di sia piaciuto come è piaciuto a me scriverlo!! Ora ti saluto e ci sentiamo su fb! <3 ah quando hai bisogno di qualcosa chiedi pure! Mi fa piacere! Un bacione!
lilyanne89masen : Tesora mia bella!! *-* ecco il tuo capitolo preferito, contenta?? Ah e grazie per avermi fatto capire come si mettono le immagini ù.ù ahahahahah ti voglio bene <3 un abbraccione!

  
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