BUONA LETTURA!
nascono e muoiono più volte vivendo.
~ Pablo Neruda ~
Ventiduesimo Capitolo
: Un tutto nel Passato.
Era
una notte come un’altra. La luna risplendeva
sulla città. Era Giugno, quando tre figure scesero dal
cielo, atterrando in un
piccolo capanno fuori la vista indiscreta di coloro che ancora non
riuscivano a
prendere sonno.
Due uomini e una donna.
Il primo, aveva capelli corti neri, un abito
bianco, scarpe color argento. Era alto, più
dell’altro, sguardo serio. Il
ragazzo, aveva i capelli bronzei, più lunghi del primo,
totalmente in
disordine. Indossava un paio di pantaloni marroni e una camicia bianca.
La
ragazza, molto più bassa di entrambi, aveva i capelli corti,
corvini, indossava
un leggero vestito azzurro chiaro. Una cosa avevano in comune. Alle
loro spalle
splendevano grandi ali bianche con riflessi oro, per i giovani, e
argento per
la fanciulla.
<< Dove siamo? >> chiese la ragazza
<< Parigi >> rispose secco l’uomo
<< Perché siamo qui? >>
domandò il
giovane.
<< Volevi una chance, Edward. Giusto? Bene.
Ecco la tua chance >>
<< Dici sul serio? >> rispose Edward
<< Non so perché Castiel mi abbia supplicato
tanto, evidentemente gli stai a cuore. E non capisco nemmeno il tuo
voler
retrocedere per mescolarti col gli umani, ma va bene. Fa quello che
devi,
Edward. E nel frattempo, istruisci Alice nel migliore dei modi
>>
<< Ti ringrazio, Uriel >> disse il
ragazzo
<< Edward, non sei più un Cherubino
>>
lo ammonì Uriel << devi rivolgerti a me,
dandomi del lei >>
<< Mi scusi, Signore. La ringrazio molto
>>.
Quando una carrozza si fermò poco distante da lui,
egli sentì il cuore battere nel petto. Sapeva chi sarebbe
sceso.
Una ragazza. Aveva i capelli lunghi, castani, con
morbide onde che le ricadevano sulle spalle. Un vestito lungo, color
oro. La
carnagione era molto chiara, sembrava quasi pallida.
<<
Edward, è lei >> disse la ragazza
bassa, tornando vicino al giovane
<< Pensavo non tornassi più >>
le
rispose. Non voleva farle capire quanto gli importasse di quella
sconosciuta
<< Non fingere con me >> disse lei,
volteggiandogli in torno << il tuo cuore ha fatto bum
–bum non appena
l’hai vista scendere dalla carrozza >>
<< È lavoro, Alice. Solo lavoro
>>
quell’affermazione era così falsa che neppure la
ragazza gli credette
<< Oh certo, facciamo finta di crederci
>> rispose la ragazza dai capelli corvini, la quale, poco
dopo, ebbe una
visione. Essa era sfuocata.
<< Alice, cosa hai visto? >> chiese
ansioso Edward
<< Tutto e niente, mio caro >>
<< Tutto bene, ragazzi? >> chiese
l’uomo,
giungendo alle spalle dei giovani. Vide la piccola Alice annuire e
sorrise, ma
fu Edward a parlare.
<< Si Signore, tutto bene >> rispose
<< Sapete cosa dovete fare. Perciò vi lascio.
A presto, miei cari >> e sparì.
Edward non sapevo ancora che quella creatura sarebbe
diventata la sua condanna.
All’interno del grande palazzo la fanciulla dai
capelli bruni, camminava lenta, sotto il braccio robusto di suo padre.
<< Ecco arrivati anche i Signori Dubois! Che
piacere rivedervi >> disse un signore << oh
ma vedo che avete
portato anche la vostra giovane figlia >>
<< Salve Maurice, non so se voi conoscete la
mia bambina di persona. In caso contrario provvedo subito
>> il signor
Dubois prese la sottile mano della figlia, spingendola davanti a
sé <<
questa è mia figlia, Isobelle >> la ragazza,
imbarazzata, fece un leggero
inchino di fronte all’uomo
<< È un vero piacere fare la vostra
conoscenza, mio padre mi ha parlato molto di lei >>
<< Che ragazza a modo, Philip. Sono davvero
estasiato >>
<< Avevate qualche dubbio? >> chiese
Philip Dubois
<< Assolutamente. Ma sa, è sempre un lavoro
duro crescere una figlia da solo, non trova? >>
<< Isobelle è sempre stata una ragazza a modo
e rispettosa >> pronunciando quelle parole, Philip, fece
trasparire tutto
il suo orgoglio di avere una figlia come lei <<
perciò non è stato un
problema crescerla da solo >>.
Isobelle sentiva avvampare il viso. Istintivamente
si morse il labbro inferiore. Era imbarazzata. Sapeva quanto suo padre
impazzisse per lei, ma sapeva anche dei sacrifici fatti. Sua madre,
Danielle,
morì dando alla luce proprio la sua unica figlia. Isobelle
non se l’era mai
perdonato.
Ciononostante, non poteva lamentarsi di nulla. La
sua famiglia, i Dubois, erano più che benestanti. Ammirati e
invidiati da
tutti. La sua vita era sempre stata circondata dal benessere e dai
privilegi.
Adorava la sua casa e amava suo padre. Philip era
così buono con lei, non la incolpò mai per la
tragica fine della sua povera
moglie, anzi. Non perdeva occasione per ricordare ad Isobelle quando
sua madre,
Danielle, l’avesse voluta. Ella sapeva che portare avanti
quella gravidanza era
pericoloso, per la sua salute, ma non cambiò mai idea.
Avrebbe dato alla luce
quella bambina perché aveva la certezza che sua figlia
avrebbe cambiato il
mondo. Così le aveva detto Dio in sogno, una notte. Danielle
incanalò dentro di
sé quelle parole e portò a termine il suo
obbiettivo. Morendo, poi.
L’unica cosa che la giovane Isobelle non riusciva a
perdonare a suo padre, era il suo volerla maritare al più
presto. Lei non
voleva. Non che non volesse sposarsi, ma credeva nell’amore.
Quello con
In quella stanza non vi erano molti ragazzi della
sua età con cui conversare, perciò decise di
andare a fare un piccolo giro in
giardino.
<< Padre >> chiamò Isobelle
<< se
non ti dispiace, io vorrei andare a prendere un po’
d’aria. Ho visto che c’è un
giardino >>
<< Certo, vai pure >> rispose Philip
<< vuoi che ti faccia compagnia? >>
<< No, ma ti ringrazio >> gli rispose,
baciandogli una guancia. E poi uscì.
L’aria era vita. Ed il cielo stellato era uno
spettacolo. Isobelle non avrebbe creduto di vedere qualcosa di
più perfetto di
quello. Ma si sbagliava.
<< Posso avere l’onore di scambiare quattro
chiacchiere con lei? >> chiese un giovane molto bello. La
ragazza, non
sentendolo arrivare, sussultò spaventata << mi
perdoni >> sorrise
il ragazzo << non era certo mia intenzione spaventarla
>>
<< No, si figuri. È solo che io…
ecco non
l’avevo sentita arrivare >> rispose lei,
imbarazzata. Quando guardò gli
occhi del giovane, il cuore le uscì quasi dal petto. Sentiva
qualcosa di strano
espandersi per tutto il corpo. Cos’era quel calore
sconosciuto?
<< Lasci che mi presenti >> disse lui,
prendendole la mano tra le sue << io sono Edward Masen. E
sono lieto di
fare la vostra conoscenza >> concluse facendo il
bacio a mano. La ragazza
arrossì.
<< Io sono Isobelle Dubois, piacere mio
>> rispose, cercando di mantenere un contegno.
<< Edward! >> urlò Isobelle,
entrando
nella stalla
<< Mi dica, signorina >> rispose il
giovane
<< Andiamo Edward >> disse lei,
sbuffando << ti ho detto mille volte di darmi del tu e
chiamarmi per
nome! Sai che è imbarazzante tutto questo >>
lo vide sorridere e il cuore
fece mille capriole
<< Va bene, Isobelle >> disse Edward
<< Ecco! Così va bene >> rispose
lei
avvicinandosi, per potergli dare la lettere che teneva in mano
<< Che cos’è? >>
chiese Edward, mentre
si puliva le mani per afferrarla
<< È per te >> rispose Isobelle
<< credo sia tua cugina, Alice >>
<< Alice? >> che strano, pensava il
giovane. Perché la sua protetta gli stava mandando una
missiva? Non sarebbe
stato più semplice aspettare la notte e volare da lui?
<< Brutte notizie? >> chiese Isobelle,
vedendo la faccia preoccupata di Edward
<< No, affatto. Mi dice che verrà a farmi
visita a breve >> la verità era che Alice si
era stufata di stare
nascosta, voleva conoscere Isobelle.
<< Ma è fantastico! >> disse la
fanciulla, saltellando qua e là << non vedo
l’ora di conoscerla, Edward!
>>
<< Stai attenta >> disse lui
<<
potresti farti male. Ci sono molti attrezzi qui dentro >>
<< Sono solo felice! >> disse, ma
inciampò.
Le braccia forti di Edward l’avvolsero, senza
pensarci un attimo. Isobelle sentì il suo cuore battere
all’impazzita e quando
percepì la terra sotto i piedi si accorse di una cosa. Lui
non l’aveva ancora
lasciata andare. Edward la stringeva a sé come se lei fosse
la cosa più
preziosa di questo mondo. Le mani erano appoggiate sulla schiena di
lei, mentre
quelle di lei sul petto di lui. La sua testa si incastrava
perfettamente
nell’incavo del collo, così senza pensarci
ispirò il suo odore. Sentiva il
mento di Edward appoggiato alla sua testa, delicatamente. Con un
movimento
lento, lui, le annusò i capelli. Non aveva mai provato
quelle sensazione. Per
entrambi erano sconosciute.
Molto tempo dopo, ma per Isobelle era comunque
troppo presto, lui la lasciò andare.
<< Tutto bene, Isobelle? >> chiese
Edward
<< Si >> rispose in un sussurro la
fanciulla. Alzò gli occhi e incrociò due smeraldi
verdi. Lui si immerse in due
pozze color cioccolato e senza rifletterci, cominciò ad
accarezzarle il viso.
<< Cosa stiamo facendo? >> chiese lui
<< Non lo so >> rispose lei
<< ma
ti prego, non smettere >>
Edward si chinò piano sulla fanciulla. Voleva
posare le sue labbra su quelle di lei e stringerla a sé.
Tenerla con sé. Per
sempre.
<< Isobelle? >> chiamò suo padre
<< dove sei? Potresti venire? È arrivato il
tuo insegnante di
Letteratura! Isobelle! >>
La ragazza sospirò, allontanandosi da Edward
<< Devo andare >> disse e si
voltò. Il ragazzo annuì, vedendo la
piccola figurata sparire piano, piano. Guardò la mano, ora
calda, che aveva
usato per tracciare quei lineamenti tanto perfetti. Nuove emozioni lo
avvolsero. Ma cosa gli stava succedendo?
Edward, non sapeva bene perché, ma evitava di
restare da solo con Isobelle. La ragazza, vedendo il comportamento
sfuggente e
l’atteggiamento evasivo del ragazzo, soffriva. Non capiva
perché il suo
migliore amico, il suo unico amico, la trattasse in quel modo.
Lei sapeva di non essere perfetta, di non essere
bellissima e forse, di essere stata avventata in quella situazione.
Sapeva
anche che mentiva a se stessa. Edward era diventato molto importante
per lei.
Lui non era un semplice amico a cui raccontare la giornata la sera,
davanti al
camino acceso. Edward era il ragazzo che sognava la notte, colui che
serviva
per respirare perché senza di lui, le mancava
l’aria.
Ma il giovane non voleva far male a quella fragile
ragazza. Lui era lì per vegliare il suo sonno, per
proteggerla da tutto e da
tutti. Lui era il suo Angelo Custode, non doveva, non poteva, innamorarsi
di
lei.
<< Però ti sei innamorato >>
disse
Alice
<< Non essere sciocca >> rispose Edward
<< sai che non è possibile >>
<< Io l’ho visto mio caro! E lo senti anche
tu >> il ragazzo fece finta di non sentire.
Nell’altra stanza, Isobelle, non vedeva l’ora di
passare un po’ di tempo con la ragazza appena arrivata al
palazzo. Si chiamava
Alice, era la cugina di Edward e da quel poco che aveva visto, doveva
essere
una ragazza molto simpatica. Era allegra e solare. Ma la sua bellezza
l’aveva
sconvolta.
Alice Brandon aveva i capelli corti, neri come il
piumaggio di un corvo. Occhi azzurri, incredibilmente simili al cielo
limpido
in piena estate. Era magra, non troppo, giusta per le sue forme minute.
<< Isobelle? >> la chiamò
Philip,
entrando nella camera << cosa ci fai qui tutta sola?
Perché non aiuti la
cugina di Edward a sistemarsi? >>
<< Lo farei, padre >> rispose Isobelle,
alzandosi << ma so che in camera vi è Edward,
con lei >>
<< Capisco >> rispose l’uomo
sedendosi
su una piccola sedia << posso porti una domanda, figlia
mia? >>
<< Certo >>
<< È, per caso, successo qualcosa con Edward?
>> a quella domanda la ragazza arrossì.
Tornò con la mente alla stalle.
Le sue braccia che l’avvolgevano, le sue labbra che si
stavano per scontrarsi
con le sue…
<< Perché mi chiedete questo? >>
chiese
Isobelle
<< Nulla, curiosità. Ho solo notato un
leggero distacco tra di voi. Pensavo ci fossero problemi
>>
<< No padre, nessun problema >> disse
la fanciulla, sorridendo.
Philip le andò vicino e le diede un leggero bacio
sulla nuca e poi, silenziosamente, uscì dalla camera.
Isobelle raggiunse l’enorme vetrata del piccolo
terrazzino. Le piaceva osservare il suo immenso giardino. al centro vi
era una
grande fontana, molto bella, e nell’acqua, la ragazza, vedeva
specchiarsi la
luna e le stelle.
La sua breve contemplazione fu interrotta da un
rumore. Qualcuno bussava alla porta.
<< Si? >> chiese Isobelle <<
chi
è? >>
<< Sono Edward >> disse la voce
proveniente dal corridoio << posso entrare?
>> il cuore della
ragazza cominciò a battere furioso. Era possibile che quel
ragazzo le faceva
quell’effetto? Lo conosceva da qualche mese, era possibile
provare già tutto
quello per lui? Si ricordò che suo padre le aveva raccontato
di quando e come
conobbe Danielle, sua madre. Era stato amore a prima vista. Era
possibile che
anche per lei, Edward, era stato il tanto raccontato colpo di fulmine?
<< Isobelle? >> chiamò ancora il
giovane
<< Oh si, scusami! >> rispose
velocemente la ragazza << entrate pure >>
entrate? Da quando gli
dava del voi?
Quando la porta si aprì, la ragazza venne subito
catturata dagli occhi di Edward. Essi erano di un verde così
intenso, che anche
gli smeraldi erano nulla confronto. Le sorrise e lei
contraccambiò timidamente.
<< Finalmente ti conosco! >>
urlò,
entrando nella stanza, un piccolo folletto. Alice si
precipitò ad abbracciare
Isobelle, mentre quest’ultima ne era rimasta sconvolta
<< non vedevo
l’ora di fare la tua conoscenza, Belle! >>
<< Belle? >> chiese la fanciulla
<< Si! Isobelle è un bel nome, ma è
troppo
lungo! Belle è più carino, non trovi?
>>
<< Alice! >> l’ammonì
Edward,
prendendola per un braccio, allontanandola da Isobelle <<
ma cosa ti
salta in mente? Non siamo a casa nostra, siamo ospiti in questo
palazzo,
ricordi? Calmati! E devi rivolgerti a lei dandole del lei, non del tu!
>>
la nuova arrivata sbuffò, strattonandolo. Si guardavano
torvi. Edward sei davvero antipatico!
Io le sto simpatica,
l’ho visto! Diventeremmo grandi amiche, perché
devi sempre rovinare i miei
piani? Sei peggio di quelli che stanno lassù! Anche se non
sei più un
Cherubino, non ti è passata la voglia di comandare e
rompere, eh? Pensò
il
piccolo Angelo. Edward aprì la bocca per rispondere,
ma… Una risata cristallina
si espanse per tutta la stanza. Isobelle stava ridendo di gusto ed
Edward non
aveva mai visto nulla di più bello, nemmeno quando camminava
nei Cieli del
Paradiso. Ne rimase affascinato.
<< Suvvia non discutete! >> disse
Isobelle << Edward, sai benissimo che ti ho detto che
devi darmi del tu,
quindi può farlo anche Alice! >> la ragazza si
avvicinò a loro, prese le
mani della giovane dai capelli corvini e la strinse nelle sue
<< il
piacere è mio, Alice! E benvenuta a casa mia
>> e si abbracciarono.
<< Molto bene >> rispose <<
Belle, posso farti una domanda? >>
<< Certo, dimmi pure >>
<< Ti piace Edward? >> Isobelle non si
aspettava di certo una domanda di quel genere. Arrestò
all’istante, diventando
rossa come un pomodoro
<< Oddio! Si nota tanto? >> chiese
<< No, ma chi ha buon occhio, come me, lo
capisce >> rispose Alice, strizzandole l’occhio
<< Ma non credo di piacere a tuo cugino
>> ammise Isobelle, sospirando, mentre prendeva posta su
una panchina
vicino al roseto.
<< E perché mai? >> chiese Alice.
Isobelle non sapeva cosa risponderle. Decise così
di raccontarle tutto. Le dissi come si erano conosciuti, quello che
provava
quando lui le era accanto, quello che facevano insieme. Le
raccontò l’episodio
della stalla e il comportamento distaccato di Edward subito dopo.
<< Capisco >> disse solo Alice,
alzandosi << purtroppo Belle, Edward non è un
semplice stalliere. Ci sono
molte cose che ancora non sai, ma io so una cosa >> disse
e si voltò,
incrociando gli occhi cioccolato di lei << lui prova
qualcosa di molto
forte per te >>
<< Grazie Alice >> rispose timidamente
Isobelle.
La sera stessa decise di andare a parlare con
Edward. Doveva aprirgli il suo cuore, dire a lui ciò che
provava.
Stava camminando per il grande corridoio illuminano
dalla luce della luna, che si introduceva dentro casa dalle grandi
vetrate. A
passo svelto, ma silenzioso, raggiunse la sua meta. Il cuore le
batteva, le
mani sudavano. Aveva indossa una semplice camicia da notte bianca. Si
diede
della sciocca, forse avrebbe dovuto indossare qualcosa di
più sobrio. Ma non
voleva tornare indietro. Edward non era quel tipo di uomo, non avrebbe
mai
fatto nulla di male vedendola così e lei… Lei non
si vergognava affatto.
Bussò piano << Edward, posso entrare?
>> chiese, ma non ebbe rispose.
Il ragazzo, all’interno della stanza era in piedi,
fuori il piccolo balcone e fissava il cielo. Era così
assorto che non sentì
nulla. La ragazza si fece coraggio ed entrò.
Quando i suoi occhi trovarono Edward per poco non
svenne. Il ragazzo, sotto i raggi della luna, era ancora più
bello. Era a dorso
nudo, indossava solo dei semplici pantaloni bianchi. Le spalle erano
larghe, la
schiena perfetta. I muscoli al punto giusto.
Quando Edward si accorse che qualcuno lo stava
fissando si voltò.
<< Isobelle! >> disse sorpreso,
accorgendosi del rossore sulla guance della ragazza <<
cosa ci fai qui?
>> chiese dolcemente, avvicinandosi a lei
<< ti serve qualcosa?
>>
<< N…no io ehm volevo solo parlare, ma forse
io ho…ho sbagliato momento. Si, credo c…che
dovrei andare via. Buona notte!
>> fece per voltarsi e andarsene, ma lui la trattenne per
un braccio
<< Aspetta >> disse Edward <<
ti
prego >> lei si voltò, annuendo e vide il
ragazzo chiudere la porta. Il
cuore le batteva furioso, le gambe le tremavano. Non era mai stata in
quella
stanza da quando era diventata di Edward, non era mai entrata nella
camera di
un ragazzo prima di allora.
<< Vieni >> disse lui, prendendola per
la mano e la accompagnò fuori, dove si trovava lui poco
prima << è una
bella notte, non credi? >>
<< Si, ma adesso è ancora più bella
>>
rispose timida
<< So cosa vuoi dire >> disse lui.
Isobelle trattenne il respiro. Possibile che avesse detto quelle
parole?
<< Cosa hai detto, Edward? >> chiese
<< Forse non dovrei ripeterlo >>
<< Ti prego, ripeti ciò che hai detto
>>
Edward si mosse, mettendosi davanti a Isobelle, che
ora si trovava tra lui e la ringhiera. Il cuore quasi le usciva dal
petto e
quando la mano di lui cominciò ad accarezzarle il viso,
sentì le gambe molli.
Edward tracciò i lineamenti del viso di lei, delicatamente,
ma senza
dimenticare nessun punto. Le accarezzò la guancia, il mento,
il collo, la gola
fino ad arrivare alla spalla nuda e poi risalì, tracciando
lo stesso percorso
dal lato opposto. Isobelle teneva gli occhi chiusi, beandosi di quel
contatto.
<< Sei così bella >> disse il
ragazzo
<< Edward, io… >>
provò a dire
Isobelle, ma lui posò le dita sulle calde labbra di lei
<< Non dire nulla, ti prego >>
I loro occhi erano intrecciati e ognuno affogava
dello sguardo intenso dell’altro. Senza pensarci troppo,
Isobelle, si alzò in
punta di piedi posando le sue labbra su quelle di Edward. Lui
restò immobile.
Non si aspettava il bacio, non si aspettava il senso di completezza e
felicità
che quel gesto gli aveva procurato, non si aspettava quel dolce calore,
quelle
sensazioni.
Isobelle si staccò troppo presto, fraintendendo i
gesti del ragazzo.
<< Scusami, io… >> le lacrime le
facevano pungere gli occhi, non riuscendo a parlare pensò di
correre via. Ma
non appena provò a fuggire, Edward la tirò a
sé coinvolgendola in un vero
bacio. Il loro primo bacio. Era carico di passione, di
elettricità. Di amore.
Molto tempo dopo, ma sempre troppo presto per
entrambi, si staccarono. Edward era così felice e
così preso dal bacio che non
si accorse delle sue ali spiegate. L’eccitazione gliele aveva
fatte spiegare ed
ora erano lì in tutto il loro splendore. Bianche, enormi,
con riflessi dorati.
Quando le vide, Isobelle sgranò gli occhi <<
Che cosa… Ma cosa sei tu? >> chiese con voce
tremante. Era sorpresa, non
spaventata.
<< Non urlare, ti prego >> parlò
ansioso il ragazzo << lasciami spiegare >>
Isobelle allungò una mano, timorosa, e accarezzò
lentamente la lunga ala dietro la spalla di Edward. Era soffice. Non
appena la
sfiorò essa procurò un movimento che fece
sobbalzare la ragazza.
<< Scusa >> disse Edward <<
non
ci sono abituato >> si stava grattando la testa, era
imbarazzato
<< Sei un Angelo? >> chiese Isobelle,
si stava dando della stupida
<< Sono il tuo Angelo >> disse il
ragazzo avvicinandosi a lei, posando le mani sulla sua vita per
attirarla a sé
<< sono il tuo Angelo Custode >> e detto
ciò, riprese possesso
delle sue labbra avvolgendola in un abbraccio caldo formato da mani e
da ali.
Edward la amava, con tutto se stesso, ma era
tormentato. Cosa sarebbe successo adesso? Era vietato, lo sapeva, che
un Angelo
si innamorasse di un umano, soprattutto se si parlava di Custodi e di
Protetti.
Secondo le leggi di Dio nessun Angelo poteva provare emozioni, se non
quelle
che egli stesso concedeva loro di provare, ma per nessuno. Se non per
se stesso.
In Paradiso tutto ruotava in torno al Padre. Che
Edward avesse trovato una creatura da amare più di lui,
presto o tardi, sarebbe
stato visto come un affronto.
<< A cosa pensi? >> chiese Alice,
varcando le porte della scuderia
<< A tutto e a niente >> rispose Edward
<< Hai paura della loro reazione? >>
<< A dirti la verità si >> disse
Edward, mettendo giù gli attrezzi e guardando il piccolo
Angelo che si trovava
in piedi davanti a lui << io la amo, Alice. E non posso
più pensare ad un
futuro senza di lei. Non riesco a pensare di tornare lassù
se lei non c’è
>> il suo sguardo divenne ancora più serio e
finì il suo discorso
<< posso fare ciò che vogliono a me, ma non
devono azzardarsi a toccarla
>>
<< Edward… >> provò a
dire Alice,
avvicinandosi al ragazzo. Gli mise una mano sulla spalla e proprio
mentre
qualcun altro varcava quella soglia sussurrò
<< fatti coraggio, andrà
tutto bene >>
<< Scusate >> disse Isobelle
<<
ho interrotto qualcosa? >> chiese. Edward la raggiunge
all’istante,
avvolgendole con le braccia e le diede un dolce bacio sulla guancia
<< Tu non interrompi e non disturbi mai,
intesi? >> la ragazza si morse il labbro inferiore e
annuì debolmente. La
vicinanza col ragazzo le faceva sempre saltare il cuore in gola. Era
una
sensazione piacevole.
<< Bhè piccioncini io vi lascio! Torno nella
mia stanza! Ah Edward >> disse Alice <<
quel favore che mi hai
chiesto, è tutto apposto! >> gli
strizzò l’occhio << ciao Belle!
>> e andò via.
<< Quale favore? >> chiese Isobelle,
ancora stretta nell’abbraccio dell’Angelo
<< Tuo padre questa sera non c’è,
quindi
pensavo, se ti va è ovvio, se saresti così
gentile da concedermi un po’ del tuo
tempo >>
<< E per far cosa, di grazia? >> chiese
maliziosa la giovane
<< Lo vedrai >> rispose e si
chinò su
di lei per baciarle le labbra. Lei catturò quelle di lui e
si trovarono
nuovamente avvolti in un vortice di passione << ti
aspetto questa sera
nel grande salone >> disse e Isobelle annuì,
mentre il giovane tornò al
suo lavoro.
Piano il ragazzo la raggiunse, senza spaventarla.
Le circondò la vita con le braccia e
l’attirò a sé, portando le sue labbra
contro l’orecchio della giovane
<< Finalmente sei qui >> disse, mentre
ispirava l’odore della sua pelle e dei suoi capelli
<< non credevo
venissi davvero >>
<< E perché? >> rispose
Isobelle,
cercando di recuperare un filo di voce senza troppo successo
<< Perché penso di non meritarti, Isobelle
>> ammise Edward. La ragazza si voltò piano,
fissando il giovane Angelo
dritta negli occhi
<< Non devi dire queste cose, forse sono io a
non meritarti >> disse lei, ma Edward le tappò
la bocca sfiorandola con
le dita
<< Non è vero e lo sai. Ma non voglio pensare
a nulla, non stanotte >> e la baciò. Isobelle
si perse in quel dolce e
passionale contatto.
<< Ti amo >> gli sussurrò a fior
di
labbra << ti amo, Edward >>
<< Ti amo anche io, Isobelle >> e la
strinse ancora di più a sé << tu
sei tutta la mia vita >> concluse
accarezzandole la guancia.
<< Isobelle? >>
<< Si? >> rispose la fanciulla
<< Hai fame? >>
<< Mm non proprio, perché? >>
<< Vorresti venire con me? >>
domandò,
incerto, Edward
<< Dove? >> chiese lei con sospetto
Edward la prese in braccio, facendola spaventare e
ridere. Con uno sguardo spalancò la vetrata
dell’enorme balcone e spiegò le ali
che, senza troppi complimenti, si manifestarono possenti strappandogli
la
camicia e la giacca << Su una nuvola >> e
spiccò il volo.
La risata cristallina della ragazza contagiò anche
l’Angelo.
<< Ma sei pazzo! >> disse lei, mentre
si aggrappava ancora di più a lui
<< Si, di te >> e la baciò,
mentre insieme
navigavano tra i cieli di una Parigi addormentata.
Edward la posò delicatamente a terra, ritirando le
ali. Lei gli si avvicinò guardandolo in viso, si
alzò sulle punte e gli schioccò
un veloce bacio
<< Grazie >> disse <<
è stato
stupendo >> ricongiunse ancora le loro bocche,
approfondendo il bacio
sempre di più. Lui la voleva, in ogni modo umanamente
possibile ed anche lei
provava quelle sensazioni.
<< Isobelle… >> disse Edward,
staccandosi contro voglia << credo che… che
sarebbe meglio che io andassi
>>
<< Perché? >> chiese la giovane,
tracciando i contorni della giacca del ragazzo << non mi
vuoi, Edward?
>> chiese
<< Si, che ti voglio >> ammise lui,
poggiando la fronte su quella di Isobelle << ti voglio
come non ho mai
voluto niente prima di adesso >>
<< E allora cosa ti trattiene? >>
chiese lei << io ti voglio allo stello modo, Edward. Allo
stesso modo
>> disse e, riprendendo a baciarlo, lo
trascinò nella stanza.
Tutte le loro barriere crollarono.
Edward la accarezzò piano da sopra il leggero abito.
Seguì i contorni del
collo, della spalla. Si soffermò qualche secondo in
più sulle forme del seno,
mentre Isobelle inarcò la testa. Il giovane posò
le labbra sulla sua gola e riprese
il suo cammino. La mano proseguì, scendendo a sfiorare la
pancia e poi il
ventre di Isobelle, per poi spostarsi sulla schiena.
Accarezzò le natiche sode,
facendo emetterò un gemito alla ragazza, e scese sulla
coscia. Sollevò piano il
vestito, palpando mentre avvolse la gambe di lei alla sua vita.
<< Io… >> cercò di
parlare l’Angelo, ma
il fiato era corto, quasi inesistente << io non so come
si fa >>
<< Nemmeno io >> rispose Isobelle
<< lo scopriremo insieme >> disse
slacciandosi il vestito, il quale
scivolò a terra. Si dedicò, così, a
liberare il ragazzo dai suoi scomodi
indumenti. Edward, di tutta risposta, fece lo stesso conducendola sul
grande
letto. I suoi occhi color cioccolato aveva un velo che Edward non aveva
mai
visto prima. Vedendo così, sotto di sé, gli
procurò un’eccitazione che non
aveva mai provato prima. Erano Secoli che vagava nei Cieli del
Paradiso, ma mai
nulla gli aveva procurato tutte quelle sensazione, che avrebbe potuto
descrivere come piacevoli.
Isobelle non credeva a se stessa. Era lì, nuda, sul
suo letto e sopra di sé a venerarla, toccarla, baciarla
c’era l’uomo più bello
e più dolce che avesse mai conosciuto. Era un Angelo, nel
vero senso della
parola, ed era suo. Totalmente e assolutamente suo.
Edward la guardava estasiato. Il suo corpo era
stupendo. Scollegò il cervello e seguì il cuore.
Accarezzò ogni millimetro
della sua pelle diafana, calda. Le mani di lei erano nei suoi capelli e
lo
guidavano. Si ritrovò a baciarle i seni, a leccare piano,
avido quelle
sporgenze così invitanti. La sentiva ansimare e questo lo
eccitava fino
all’inverosimile. Ma voleva di più. Voleva
sentirla sua, solo sua. Portò la
mano destra sul Monte di Venere e Isobelle sussultò. Non se
lo aspettava.
<< Scusami >> disse ansimando Edward
<< No, è che non me lo aspettavo…
>>
era rosso in volto. Imbarazzata, eccitata << continua
ti… ti prego
>> disse accarezzando le spalle del giovane, per passare
poi ai suoi
pettorali definiti fino agli addominali scolpiti. Il ragazzo
catturò le sue
labbra mentre spostò la mano tra le sue gambe. Lei, di tutta
risposta, le
divaricò per facilitargli l’accesso. Quando le sue
dita la toccarono così nel
profondò, a Isobelle, sembrò di impazzire. Non
resistente e sfiorò i glutei
sodi e perfetti di Edward, portando le sue mani sul davanti.
L’Angelo sussultò,
ma poi le sorrise.
Si diedero piacere l’un l’altra per molto tempo,
finché entrambi non giunsero l’apice. Edward si
posizionò meglio tra le gambe
della giovane e cominciò a scivolare nel suo personale
peccato.
<< Fidati di me >> le disse
accarezzandole una guancia << non ti farò male
>>
<< Lo so >> rispose Isobelle
<<
mi fido di te >> e si unirono in un piacere nuovo e
sconosciuto a
entrambi.
il soffitto era troppo vicino. Guardò il letto, troppo in
basso rispetto a loro
e capì. Erano sospesi in aria. Il viso beato di Edward e le
sue ali spiegate
che battevano impercettibilmente, la fecero arrivare alla conclusione
che il giovane
non se ne fosse accorto. E così era.
<< Ehm Edward… >>
<< Buongiorno amore mio >> disse
l’Angelo, aprendo gli occhi e baciandola teneramente
<< dormito bene?
>>
<< Si, ma Edward ehm… >> non
sapendo
cosa dire indicò il letto sotto di loro con un dito. Il
ragazzo si guardò in
torno, sembrava imbarazzato.
<< Ops, scusa! >> disse, tornando
giù
<< non sono abituato a tutto e questo e…
Davvero scusa >>
<< Shh Edward >> disse lei, posandole
un dito sulle labbra << è tutto bellissimo. E
tu sei sorprendentemente
stupendo >> e ripresero a baciarsi, finché che
fu ora di alzarsi e
tornare alla loro vita, apparentemente normale.
<< Il vostro comportamento è stato
imperdonabile >> disse << mi avete deluso,
avete deluso tutti! Ma
soprattutto il nostro Dio! >>
<< Ma non abbiamo fatto nulla >>
provò
a controbattere Alice
<< Silenzio! >> la zittì Castiel
<< forse tu, piccola Alice, ma Edward…
>> disse spostando lo
sguardo su di lui << tu ti sei innamorato della tua
Protetta! Le hai
donato il tuo cuore, il tuo corpo! >>
<< Io la amo, Signore >> ammise il
giovane
<< Questo va contro tutto ciò in cui crediamo
>> rispose Michele
<< Alice, tu potrai restare. Ma tu Edward, tu
perderai tutto >> intervenne Gabriele
<< Cosa? >> urlò Alice,
scattando in
piedi << ma cos’ha fatto? Perché? Si
è solo innamorato di una ragazza
pura! Innocente, gentile! Buona! E viene punito per questo?
>>
<< Silenzio! >>
l’ammonì Uriel
<< No! >> si imputò lei
<< se
punite lui, dovrete punire anche me! >>
<< Alice! >> Edward scattò in
piedi e
le andò vicino, prendendola per le spalle <<
ragione, ti supplico!
>>
<< L’ha detto >>
pronunciò quelle
parole, Uriel, in tono freddo << ora tornate sulla terra
e attendete la
nostra chiamata >>.
I due Angeli annuirono.
Nella Piazza centrale, la giovane Isobelle, correva
alla ricerca del suo Angelo. Era sparito nel nulla, la mattina
precedente e
ancora non era tornato da lei. Era mezzanotte e la ragazza si trovava
lì, mezza
vestita e a piedi scalzi.
<< Edward! >> lo chiamava a gran voce
<< Edward dove sei? Ti prego torna da me! Edward!
>>
<< Isobelle >> quella voce
l’avrebbe
riconosciuta ovunque << amore mio, non dovresti essere
qui. È pericoloso >>
<< Perché? Perché è
pericoloso? Cosa succede?
>> il ragazzo l’attirò a
sé e l’abbracciò. A quel punto tutto
tacque. Non
le importava cosa fosse accaduto, lei era con lui. Importava solo
questo.
<< Devi tornare al Palazzo, ti prego >>
il tuo di Edward era implorante
<< Io voglio restare con te >>
<<
Lo voglio anche io, ma devo risolvere
alcune questioni. Ti prego. Ora va a casa Principessa, riposa. Domani
mattina
tornerò da te, è una promessa >> si
chinò su di lei e la baciò. Quel
contatto durò troppo poco, ma Edward era già
scappato via.
Devi tornare
Edward disse
Alice nella sua mente stanno per dare il Verdetto,
devi fare
presto!
Si assicurò che nessuno lo stesse guardando.
Spiegò
le ali e spiccò il volo.
Solo quando raggiunse il Paradiso si rese conto di
quello che aveva lasciato.
In mezzo alla Piazza, una ragazza, giaceva a terra.
Morta.
<< NO! >> urlò l’Angelo,
accasciandosi << non erano questi i patti! Questa
è la mia
punizione?
Perdere lei? L’avete uccisa voi! >>
<< Questa è solo una conseguenza, Edward!
>> disse Uriel << noi non siamo assassini.
Questa è solo una
conseguenza a ciò che hai fatto, a ciò che avete
fatto entrambi >>
L’Angelo non capiva più nulla. Non gli importava
più nulla. L’unica persona che aveva mai amato ora
giaceva al suolo, priva di
vita. Per colpa sua.
<< Fatelo >> disse freddo
<< Sai cosa comporta Cadere? >> chiese
Castiel
<< Non mi importa >> rispose, privo di
vita << non mi importa più niente, adesso
>>
<< Ascolta bene, Edward. Ascolta attentamente
queste parole. Fino
a quando non capirai il tuo errore tornare non potrai. Ricordalo. Solo
quando
arriverà il giorno in cui rincontrerai la tua tentazione e
la vincerai, solo
allora ritornare potrai >>
detto ciò, il
grande Angelo guardò il giovane dritto negli occhi e lo
spinse giù.
Egli Cadde. Il tempo sembrava non
passare mai. Sentiva il dolore delle Ali, che piano si spezzavano,
strappandosi. Ma non gli importava.
Quando sentì la terra sotto i
piedi, capì che non gli restava più nulla.
<< Lei non centrava
>> disse alla piccola figura mal ridotta, accanto a lui
<< Lo so >> rispose. Alice
lo abbracciò, lasciandolo sfogare. Lasciandogli versare
tutte le lacrime che
gli opprimevano il cuore.
Eccomi qui! Allora cosa ne
pensate? Io come già detto prima tengo moltissimo a questo
capitolo... Perchè spiega bene il tutto. Tutto quello che
è successo in quella vita tra Edward e Bella (Isobelle).
Spero che vi sia piaciuto....
≈ Risposte alle Recensioni
Amantide : Ciao amanta!! Fissata con gli spoiler eh? Ahahah allora cosa ne pensi di questo capitolo, è stato soddisfacente? Ha risposto alle tue domande, spero! XD bhè che altro dirti, ci sentiamo su fb! Bacione <3bella cullen89 : Ciao tesoro! Non è per nulla la tua solita recensione, ma studiavi quindi va bene XD spero che il capitolo ti sia piaciuto e che ora il quadro sia ancora più chiaro! Ci sentiamo su fb! Bacione <3
Sweet Bleeding Star : Ciao^^ Eh si, finalmente tutta la verità è venuta a galla! Era ora, no? XD Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto! E spero che questo sia stato anche più bello! Per rispondere alle tue domande dovrai solo attendere e leggere… per il resto, non mi sono ispirata a Patch! L’ho letto, eh! Però da lui ho preso solo un pò la stronzaggine di Edward e il fatto delle cicatrici, perché mi sembra una cosa molto realista! Alla prossima recensione! Un bacio
monibiondina : Ciao^^ Wow sono contenta di averti procurato una tale emozione! *-* tutte le tue domande presto avranno risposta! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto come è davvero piaciuto a me scriverlo! Alla prossima recensione! Un bacio
edbell96 : Ciao^^ sono contenta che tu abbia capito! Ma credo che adesso, dopo questo capitolo, le cose siano moooolto più chiare, no? Grazie per il crudele ahahahah ma ci vuole un po’ di suspance XD alla prossima recensione! Un bacio
thecarnival : Ciao amica!! Scopiazzato? Mmm diciamo che ho preso spunto, ma le cose anche mettendo insieme libri, film e telefilm non arriveranno mai a ciò che ho fatto io ahahahah si sono contorta!! È Martedì come puoi vedere e come promesso, visto il tuo esame, ho postato il continuo!! Spero che ti sia piaciuto!! Ci sentiamo su fb! Un bacione <3
Marie : Ciao Marika!! Meno male che non ti stancherai mai di leggerla!! Anche se sta volgendo al termine *me triste* Edward è caduto da molto in alto, hai detto bene!! Ha rinunciato a tutto per lei… Spero che questo tuffo nel passato di sia piaciuto come è piaciuto a me scriverlo!! Ora ti saluto e ci sentiamo su fb! <3 ah quando hai bisogno di qualcosa chiedi pure! Mi fa piacere! Un bacione!
lilyanne89masen : Tesora mia bella!! *-* ecco il tuo capitolo preferito, contenta?? Ah e grazie per avermi fatto capire come si mettono le immagini ù.ù ahahahahah ti voglio bene <3 un abbraccione!