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Autore: FFFAN    02/02/2011    1 recensioni
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso.
Genere: Drammatico, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio spirito corse contro Eiko e provò a colpirla con un colpo al petto. L’invocatrice si difese con una pietra che non avevo mai visto. La pietra si distrusse e da essa fuoriuscirono delle luci bianche. Ad un tratto il mio mezzo di distruzione di Gaya si fermò e si girò verso di me. Subito dissi:
“Che cosa succede? Che cosa gli hai fatto? Perché si è voltato verso di me? Dimmi che cosa è successo.”
Sorrise maliziosamente e mi rispose:
“Semplice! Gli ho fatto distruggere la sua pietra e adesso non ha più un padrone. Per poterlo rigovernare si devono unire i due pezzi di questa pietra. Sfortunatamente per te, ce li ho io e tu non li toccherai neanche morto. Adesso, preparati per la furia di Gilgamesh”
Io ero quello che l’avevo convocato, non poteva mettersi contro di me. Non era possibile che succedesse. Senza di me non sarebbe mai tornato, non poteva ribellarsi. Provai a separarlo di nuovo in Adegehiz e Ghizamaluk. Non succedeva niente. Non si divideva, rimaneva nella forma suprema. Non potevo credere che sarebbe finita in quel modo. Non potevo crederci. Decisi allora di scappare ma non potetti neanche girarmi che mi trafisse con la sua spada per poi scomparire. Io toccai la mia ferita e cominciai a pensare a tutto quello che avevo fatto. Non sapevo neanche perché lo avevo fatto. La luce rossa e nera uscì dal mio corpo e cominciò a cercare un altro corpo in cui rifugiarsi. Presi il mio coltello e glielo lanciai contro trapassandolo. La luce esplose creando un’intensa esplosione. Fummo scaraventati tutti lontani e io mi ritrovai da solo su una piccola isola. Sentivo degli strani versi che dicevano –Kuè-. Erano gli stessi versi che facevano quei chocobo che cavalcai insieme a Gidan, Garnet ed Eiko. Oh, Eiko! Se non fossi diventato quello che sono diventato, mi sarei potuto innamorare di te. Non posso credere che stia per morire senza mai essermi innamorato. Non ho mai potuto dare il mio primo bacio e non ho neanche potuto salutare la mia famiglia. Quella maledetta luce mi ha rovinato la vita. Forse sarei sopravvissuto o forse no senza quella luce. Quello che conta adesso è che sto per morire. Ho ucciso una persona con le mie stesse mani, ho fatto uccidere moltissime persone. Sono un mostro eppure mi sento così leggero. Mi sento come se non avessi nessuna colpa. Mi sento vuoto e leggero come una piuma. Mi sembra di poter volare come un uccello. Mi sembra che il vento possa portarmi via senza neanche un minimo sforzo. La mia fine è giunta e con me è giunta anche la fine di Esto Gaza. Ero l’ultimo abitante e ho commesso atrocità imperdonabili. Ho infangato il nome della mia città natale. Non merito di riposare in eterno, merito di soffrire in eterno. Spero che si dimenticheranno presto di quello che è successo oggi. Ho distrutto parecchie vite in un solo giorno e non voglio sopportare questo peso per molto tempo. Sto pensando a me come ultimo pensiero. Tutto quello che è successo è stato a causa del mio egoismo e anche il mio ultimo pensiero è su di me. Di una cosa sono felice, non sapranno mai quale sia il mio nome. La mia vita è finita ed è ora che ne nasca una nuova. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso.
  
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