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Autore: SBush    02/02/2011    1 recensioni
La storia di un gruppo di amici che si ritrova dopo sei anni allo Yellowstone Summer Camp, dove trascorrevano le loro estati.
Amori persi e ritrovati, amicizie sopravvalutate, tradimenti, notti folli...
« Mentre camminava verso la Casa Zero lasciò ai ricordi il permesso di impossessarsi della sua mente. Ripensò all’ ultimo anno trascorso lì, allo Yellowstone Summer Camp. Era passato così tanto tempo che non riusciva quasi a credere di essere di nuovo lì… le emozioni e le sensazioni che aveva provato quell’ultimo anno non l’avevano mai lasciata. »
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUATTRO ANNI PRIMA


Tutto è iniziato allo Swimming Camp, dove Brooke ha passato un’intera estate lavorando come bagnina.
Josh, il suo ragazzo, aveva insistito tremendamente per passare due settimane in Europa con lei, così erano andati in un’agenzia viaggi per farsi fare un preventivo.

Londra: 1.900 $
Parigi: 2.100 $
Roma: 1.800 $
Madrid: 1.600 $
 

Alla fine avevano optato per Londra, ma le risorse economiche di entrambi erano scarse, così si erano iscritti al programma di lavoro estivo della loro scuola, che collocava i ragazzi nei vari Summer Camp degli USA. Lui era finito in Arizona, in un centro estivo dedicato all’equitazione, mentre lei era stata spedita in Florida. Inutile dire che per quattro mesi dovettero accontentarsi di videochiamate ed sms.
Maggio passò, lento e noioso, ma passò.

Brooke iniziava a chiedersi come avrebbe fatto a rimanere Spring Hill fino a inizio Settembre. Le giornate sembravano interminabili. Certo, il lavoro le occupava gran parte della giornata, ma la sera le sarebbe piaciuto uscire, divertirsi... insomma, era in Florida! Purtroppo gli altri ragazzi che lavoravano lì erano tutti più grandi di lei, e la escludevano spesso perché ancora non poteva bere, né entrare nelle discoteche. Il suo documento falso le era stato ritirato mesi prima, durante un controllo in un locale.
La sua salvezza arrivò con Lucas, che la mattina del 3 giugno arrivò in spiaggia con una maglietta che diceva:

 

“Spring Hill Swimming Camp
STAFF” 

“Hey Hey Spring Hill, ecco a voi il nuovo e fighissimo bagnino!”
Brooke non riusciva a credere ai suoi occhi! “Ciaaao Luke! Oddio, non riesco a crederci, anche tu qua? Con tutti i posti che esistono al mondo sei venuto a lavorare proprio qui?”
“B. Roberts! Vieni, fatti abbracciare”

Erano amici da anni. Quando erano piccoli frequentavano lo stesso corso di nuoto e più avanti entrarono anche nella squadra agonistica. Non erano migliori amici, anzi, a dire il vero si sopportavano a malapena! Tuttavia, crescendo, si avvicinarono. Iniziarono le cene, le feste e i ritiri con la squadra, ed ebbero più occasioni di parlare e di confrontarsi su moltissime cose. Poi arrivarono le gare e le trasferte: quando sei obbligato a convivere per quattro giorni con le solite sei persone è normale che si creino dei legami.
Gli piaceva stare insieme e parlare del più e del meno.
Lui le raccontava di ciò che avrebbe fatto da grande, dei Paesi che avrebbe visitato, delle ragazze che avrebbe conquistato e lei lo ascoltava affascinata. Lui aveva la capacità di ammaliarla. Quando parlava sembrava che narrasse una storia. Sbrodolava parole incantate, parole che – Brooke glielo aveva sempre detto – sarebbero state perfette se miscelate insieme a qualche nota.
Lei invece era una sognatrice. Lo obbligava a contare le stelle e a cercare le costellazioni. Gli parlava dei romanzi più belli che aveva letto e gliene consigliava alcuni.
Erano amici, ecco tutto.
“La squadra ha bisogno di soldi per poter partecipare alle regionali della prossima primavera, così ci stiamo dando tutti un po’ da fare. Ma non avrei mai immaginato di trovarti qua! Sembra quasi assurdo! Quant’è che non ci vediamo? Un anno? Ma sì, dallo scorso summer camp allo Yellowstone”.
“Già. Il mio ultimo anno lì non lo dimenticherò tanto facilmente”.

Lucas si ambientò facilmente e, com’era prevedibile, tutti lo adoravano. Era molto esuberante e con la sua allegria contagiava tutti. Le giornate, dopo il suo arrivo, sembravano più veloci e Brooke si era accorta di cercarlo in continuazione. Pensava che fosse normale, dopotutto era un volto  conosciuti in mezzo a quelli di tantissimi estranei. Gli animatori e i bagnini, lì a Spring Hill andavano e venivano – molti infatti erano stati assunti solo per due o tre settimane – così l’unica presenza fissa era la sua.

Quando arrivava la sera si ritrovavano nella sala centrale dell’hotel e chiacchieravano, a volte invece uscivano e giravano per la città senza una meta ben precisa.
Stavano bene e finalmente anche lei aveva trovato un suo equilibrio. Era in Florida e si divertiva. Pensava sempre meno a Josh perché si sa: quando le giornate sono piene la mente scappa via.
Una sera però accadde ciò che si aspettavano in molti.
Erano in un pub (l’amico era riuscito a procurare a B. un documento che le attribuiva 21 anni) e, dopo qualche shottino di troppo, tornarono in hotel.
Brooke si reggeva a malapena in piedi così Lucas decise che era meglio accompagnarla fino alla stanza. Grosso errore.

“Eccoci qua. Dove hai messo la chiave?”
Lei gli passò la borsetta e si accasciò a terra.
“No, no, no, no… se ti stendi è peggio! Su, rimettiti in piedi” e pronunciando l’ultima parola riuscì ad aprire la porta. Entrò ed appoggiò sulla sedia più vicina la borsa, poi tornò in corridoio e tese una mano all’amica “Dai vieni che ti porto dentro”.
A fatica riuscì a sollevarla, la condusse fino al letto e le disse di aspettare lì. Tornò cinque minuti dopo con una tazza piena di caffè e gliela porse.
“Io non la bevo questa brodaglia schifosa”
“Dai B. ti farà stare meglio”
“Ma a me fa schifo!”
“Ma cos’hai, cinque anni?” e iniziò a ridere.
Brooke prese finalmente la tazza e a piccoli sorsi bevve tutto il caffè.
“Faceva schifo, lo sapevo!”
“La signorina non è che ringrazia per l’aiuto, si lamenta!”
“Luke sto male, non berrò maiii più!”
“Sì, proprio come la scorsa settimana e come quella prima ancora. Dai buttati giù che ti copro e vado a dormire”.

La spinse verso il cuscino e la obbligò a sdraiarsi.
In un momento si ritrovarono con i visi vicinissimi l’uno all’altro.
Respiravano all’unisono.
Naso contro naso e poi, bocca contro bocca.
Fu un attimo.

Le loro labbra si erano unite e le loro lingue giocavano a rincorrersi.
Poi Brooke lo spinse via, con quel poco di forza che le rimaneva.
“No! No, no, no, no. Oddio che ho fatto. Questo non può proprio succedere, io ho Josh e tu… tu hai una ragazza diversa ogni settimana. Noi non possiamo, io non posso. Tu sei mio amico e non voglio proprio rovinare tutto e…” continuava a sbrodolare fuori parole, una sull’altra. Lucas non riusciva nemmeno a capire ciò che stesse dicendo. Le prese il viso fra le mani e la baciò di nuovo. Lei si scansò e lo guardò dritto negli occhi. Quegli enormi occhi blu che la fissavano a loro volta.
Si arrese, decise di fidarsi del suo istinto per una volta.
Gli prese una mano e lo trascinò giù con lei.

***

La luce filtrava piano dalla finestra, Brooke si voltò e trovò accanto a sé Lucas.
Velocemente ripensò alla sera prima e si maledì. Maledì la sua irrazionalità, il suo istinto e il bellissimo ragazzo che le giaceva accanto.

Non fece in tempo ad alzarsi dal letto che iniziò a squillarle il cellulare. Josh la chiamava ogni mattina per augurarle il buongiorno. Cosa doveva fare? Cosa gli avrebbe detto?
Rifiutò la chiamata e gli mando subito un messaggio: 

<< Sono in ritardo per la lezione di acquagym. Ti chiamo più tardi. Ti amo >>

Lo amava davvero?
In quel momento ogni cosa le sembrava troppo confusa per comprenderla.
“Buongiorno principessa”
Si voltò: era Luke che le mostrava un sorriso a trentadue denti.
“Non chiamarmi mai più così. Non sono una principessa e fidati, è l’ultima cosa che voglio essere. Comunque alzati, dobbiamo scendere per la colazione e io ho un corso di acquagym tra venti minuti. La testa mi scoppia e non so nemmeno se riuscirò ad affrontare questa giornata. Quindi per favore, esci…”
Lucas si incupì un poco ma capì subito a cosa stava pensando la ragazza. Avevano trascorso una notte insieme e per lei probabilmente era solamente stato un grosso sbaglio da dimenticare, e alla svelta anche.
Uscì dalla stanza senza dire una parola, le rivolse solamente un breve sguardo.

*** 

Erano trascorsi tre giorni da quella fatidica notte.
Brooke aveva raccontato ogni cosa a Josh e lui l’aveva perdonata. Ovviamente prima avevano litigato, si erano urlati cose tremende al telefono e avevano pianto. Alla fine, lui aveva deciso che lei era troppo importante e voleva averla nella sua vita. Stava cercando di mettere un’enorme croce sull’accaduto, ma non era facile se lei restava lì.
Così B. andò a parlare col direttore e si licenziò.
Le rimaneva una settimana di lavoro, poi se ne sarebbe andata lontano da Spring Hill e lontano da Lucas.
Non si erano più parlati, ma si era accorta che lui la cercava spesso. La guardava quand’erano in mensa e ogni sera rimaneva per ore nella sala centrale dell’albergo, in sua attesa.

Il pomeriggio prima della sua partenza decise di parlargli. Meritava delle scuse e delle riposte, non poteva andarsene senza prima avere chiarito la situazione con lui.
Lucas aveva il pomeriggio libero, così bussò alla porta di camera sua sapendo di trovarlo lì.
Quando lui aprì rimane sorpreso.
“Ah. Pensavo che te ne saresti andata senza nemmeno un saluto” disse in tono piatto.
La fece entrare e si sedettero l’uno accanto all’altro, sul divano.
“Luke ascolta… io ho sbagliato. Non posso permettermi di perdere tempo e divertirmi con te, perché ho un ragazzo. Lui mi ama e anche io penso di amarlo. Stiamo insieme da un po’ e non voglio buttare all’aria tutto quello che abbiamo costruito insieme. Cerca di capirmi…”
“Io capisco solo che tu hai paura di provare a stare con me. Hai paura. Lui ti da sicurezza, sai cosa aspettarti: è una persona calma, non ti farà mai del male e di lui puoi fidarti. Io sono un oblio per te, un buco nero. Non vuoi buttarti perché hai paura.”
“Non dire così, non è vero…” ma era rimasta senza parole. La verità era proprio quella che il ragazzo aveva appena pronunciato.
“Lucas noi siamo amici, e basta. Siamo troppo uguali per poter stare insieme. Siamo due testardi, discutiamo per ogni cosa. Non potremmo mai stare bene come una coppia”
“Non lo sai e non puoi saperlo. B. io voglio stare con te. Tu lo sapevi quella notte in cosa ti stavi immischiando, sapevi che ti ho sempre guardata in modo diverso. Quando si fa sesso si è in due… lo volevo tanto quanto me!”
“Ti ho detto che è stato uno sbaglio. Forse hai ragione, mi piaci. Però davvero… io non posso”
“Non puoi o non vuoi?”
“Non posso. Sto con Josh. Ciao Luke…”
Pronunciando le ultime parole si alzò e si diresse verso la porta.
Il ragazzo però fu più veloce di lei: afferrò la sua mano, la voltò con forza e la baciò.
Un bacio diverso dal primo. Questo era lento, dolce e aveva un qualcosa di malinconico dentro di sé.
Per lui era il tentativo disperato di tenerla ancora legata a sé.
Per lei era un addio.

***

Erano passati due mesi.
Brooke era all’aeroporto e stava per prendere un aereo che l’avrebbe portata a Londra, insieme a Josh.
Il suo cellulare vibrò e il display segnava un messaggio non letto. Era di Lucas. Lo aprì.

<< Torna presto, io ti aspetto qua. Buon viaggio principessa >>

B. sospirò. Si erano sentiti per due mesi tra mail, telefonate ed sms.
Ora basta.
Aveva scelto di stare con Josh e doveva smetterla di cercare Lucas.
Aveva deciso che non gli avrebbe più scritto, che non gli avrebbe più riposto e soprattutto che, una volta tornata a casa, non l’avrebbe visto. 

Così fece.

   
 
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