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Autore: kyssy    02/02/2011    2 recensioni
Dopo tutto quello che hanno passato, Bella e Edward si aspettano di vivere felici e contenti per l'eternità, ma non è così. La figlia Nessie rivela di aver ereditato dalla madre, oltre gli occhi, tutta la sua testardaggine. Non solo: un bel lupo di nome Jacob e l'ostilità dei Volturi. Ed entrambi costituiscono un problema per la famiglia Cullen. Da che parte starà Nessie?
Dal prologo:
"Quegli intensi occhi rossi mi fissano minacciosi. Hanno sete, ma non del mio sangue misto ma di quello della persona più importante per me."
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
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Il capitolo era troppo lungo quindi l'ho spezzato a metà...spero di poter aggiornare il prima possibile...

CAPITOLO 2





Jacob era con noi da poco più di una settimana. L'avevo accompagnato qualche volta a caccia. Entrambi come predatori. Come quando ero piccola e per farmi mangiare ci doveva essere lui che competesse con me. Probabilmente avrebbe mangiato più volentieri cibo umano, invece di doversi trasformare ogni volta in lupo, ma nella mia famiglia era impossibile trovare cibo di quel genere. Se aprivi il nostro frigo trovavi solo riserve di sangue di varie specie. Anche del sangue umano che mio nonno comprava in nero all'ospedale. Di certo niente che facesse al caso di Jake.

Era incredibile quando si trasformava. Non era un lupo normale. Il suo manto era dorato e soffice. E la sua stazza era enorme come quella di un orso. Ma era magnifico in tutta la sua maestosità. Quando ero piccola mi portava sulla sua schiena e correva veloce, in modo che il vento facesse volare i miei capelli, ma ora ero cresciuta, non che fossi pesante per lui, ma non mi permettevano di fare più giochi da bambina, almeno non da quando avevano scoperto cosa era successo due anni prima quando ero stata io ad andare a trovarlo alla riserva. Da allora non ci aveano più lasciati soli. E pensare che non era nemmeno stata colpa di Jacob, ma colpa mia. E non era nemmeno una cosa di cui si dovesse fare una tragedia.

Semplicemente l'avevo baciato. Gli avevo dato il mio primo bacio. Avevo sei anni e ne dimostravo quattordici. Ero andata da mio nonno che abitava a Forks la città vicino alla riserva dove stava Jake. Era da un po' che non ci vedevamo così nonno mi aveva portato da lui, ma invece di rimanere con me era andato a pesca con Billy il padre di Jacob, e ci avevano lasciati soli. Certo non è che credessero che a quell'età potessi fare chissà che cosa. Io e Jake non sapevamo cosa fare, non potevamo andare a caccia perché nella riserva era proibito così mi aveva portata a fare una passeggiata sulla spiaggia di La Push. Nonostante non ci fosse sole era una giornata abbastanza calda, non c'erano molte persone sulla spiaggia, più che altro persone della riserva e alcuni ragazzi che venivano da Forks. Per sbaglio mangiando un gelato mi ero sporcata il naso di panna, così Jake aveva preso un fazzoletto per pulirmi. Quando si era avvicinato a me avevo sentito il suo respiro bruciarmi la pelle che mi stava diventando incandescente man mano che mi si avvicinava, così avevo alzato la testa per dirglielo, ma l'avevo guardato negli occhi e mi ci ero persa completamente, avevo sentito qualcosa che mi attirava a lui. Avevo chiuso gli occhi e prima ancora che me ne accorgessi le mie labbra avevano sfiorato le sue. Una scossa elettrica aveva attraversato entrambi costringendoci a dischiudere le labbra, facendomi dare così il mio primo vero bacio alla persona che sino a qualche istante prima consideravo ancora come un fratello. Eravamo ritornati a casa di Jacob senza rivolgerci la parola, muti come se quel bacio non fosse mai esistito, e non avevamo detto niente nemmeno quando mio nonno era venuto a riprendermi. Così non c'eravamo visti per qualche giorno, e io avevo smesso di pensarci per paura di essere scoperta da mio padre che leggeva nella mente o da mio zio Jasper che poteva identificare immediatamente il mio umore. Poi però Jacob era venuto a casa, e nell'istante stesso in cui c'eravamo visti la sensazione e il ricordo di quel bacio erano riaffiorati senza che noi potessimo controllarli. E mio padre aveva visto quei ricordi attraverso le nostre menti, e in uno scatto d'ira aveva urlato a Jacob di fronte a parte della mia famiglia.

"Hai baciato mia figlia".

Prima ancora che me ne rendessi conto i miei genitori erano su Jacob tentando di staccargli quelle labbra che avevo baciato, e le mie zie mi tenevano ferma in modo che io non potessi intervenire. Ero arrabbiata, furiosa, perché lui stava pagando per qualcosa di cui non aveva colpa, senza accorgermene stavo trasmettendo quei pensieri alle mie zie che rimasero scioccate e mi lasciarono. Io corsi in soccorso di Jacob facendo allontanare i miei genitori da lui con una forza che nemmeno loro si aspettavano che io avessi.

Da quel giorno le visite tra me e Jacob si erano fatte meno frequenti, e ogni volta avevamo qualcuno che ci faceva da guardia, perché io ero troppo piccola e sia io che Jacob non sapevamo controllare i nostri impulsi quando eravamo da soli. Anche il contatto si era limitato al minimo, perché ogni volta che ci sfioravamo ci arrivava qualche occhiataccia che ci faceva separare subito. Ma più io crescevo più quell'impulso diventava forte e pressante tra di noi, e adesso che avevo completato la mia crescita era praticamente impossibile resistere.

Guardai Jacob afferrare la sua preda e affondare i suoi denti per staccargli la pelle, ancora prima che quella smettesse di dimenarsi. I suoi istinti animali erano molto simili ai miei durante la caccia, peccato che se mi avessero disturbata mentre io dissanguavo la mia preda sarei saltata immediatamente alla gola di chi mi stava disturbando. Forse ero più animale di quanto pensassi.

Era incredibile come Jake si adattasse alle esigenze da lupo quando era trasformato, se non avessi guardato i suoi occhi avrei immaginato che fosse semplicemente un lupo dalle proporzioni esagerate; riusciva a mangiare la carne cruda senza alcuna esitazione, a volte mi chiedevo come facesse: a me piaceva il sapore del sangue, forse anche più del lecito, ma quando mangiavo cibo umano che era ancora crudo mi veniva il voltastomaco.

Ora era il suo muso a ipnotizzarmi, era completamente sporco di sangue, e solo il colore mi fece venire sete, iniziavo ad avere fame. Forse avrei dovuto cacciare un po' prima di rischiare di perdere il controllo.

Mi voltai alla ricerca di qualche preda facile, non mi importava se era un'altra stupida erbivora alce, avevo sete e non volevo saltare al collo di Jacob dissanguandolo.

Chiusi gli occhi estraniando tutto. Aprii la mia mente e affinai i miei sensi. Stavo cercando un unico suono, quello di passi animali. Respirai profondamente l'aria pesante che mi circondava e avvertii che presto la pausa di ventiquattro ore della pioggia sarebbe finita.

Poi trovai un profumo che avevo sentito solo poche volte, e che nessuno mi aveva mai consentito di seguire. Era il profumo di un animale carnivoro.

Non mi importava che mia madre fosse a qualche metro di distanza e mi avrebbe potuto fermare, in quel momento ero una cacciatrice spietata che aveva trovato la sua preda e l'avrebbe seguita a qualsiasi costo. Niente mi avrebbe fermata. Ero diventata preda dei miei istinti selvaggi e probabilmente se avessi sentito sangue umano avrei puntato su quello, ma era improbabile che qualcuno quel giorno si addentrasse così all'interno della foresta, sopratutto visto che sarebbe arrivata una tempesta.

I miei sensi mi dicevano di puntare verso nord, e decisi di seguirli, mi dicevano anche che accanto a me c'era una preda più succulenta, ma era Jake e non volevo fare del male a chi volevo bene.

Riaprii gli occhi e sfrecciai verso la direzione da cui arrivava l'allettante profumo. Ero veloce, e non volevo che qualcuno mi seguisse, ma sfortunatamente alle calcagna avevo un enorme lupo e mia madre che mi stavano seguendo. Non sapevo se anche loro avevano sentito quel profumo, ma in ogni caso la preda era mia.

Corsi ancora più veloce tentando di seminarli, non volevo essere disturbata. I rami degli alberi tentavano di graffiarmi, ma le poche ferite che riuscivano a farmi si richiudevano immediatamente senza lasciare traccia sulla mia pelle perfetta. Il verde mi passava a fianco deforme a causa della mia velocità. Non importava.

Poi mi fermai. Ero arrivata in una piccola radura, dove il sangue del carnivoro mi aveva trascinata. E lui era li, enorme e del pelo scuro. Era un enorme orso grizzly, e a giudicare dall'odore era un maschi. Bene, mi serviva un po di movimento, ero stufa di alci o altri erbivori, avevo un succulento orso di fronte a me e sentivo il suo sangue pulsare nelle vene come se mi stesse invitando a bere. Era lì tranquillo, non si era nemmeno accorto della mia presenza e di sicuro appena mi avesse visto avrebbe pensato di essere già morto, stava finendo di mangiare una carcassa per me per niente invitante. Sarebbe stato ancora più nervoso, perché gli avrei interrotto il pasto, ma io avevo sete e ora era diventato lui la preda. Chissà se averebbe sentito che io ero pericolosa e che lui era in pericolo?

Mi avvicinai di più facendo il minimo rumore, poi quando calcolai che la distanza che ci separava poteva essere annullato da un mio balzo, capii che era il momento. Sentivo i miei muscoli fremere, l'adrenalina dentro di me cresceva, non mi ero mai scontrata realmente con un animale così grosso, sempre se non contavo l'addestramento che avevo fatto con mio zio Emmett che sembrava davvero un grizzly quando combatteva.

Ero pronta. Saltai in avanti cercando di afferrare la mia preda alla gola in modo da poter conficcare i miei denti nella sua giugulare e succhiare il suo sangue sino a quando non ce ne sarebbe più stata alcuna traccia.

L'enorme animale si voltò verso di me proprio quando gli ero sopra. Le mie braccia afferrarono la sua gola, ma era più pesante e forte di quanto mi fossi immaginata. Avevo sbagliato i miei calcoli. Non sarebbe stato facile come avevo immaginato all'inizio. L'enorme orso si dimenava con me sulla sua schiena, l'avevo interrotto nel suo pasto ed era molto nervoso. Prima che me ne potessi accorgere mi scaraventò a terra facendomi sbattere la testa a una pietra. Un dolore lancinante mi assalì e sentii il mio sangue scorrere. Questo non andava bene. Saltai in piedi in posizione di difesa, e fortunatamente riuscii a non farmi colpire da un'enorme zampata. Il grizzly si mise in posizione eretta e dalla sua bocca uscì un ringhio orribile, ma non mi spaventai ero abituata a certi versi di animale. Stavo iniziando ad avere davvero molta sete. La mia gola bruciava, era arsa, aveva bisogno di essere dissetata prima che mi facesse impazzire. Mi scansai prima che l'orso mi desse un'altra zampata, salii su un masso dietro di lui e gli saltai nuovamente addosso, ma stavolta gli affondai i miei canini nella gola e iniziai a succhiargli il sangue. Era qualcosa di inebriante, certo non come poteva esserlo il sangue umano, ma qualcosa che ci si avvicinava molto. La mia gola esultava di gioia, ma proprio quando credevo che si fosse arreso alla mia morsa, l'enorme animale si buttò di schiena tentando di schiacciarmi sotto il suo peso. Mollai la presa e sgusciai da sotto l'orso. Mi faceva male ovunque, i muscoli erano tesi tirati al massimo come mai prima d'allora e mi facevano un male cane. Tentai di muovere il braccio, ma iniziò a bruciarmi, quella cosa enorme mi aveva morsa anche abbastanza profondamente, e come se non bastasse mi aveva ridotto a brandelli i vestiti. Perfetto così ora chi l'avrebbe sentita zia Alice? Sbuffai concentrandomi sul mio obbiettivo, e attaccai di nuovo, stavolta frontalmente. L'orso si era rialzato un po' barcollando, dal suo collo ricoperto dei peli della sua pelliccia bruna colava il sangue della ferita che gli avevo inferto. Entrambi feriti, eravamo pari. La mia rabbia e la mia sete crescevano ogni secondo di più, dal profondo della mia gola uscì un suono che mi fece quasi spaventare, gli stavo ringhiando contro. Gli saltai alla gola prima che potesse fare qualsiasi cosa e gli affondai di nuovo i denti nella carne facendogli un'altra profonda ferita e succhiargli altro sangue. Di nuovo lui mi scaraventò a terra e stavolta la sua zampata riuscì a graffiarmi profondamente sulla pancia lacerando quel che rimaneva della mia maglietta. Sentii qualcuno che gridava e chiamava il mio nome.

"Renesmee".

Probabilmente era mia madre pensai di sfuggita. Mi rialzai a fatica pronta a riattaccare il grizzly, ma qualcuno fu più veloce di me. Un enorme lupo saltò addosso all'orso lacerandogli completamente la pelle. L'odore di sangue mi avvolse e non seppi più controllarmi, anch'io saltai sull'orso ormai in fin di vita e affondai per l'ultima volta i miei denti nel suo collo per succhiargli tutto il sangue da animale carnivoro che gli era rimasto in corpo, ma prima che io finissi la mia opera qualcuno mi staccò dalla carcassa da cui mi stavo nutrendo. Ringhiai nuovamente contro, ma appena vidi chi era mi rabbuiai. Jacob si era ritrasformato in essere umano e mi guardava con i suoi occhi profondi. Era perso come se stesse cercando qualcosa in me. Poi parlò.

"Cosa avevi intenzione di fare? Stavi cercando di farti ammazzare?". 

Non avevo mai sentito la sua voce così dura rivolta a me. Sinceramente non riuscivo a capire nemmeno il perché. Mi voltai, mia madre era immobile a qualche passo da me con la stessa espressione sul volto. Allora mi guardai e capii. I miei abiti erano praticamente inesistenti e io ero completamente ricoperta di sangue, dal fianco e dal braccio fuoriusciva il mio sangue da delle ferite che presto si sarebbero rimarginate, ma erano comunque molto dolorose; non riuscivo a muovere una caviglia, quindi probabilmente o me l'ero slogata o era rotta. Non mi ero mai ridotta così durante una caccia, veramente non mi ero mai ridotta così e basta, nemmeno combattendo, e si che alle volto ero riuscita a ridurmi davvero male.

Tentai di respirare, ma un dolore lancinante mi attraversò tutto il corpo, il mio fiato era corto e facevo fatica anche ad alzare il torace; la testa mi girava e pulsava troppo forte. Caddi in avanti perché le mie gambe non riuscivano più a reggermi, mi aspettavo di cadere a terra, ma qualcuno mi afferrò. La pelle di Jake era calda e in un certo senso per me rassicurante. Reggeva il mio peso come se fossi una piuma leggera, e qualcosa di molto fragile che avrebbe potuto rompersi da un momento all'altro. Guardai la sua pelle bruna, poi mi accorsi di qualcosa di strano e mi sentii immediatamente avvampare. Alzai lo sguardo sul suo viso preoccupato.

"Jake sei nudo".

Il mio era poco più di un sussurro, ma era vero Jacob mi stava sorreggendo, il mio corpo era a un nulla da lui, e lui era nudo. La mia vista si annebbiò, così anche la mia mente, non riuscii a vedere più nulla e poi nemmeno a sentire. Caddi svenuta tra le sue braccia.

Chiedo scusa per gli eventuali errori...al prossimo aggiornamento...

PS: ringrazio chiunque legge ciò che scrivo, so di non essere brava però mi fa piacere che qualcuno legga ciò che la mia mente malata immgina e inventa...

Kyssy

  
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