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Autore: Aku177    02/02/2011    1 recensioni
Allora, ragazzi, questa non è la mia prima fic.
Ne avevo scritta un'altra, sempre con il mio personaggio protagonista, ma faceva davvero schifo, sinceramente. XD
Un piccolo riassunto:
Axel è il figlio di Giovanni, litiga con il padre, cambia cognome in Flameray, va ad Hoenn, conosce Vera e si innamora.
Poi ci sono anche i fratelli Kira (KairyUchiha97) e Silver.
Beh... Godetevelo! :D
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Axel aprì gli occhi. Si alzò, si stiracchiò e guardò per qualche minuto fuori la finestra.
Minuti che furono rotti da un urlo.
-FIAMMETTA!-
Se n’era completamente dimenticato.
In fretta e furia si vestì, scese le scale e scappò fuori.
Salì sul motorino, fece per accenderlo, e quando non ci riuscì, mando una sonora imprecazione contro Arceus. Poi si mise a correre verso la casa di Fiammetta.
Arrivato lì, aveva il fiatone. E dopo essersi ripreso, alzò lo sguardo e guardò verso la casa di Fiammetta.
“Oggi… Devo riuscirci…”pensò mentre si avviava verso la casa.
Si trovò davanti alla porta, ripassando l’ultimo secondo le parole che doveva dirgli.
Bussò. Niente. Bussò di nuovo. Niente ancora. Poi notò che la porta era aperta.
Entrò lentamente, senza fare rumore, apparte lo scricchiolio della porta.
-…Fiammetta…? … Sono Axel…-
-Ti hanno mai detto che sei un coglione?-
Axel entrò lentamente.
-Sono assai ripetitivi, qui- rispose Axel. La ragazza stava fumando sul bancone.
-Come?- Chiese lei girandosi
-Si, me lo hanno detto. Però, sono venuto qui per spiegarti tutto-
-Sperando che io ci creda?-
-Esattamente- disse lui.
Fiammetta sospirò, sedendosi sul divano. Axel la seguì, sedendosi anche lui accanto a lei.
Le raccontò tutto, di Erik, di Vera, del piano che aveva ordito e che, a quanto pare, stava funzionando.
Quando aveva finito, lui si sentiva decisamente più svuotato, e lei sembrava assai confusa.
Poi commentò -Sei decisamente un coglione...-
-Lo so-
-Non avevo finito- Disse lei fredda.
Axel deglutì, preparandosi alla botta.
-Dicevo, sei un coglione. E sicuramente, sei pazzo. Ma... questo piano è fatto talmente alla scazzona, che non può essere fatto da te e dal mio simpaticissimo fratello-
Sorrise.
-E poi, dimostra che ci tieni, alle persone, anche quando le lasci-
Quindi si chinò per baciarlo. Axel si sdraiò, e la ragazza gli si posizionò sopra, seguendo il profilo del suo corpo.
Contemporaneamente, dall' altra parte della cittadina, Erik si svegliava in quel momento, con accanto Vera che lo abbracciava, e un profondo senso di soddisfazione nell animo.
Si alzò stiracchiando le braccia.
-Buongiorno- disse lei allegramente.
-Buongiorno- rispose lui sorridendole.
-Io devo andare- disse alzandosi e riprendendo i vestiti.
-Di già? Non ti fermi a prendere almeno un caffè?- chiese lei sconsolata.
-Ma sì, una tazza la prendo-.
Dieci minuti dopo, i due erano in cucina, seduti uno davanti all'altro, che sorseggiavano lentamente un caffè.
-Dormito bene?-
-Si, grazie. E tu?-
-Si, in modo ottimo-
Il silenzio fu ciò che sentirono per un po' di minuti.
-Comunque, ti amo-
Vera fu spiazzata da quella dichiarazione così diretta, e fissò esterrefatta Erik, che era serissimo.
-E ti ho sempre amata. Da quando ti ho vista nel Bosco Smeraldo, a Kanto-
Vera non sapeva cosa ribattere. Certo, anche lei si era innamorata di Erik, ma qualcosa ancora di lei era legato ad Axel.
“DIMENTICALO! È solo un traditore bastardo!”
“Come potrei? Mi sono innamorata di lui troppo profondamente!”
“Hai davanti probabilmente uno tra le persone più belle del globo, e continui imperterrita a pensare ad Axel! Certe volte mi chiedo se tu sia masochista...”
“Oh, fa silenzio!”
Bussarono alla porta in quel momento. Erik si alzò senza dire nulla, e andò ad aprire.
Si trovò davanti una ragazza che somigliava vagamente ad Axel, accompagnata da un Dusknoir.
-Posso esserle utile?-
-Si. È in casa Vera?-
Axel, circa un ora dopo, aveva lasciato in casa Fiammetta e stava tornando alla sua, per spostare le sue cose.
Quando vide che c'era fermento, si avvicinò a Erik, che stava spostando una scatola.
-Ehi, Erik!-disse lui.
Il ragazzo si girò, lo guardo negli occhi, soppesando cosa dire.
-Axel, hai un minuto?-
-Certo! Perché?-
-Vieni con me, andiamo a farci un giro-
I due si incamminarono per la via, e Erik passò una sigaretta ad Axel, fumandone una pure lui.
-Beh? Come mai sei così serio? Tu stai con Vera, io con Fiammetta, direi che va tutto alla perfezione!-
-Io e Vera abbiamo parlato con tua sorella-
Axel si fermò. Quando Kira entrava in lizza, non succedeva mai niente di troppo positivo, per lui.
-Quindi, abbiamo deciso di trasferirci-
Axel rimase scioccato da quella frase. Fissò gli occhi verdi smeraldo di Erik.
-Quando partite?-
-Domani pomeriggio saremo pronti-
-Ti ha convinto Kira?-
Erik soppesò le parole, prima di rispondere -Diciamo che mi ha aperto gli occhi-
-Su cosa?-
-Vera ti odia, Axel. Le hai letteralmente spezzato il cuore. Non vorrebbe mai più rivederti, e per questo abbiamo deciso, di comune accordo, di lasciare Sabbiafine-
-E dove andrete? Rimarrete a Sinnoh?-
-Andiamo ad Hoenn-
Altro shock.
-Prenderemo il traghetto domani-
Continuarono a camminare, in silenzio, nella direzione opposta.
-Aspetta qui-disse Erik, ed entrò dentro la casa.
Ne uscì con uno scatolone enorme.
-Qui dentro- disse poggiandolo a terra -c'è tutta la tua roba. Vestiti, oggetti personali, perfettamente imballati e conservati. La casa rimarrà vuota, ma se vuoi puoi viverci te, dopo che ce ne andremo-
Axel teneva lo sguardo basso, guardando la scatola.
Erik si girò, guardando la casa, poi sussurrò -Forse è meglio che ci parli per l' ultima volta-.
Si capiva a chi alludeva il ragazzo, mentrwe quest' ultimo faceva il giro della casa, raggiungendo il cortile.
Lui entrò, aprendo lentamente la porta.
Vera era al centro del salotto, ora vuoto, e stava imballando una scatola.
-Ciao-
La ragazza sussultò, girandosi di scatto.
I due si guardarono a lungo, senza osare proferir parola.
Poi fu Axel a rompere il silenzio.
-Senti, Vera, io...-
-Sei un coglione-
-Siete ripetitivi, qui-commentò lui sarcastico.
-Axel, voglio sapere perché-
Ogni parola che Vera diceva era come una pugnalata, e avrebbe voluto scappare, ma da che mondo e mondo, lui aveva creato quel casino e lui avrebbe, come minimo, tentato di minimizzare il danno.
-Era tutto perfetto. Io ti amavo, tu mi amavi. Perchè hai dovuto rovinare così ogni cosa?-
-Non lo so. Pensavo di amarti, ma a quanto pare siamo...-
Ma la ragazza non seppe mai cos'erano, perché lui stava ripensando alle parole di Erik.
Lei è un esperta allenatrice, io un fallito, siamo incompatibili e non ci ameremò mai.
-Siamo?-
Il ragazzo stette zitto, guardando per terra stringendo i pugni.
-Axel...-
-Fammi una promessa, Vera-
-Come?-
-Prometti che non lo farai soffrire-
La ragazza non capiva lo sfogo di Axel.
-Quello è un ragazzo raro, di quelle persone che non tradiscono. Proprio come Kira. È rimasto accanto a me, mi ha aiutato e spalleggiato in tantissimi momenti, ha addirittura accettato il mio piano per rimettere le cose a posto.
E io voglio che tu non lo tradisca. Mai-
Axel sussultò, quando Vera corse verso di lui e gli dette uno schiaffo.
-Per ricordarti che manterrò questa promessa-
Poi si girò, tornando allo scatolone. Axel uscì.
Qualcuno bussò alla porta, Fiammetta stava facendo la doccia. Si mise di fretta e furia un asciugamano, ed andò ad aprire.
Si aspettava chiunque, ma di certo non Axel.
-Beh? Ti sembra l' ora adatta per una visita?-
Ma più lo guardava e più si convinceva che qualcosa non andava.
Il ragazzo raccontò tutto, e Fiammetta acconsentì a farlo restare da lei per la notte.
La mattina dopo, il ragazzo si svegliò di buon ora, deciso a vedere l' amico partire, e uscì lasciando un biglietto a Fiammetta.
Arrivato alla casa, stava albeggiando. Ma sugli scalini all' entrata c' era seduto Erik.
-Beh? Sei sveglio anche tu?- lo salutò il ragazzo raggiungendolo.
Si misero a fumare le solite due sigarette, nel silenzio più assoluto.
-Probabilmente te lo avranno già detto tutti, ma...-
-Sono un coglione-Lo anticipò Axel.
-Anche. Ma sei anche uno stronzo, un doppiogiochista, uno strafottente ingrato, un immenso...-
-Arriverai mai al “MA”?-
-MA- sorrise Erik – sei anche la persona e l' amico migliore che abbia mai incontrato, e ciò che ho vissuto con te oggi merita un premio speciale-
-Che tipo di premio? Un orgia a 4?- Rise Axel.
-No, scemo. Sai che lavoro faccio?-
-No, non te l'ho mai chiesto-
-Ottimo. Allora, vedrai-
Verso le 8, cominciarono a sentire dei rumori dalla cucina, segno che Vera si era svegliata.
Erik entrò per fare colazione con lei, mentre Axel rimaneva fuori.
Fiammetta lo raggiunse in quel momento, e lui si alzò per andarle incontro.
Poi, i due uscirono, caricarono la macchina, e Vera entrò per prima.
Ma Erik si avvicinò ad Axel, e si scambiarono l' ennesimo pugno.
-Verrò a trovarti, ogni tanto-
-Anch'io-
Poi salì in macchina, e i due sparirono verso un luminoso sole, mentre dietro di loro Axel e Fiammetta si tenevano stretti.
Diversi mesi più tardi, ai due capitò di passare vicino ad un edicola con un manga ben in vista.
Sebbene, sul momento, poteva sembrare il solito manga d' amore, Axel ne fu attratto immediatamente e lo comprò.
-Che cos'ha di particolare quel manga? A te le storie romantiche nemmeno piacciono!-lo canzonò Fiammetta.
-Leggi chi lo ha scritto- Rispose il ragazzo passandoglielo.
Sotto la copertina, dove si vedevano quattro ragazzi, c'era il nome: Erik Ghostoon.
-Accidenti...-
Il manga, che si intitolava "Al cuor non si comanda" parlava di 4 ragazzi, e il protagonista combinava un casino che poi, grazie ad astuzia e forza dell' amicizia, riusciva a risolvere, concludendosi con la partenza di due dei ragazzi.
Stranamente, la guancia dove Vera aveva colpito il ragazzo, stava di nuovo frizzando.
Axel sorrise, mentre si riavviava verso casa, con Fiammetta sotto braccio e il manga nell'altra mano.
  
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