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Autore: monipotty    03/02/2011    1 recensioni
Questa fic è nata da un sogno di qualche settimana fa e ora non faccio altro che mandarla avanti: Patricia Waterice, strega Mezzosangue, e la sua sorellina Cinthya si trovano sole dopo essersi separate dai loro genitori, una grossa responsabilità che la più grande, Patricia, deve imparare a gestire. Ma oltre alla zia materna, ci sarà qualcun altro di nostra conoscenza ad aiutarla!
Ambientata al 6° e 7° anno della saga, sia sui libri sia sui film, per ora non contiene Spoiler: quando ci saranno, avviserò :) Buona lettura!
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, Ginny Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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7 - Una scelta difficile e responsabile

Capitolo 8 - Una scelta difficile e responsabile

Dal giorno passato a Diagon Alley, l’umore di entrambe era notevolmente migliorato, soprattutto quello della più piccola: non faceva altro che parlare del negozio di scherzi e di Fred, che non vedeva l’ora di rivederlo e che le sarebbe piaciuto tornare laggiù il più presto possibile. Spesso scoppiava a ridere senza un apparente motivo, quando in realtà ripensava allo scherzo che aveva fatto con lui alla sorella, a cui spesso lanciava occhiatine furbette e canzonatorie, che la ragazza evitava accuratamente; ma la sua ilarità, a lungo andare, divenne eccessiva e pesante, tanto che Rosmerta un giorno le chiuse la bocca con un incantesimo che, più che a spaventarla, la fece oltremodo divertire. Ma almeno, da quel momento, le risate si trasformarono in risatine sommesse e fu dato ampio spazio agli sguardi eloquenti.

Patricia, dal canto suo, era contenta di aver finalmente rivisto qualche viso amico, che fossero di maghi e streghe conosciuti e sconosciuti: vivere a Hogsmeade in quel periodo non era uno spasso, perché più che impegnare il tempo nel finire i compiti o nel fare qualche passeggiata dai Tre Manici di Scopa alla Stamberga Strillante alla collina e viceversa non c’era altro da fare. Televisione, computer... tutto era assente. E segni di vita da parte dei genitori continuavano a non esserci: guardava sempre il cellulare o fuori dalla finestra alla ricerca di un qualche gufo, ma niente. Era un giorno uggioso e piovoso quando finalmente, accompagnate da zia Minerva, ebbero il permesso di andare nella Londra Babbana: si svagarono un po’ girando per le strade piene di gente, comprarono del materiale di cancelleria per Cinthya anche se nessuno sapeva bene come e se avrebbe frequentato la scuola quell’anno, e l’insegnante, lasciando le nipoti in un bar, si materializzò a casa loro e in pochi minuti prese tutto ciò che poteva infilandolo magicamente in una borsetta a tracolla con un Incanto Restringente per poi ricomparire al loro fianco e tornare a Hogsmeade.

L’ultima domenica del mese di agosto a una settimana dalla partenza per Hogwarts, Patricia era molto nervosa: il giorno prima, infatti, la zia le aveva detto che Silente aveva rifiutato di ospitare la sorella a Hogwarts durante l’anno, giustificandosi dicendo che “la scuola non era più un luogo sicuro come una volta”; Rosmerta, dal canto suo, avrebbe dovuto ricominciare a lavorare a pieno regime con l’inizio della scuola e non avrebbe potuto seguire molto la bambina. Così, all’ultimo, era nato il problema di dove lasciare Cinthya e in una settimana diventava difficile trovare qualcuno che potesse prendersene cura. Ma non impossibile.

La domanda fondamentale era questa: a chi chiedere? Non avevano altri parenti, i nonni paterni abitavano altrove ed erano alle prese con la salute precaria, tornare a Londra e chiedere a qualche amico di famiglia non le sembrava il caso perché a nessuno di loro avrebbe lasciato la sorellina per un anno intero. Di chi poteva fidarsi? Questi erano i suoi pensieri quella mattina quando la voce di Rosmerta le chiamò dal piano inferiore. Patricia si riscosse e Cinthya alzò la testa dal foglio su cui stava disegnando tranquillamente, uscirono dalla stanza e scesero nel pub, dove trovarono insieme a Rosmerta la zia e altre quattro persone: Ginny, Fred e quelli che potevano essere i suoi genitori, una donna bassina e di costituzione robusta con i capelli ricci e un uomo con una calvizie avanzata, alto e dinoccolato, entrambi con i capelli rosso acceso tipici della famiglia Weasley. Cinthya, non appena vide Fred, gli corse incontro con un gridolino, mentre Patricia si avvicinò a quel gruppetto con aria interrogativa.

“Voglio presentarti i signori Weasley, Patricia.” Le disse Minerva McGranitt con un sorriso. “Arthur e Molly.” La ragazza strinse la mano ad entrambi con un sorrisetto imbarazzato.

“Molto piacere.” Disse.

“Il piacere è nostro, Patricia.” Rispose Molly Weasley con un caldo sorriso. Rosmerta li fece accomodare ad un tavolo e offrì loro della Burrobirra e del Succo di Zucca. Mentre si spostavano, la ragazza lanciò uno sguardo alla sorella che giocava con Fred mentre questi le faceva ogni tipo di magia per farla divertire; i loro sguardi si incrociarono un momento: lui le sorrise e le fece un cenno di saluto e lei sorrise a sua volta arrossendo leggermente. Distolse lo sguardo e lo diresse sulla zia.

“Patricia, ho pensato molto a una soluzione per la sistemazione di Cinthya.” Iniziò a spiegare l’insegnante. “Su consiglio del professor Silente, ne ho parlato all’Ordine: come ben sai, i tuoi genitori non ne fanno parte formalmente, ma li consideriamo comunque dei membri ed è proprio per questo che probabilmente i Mangiamorte sono arrivati da voi. Pensiamo non sia stato un caso.” Patricia, ascoltando attentamente, annuì. “La famiglia Weasley fa parte dell’Ordine fin dalla sua fondazione ed è sotto stretta protezione e sorveglianza. Come ben sai, Cinthya non potrà essere ospitata a Hogwarts per i motivi che ti ho detto ieri e i signori Weasley si sono gentilmente offerti di ospitarla.”

“La nostra famiglia è numerosa,” Intervenne in quel momento la signora Weasley con voce dolce. “e sicuramente non sarebbe un disturbo, tutt’altro: saremmo felici di tenerla con noi e tu potrai ovviamente venirla a trovare ogni volta che vorrai.”

“Ovviamente,” riprese la McGranitt. “non possiamo nasconderti che anche loro sono in continuo pericolo, ma godono della migliore protezione che l’Ordine può dare: il controllo è continuo, ci sono incantesimo di ogni sorta che circondano casa loro e i terreni circostanti, ogni membro è controllato da qualcuno. A essere sincera,” sospirò. “sarei molto più tranquilla e sicura se sapessi che tua sorella è con loro e non con altri.” Finì. Patricia corrugò la fronte: era una situazione delicata e la scelta da prendere era molto difficile. Conosceva quelle persone solo grazie a Ginny e alla popolarità che avevano i gemelli a scuola, ma non oltre. In più, restava ancora un particolare.

“Ma... come farebbe con la scuola? Non può restare senza far niente un anno... è ancora piccola, ha bisogno di molte attenzioni... Non voglio disturbare, sarebbe solo un peso in più per voi...” Si sentiva confusa e imbarazzata: quell’improvvisa opportunità che le si era presentata, quella grande disponibilità da parte di una famiglia nei confronti di due ragazze sconosciute la mettevano a disagio. Cosa avrebbero fatto i suoi genitori? Avrebbero accettato o si sarebbero rivolti altrove? In quel momento, ancora un volta, sentì il grande peso della responsabilità nei confronti della bambina gravarle sulle spalle, un peso che sapeva bene essere suo, che era suo dovere portare avanti, anche se aveva solo quindici anni.

Guardò la sorella, preda delle risate insieme al suo compagno di giochi, e sorrise: da quando lo aveva conosciuto, sul suo volto erano ritornati i sorrisi e la spensieratezza dei bambini della sua età ed era grazie a Fred se aveva ricominciato a giocare e aveva smesso di piangere quando pensava alla madre e al padre, sperduti chissà dove. Chissà se si sarebbe trovata bene con loro, se sarebbe ritornata ad essere malinconica o avrebbe continuato a ridere come stava facendo in quel momento. La voce della signora Weasley la riscosse dai suoi pensieri.

“A noi fa piacere aiutarvi.” Disse prendendole una mano con affetto. Patricia avvampò. “Minerva ci ha sempre parlato dei tuoi genitori e quando tua madre ha rifiutato di entrare a far parte dell’Ordine abbiamo tutti inteso la sua preoccupazione nei confronti di tuo padre, ma li abbiamo sempre considerati dei nostri. Se non ci aiutiamo tra noi, a cosa serve creare un Ordine di maghi?”

“E’ vero.” Disse il signor Weasley passando un braccio intorno alle spalle della moglie. “E per la sua istruzione non preoccuparti: Molly ha fatto da maestra a tutti i nostri figli, ci sa fare. Ma spetta a te decidere, e qualunque sarà la tua scelta la rispetteremo senza insistere oltre.” Quell’affermazione la disarmò. Guardò la zia che le sorrideva scrutandola con attenzione da dietro gli occhiali, poi i signori Weasley e in quel momento ripose in loro tutta la sua fiducia.

“Vorrei parlarne con Cinthya prima di darvi una risposta definitiva.” I signori Weasley annuirono e Patricia si alzò e si avvicinò ai due giocherelloni. La sorella le corse incontro sorridente.

“Hai visto quante magie mi sta facendo Fred?” Domandò entusiasta. Lei sorrise.

“Vedo.” Commentò, poi le prese una mano e si piegò sulle ginocchia, ignorando il ragazzo che le osservava di sottecchi. “Cinthya, purtroppo non potrò ospitarti a scuola con me, quest’anno,” Iniziò. Il sorriso del volto della bambina svanì. “ma questi signori sono i genitori di Fred e George e si sono offerti di farlo.” L’attenzione della bambina divenne massima. “Sono delle brave persone e sono certa che ti troveresti bene e che i maghi cattivi non verrebbero a cercarti. Cosa ne pensi?”

“Tu non vieni?” domandò tristemente.

“No. Devo andare a scuola e studiare, ma verrò a trovarti quando potrò, te lo prometto.” Rispose Patricia carezzandole una guancia.

“E se mamma e papà ti chiamano?” domandò ancora.

“Te lo farò sapere e dirò loro di mettersi in contatto con te.” Le rispose.

“E per la scuola?”

“Non potrai tornarci quest’anno, mi dispiace. Ma se ne occuperà la signora Weasley: sono certa che ti insegnerà tante cose.” La bambina sorrise.

“Ma c’è Fred?” domandò ancora una volta. Patricia levò lo sguardo sul ragazzo e questo le fece l’occhiolino.

“Sì, ma solo la domenica, perché lavoro durante la settimana. Va bene?” la bambina annuì con vigore. “E sai cosa facciamo anche?” le si avvicinò all’orecchio e bisbigliò qualcosa che Patricia non poté comprendere. Cinthya iniziò a saltellare per il pub gridando allegramente “evviva!” e lei gli rivolse un’occhiata interrogativa, ma lui non fece altro che un sorriso. La ragazza si rialzò e tornò al tavolo. Sorrise.

“Vi ringrazio per la vostra disponibilità, signori Weasley. Accetto volentieri.” Disse. La McGranitt sorrise e le rivolse un cenno di approvazione e i signori Weasley la ringraziarono entusiasti, mentre Ginny esultava. Molly le si avvicinò e l’abbracciò.

“Non te ne pentirai, mia cara, e farò attenzione che quello lì” disse con un cenno del capo verso il figlio. “non svii tua sorella.” Patricia rise.

“Credo di potermi fidare di lui.” Disse e Arthur Weasley scosse la testa divertito.

“Non dirlo a voce troppo alta, potrebbe sentirti.” Scherzò. “Comunque, va bene se veniamo a prenderla a King’s Cross il giorno della partenza?” Patricia annuì. “Allora troviamoci alle dieci e mezza là.” Si salutarono poi la famiglia Weasley se ne andò. Era rimasta solo l’anziana insegnante che le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla.

“Hai fatto la scelta giusta, sono orgogliosa di te.” Disse. Patricia sorrise e l’abbracciò insieme alla sorella.

“Grazie, zia.” Mormorò, poi anche lei se ne andò, svanendo con un pop fuori dal locale.

Capitolo lunghetto ma ci stava! Ciao a tutti, ecco per voi un altro capitolo! Spero vi sia piaciuto: i signori Weasley sono dei personaggi che adoro tantissimo, dovevo per forza dargli una parte importante nella storia :) Magari fossero tutti come loro!! Comunque, metto una piccola postilla: i genitori  di Patricia e Cinthya non sono entrati a far parte dell'Ordine della Fenice perchè Druella temeva che il marito, essendo Babbano, potesse sentirsi inutile poichè senza poteri magici e quindi a disagio. La proposta è stata loro fatta molte volte, ma ha sempre preferito dire di no, dando comunque pieno appoggio nella lotta contro Voi-Sapete-Chi, ovviamente.

Bene, e dopo quest'ultimo chirimento, recensite numerosi e alla prossima!! Kisses!

monipotty

  
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