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Autore: Beatrix Bonnie    04/02/2011    7 recensioni
Questa è la storia di Reg Weasley, un ragazzino allegro e forse troppo chiacchierone che si ritroverà a dover affrontare scelte difficili, più grandi di lui. Ma il suo infinito coraggio lascerà un segno in tutti quelli che gli sono vicini...
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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Reg era fermo in mezzo al corridoio, con una determinazione che non credeva di possedere. Tra le mani aveva un semplice foglio di pergamena piegato in quattro. Una lettera, per una persona particolare. I suoi coetanei di Serpeverde stavano risalendo il corridoio verso di lui e si scansavano per evitarlo. Ma l'unico che voleva vedere era in fondo alla fila.

«Oh, guarda, quella pulce di Weasley» lo schernì Crouch, quando lo vide.

«Non sono qui per parlare con te» disse Reg, senza degnarlo di uno sguardo. I suoi occhi erano puntati in quelli grigi di un ragazzino alle spalle di Crouch, che sembrava essere a disagio.

«Regulus non vuole parlare con te» gli rispose Crouch, deridendolo.

«Regulus è abbastanza grande da decidere con la sua testa. Non ha bisogno della bambinaia, Barty» sibilò invece Reg, con lo sguardo ancora fisso su Black.

Regulus si torse le mani, ma non disse nulla. Il suo orgoglio gli impedì di abbassare gli occhi, anche se si sentiva spiacevolmente a disagio.

Reg, vedendo che Black non dava segni che potessero essere interpretati in senso negativo o positivo, gli si avvicinò e gli piazzò tra le mani la sua lettera. «Leggila» disse semplicemente. Poi se ne andò, lasciando i due Serpeverde increduli in mezzo al corridoio.

Era stato facile, alla fine, pensò Reg. Dalla sera in cui l'aveva scritta, la lettera era rimasta nella sua borsa per un'intera settimana, finché Mary non l'aveva convinto a consegnarla a Regulus. Era strano come ora i due fratelli andassero d'accordo, loro che per tutto l'anno, praticamente, non si erano mai parlati. Stranamente a Reg venne voglia di saltellare.

Sì, sembrava che tutto stesse andando per il verso giusto.

Stava per ritornare alla torre di Grifondoro, quando sentì qualcuno che stava piangendo in un'aula vuota e decise di entrare. Accasciata a terra c'era una ragazzina di Tassorosso, che doveva chiamarsi Lucy, se non ricordava male. Al suo fianco, un'impacciato Theodor Abbott stava cercando di consolarla.

«Che succede?» chiese allora Reg, accucciandosi a terra vicino alla ragazzina.

«Niente che ti interessi, Weasley» sibilò in risposta Theodor.

«Scusa, ma se c'è qualcuno che piange mi interessa sempre, perché forse posso aiutarlo» disse semplicemente Reg e l'altro non ebbe il coraggio di rispondere.

Accettò a malincuore di raccontare cosa fosse successo. «Dei ragazzi di Serpeverde hanno ucciso il gattino di Lucy solo perché lei è di origini Babbane» spiegò con una smorfia.

A quelle parole, Reg capì subito di chi fosse la colpa: la banda della Saiminiu. «Dobbiamo andare a denunciarli alla professoressa Sprite» sentenziò con decisione. Credeva che per i due Tassorosso fosse più facile parlare con la direttrice della loro casa.

«Sei impazzito?» piagnucolò Lucy, tra un singhiozzo e l'altro. «Ci faranno a pezzi!»

«E allora, vuoi lasciarli impuniti?» esclamò Reg, indignato. «Bisogna sempre avere il coraggio di fare la scelta giusta».

Lucy rivolse i suoi occhi spauriti verso Theodor, nella speranza di trovare un alleato, ma il ragazzino aveva uno sguardo determinato. «No, Reginald ha ragione. Dobbiamo denunciarli» decise alla fine, con un cenno del capo.

Reg gli rivolse un sorriso compiaciuto, poi insieme aiutarono Lucy ad alzarsi da terra.

Il sole stava tramontando lontano, verso ovest, quando il terzetto uscì dal castello per dirigersi verso le serre. Lucy aveva smesso di singhiozzare, stretta tra le braccia di Theodor, il quale guardava Reg con una nuova luce di ammirazione negli occhi.

Quando arrivarono dalla professoressa Sprite, la donna sembrava piuttosto stupita di vederli, ma ascoltò il racconto di Lucy con molta attenzione. «Incredibile, incredibile!» borbottava ogni tanto, scuotendo la testa. Quando la ragazzina tacque, l'insegnante sembrava davvero furibonda. «Informerò immediatamente il Preside e poi, insieme, decideremo la punizione» decretò alla fine, mettendo le mani sui fianchi.

La Sprite non era il tipo di donna che metteva paura, ma perfino Reg, quella volta, dovette ammettere che era piuttosto spaventosa, quando si arrabbiava.

«A che livelli siamo arrivati!» proruppe improvvisamente, facendo trasalire tutti. Poi notò che si stava facendo scuro, allora ordinò ai ragazzini di tornare alla svelta al castello.

I tre non se lo fecero ripetere due volte.

Usciti dalle serre, Lucy sembrava più tranquilla e anche Theodor era particolarmente ottimista. «Ehi, Reginald... quella cosa che ti ho detto, non è vera» esclamò d'un tratto, con un sorriso sincero rivolto verso Reg, che lo guardò senza capire cosa volesse dire. «Staresti bene tra i Tassorosso. Hai un buon cuore» spiegò allora Theodor.

Anche Reg sorrise e stava per ringraziarlo, quando con la coda dell'occhio vide delle figure nere che uscivano dal castello e attraversavano il prato in direzione delle serre. Una di queste claudicava.

«Ehm, che ne dite se facciamo il giro dal lago?» buttò lì Reg, con noncuranza.

«Ma è già buio, e la professoressa Sprite ci ha raccomandato di non attardarci» rispose Theodor, senza capire.

Reg alzò le spalle, per fingere disinteresse, ma si vedeva che era nervoso. «Sì, è solo per perdere un po' d'aria» esclamò, poi, senza aspettare risposta, si incamminò in direzione del lago. Poco dopo lo seguirono anche Theodor e Lucy.

Il passo di Reg si fece frettoloso, quando, voltandosi indietro per la milionesima volta, vide che nessuno più li stava seguendo.

«Si può sapere che succede?» domandò Theodor, con il fiatone.

Reg stava per rispondere a quella domanda, quando un'altra voce lo anticipò: «Succede che non ci piacciono le spie».

Tutti e tre si voltarono verso chi aveva parlato, con il cuore in gola. Un ragazzo di Serpeverde, con un brutto ghigno stampato in faccia, aveva la bacchetta alzata verso di loro. Reg si guardò intorno in cerca di vie di fuga, ma altre figure apparvero nella penombra. Cinque studenti in tutto, li avevano circondati; alle loro spalle, si muoveva pigro il Platano Picchiatore.

Erano in trappola.

Reg agì d'istinto: si mise la mano in tasca ed estrasse la sua bacchetta di tasso, per puntarla dritto davanti a sé. Non sarebbe mai stato in grado di competere con loro, ma dovevano sapere con chi avevano a che fare.

Theodor e Lucy si fecero piccoli piccoli dietro di lui.

Reg vide dei sorrisi sprezzanti comparire sui volti dei Serpeverde, di fronte alla ridicola scena di un ragazzetto di prima con la bacchetta levata contro di loro.

«Quanto coraggio, il giovane Wealsey» ridacchiò qualcuno.

«Siete dei vigliacchi!» strillò Reg, con foga. «Ve la prendete solo con chi non si può difendere!»

«No, noi ce la prendiamo solo con i Sanguesporco» rispose la voce maschile che aveva parlato prima, con una risata roca.

«Non ci fate paura! Siete solo dei prepotenti senza cervello e senza spina dorsale!» gridò di rimando Reg. Forse non era un'idea molto saggia provocare quei ragazzi, ma Reg voleva dimostrare che non era spaventato da quello che avrebbero potuto fargli. Mostrarsi deboli era come fare il loro gioco. No, non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione.

«Non ti permettere di insultarci, traditore del tuo sangue!» sbottò una ragazza, che Reg riconobbe come Narcissa Black, la cugina di Regulus.

«Sei un piccoletto impertinente» continuò il primo ragazzo, quello dalla risata roca. «Meriti una punizione».

Ci fu una pausa di una frazione di secondi, e poi: «Crucio

Reg si accasciò a terra e cominciò a contorcersi per il dolore, ma non un solo lamento uscì dalla sua bocca. Anche se sentiva ogni membro del suo corpo bruciare come se fosse stato buttato sul fuoco, non voleva dare loro la soddisfazione di sentirlo urlare.

«Mulciber, basta» esclamò Narcissa, in tono deciso. «Smettila».

Il ragazzo di nome Mulciber sollevò la bacchetta e Reg smise di contorcersi. Respirò lentamente e rimase immobile a terra per qualche secondo.

Theodor stava fissando, con gli occhi dilaniati dal terrore, il carnefice di Reg: stava ridendo, mentre una luce folle gli illuminava il volto.

«La Cruciatus è sempre un piacere» commentò, guardando la sua vittima che ansimava a terra. «Hai ancora voglia di scherzare, ora, Weasley?»

«Reg...» sussurrò Lucy spaurita, temendo che il compagno non fosse più in grado di muoversi.

Ma Reg, sentendosi chiamato in causa, afferrò la sua bacchetta e lentamente si alzò da terra, per fronteggiare il suo avversario. Aveva uno sguardo fermo e deciso, anche se il braccio teso in avanti gli tremava leggermente.

Il ragazzo di nome Mulciber fece uno scatto d'ira, ma Narcissa gli afferrò la manica e lo ammonì: «È solo un bambino».

«Narcissa» rispose quello in tono piatto, ma alla fine cedette e abbassò la bacchetta.

«Non possiamo lasciarlo impunito!» gracchiò una terza voce, con foga.

Reg non ebbe bisogno di voltarsi verso di lei, per scoprire chi aveva pronunciato quelle parole: Priscilla Saiminiu.

«Se ora osa ribellarsi a noi, cosa farà quando sarà cresciuto? Sfiderà direttamente il Signore Oscuro!» continuò la Saiminiu, cercando di convincere i suoi compagni. Forse era la vendetta che la spingeva a dire quelle cose; la vendetta contro di Reg, che aveva osato sfidarla, e contro Mary, che l'aveva abbandonata.

«Io non ho paura di Voldemort! È solo un vigliacco, come tutti voi!» strillò Reg, in un impeto di coraggio.

«NON OSARE PRONUNCIARE IL SUO NOME!» gridò Mulciber in preda al furore.

Ma Priscilla fu più veloce. «Stupeficium!»

«Noooo!» strillò Lucy, con il cuore in gola.

Il piccolo Reg venne scaraventato all'indietro.

Finì contro il Platano Picchiatore che, offeso per essere stato percosso, cominciò a frustare i suoi rami in ogni direzione. Il corpo senza sensi di Reg venne sballottato in aria, poi finì a terra, dove venne colpito e colpito più volte.

Qualcuno strillò.

Lucy scoppiò a piangere, mentre assisteva impotente alla scena. Theodor cercò di avvicinarsi, per sottrarre il corpo esanime di Reg a quello scempio, ma i rami dei Platano Picchiatore glielo impedivano. Narcissa provò a lanciare qualche incantesimo per fermare la carneficina.

Nulla.

Alla fine, un ramo schioccò nell'aria e il ragazzino venne scaraventato all'indietro.

Il Platano Picchiatore si rizzò e tornò immobile, lasciando la scena silenziosa e tranquilla in modo inquietante.

Reginald atterrò supino. La divisa era coperta di sangue, il volto graffiato e tumefatto; il corpo sembrava quello di una bambola di pezza che era stata azzannata da un cane rabbioso.

Ci fu un momento di glaciale silenzio, poi Mulciber si fece avanti e borbottò qualcosa, sfiorando Reginald con un debole tocco di bacchetta, ma non accadde nulla.

«Oddio...» sussurrò Narcissa, portandosi le mani alla bocca. «L'ha ucciso...»





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ç_ç

Aaaah! Sono talmente disperata che non so cosa dire! E' devastante descrivere la morte di un proprio personaggio, tanto più quando ci si è affezionati e lui è un marmocchio tanto tenero!! ç_ç

Tra l'altro, ieri sera ho visto “Il bambino con il pigiama a righe”, quindi sono in una fase piuttosto depressa e pubblicare questo capitolo non mi tira affatto su di morale! Non posso nemmeno dire “spero che vi sia piaciuto”, perché... be', in effetti non mi auguro che abbiate gradito la morte di Reg! Però spero che vi sia piaciuto il modo in cui l'ho descritta... che sia stata coinvolgente, insomma!

Ok, lasciamo perdere le farneticazioni e passiamo a qualche nota più seria: Theodor Abbott e Lucy sono i genitori di Hannah Abbott, dei quali non sappiamo nulla (nemmeno il nome, che ho inventato io) se non che lui era Purosangue mentre lei Nata Babbana (morirà infatti nel VII libro).

Quanto a Narcissa, ho sempre immaginato che fosse successo “qualcosa” per impedirle di aderire completamente agli ideali di Voldemort, come invece fanno suo marito o Bellatrix. Bene, questo qualcosa è proprio la morte di Reg, che la farà se non ricredere, almeno dubitare sulla bontà degli ideali dei Mangiamorte. Ovviamente il cambiamento non è improvviso (anche prima dell'incidente, è la più moderata del gruppo: è lei a fermare Mulciber, infatti) né definitivo (non si può smettere di essere e pensare come un Black).

Credo di aver detto tutto... ora posso tornare a deprimermi!ç_ç

A presto,

Beatrix B.

EDIT: continua anche per questo racconto l'opera di risistemazione dei dialoghi!

   
 
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