Libri > Il diario del vampiro
Segui la storia  |       
Autore: Deademia    04/02/2011    5 recensioni
Una strega discendente da una stirpe potente che non crede nei suoi poteri...Un vampiro secolare il cui cuore sembra intrappolato in un'armatura di ghiaccio...Un amore impossibile il cui percorso sarà segnato da mille ostacoli...Un nemico nell'ombra pronto a cambiare per sempre le "tranquille" vite dei nostri protagonisti...
Una DamonxBonnie ovviamente, fatta da una fan che non vede l'ora di coronare l'amore di questi meravigliosi personaggi=)
Genere: Dark, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2

Grazie x le recensioni, mi sono davvero utili!! Sia x sapere cm sto andando (insomma nn vorrei scrivere delle totali assurdità orribili) sia xk una bella dose di autostima nn guasta mai XD

Ok a parte gli scherzi ho deciso che la continuerò, anke perché non posso assolutamente abbandonare così la mia coppia preferita!=) Mi scuso già in anticipo x le cs errate ke potrebbero esserci ma cm ho già detto i libri non li ho finiti e quindi potrei non mettere fatti o personaggi ke invece nel libro ci sono, però insomma l’importante è ke ci siano Damon e Bonnie no??=)

Vabbè adesso la pianto ke sennò vi faccio passare la voglia di leggere…

Buona lettura!!!

 

CAPITOLO 2

 

Ansimavo guardando la strada, illuminata solo dalla tenue luce argentea della luna, di fronte a me, con il piede ancora premuto sul pedale del freno. Era bastato un battito di ciglia perché scomparisse nel nulla, lasciando dietro di se solo il ricordo di un ghigno raccapricciante e il luccichio di quei denti perfetti. Anche troppo perfetti…troppo lucenti…troppo inquietanti per essere definiti normali, pensai. E poi la sicurezza nei gesti, nella posizione da predatore, il controllo completo sul proprio corpo. Ero rimasta abbastanza a contatto con creature che rispecchiavano tutte quelle caratteristiche decisamente troppo poco umane da riuscire a capire che quell’uomo, se così potevo definirlo, era come loro. Era un vampiro.

Ma cosa diamine ci faceva un altro vampiro a Fell’s Church? E soprattutto cosa credeva di fare stando fermo in mezzo alla strada all’una di notte (ok forse questo era abbastanza normale per una creatura della notte…) prima di scomparire nel nulla dopo avermi mostrato quanto era luccicante la sua dentatura?

C’era qualcosa di strano, qualcosa che proprio non andava in quel fatto, eppure stupidamente decisi di passarci sopra pensando che forse fosse solo un vampiro di passaggio, forse troppo influenzata da quel mondo soprannaturale per preoccuparmi di cose del genere o forse troppo ingenua in un mondo che appena conoscevo per capire la gravità della situazione. Sta di fatto che quando il respiro decise di tornare al suo ritmo regolare rimisi in moto la macchina e me ne tornai a casa, cercando di oscurare anche quello che era diventato un altro ricordo nella mia mente, perché come qualcuno ha detto ogni cosa appena fatta diventa un ricordo nelle nostre vite.

 

Quella notte la mia mente vagò in un incubo senza uscita. Ero in una stanza buia e deserta, tutto, dalle pareti al pavimento, aveva il colore di un cielo senza stelle e solo una piccola lama di luce proveniente da una fessura in alto nel muro mandava un lieve e freddo bagliore grigiastro sopra la mia testa. I rumori erano moltiplicati: potevo sentire il battito del mio cuore come fosse un tamburo suonato in una cerimonia tribale, potevo udire il respiro lievemente affannoso, come quando si ha finito una corsetta da un capo all’altro della casa, e riuscivo a percepire in lontananza una litania strana e ritmata, come una lunga frase in una lingua sconosciuta ripetuta così tante volte che le parole si mescolavano e producevano un unico suono prolungato e melodico. E poi la musica si avvicinava, diventava più nitida, più forte, quasi minacciosa. La sentivo nel pavimento, come piccole scosse che rimbombavano attraverso il cemento e si incanalavano lungo le mie gambe fino ad arrivarmi al cervello. Era doloroso.

Il respiro diventava sempre più irregolare, il cuore pompava sangue a una velocità doppia rispetto al normale, la vista mi si annebbiava e le orecchie fischiavano mentre quella musica si avvicinava, si avvicinava…

L’aria nella stanza divenne improvvisamente pesante, sapeva di fumo e cera di candele sciolta. Una nebbiolina inconsistente cominciò a dilagarsi, con una calma contrastante rispetto al suono sempre più veloce, sempre più assillante e angosciante di quella litania che adesso sembrava far quasi vibrare le pareti. La luce si tinse del colori del sangue, e dall’ombra potei distinguere una figura umana, un contorno appena visibile che continuava a muoversi, a camminare con una lentezza disarmante.

Le tempie mi pulsavano, le mani sudavano e avevo il desiderio di gridare con quanto fiato avevo in gola. Mi portai le mani alla testa quando una fitta lancinante la attraversò senza preavviso, costringendomi a inginocchiarmi lanciando un gemito di dolore. E poi vidi la sua ombra proiettata sul pavimento, lunga e nera come la notte. Si avvicinava sempre di più, sempre di più…e il mio cuore batteva, batteva così forte che pensavo potesse uscirmi dal petto. Poi alzai lo sguardo per cercare di vederlo in volto e due occhi vermigli si posarono nei miei, sgranati, folli. Urlai mentre quella creatura allungava una mano verso di me e mi sollevava da terra tenendomi per il collo. Mi divincolai, scalciai, tentai di afferrare quella mano così forte che stringeva sempre più, ma era inutile, le mie esili dita sudate scivolavano via come acqua nel tentativo disperato di salvarmi la vita.

E poi più niente. Niente musica, niente battito, niente respiro, niente odore dalla punta dolciastra. Solo il nulla.

 

Mi sollevai di scatto. Avevo la fronte madida di sudore, i capelli bagnati aggrovigliati e la camicia da notte attaccata alla pelle umida. Sentivo il petto alzarsi e abbassarsi troppo velocemente, sentivo il cuore rimbombare al suo interno e il sangue pulsare nelle orecchie. Avevo la bocca asciutta e la gola secca, come se avessi appena urlato così forte da prosciugarla del tutto.

Ok Bonnie, adesso calmati. Era solo un incubo, soltanto un incubo frutto della tua immaginazione. Guarda, sei nella tua camera, al sicuro. Respira e calmati. Respira e calmati…

Cercai di rilassarmi, trassi dei profondi respiri e mi guardai attorno aggrappandomi alla familiarità dell’orsacchiotto di peluche sulla poltrona in fondo al letto, dei vestiti sparsi con disordine sui suoi braccioli, della cornice della specchiera nella quale erano incastrate varie foto di me ed Elena e delle nostre vacanze. Tutto purché la mia mente si convincesse che adesso ero al sicuro.

Alla fine mi lascia crollare all’indietro, atterrando con uno sbuffo sul cuscino. Appena chiusi gli occhi rividi quelle iridi rosse fissarmi e sussultai. No, non sarei riuscita a dormire per quella notte. Guardai la sveglia: le 5.27. Di certo non ero una persona mattutina ma che ci potevo fare? A mali estremi, estremi rimedi.

Scesi le scale che scricchiolarono un po’ sotto il mio peso e arrivai in cucina, dove cercai una scatola di cereali e del latte che non mi preoccupai neanche di scaldare. Poi andai in salotto, accesi la televisione su un noiosissimo documentario che parlava della vita delle foche e cominciai a mangiare i croccanti cereali con molta calma, gustandomi le goccioline di cioccolato al latte che lentamente mi si scioglievano in bocca.

Dopo un po’ il sonno prese il sopravvento e senza neanche accorgermene ero caduta nelle dolci braccia di Morfeo. Sinceramente non mi era sembrato che quella sera avessi portato con me una coperta, eppure quando la mattina dopo mi svegliai il calore della lana sulla mia pelle era inequivocabile: ero coperta fin sopra le spalle da una soffice coperta rosa che sembrava essersi materializzata dal nulla. Probabilmente ero così frastornata che non mi ero neanche accorta di quel che avevo fatto. Però era davvero strano…

 

Col senno di poi ripensai a quel sogno inquietante. L’idea che fosse una visione e che in qualche modo potesse essere collegata a quel misterioso vampiro comparso dal nulla e nel nulla sparito in effetti mi si era affacciata alla mente, ma avevo deciso di scartarla, almeno per il momento. Non era il caso di preoccuparsi per uno stupido incubo e men che meno di allarmare qualcun altro. Avrei aspettato e nel caso l’avessi rivisto, o avessi fatto di nuovo quel sogno…beh forse a quel punto ne avrei parlato con Elena. Ma per il momento me lo sarei semplicemente dimenticato.

Il telefono mi ridestò improvvisamente dai miei pensieri.

-Pronto?-

-Ciao, sono Elena! Senti mi chiedevo se ti andava di fare un salto da me. Stefan se n’è andato con Damon non so dove e io non ho niente da fare. Ti va?- la voce squillante della mia amica arrivò come una botta d’aria fresca.

-Certo. Arrivo subito-

Mi avviai verso la pensione con la netta idea di non parlare (e nemmeno pensare se c’era anche solo uno dei fratelli Salvatore nei paraggi) di quel che mi era accaduto la notte prima.

Almeno per il momento.

 

 

 

 

- - - angolino dell’autrice - - -

Che ne pensate??? Spero che la vostra curiosità non stia calando. Mi dispiace se ancora Damon nn si fa vedere molto ma cm ho già detto sarà una long, e vorrei farla mooooolto long (nn spaventatevi per carità!), in tutti i casi provvederò subito=) Mi raccomando continuate a recensire!

Bacetti!!!

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il diario del vampiro / Vai alla pagina dell'autore: Deademia