Grazie x le
recensioni, mi sono davvero utili!! Sia x sapere cm sto andando (insomma nn
vorrei scrivere delle totali assurdità orribili) sia xk una bella dose di
autostima nn guasta
Ok a parte gli
scherzi ho deciso che la continuerò, anke perché non posso assolutamente
abbandonare così la mia coppia preferita!=) Mi scuso già in anticipo x le cs
errate ke potrebbero esserci ma cm ho già detto i libri non li ho finiti e
quindi potrei non mettere fatti o personaggi ke invece nel libro ci sono, però
insomma l’importante è ke ci siano Damon e Bonnie no??=)
Vabbè adesso la
pianto ke sennò vi faccio passare la voglia di leggere…
Buona lettura!!!
CAPITOLO
2
Ansimavo
guardando la strada, illuminata solo dalla tenue luce argentea della luna, di
fronte a me, con il piede ancora premuto sul pedale del freno. Era bastato un
battito di ciglia perché scomparisse nel nulla, lasciando dietro di se solo il
ricordo di un ghigno raccapricciante e il luccichio di quei denti perfetti.
Anche troppo perfetti…troppo lucenti…troppo inquietanti per essere definiti normali, pensai. E poi la sicurezza nei
gesti, nella posizione da predatore, il controllo completo sul proprio corpo.
Ero rimasta abbastanza a contatto con creature che rispecchiavano tutte quelle
caratteristiche decisamente troppo poco umane da riuscire a capire che
quell’uomo, se così potevo definirlo, era come loro. Era un vampiro.
Ma
cosa diamine ci faceva un altro vampiro a Fell’s Church? E soprattutto cosa
credeva di fare stando fermo in mezzo alla strada all’una di notte (ok forse
questo era abbastanza normale per una creatura della notte…) prima di scomparire
nel nulla dopo avermi mostrato quanto era luccicante la sua dentatura?
C’era
qualcosa di strano, qualcosa che proprio non andava in quel fatto, eppure
stupidamente decisi di passarci sopra pensando che forse fosse solo un vampiro di
passaggio, forse troppo influenzata da quel mondo soprannaturale per
preoccuparmi di cose del genere o forse troppo ingenua in un mondo che appena
conoscevo per capire la gravità della situazione. Sta di fatto che quando il
respiro decise di tornare al suo ritmo regolare rimisi in moto la macchina e me
ne tornai a casa, cercando di oscurare anche quello che era diventato un altro
ricordo nella mia mente, perché come qualcuno ha detto ogni cosa appena fatta
diventa un ricordo nelle nostre vite.
Quella
notte la mia mente vagò in un incubo senza uscita. Ero in una stanza buia e
deserta, tutto, dalle pareti al pavimento, aveva il colore di un cielo senza
stelle e solo una piccola lama di luce proveniente da una fessura in alto nel
muro mandava un lieve e freddo bagliore grigiastro sopra la mia testa. I rumori
erano moltiplicati: potevo sentire il battito del mio cuore come fosse un
tamburo suonato in una cerimonia tribale, potevo udire il respiro lievemente
affannoso, come quando si ha finito una corsetta da un capo all’altro della
casa, e riuscivo a percepire in lontananza una litania strana e ritmata, come
una lunga frase in una lingua sconosciuta ripetuta così tante volte che le
parole si mescolavano e producevano un unico suono prolungato e melodico. E poi
la musica si avvicinava, diventava più nitida, più forte, quasi minacciosa. La
sentivo nel pavimento, come piccole scosse che rimbombavano attraverso il
cemento e si incanalavano lungo le mie gambe fino ad arrivarmi al cervello. Era
doloroso.
Il
respiro diventava sempre più irregolare, il cuore pompava sangue a una velocità
doppia rispetto al normale, la vista mi si annebbiava e le orecchie fischiavano
mentre quella musica si avvicinava, si avvicinava…
L’aria
nella stanza divenne improvvisamente pesante, sapeva di fumo e cera di candele
sciolta. Una nebbiolina inconsistente cominciò a dilagarsi, con una calma
contrastante rispetto al suono sempre più veloce, sempre più assillante e
angosciante di quella litania che adesso sembrava far quasi vibrare le pareti.
La luce si tinse del colori del sangue, e dall’ombra potei distinguere una
figura umana, un contorno appena visibile che continuava a muoversi, a
camminare con una lentezza disarmante.
Le
tempie mi pulsavano, le mani sudavano e avevo il desiderio di gridare con
quanto fiato avevo in gola. Mi portai le mani alla testa quando una fitta
lancinante la attraversò senza preavviso, costringendomi a inginocchiarmi
lanciando un gemito di dolore. E poi vidi la sua ombra proiettata sul
pavimento, lunga e nera come la notte. Si avvicinava sempre di più, sempre di
più…e il mio cuore batteva, batteva così forte che pensavo potesse uscirmi dal
petto. Poi alzai lo sguardo per cercare di vederlo in volto e due occhi
vermigli si posarono nei miei, sgranati, folli. Urlai mentre quella creatura
allungava una mano verso di me e mi sollevava da terra tenendomi per il collo.
Mi divincolai, scalciai, tentai di afferrare quella mano così forte che
stringeva sempre più, ma era inutile, le mie esili dita sudate scivolavano via
come acqua nel tentativo disperato di salvarmi la vita.
E
poi più niente. Niente musica, niente battito, niente respiro, niente odore
dalla punta dolciastra. Solo il nulla.
Mi
sollevai di scatto. Avevo la fronte madida di sudore, i capelli bagnati
aggrovigliati e la camicia da notte attaccata alla pelle umida. Sentivo il
petto alzarsi e abbassarsi troppo velocemente, sentivo il cuore rimbombare al
suo interno e il sangue pulsare nelle orecchie. Avevo la bocca asciutta e la
gola secca, come se avessi appena urlato così forte da prosciugarla del tutto.
Ok Bonnie, adesso
calmati. Era solo un incubo, soltanto un incubo frutto della tua immaginazione.
Guarda, sei nella tua camera, al sicuro. Respira e calmati. Respira e calmati…
Cercai
di rilassarmi, trassi dei profondi respiri e mi guardai attorno aggrappandomi
alla familiarità dell’orsacchiotto di peluche sulla poltrona in fondo al letto,
dei vestiti sparsi con disordine sui suoi braccioli, della cornice della
specchiera nella quale erano incastrate varie foto di me ed Elena e delle
nostre vacanze. Tutto purché la mia mente si convincesse che adesso ero al
sicuro.
Alla
fine mi lascia crollare all’indietro, atterrando con uno sbuffo sul cuscino.
Appena chiusi gli occhi rividi quelle iridi rosse fissarmi e sussultai. No, non
sarei riuscita a dormire per quella notte. Guardai la sveglia: le 5.27. Di
certo non ero una persona mattutina ma che ci potevo fare? A mali estremi,
estremi rimedi.
Scesi
le scale che scricchiolarono un po’ sotto il mio peso e arrivai in cucina, dove
cercai una scatola di cereali e del latte che non mi preoccupai neanche di
scaldare. Poi andai in salotto, accesi la televisione su un noiosissimo
documentario che parlava della vita delle foche e cominciai a mangiare i
croccanti cereali con molta calma, gustandomi le goccioline di cioccolato al
latte che lentamente mi si scioglievano in bocca.
Dopo
un po’ il sonno prese il sopravvento e senza neanche accorgermene ero caduta
nelle dolci braccia di Morfeo. Sinceramente non mi era sembrato che quella sera
avessi portato con me una coperta, eppure quando la mattina dopo mi svegliai il
calore della lana sulla mia pelle era inequivocabile: ero coperta fin sopra le
spalle da una soffice coperta rosa che sembrava essersi materializzata dal
nulla. Probabilmente ero così frastornata che non mi ero neanche accorta di
quel che avevo fatto. Però era davvero strano…
Col
senno di poi ripensai a quel sogno inquietante. L’idea che fosse una visione e
che in qualche modo potesse essere collegata a quel misterioso vampiro comparso
dal nulla e nel nulla sparito in effetti mi si era affacciata alla mente, ma
avevo deciso di scartarla, almeno per il momento. Non era il caso di
preoccuparsi per uno stupido incubo e men che meno di allarmare qualcun altro.
Avrei aspettato e nel caso l’avessi rivisto, o avessi fatto di nuovo quel
sogno…beh forse a quel punto ne avrei parlato con Elena. Ma per il momento me
lo sarei semplicemente dimenticato.
Il
telefono mi ridestò improvvisamente dai miei pensieri.
-Pronto?-
-Ciao,
sono Elena! Senti mi chiedevo se ti andava di fare un salto da me. Stefan se
n’è andato con Damon non so dove e io non ho niente da fare. Ti va?- la voce
squillante della mia amica arrivò come una botta d’aria fresca.
-Certo.
Arrivo subito-
Mi
avviai verso la pensione con la netta idea di non parlare (e nemmeno pensare se
c’era anche solo uno dei fratelli Salvatore nei paraggi) di quel che mi era
accaduto la notte prima.
Almeno
per il momento.
-
- - angolino dell’autrice - - -
Che
ne pensate??? Spero che la vostra curiosità non stia calando. Mi dispiace se
ancora Damon nn si fa vedere molto ma cm ho già detto sarà una long, e vorrei
farla mooooolto long (nn spaventatevi per carità!), in tutti i casi provvederò
subito=) Mi raccomando continuate a recensire!
Bacetti!!!