-Fermo!
Non…uscire…da quella…porta!-
-Devo! Non ho altra scelta.
Tu…tu non puoi capire.-
-Certo che capisco,e bene,anche! La vendetta non è mai la cosa giusta!
Coinvolgerai innocenti,altre persone moriranno…-
-VAI VIA!-
-…senza colpa. Come i tuoi genitori.- il tempo rallenta per un istante.
Il cuore p e r d e un battito.
-Vuoi davvero che succeda?-
-Ormai non posso più tirarmi indietro.-
-Puoi,invece. Ribellati ai ribelli,umilia gli umilianti…-
Si lascia cadere sul divano,sconfortato.
-…sconfiggi gli sconfitti. Abbi pietà della tua povera anima torturata.-
-Io…non so nemmeno perché cerchi di convincermi. È fiato sprecato,arrenditi!-
-Oh,non è fiato sprecato. Nessuno sta aprendo bocca,qui.- ha ragione.
Non si scompone,alza leggermente la fronte verso la finestra illuminata dalla luna.
-Io devo andare. Lo voglio fare,così avrò la mia vendetta,finalmente.
Chi dovrà pagare,pagherà,e fine della storia.
Se ci andranno di nuovo in mezzo innocenti,sarà…-
-“Un sacrificio per la causa”…-
-C...come scusa?-
-E' quello che disse anche Bill,prima dell’esperimento. O meglio dell’…-
-…esplosione!
E…tu…tu come lo sai?-
-Io so tutto.- ride.
Il labbro inferiore inizia a tremare,a disagio.
-E hai valutato le possibili vittime?- annuisce.
-Hai visto chi c’è,nel mucchio?-
Il foglio scivola tra le mani,è un ritaglio di giornale.
Riporta un articolo di cronaca nera,brillantemente risolto dalla persona ritratta in foto: un uomo sulla quarantina,ma che si porta bene i suoi anni,sorride imbarazzato alle fotocamere. In testa,un buffo ma elegante cilindro nero,ed un ragazzino sorridente alle sue spalle.
Il foglietto viene stretto in pugno,accartocciato al limite del possibile.
-Ecco…lui non l’avevi contato,eh?- scuote la testa,sull’orlo del crollo.
-N…no.-
Silenzio. L’unico rumore è il respiro leggermente affannoso di un ragazzo,solo come non mai.
-Attento!-
-A cosa?-
-Alle lacrime.
Ti cadono…-
-Ah,è tutto a posto.
Le raccolgo dopo.- una punta di amarezza,di sarcasmo,nel rispondere a quell’ospite così privilegiato.
Si alza di nuovo,si dirige alla porta.
-Ancora? Ma non vuoi capire proprio,allora?-
-Lasciami stare. Sono notti che non dormo,a causa tua,LASCIAMI IN PACE!!
Lascia che io sbagli,la mia anima ha bisogno di vedere il dolore di quelle persone che lo hanno provocato a me,senza motivo. Io stavolta il motivo ce l’ho anche.-
-Come no. La vendetta.
Bel motivo.-
La maniglia si abbassa.
-Tu ne sei sicuro?- annuisce.
-Hai contato anche Layton,vero?
…
Uh…altre lacrime. Ne perdi tante,eh?-
-SI,L’HO CONTATO. LUI MI HA SALVATO,BENE,MA NON DEL TUTTO!
Sarebbe…sarebbe dovuto rimanere con me,al mio fianco,con il suo sorriso,e le sue parole…-
-Ma allora è vendetta…
-Taci.-
-O mancanza d’affetto?-
-Taci.-
-O forse…-
-...-
-…ricerca di attenzione?-
-TACI!
ADESSO BASTA,DAVVERO! VAI VIA DA ME,NON TORNARE MAI PIU’.
STAMMI LONTANO.- ancora lacrime. Finirà per sprecarle tutte.
-Lasciami in pace…ti prego! Vai via…-
La testa si inclina verso destra,curiosa,come farebbe un cucciolo.
La smorfia seria muta in un sorriso,poi in una risata.
-Non posso andare via,e lo sai.
Io sono te.-
Dopo quelle ultime parole,è tempo di andare. Abbassa la maniglia ed esce,lascia il vuoto appartamento,si dirige all’appuntamento con Layton.
D’ora in poi diventerà Luke Triton. Il piano è perfetto.
-Io sono te.- riecheggia.
E decide di uscire,in strada,incontro al destino,di prenderlo di faccia.
Di fargliela vedere,a questa voce coscienziosa. Se lo merita.
È stanco. Stanco di odiare,stanco di non amare,stanco di vivere.
Stanco di quel disperato
Note dell’autrice: non è niente di che,non mi sono soffermata su…nulla! Spero apprezziate comunque,alla prossima!