Ed eccoci al quinto
capitolo, dove la “convivenza” muoverà i primi, primissimi passi. Però non
voglio assolutamente anticiparvi niente quindi sto zitta. Piuttosto voglio
ringraziare tutte quelle che hanno recensito, con mia grande felicità ho visto
i commenti aumentare in pochissimo tempo quindi sono letteralmente al 7
cielo!!=) Davvero sono contentissima che la mia storia vi piaccia. E ovviamente
voglio ringraziare tutte quelle che continuano ad aggiungermi tra le
seguite/preferite!
Adesso però vi lascio leggere in santa pace=)
CAPITOLO
5
Entrai
nella mia “nuova camera” tenendo con due mani l’enorme valigia rossa che
catapultai sul letto senza tanti complimenti. Avevo il fiatone a causa di tutti
quei gradini fatti con in mano un affare che pesava più di me. Dico io, si
preoccupavano tanto che un vampiro mi attaccasse e mi portasse chissà dove ma
non gli era neanche passata per l’anticamera del cervello l’idea che dopo
un’arrampicata di due rampe con quella valigia gigantesca potessi schiattare
sul serio.
Mi
buttai al suo fianco rimbalzando sul soffice materasso coperto da una trapunta
bordò raffinata ed elegante, mentre i miei capelli di qualche tonalità più chiari
si disperdevano a ventaglio sulla miriade di cuscini che padroneggiavano quel
letto a baldacchino da sogno. Poi vagai con lo sguardo per la stanza che era
grande due volte la mia. Sulle due pareti ai lati del letto due enormi vetrate
offrivano una visuale bellissima della natura circostante, semi oscurata da
pesanti drappi di stoffa dello stesso colore della coperta su cui ero stesa. Un armadio gigantesco, in lego scuro con
elaborati intarsi che si arricciavano e sbocciavano in fiori magnifici, prendeva
metà parete alla mia destra, mentre sulla sinistra un caminetto in marmo bianco
sfumato da striature nere riposava silenzioso e freddo con una nota
d’abbandono. Ai suoi lati due poltrone dello stesso legno del mobile e del
letto, anch’esse foderate con un tessuto damascato bordò, lo incorniciavano e offrivano una prospettiva
confortevole e calda se ci fossero state notti di tempesta. Il pavimento era
ricoperto da molti, soffici tappeti che lasciavano intravedere qua e là sprazzi
delle assi di legno, mentre alle pareti erano appesi bellissimi quadri che
immortalavano paesaggi naturali o scene d’altri tempi che non stonavano per
niente con l’arredo stile ottocentesco della camera. Infine di fronte al letto,
a uno dei due lati della porta (quello che non era occupato da una regale
specchiera dalla cornice barocca dorata), un piccolo scrittoio invitava a
sedersi con tutta l’intenzione di catapultarti nel passato, quando ancora le
dame si chinavano su di esso per scrivere lettere d’amore o pagine dei loro preziosi
diari segreti.
Rimasi
estasiata da tutta quella bellezza e cura dei particolari. Sembrava davvero che
lì il tempo si fosse fermato. Certo mi ero fatta una mezza idea su come
potevano essere le stanze di quella bellissima villa che rispecchiava comunque
quello stesso stile, ma vederlo con i propri occhi era un’altra cosa.
Il
rumore di una mano che batteva sulla porta mi distrasse dall’ammirazione
estatica della stanza.
-Avanti-
-Ehi.
Che ne dici, ti piace?- era Elena, che si fece avanti con un dolce sorriso
dipinto sulle labbra rosee.
-E’…semplicemente
strepitosa- la guardai cercando di trasmetterle con lo sguardo tutto quello che
pensavo. Sorrise ancora di più.
-Già,
l’ho pensato anch’io appena l’ho vista. Poi ti ci abituerai, fidati- si sedette
di fianco a me, guardandosi attorno come per confermare ciò che aveva appena
detto.
-E’
come se il tempo si fosse fermato…- sussurrai.
-In
un certo senso è così. Stefan mi ha detto che da quando ce l’hanno, e credimi
sono trascorsi davvero molti anni- ci guardammo complici di quel segreto che
ben pochi sapevano – non hanno cambiato granché qui dentro. Quindi si, il tempo
qui si è davvero fermato a qualche secolo fa- sorrise e si sdraiò appoggiando
la testa vicinissima alla mia, mentre mi imitava guardando la stoffa del
baldacchino sopra di noi.
-A
che pensi?- mi chiese d’uno tratto.
-A
quanto è strano tutto questo- ammisi alla fine, chiudendo gli occhi. Sentivo il
suo sguardo su di me, ma non volevo guardarla. Volevo solo rilassarmi, per una
volta dopo tutto quello che era accaduto.
-Ti
preoccupa questa faccenda?- c’era agitazione nella sua voce. Come biasimarla…
-Mentirei
se ti dicessi di no…-
-Ma
secondo te cosa vuole?-
-Non
lo so Elena. Davvero non lo so-
-E
se si rifà vivo?-
-Su
questo puoi starne certa. Comunque hai sentito cos’ha detto Stefan no? Lo
prenderanno e gli faranno il terzo grado-
-Non
voglio immaginare come…- sussurrò.
-Neanche
io-
Passarono
dei minuti, forse solo secondi.
-Però
lo sai che qui sei al sicuro vero? Non devi temere niente- il suo ottimismo era
strabiliante, si faceva vedere sempre. Sorrisi.
-Tranquilla,
per questo non ho paura. Solo…sono confusa ecco-
-Già,
lo siamo tutti. Comunque penso che Stefan e Damon scopriranno che sta
succedendo, anzi ne sono sicura- annunciò con fermezza.
-Damon?
Non mi era sembrato così d’accordo su tutta questa storia sai? Quando siamo
scese di sotto pronte per partire lui se n’era già andato, e fattelo dire non
sembrava così allegro già da prima. Non che l’idea di stare qui, dove me lo
ritroverò tra i piedi tutto il giorno, a me piaccia sia chiaro…- mi difesi
subito.
-Lo
sai com’è fatto, ha un carattere…particolare. Ma comunque è dei nostri, puoi
contarci. E poi posso sempre convincerlo io-
Sorrisi
amareggiata, lei adorava avere potere su di lui. Non l’avrebbe ammesso neanche
sotto tortura, ma era così. E quel cretino d’un vampiro la assecondava sempre,
proprio come un cagnolino…
-Bene,
adesso vado di sotto, tu fai pure con comodo. Ciao- mi sorrise raggiante,
rincuorata dalle sue stesse parole, e sparì al di là della porta.
Sospirai
e mi alzai, aprii la pesante valigia e cominciai a togliere uno ad uno i
vestiti e a riporli nell’enorme armadio, che sembrava non esser mai pieno. Alla
fine dell’operazione osservai il lavoro con le mani appoggiate sui fianchi, come
quando una madre rimprovera un figlio osservando il disastro che ha combinato:
una metà era abbastanza piena, l’altra completamente vuota. Beh avrei avuto un
motivo in più per andare a fare shopping e…mi fermai di colpo, realizzando
improvvisamente che io non potevo uscire, almeno non senza una “scorta”. La
depressione piombò su di me come un macigno troppo pesante per le mie esili
spalle. Io che avevo sempre amato la mia libertà, io che non avevo mai avuto
dei veri limiti, adesso mi ritrovavo imprigionata tra quattro mura, con il
rischio che se infrangevo le regole ci rimettevo la pelle e forse qualche cosa
di più.
Con
la convinzione che non avrei avuto un briciolo di possibilità di sfuggire a
quel destino di prigionia (forse ero un po’ troppo melodrammatica ma sfido io a
trovarvi nei miei panni…) continuai a svuotare la valigia, estraendo i libri
che poggiai sullo scrittoio e sistemando il beauty-case nel bagno privato, il
primo che avessi mai avuto in tutta la mia vita.
Quando
finalmente la valigia, una sorta di borsa di Mary Poppins, fu completamente
vuota, la misi con molta poca cura sotto il letto e mi decisi a scendere di
sotto.
Trovai
Elena intenta ai fornelli, con Stefan che l’aiutava come poteva. Di Damon, con
mia grande felicità, neanche l’ombra.
-Ti
piace la tua nuova sistemazione?- mi chiese il vampiro non appena si accorse
della mia presenza.
-Altroché,
è fantastica…- risposi con poco entusiasmo, perché la mia amica si voltò di
scatto.
-Che
succede?-
-Niente
è che…Stefan non posso più uscire vero?-
Per
un attimo rimasero entrambi spiazzati, poi, prima di parlarmi, si guardarono un
istante.
-Sarebbe
più sicuro se per un po’ tu rimanessi qui dentro. Però è anche vero che non
possiamo tenerti al guinzaglio, quindi abbiamo pensato ad una soluzione- era
stranamente esitante, troppo per i miei gusti.
-E
sarebbe?-
-Ti
servirebbe qualcuno che ti sorvegli quando esci, abbastanza forte da
proteggerti in caso di pericolo…e l’unico che ci è venuto in mente, a parte me,
è…-
-E’…?-
la mia voce tradiva il panico, perché una parte di me sapeva già il nome che
sarebbe uscito dalle labbra del vampiro.
-Damon-
ammise alla fine.
-State
scherzando?!- la mia voce esplose come una mina lanciata nel silenzio.
-Senti,
lo so che l’idea non ti va a genio ma…- Elena tentò di calmarmi.
-Certo
che non mi va a genio…se questo è un piano per sabotare la mia stabilità
mentale sappiate che è davvero perfetto!- sentivo le guance calde e gli occhi
umidi, tipico di quando mi arrabbiavo.
-Dai,
ma è una cosa provvisoria…- continuò con le mani alzate come se gli avessi
puntato una pistola addosso.
-Tanto
vale mettermi nelle mani di quel vampiro!-
-Bonnie,
calmati. Senti sono due le scelte, o resti chiusa qua dentro, o hai la
possibilità di uscire, ma mio fratello ti accompagnerà. Vedi tu- Stefan mi mise
davanti al nocciolo della situazione. Accidenti all’evidenza.
-E…-
cercai di far perdere qualche ottava alla mia voce anche troppo acuta –Il tuo
fratellone sa di questa trovata?-
-Quale
trovata?- una voce alle nostre spalle ci fece sobbalzare all’unisono.
-Sentite
lo so che sono bello da lasciar senza parole ma non c’è bisogno di
sottolinearlo ogni volta- commentò di fronte al nostro improvviso mutismo.
-Angelo
mio che sta succedendo?- chiese un’altra volta.
-Beh…vedi
abbiamo trovato un modo per far andare in giro Bonnie senza che venga attaccata
appena mette piede fuori a quella porta- cominciò Stefan.
-Ah
si? E quale sarebbe?- chiese ingenuamente Damon, che ancora non aveva afferrato le
intenzioni del fratellino…
-Ecco…-
si schiarì la gola –Tu la accompagnerai- bomba sganciata.
-COSA?!-
pensai per un momento che la casa potesse crollare.
-Stai
calmo Damon- Stefan alzò gli occhi al cielo, affrontando per la seconda volta
la medesima reazione.
-Stare
calmo?! Spero tu stia scherzando perché altrimenti non vedrai l’alba del nuovo
giorno- tuonò il maggiore dei Salvatore.
-Senti
è l’unico modo…-
-E
allora che se ne stia qua dentro, a me non cambia proprio la vita. E poi perché
non la fai tu la balia a questa streghetta?- chiese acido.
Gli
lanciai un’occhiataccia. Io non avevo bisogno di una balia.
-Perché
io devo fare delle ricerche nel frattempo, e tu hai decisamente più tempo
libero del sottoscritto-
-Questo
lo dici tu pivellino…- fece un sorrisetto che la diceva lunga, e che mi diede
seriamente ai nervi.
-Per
favore Damon…- a quel punto intervenne Elena, sfoderando due occhioni azzurri che
fecero l’effetto desiderato.
-E
va bene, ma solo perché me lo chiedi tu Angioletto…- sbuffò con rabbia, mi
incenerì con uno sguardo e sparì su per le scale.
-L’ha
presa…bene- la mia bionda amica tentò di alleggerire l’atmosfera con un
sorrisetto imbarazzato.
-Oh
per favore- scossi la testa e me ne andai in camera mia.
Questo
era davvero troppo. Ero costretta ad abitare con il vampiro che più desideravo
evitare e adesso mi venivano a dire che lui doveva anche accompagnarmi nei rari
momenti di libertà che mi ritrovavo, praticamente rovinandomeli. Il destino
aveva proprio un pessimo senso dell’umorismo.
Presi
con rabbia un libro a caso tra quelli che avevo portato con me e mi buttai sul
letto, affondando tra i soffici cuscini che odoravano di lavanda. Ad ogni
parola che leggevo sentivo la rabbia diminuire, lasciando il posto a niente
meno che…il panico! Il mio autocontrollo di fronte a Damon ogni volta era messo
a repentaglio perché per quanto tentassi di nasconderla e rinnegarla c’era una
parte di me che era terribilmente attratta da lui, un rimasuglio troppo forte
di quel che provavo un tempo, quando mi ero illusa che anche lui potesse
amarmi. Già era difficile nascondere questi assurdi sentimenti nei rari momenti
in cui ci incontravamo, ma per fortuna avevo accumulato abbastanza esperienza
da potermi difendere con il sarcasmo affilato e l’arroganza, però adesso come
avrei fatto? Adesso che avrei passato molto più tempo del lecito assieme a quel
vampiro che da troppo tempo mi tormentava l’anima e il cuore?
Sospirai
rassegnandomi all’idea che le mie difese anti-Damon dovevano assolutamente
aumentare e rafforzarsi, un’impresa non da poco, per non dire impossibile.
Si
dice che la notte porti consiglio, a me però aveva portato solo due incredibili
occhiaie e un mal di testa pauroso.
Mi
infilai in bagno e dopo tre quarti d’ora di duro lavoro ne uscii con un aspetto
che non superava il decente.
Scesi
le scale in tutta fretta, sperando di incontrare Elena e chiederle scusa per
come mi ero comportata, ma l’unica persona che incontrai, anzi con cui mi
scontrai, fu l’ultima che avrei voluto vedere.
-Buongiorno
streghetta- disse una voce calda e sensuale, che mi fece arrossire se combinata
col fatto che avevo la faccia decisamente troppo vicina ai suoi addominali
scolpiti e avvolti in un’aderente camicia nera per i miei gusti. Schermai
immediatamente i pensieri, sperando che neanche uno di essi l’avesse sfiorato. Speranza
vana a giudicare dal sorrisetto che fece.
-Buongiorno-
schiarii la voce cercando di darmi un tono indignato.
-Elena?-
chiesi con noncuranza, mentre mi avvicinavo al frigo e tiravo fuori il cartone
di latte.
-E’
uscita con Stefan- si sedette su uno sgabello e aprì il giornale.
Nella
stanza dominava il silenzio, scandito solo dal frusciare delle pagine di carta
sottile e dal cucchiaio che sbatteva contro la ceramica della tazza ogni volta
che lo immergevo per tirare su i croccanti cereali.
Poi
sospirai, d’altronde prima o poi avrei dovuto chiederglielo, tanto valeva
togliersi subito il dente.
-Senti…dopo
io dovrei…ehm…uscire- trattenni il fiato, aspettandomi chissà quale scenata, invece
quel che ottenni fu un’espressione neutra.
-Avvertimi
quando sei pronta streghetta- disse semplicemente, continuando a sfogliare il
giornale. Rimasi a bocca aperta.
-Non
fare quella faccia, faccio solo un favore a Elena. E poi questa mattina devo
andare in un posto, qualche fermata in
più non sarà un problema- aggiunse sempre continuando a sfogliare le pagine
-Bene,
allora vado a cambiarmi- prima di uscire dalla stanza gli lanciai un’occhiata –E
riguardo al posto in cui devi andare…vedi di non portarmi in un bordello-
Mi
voltai troppo presto per riuscire a scorgere l’occhiata che mi lanciò e mi
allontanai troppo in fretta per udire la risposta, che rimase preda del vento.
-Non
lo farei mai, uccellino-
-
- -angolino dell’autrice- - -
Ciao
a tutteee!!
Che
ne dite??? Vi piace??? La convivenza è appena iniziata non preoccupatevi se
ancora non vedete dei groooossi sviluppi,tra poco ci saranno. Per chi è curiosa
riguardo alla storia del misterioso vampiro che perseguita la nostra povera
streghetta ed è stata un po’ delusa in quanto in questo capitolo non sono
andata avanti su quel punto perdonatemi!!! E’ che adesso volevo incentrarmi un
po’ di più sulla relazione Bonnie-Damon, e poi insomma diamole un po’ di pace
alla nostra povera Bonnie (pace che non durerà a lungo…accidenti devo imparare
a stare zitta!!!=P).
Vabbè
è meglio se non dico altro. Scommetto che adesso sapete cosa vi sto per
chiedere vero? Ebbene si vi sto ancora stressando con la mia richiesta di recensire=),
scusate sono assillante ma lo sapete che per me è super importante sapere cosa
ne pensate=) Grazie a tutte per la pazienza=)
Tanti
baci!!!