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Autore: Cassie chan    01/01/2006    7 recensioni
Ciao a tutti! Mi chiamo Cassie-chan e questa è la mia prima fanfiction su Tokyo mew mew! Non so se sia venuta molto bene, ma scriverla per me è stato molto bello perché sono riuscita a completarla e di solito non ci riesco quasi mai! Spero che vi piaccia! Un piccola serie di avvisi:
1. La coppia principale è ovviamente Ryan-Strawberry, dato che Mark non lo sopporto e sono rimasta molto delusa dalla fine dell’anime; ci speravo fino all’ultimo che si mettesse con Ryan, ma quella niente! Rimane con il merluzzo umano! Quindi, alle fan di Mark consiglio di non leggerla… non è che faccia proprio bella figura…
2. Uso i nomi dell’anime, anche se non ne vado pazza, ma mi piacciono di più di quelli originali…
3. All’inizio, la storia sembra contorta, ma spero che si capisca tutto alla fine…
4. Commentate! Commentate! Commentate! Altrimenti, mi demoralizzo e non la pubblico più, dato che è praticamente finita!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Avanti

Capitolo 17 - Beyond me and you

 

“… vieni con me, ti porterò, sopra i deserti che ho scoperto con te… vieni con me, ti condurrò per quegli abissi dove mi perderei…”--- Giorgia

 

“Avanti!”. Ghish udì quella voce cristallina, provenire dall’interno della camera d’ospedale, dove Strawberry era stata ricoverata, e sorrise tra sé e sé. Almeno nella voce, sembrava essere tornata la ragazza, che aveva conosciuto qualche anno prima.

L’alieno, camuffato ovviamente da terrestre, aprì la porta e vide Strawberry adagiata nel letto dalle coperte bianche, sorridente, sebbene coperta di molte bende, che mangiava una minestrina.

“Ciao Ghish!” salutò affettuosamente “Come sta Blanche? E tu?”.

Il ragazzo si sedette su una sedia bianca, che avvicinò al letto della ragazza, che per fortuna aveva una camera singola, cosa che gli permise di recuperare il suo solito aspetto.

“Bene” rispose “Blanche è stata dimessa ieri dall’ospedale… e io ho solo una slogatura alla caviglia, guarirà in pochi giorni… certo, se potessi dormire, starei anche meglio, ma dato che Kivar piange tutta la notte… non potevi trasformarlo in un cagnolino, o in un silenzioso criceto?!”.

Strawberry scoppiò a ridere e disse: “Non mi ricordo molto bene che cosa ho fatto in quei momenti… ricordo molto poco, davvero… ma se me l’avessi detto, magari avrei fatto un tentativo…”:

“Tu come stai?” le chiese Ghish, guardandola, ma accorgendosi che almeno nell’aspetto, sebbene dolorante, appariva tranquilla e rilassata.

“Sto bene” rispose la ragazza “Solo qualche fastidio, di notte, quando dormo, e assumo posizioni scorrette… ma a parte quello, tutto bene…”.

Ghish annuì, poi rivolse lo sguardo fuori dalla finestra, il cielo azzurro che illuminava la terra. Quel colore gli sarebbe mancato, quando sarebbe tornato a casa… era rarissimo che sul suo pianeta il cielo avesse quella tonalità. Ma, in fondo, non gli importava. Avrebbe fatto una fotografia e se la sarebbe portata via, appendendola sul caminetto della sua nuova casa, quella che avrebbe diviso con Blanche e con Kivar. Aveva già un figlio… e, in memoria di questo e di quello che suo figlio era stato fino a soli quindici giorni prima, niente più guerre e battaglie per cieli azzurri che poi nessuno poteva più guardare.

“E allora sei andata da lui?” chiese Ghish, interrompendo il silenzio “Lo sai che è a soli tre piani da te?”.

Si aspettava che Strawberry sobbalzasse o cambiasse bruscamente discorso, ma lei non fece niente di tutto questo, limitandosi a sorridere impercettibilmente e a posare il cucchiaio nella scodella.

“Lo so, ma non ne riesco a trovare il coraggio…” disse sottovoce “E’ strano, ma dopo tutto quello che è successo, è la sola cosa di cui ho ancora paura… vederlo lì e sentirmi debole, fragile…”.

Ghish poggiò una mano sulla sua e disse tranquillamente: “Hai paura che lui non contraccambi i tuoi sentimenti?”.

Strawberry non rispose, ma spostò lo sguardo su un vaso di rose gialle, che era sul comodino accanto a lei, e che le aveva portato Halinor. Poi sospirò e disse: “Magari fosse così facile… non so nemmeno io di che cosa ho ancora paura… forse temo che le cose non saranno mai più come prima…”.

Ghish rise leggermente e disse, la voce divertita: “Sta tranquilla che non lo saranno più… su questo, ci puoi giurare… ma perché dovrebbero essere peggiori? Potrebbe anche andare tutto meglio di prima… non hai mai pensato per un attimo con ottimismo? E se lui fosse innamorato di te? Non ti ricordi che cosa ci disse Profondo Blu? Che Ryan ti amava e che anzi proprio il fatto che foste divisi, aveva fatto sì che lui fosse diventato molto più debole e fragile…”.

Strawberry annuì pensosamente, poi disse pacatamente: “Non mi importa se lui mi ama, per la prima volta non mi interessa che i miei sentimenti siano corrisposti o meno… lui, Ryan, ha sempre saputo leggere dentro di me e so che, quando lo vedrò, finirò per raccontargli tutto, finirò per dirgli che lo amo… ma non ho paura che lui non mi ricambi, ho paura che lui non voglia vedermi più, che magari l’idea che una persona, che considera come una sorella, sia innamorata di lui, gli faccia ribrezzo e allora decida di non vedermi più… e poi adesso il progetto mew è definitivamente finito… lui potrebbe benissimo decidere di tornare in America, e allora non potrei fare niente per trattenerlo qui…”.

“Ryan non è una persona del genere, IO sono una persona del genere…” rise Ghish, sottolineando la parola “io” “Quando seppi che Blanche era innamorata di me, me ne scappai sulla Terra e mi invaghii di te… e lo sai perché lo feci? Perché ero già perso di lei, e avevo paura di confessare i miei sentimenti. Ryan ti vuole molto bene, che sia amore o no, non ti lascerà mai sola, ma se anche lo facesse, sarebbe solo perché è stracotto di te, e non vuole ammetterlo neppure a sé stesso… ma poi tornerà da te…”.

Strawberry sorrise visibilmente rincuorata e abbracciò Ghish, che arrossì. Che bella sensazione pensò Ghish, mentre stringeva Strawberry. L’attrazione che aveva provato per lei si era completamente esaurita, ma aveva lasciato il posto a quella calda sensazione di affetto, di protezione verso una persona alla quale era molto legato. E gli piaceva molto.

La lasciò andare, poi si alzò, dicendo: “Adesso, devo andare a casa, altrimenti Blanche inizia ad urlare… le ho promesso che le avrei comprato qualcosa dal supermercato… le donne incinte possono dire che hanno le voglie, ma lei che scusa ha?! Mi raccomando… va da lui… scommetto che sono giorni che ti sta aspettando…”.

Strawberry lo salutò, poi disse: “Certo che la paternità ti ha fatto bene, sei diventato più saggio!”.

“Che vuoi farci?! Quando vivi con signorina IO SONO UNA PRINCIPESSA ILLEGITTIMA, CHE SA VITA, MORTE E MIRACOLI DI MEZZO UNIVERSO, E CHE NON NE FARA’ MAI PAROLA CON IL SUO FIDANZATO INCAPACE, ti devi attrezzare!”.

Strawberry rise, mentre Ghish chiudeva la porta.

 

 

Le luci dell’ospedale erano completamente spente, ad eccezione di pochi e deboli neon, che illuminavano fiaccamente le varie corsie, che in alcuni casi erano vuote, in altre erano occupate dal febbrile viavai di medici ed infermieri. Anche qualche malato sostava nelle corsie, perlopiù le persone, che non riuscivano a riposare, mentre una figura si muoveva sinuosa tra loro. Strawberry, che indossava un pigiama di raso bianco, camminava lentamente nelle corsie, i piedi coperti da piccole ciabatte, ma nonostante tutto, gelidi. Salì lentamente le scale, fino al reparto Traumatologia, dove era ricoverato Ryan.

Non sapeva che le stesse prendendo, dato che aveva avuto per tutta la giornata la possibilità di andare da Ryan, ma non l’aveva fatto. Poi, dopo che Ghish se ne era andato, era stata continuamente assalita dal desiderio di rivederlo, ma si era detta che l’avrebbe fatto l’indomani, raccontandosi che magari stava riposando, che le faceva male un po’ la gamba per salire le scale, o che forse lui aveva delle visite. Ma poi l’insonnia le aveva lasciato gli occhi aperti, e si era alzata come una sonnambula per andare da lui. E stavolta nemmeno la sua mente la faceva fermare, dicendole che sicuramente Ryan stava dormendo. Entrò nel reparto, respirando di sollievo per il fatto che non c’era alcun medico in giro, che molto probabilmente l’avrebbe spedita direttamente a letto. Scorse con lo sguardo i vari numeri sulle porte, fino a trovare quello che le interessava, il 525. Sotto, c’era un piccolo cartellino plastificato con la scritta “Degenti: Ryan Shirogane_ Kasumi Kanagawa”. Una leggera fitta le colpì lo stomaco, torcendolo molto forte. Allora divideva la stanza con una ragazza… Che bello… adesso sono pure gelosa…

Entrò nella stanza, socchiudendo leggermente la porta, mentre avanzava nella stanza, dopo essersi sfilata le ciabatte e averle lasciate davanti alla porta. La camera era scura e solo parzialmente rischiarata dalla luce della luna, che entrava dalla finestra aperta, dato che era una calda sera di luglio inoltrato. Due letti erano coperti da delle tendine accostate, e pensò che fossero quello di Ryan e dell’altra paziente. Scostò la tendina del primo letto e vide una vecchietta, che riposava russando piano. Sorrise tra sé e sé, alla sua crisi di gelosia di prima, mentre la vecchietta mormorava qualcosa nel sonno. Richiuse la tenda e si avvicinò all’altro letto, che era più vicino alla finestra e le cui tende erano leggermente mosse dal vento estivo. Il cuore le batteva da matti, mentre lentamente apriva la tenda.

Rimase immobile per qualche istante, mentre vedeva nel letto, sotto le lenzuola, Ryan, il suo Ryan. Era la seconda volta che lo trovava addormentato, e per la seconda volta le sembrò un angelo. I suoi capelli biondi erano in parte coperti da una garza, che gli circondava la fronte, mentre i suoi occhi meravigliosi erano chiusi in un placido sonno.

Si avvicinò lentamente, mentre pensava con gioia infinita “Stavolta lui è vero… stavolta è davvero lui, non è solo un’immagine mentale…”.

Si inginocchiò per terra, e prese una mano di Ryan tra le sue, come aveva fatto l’ultima volta nei panni dell’angelo scarlatto, solo che stavolta la sua mano era calda, non gelida. Stavolta lui era vivo, e lei era lei, non l’angelo scarlatto, era lei, Strawberry. Avvicinò le sue labbra alla mano di Ryan, che baciò lentamente, mentre tante piccole lacrime inondavano la mano del ragazzo, gli occhi chiusi ed incapaci di fermarle.

Ad un tratto, quella stessa mano si mosse leggermente ad accarezzarle il viso, mentre Strawberry sobbalzava.

Ryan era sveglio e la guardava sorridendo dolcemente, anche se nella sua espressione c’era anche un po’ di sofferenza, causata dalle sue ferite. Lei spalancò gli occhi, mentre lui le diceva: “Ciao gattina… non ti fai vedere per giorni e poi vieni anche fuori dall’orario delle visite?”.

Lei sorrise, gli occhi ancora pieni di lacrime, e rimase immobile, fissandolo, la mano posata su quella che Ryan le teneva ancora sul viso. Non riusciva a parlare, nessuna delle parole, che si era detta di dire, quando l’avrebbe rivisto, le venivano in aiuto, mentre sapeva solo piangere e sorridere alla vista della persona che più amava al mondo.

D’altro canto, anche Ryan sentiva il cuore impazzirgli nel petto, più di quanto non avesse fatto in quei giorni, quando ogni volta che sentiva la porta aprirsi, sperava che all’uscio apparisse lei, che ora gli era davanti, una meravigliosa visione, a cui non sapeva se credere perché gli sembrava troppo bella ed assurda. Lei era bella ed era anche assurda; più bella di quanto non lo fosse mai stata in tutta la sua vita e dubitava che lei avrebbe mai potuto esserlo di più; assurda perché era lì di notte, perché gli stringeva la mano, e poi… per quel suo sguardo… così strano quel suo sguardo, che ancora non sapeva essere uguale ed identico al suo, lo sguardo di chi ritrova la persona che ama, dopo aver rischiato di perderla per sempre. Gli sembrava quasi di non esistere più, come se lei sola fosse vera. Lei che adesso sembrava assurdamente bella. Bella di quell’assurda felicità. Ma il solito demone, che abitava in lui, riprese possesso di tutto il suo essere. Quando si erano incontrati quelle poche volte, poco tempo prima, lui aveva sempre avuto paura, paura di morire, paura di perderla, paura che le accadesse qualcosa, paura che lei non lo amasse mai… e quelle paure lo avevano fatto aprire, avevano rotto la diga, che metteva un argine tra lui e i suoi sentimenti. Adesso che era tutto finito, il suo vecchio sé stesso era di nuovo lì, la sua solita ironia di difesa, la sua impertinenza erano tornate a riprendersi il loro ruolo.

Non si accorse di stare dicendo: “E allora, ragazzina, che cosa c’è?! Hai fatto un brutto sogno?!”.

Strawberry, un po’ stupita dalla sua voce, scosse il capo. Non se la ricordava più così la sua voce… se la ricordava diversa… più… dolce… quella stessa voce le aveva fatto scordare che cosa era venuta a fare lì. Doveva parlargli… già, parlargli… di quello che provava per lui. Ma, se fino a venti secondi prima, tutto le era parso perfetto, ora invece tutto le sembrava sbagliato, il posto, il momento, lei, lui… si ritrasse a disagio, spostando la sua mano da quella di Ryan, mentre pensava con imbarazzo che magari lui già sapeva tutto, che forse le altre gli avevano raccontato tutto della faccenda dell’angelo scarlatto, dei suoi sentimenti, e lui ne aveva riso, imbarazzato. Con una residua traccia d’orgoglio, disse: “Devo parlarti…”.

E adesso che cosa mi invento?

Ryan inarcò un sopracciglio, ritrovandosi a dire: “Adesso?! Spero che non sia niente di importante…”.

Eccolo là, voler dire una cosa e dirne un’altra… voleva dire “… non sia niente di grave” e aveva detto “importante”, come se non gli interessasse niente di lei.

Esattamente quello che capì lei, che, soffocando le lacrime, il volto basso, si ritrovò a chiedere qualcosa che le passava per la mente, ma a cui non aveva dato la massima priorità in quel momento.

“Tu, quel giorno… quando stavamo lottando contro Profondo Blu… ritornasti per qualche istante te stesso, poi mi dicesti di non farcela…” disse lei in un sussurro, le lacrime incagliate nelle ciglia.

“E allora?” chiese lui con finta indifferenza, quando invece ricordava molto bene quello che era successo.

“Mi-mi dicesti delle parole strane che non capii…” balbettò lei “Mi dicesti che non c’era scintilla… e che una persona poteva volare e lasciarti da solo…”.

Ryan sussultò. Allora quelle parole senza senso non le aveva solo pensate, le aveva anche dette… dannazione… la paura che lei capisse che stava parlando di lei e di lui, lo fece reagire istintivamente. 

Si sollevò lentamente: “Era solo questo che volevi sapere?! Di che stessi parlando?! Che cosa vuoi che ti venga a dire?! Non ricordo più niente di quello che è successo… e poi non vedo che cosa ti possa importare di me e di quello che dico…”.

Strawberry accusò lentamente il colpo, le lacrime che ormai scendevano libere sulle sue guance. Bastavano poche e stupide parole, un tono di voce diverso, e lui la faceva piangere. Possibile che fosse sempre così cretina? Perché diamine le era saltato in mente di venire lì?! Ringraziò che almeno le era venuto in mente di fare quella stupidaggine di notte, almeno lui non avrebbe visto le sue lacrime.

Si alzò da terra, senza guardarlo negli occhi, mormorando: “Hai ragione, sono una stupida… scusami, non sono affari miei…” e si voltò per andarsene.

Lui le strinse un polso, facendola fermare bruscamente.

“Perché me l’hai chiesto?” chiese Ryan.

“Non ha importanza…”.

Lui alzò leggermente la voce, stringendo il suo polso più forte: “Vuoi dirmi perché me l’hai chiesto?!”.

“Ti ho detto che non ha importanza! E lasciami, mi fai male!”.

Lui, per tutta risposta, le strinse più forte il polso e disse: “No, che non ti lascio! E poi non ti rendi conto del male che tu fai a me?! Mi vuoi dire perché mi hai fatto questa maledetta domanda?!”.

Lei non rispose, ma, liberandosi della sua stretta, scappò via, correndo fuori. Chiuse la porta dietro di sé, appoggiandosi contro di essa, piangendo a dirotto, i singhiozzi che adesso morivano nelle pareti del freddo ospedale. Stava per tornare in camera sua, quando sentii la porta dietro di lei aprirsi. Priva del suo sostegno, stava per cadere all’indietro, ma qualcosa la fermò…

“Pensavi che non potessi camminare, non è vero?” sentii la voce di Ryan dirle, mentre le sue mani la sostenevano per le spalle.

Lei si staccò bruscamente e, di fronte a lui, gli urlò: “Ma mi vuoi lasciare in pace una buona volta?!”.

Lui, con la stessa espressione, le urlò contro: “No, fino a quando non mi avrai detto che cosa ti ha spinto a farmi quella domanda!”.

“Si può sapere che cosa ti importa di che cosa ti chiedo o che cosa penso?! A te di me non è mai importato nulla, no?! E allora continuati a comportare così per piacere!” replicò lei arrabbiata, mentre una piccola folla di malati insonni e dottori furiosi si radunavano attorno a loro, intimandoli di fare silenzio, completamente ignorati dai due.

Lui sospirò profondamente, cercando di controllarsi. Ma le sue parole gli risuonarono nel cervello, facendolo innervosire. Come cavolo poteva pensare una cosa del genere? Che non glielo aveva fatto capire in tutte le maniere, che era esattamente il contrario?

Iniziò ad urlare, adesso veramente furioso: “E chi ti ha messo in testa questa bella idea, il tuo bel ex fidanzato geloso?! Chi ti ha detto che non mi è mai importato niente di te?! Sarei qui in piedi nel cuore della notte, con una gamba fratturata, se non mi importasse niente di te?! Ti avrei baciata cinque volte, se non mi importasse niente di te?! Certo che sei veramente ottusa, quando ti ci metti! E’ da quel maledetto giorno, in cui ti ho incontrato che non faccio che pensare a te, mattina, giorno e sera, che non desidero baciarti ogni dannato momento in cui ti incontro, che non voglio altro che stare sempre con te, vicino a te… ma tu no, figuriamoci, se capisci qualcosa! Ti convinci autonomamente che non me ne freghi niente di te, solo perché ogni dannatissima volta che mi dici qualcosa, mi spezzi il cuore, solo perché ogni volta che ti guardavo, ti vedevo con le guance rosse per Mark e allora ti prendevo in giro! Che dovevo fare?! Il masochista?! Starti appresso, mentre ti sbaciucchiavi con Mark? E tutto questo, solo perché ho avuto la maledetta idea di andarmi ad innamorare proprio di te!”.

Aveva parlato tutto di un fiato, mentre un silenzio di tomba scendeva sulle sue parole. Strawberry era rimasta in silenzio, incapace di credere a quello che lui le aveva appena detto.

Si avvicinò a lui e disse: “Che cosa hai detto?! Ripetilo un’altra volta…”.

Ryan replicò arrogante: “Che c’è?! Ti vuoi fare una bella risata?!”.

Lei, seriamente, prese la sua mano, intrecciando le sue dita attorno alle sue e disse: “Ti prego… solo un’altra volta…”.

Lui la guardò negli occhi e disse: “E’ dal primo giorno che ti conosco che… insomma, che io…ti amo…”.

Lei riprese a piangere, scoppiando a ridere, e disse: “Sei uno stupido!”. Poi gli gettò le braccia al collo, le lacrime che scendevano lungo il suo collo.

“Perché sarei uno stupido?”.

Lei si staccò da lui e disse dolcemente: “Ecco perché…”, prima di baciarlo teneramente sulle labbra. Lui, rimasto immobile, non riusciva a capire che cosa le fosse preso, anche se adesso si sentiva sollevare fino alla vetta più alta del paradiso.

I residui del legame telepatico che lo legavano ancora a Strawberry, gli fecero sentire i suoi pensieri…

Ecco perché… perché è tutta la vita che sono innamorata di te, anche prima di conoscere Mark, anche prima di conoscere te… forse anche prima di esistere, io lo ero già … non c’è stato un solo momento della mia vita che non lo sono stata, e tu sei stato sempre in tutto quello che ho fatto e che non ho fatto, che ho pensato e che non ho pensato, che ho voluto e che non ho voluto… perché ti amo da morire e ti amerò per sempre… e perché quello che abbiamo, è sempre andato oltre… anche oltre me e te…

 

 

Sigh, sob, mi sono commossa da sola! Ma sarò cretina? Avrò qualche problema? Bene, questo doveva essere l’ultimo capitolo della mia fic, ma ne ho scritto un altro, anche perchè avevo lasciato parecchie cose in sospeso! Sicuramente starete dicendo… MA STA FIC NON FINISCE MAI?! MALEDETTO A ME, CHE HO COMINCIATO A LEGGERLA!! E invece no! Vi perseguiterò per sempre! Uahahahahahahhah!!!!!!!!! (Specie di risata perfida e maligna!) Comunque, mi mancherà proprio taaaantissimo questa fic, quasi quasi la cancello, e la ripubblico da capo… non, scherzo, scherzo, non riuscirei a reggere di nuovo allo stress psicologico di questa storia! A proposito, considerando la mia innata perfidia,  e considerando anche che sono indecisa tra due seguiti molto diversi tra loro, lancio un concorso: SCEGLI QUALE SEGUITO VUOI A QUESTA FIC! DALLE VOSTRE IDEE, CASSIE SI ISPIRERA’ PER SCEGLIERE (finalmente!) QUALE DEI SUOI 2 SEGUITI VA MEGLIO! Sono proprio una rompiscatole, mi scuso ancora per il mio enooooooorme ritardo, ma sono molto impegnata! Sto scrivendo una nuova fic, che pubblicherò presto! Già che sto, faccio pubblicità… è su Slam Dunk e si chiama “Latte&Menta”, mi raccomando leggetela! Comunque, prima che mi perda in chiacchiere, passo ai ringraziamenti soliti:

Black pill:  la mia ultima lettrice e la prima a recensire! Hai visto cosa è successo? Eheheheh… che scrivo una storia su quei due e ti lascio a bocca asciutta? Spero che questa storia ti sia piaciuta, soprattutto per questo chappy, non è che mi convinca molto! Un bacione!

Hermy 6: la mia piccola stellina! Come sempre, grazie millissimo (superlativo di mille, che non esiste, vabbè, lascia perdere!)…  avevi intuito come sarebbe finita? Davvero? Me delusa! E io che volevo fare una sorpresa! Comunque, metti a frutto le tue doti per il Grande Concorso: INDOVINA IL SEGUITO! O mio Dio, sto proprio fusa! A proposito, sto leggendo la tua fic, purtroppo non riesco mai a recensire, ma è veramente meravigliosa! Continua presto! Sono iper curiosa! Un bacio!

Mew Pam: la mia Pammina! Ma come sto cretina oggi! Grazie dei tuoi complimenti, sono sempre ben accetti! Che cosa hai capito per il seguito? Che se vai a vedere l’ho messo e me ne sono dimenticata? (ne sono perfettamente capace!); questo, il 17, è il penultimo capitolo! Comunque, Strawberry dovrebbe avere diciannove anni, mentre Ryan ventidue o giù di lui! A prestissimo! Un mega baciozzo!

Pfepfer: neanche io voglio che questa fic finisca!!!! Me tapina! Sono contenta che il chappy ti sia piaciuto, e anche qui dico che sto seguendo sempre la tua fic, ma non riesco mai a recensire! Scusa!!! Per il seguito, sempre se mi risolvo il dubbio amletico, dovrebbe arrivare presto! Un mega abbraccio!

Isiliya: che bellissimo nick che hai! Mi piace tanto! Quasi quasi te lo rubo per qualche mia storia… scherzo, scherzo! Mi raccomando, leggi anche altre mie storie! Avrai notato che mi faccio sempre pubblicità? Un mega bacione!

Aya chan: la mia piccola Ayuccia! Sono anch’io mega triste che questa fic stia finendo, anche se come ho già detto, per me è stato un stress ENORME! Ma, a parte il fatto che sono piena di nuove idee per nuove fic, c’è sempre la tua meravigliosa ed iper bella fic, che continuerò a leggere e recensire, ovviamente!(sei parecchio in ritardo, lo sai?!!!), se vedi nelle tue recensioni, finalmente sono riuscita a recensirti l’ultimo tuo chappy, e sei stata la prima a cui ho detto della mia nuova fic, che pubblicherò presto, sperando che ti piaccia! Lo so, lo so, l’idea di Kivar e di Blanche che se ne prende cura, è stata un colpo di genio!(oggi, oltre che cretina, sto anche modesta!)… le notizie che mi hai dato sulla seconda serie del manga mi hanno lasciato di stucco! COME, QUELLA FESSA SI SPOSA CON IL MERLUZZO?!!! MA E’ PROPRIO IMBECILLE?!!! Speriamo che almeno Berry sia più intelligente di lei… vabbè che, se si mette con Ryan, deve esserlo per forza! Un mega baciottino Ayuccia!

Kashia: grazie tantissimo della tua recensione! Mi ha fatto veramente piacere sapere che non consideri i miei personaggi, o perlomeno i personaggi dell’anime, riveduti e corretti da me, non banali! Ho sempre paura invece che lo siano! Come ho già detto, sono già piena di idee per nuove fic, quindi non credo che ti libererai presto di me! Scherzo! Un abbraccio!

Nadia Sakura Kan: come sempre i tuoi commenti mi hanno fatto molto piacere! Mi sono quasi commossa! Ti voglio ringraziare… il giorno, in cui ho letto la tua recensione, stavo particolarmente depressa, perchè ero paranoica su un paio di cose che non mi riuscivano, poi ho letto la tua recensione e mi sono sentita meglio! Grazie tantissimissimo! Ti ringrazio soprattutto per il tuo commento al “mio” Profondo Blu, è stato il personaggio più difficile, nell’anime non era tutto sto granché, era piatto, o meglio non si diceva moltissimo su di lui! Quindi, me lo sono dovuto inventare tutto di sana pianta! Per gli altri personaggi, considerando le paranoie di Strawberry, dovevo cercare assolutamente di fargli più svegli, altrimenti altro che diciotto chappy, ne veniva fuori un’ Iliade! Sono davvero contenta che tutto ti sia piaciuto, spero che leggerai altre mie storie! Un bacione!

Discopupa: ti ho lasciata per ultima, perchè volevo avere più tempo e spazio per scriverti una risposta, ammesso e non concesso che tu stia leggendo questo capitolo, visto che mi hai detto che la mia fic non ti è piaciuta molto! Non mi sono affatto offesa, come ho chiarito tante volte, mi piace che nelle mie recensioni ci siano sia complimenti che critiche! Se voglio diventare una scrittrice, devo accettare questo ed altro! La tua recensione mi ha molto colpito come era normale che accadesse, sono conscia che il mio stile non è questo granché, spesso mi ripeto, oppure mi soffermo su alcuni particolari per troppo tempo! Anche se questa è stata la prima fic, che ho pubblicato, non è la prima storia che scrivo, credo di aver passato i tre quarti della mia esistenza a scrivere, quindi so perfettamente di non essere una scrittrice da Premio Strega, o roba simile! Ti ringrazio per avermi consigliato di farmi aiutare da qualcuno più grande di me, ci ho pensato tante volte, ma almeno per il momento, e cioè fin quando continuerò a studiare, devo rinviare! Intanto, tento di scrivere storie del genere, cercando di trasmettere qualcosa ad altre persone come te, che si trovano a leggere quello che io scrivo! Ammiro il tipo di professione che fai, soprattutto perchè le prime storie che io abbia mai scritto erano favolette per i miei cuginetti più piccoli! Una cosa però mi sento di smentirla nella tua recensione: magari il mio stile non è eccellente, la mia trama è un bel po’ incasinata, ma quello che ho scritto è sempre venuto da dentro di me, forse non l’ho fatto capire, ma è stato così, e se questo è riuscito a capirlo, anche una sola persona, vuol dire che il mio obiettivo è stato raggiunto! Comunque, spero che tu legga altre delle mie storie, in maniera da avere una visione più completa di me e soprattutto per darmi altri consigli! A presto!

Non ci credo di aver finito, lo spazio dei ringraziamenti di questo chappy era davvero immenso! Un mega bacio anche a tutti coloro che fin qui hanno soltanto letto e non recensito, siete ancora in tempo per lasciare un commento, il prossimo chappy sarà l’ultimo! Ciao ciao da Cassie chan!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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