Il segreto scoperto
cap. 4 .::. chi sei veramente? .::.
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"E'
tutto inutile! Forse sarà morta non credi? Shinici
Kudo!" disse una voce dietro un pilastro. Era
Gin, che rivolgendosi a Vodka esclamò:
"Perché non gli facciamo raggiungere la sua amichetta?"
- Perchè hanno nominato Shinichi?! - pensò Ran mentre, ancora con il fiatone
per la corsa, cercava di capire la situazione.
- E poi chi è morta? - continuò a pensare, sbirciando dentro.
"Allora? Che ne dici Vodka?" ripetè Gin con un sorrisetto per niente
rassicurante sulle labbra.
"Direi che è una bella idea, capo! Poi ora che l'abbiamo riperfezionata,
sarà ancora più divertente dell'ultima volta!" disse inserendo una mano
nella tasca. Conan, immobilizzato dalle corde che gli legavano le mani e le
gambe, pensava velocemente.
- Cosa voleva dire "riperfezionata"?! Cosa posso fare... sono
immobilizzato, non posso nemmeno addormentarli con l'orologio! - pensò
guardandosi intorno, come a voler trovare un aiuto da qualche parte.
"L'avete preso a quanto vedo. Complimenti." disse una voce ad un
tratto. I terzetto si voltò, per vedere una donna entrare.
"Certo, cosa ti aspettavi Vermouth?" sbottò Gin fissandola con
sguardo freddo.
"Bè, ve lo siete già fatto scappare una volta. Lo sai che sono piuttosto
diffidente." sibilò sensuale, passandosi una mano fra i capelli chiari.
"Tzk! Lasciaci lavorare!" disse scocciato Gin.
"Calmo. Ti devo ricordare chi l'ha condotto qua con quella lettera?"
chiese guardando Conan.
"Cosa?! Ma allora quella donna che è venuta a casa di Ran era lei!"
disse il bambino, guardandola con sguardo di fuoco.
"Che intuito. Hai ragione, ero io quella donna." sibilò
indietreggiando.
"E inoltre, ho una sorpresa per te... " mormorò uscendo fuori.
"Stupida donna. Dove sta andando adesso!? Ci sta facendo solo perdere
tempo!" buttò lì Gin, iniziando a stancarsi dei giochetti della donna.
"Calma i bollenti spiriti. Ho qualcun altro da uccidere insieme al
marmocchio!" disse per poi rientrare Vermouth.
"RAN!?" Conan, riconoscendo la ragazza, iniziò a urlare.
"CONAN!" Ran, tenuta ferma da Vermouth, cercò di divincolarsi con
scarsi risultati.
"COSA VOLETE DA LEI?!" urlò il bambino.
"I would want to tell to my angel the truth*!"
sibilò Vermouth. [*Vorrei
dire al mio angelo la verità!]
"You do not understand English*?"
chiese sarcastica Vermouth. [*Non capisci l'inglese?]
"Lo capisco
benissimo Vermouth!" urlò Conan con rabbia.
"E tu, Angel? You understand English?" chiese con falsa dolcezza. Ran
la fissò con sguardo misto fra paura e determinazione.
"YOU UNDERSTAND ENGLISH?! RISPONDIMI!" urlò la donna.
"S-sì!" rispose Ran, mentre la stretta sul suo collo da parte di
Vermouth si faceva via via sempre più stretta.
"Good, Angel! Good!" rispose ritornando insolitamente zuccherosa.
"E allora capirai ciò che sto per dirti... " mormorò al suo
orecchio.
"That child is... your boy... *" mormorò. [*Quel bambino è... il tuo
ragazzo... ].
Ran si pietrificò.
- I-il mio ragazzo? - pensò iniziando a sudare freddo.
"VERMOUTH! FINISCILA, DOBBIAMO LAVORARE!" urlò Vodka perdendo la
pazienza.
"Urlami soltanto un'altra volta e ti ritrovi due pallottole nella
testa." lo minacciò con un sorrisetto seducente la donna.
"Qui tutti stiamo facendo il nostro lavoro... anche la qui presente Angel
sta facendo lavorare il cervello... vero?" chiese rivolta alla ragazza.
"Allora Angel, hai capito a chi mi sto riferendo?" chiese Vermouth.
Ran deglutì e posò il suo sguardo su Conan.
"Hai detto il mio ragazzo... ma io non ho il fidanzato." rispose Ran,
prendendola in giro.
"You do not have the boy? Oh, then I say directly the name to you!"
disse Vermouth, rispondendole fra le righe.
"Forza
allora!" disse Ran con le lacrime agli occhi. Vermouth fece un ghigno.
"Shinichi Kudo."
"COSA?!"
"Calmati Yusako!" disse con voce tremante Agasa.
"Come faccio Agasa?! Mio figlio è nelle mani degli uomini in nero!"
urlò di rimando Yusako Kudo.
"Lo so e mi dispiace! Ma hanno rapito anche Ai e di certo anche se lo
fermavo, sarebbe riuscito a sfuggirmi!" replicò il Dottore, seduto su un
letto di ospedale. L'incendio gli aveva procurato alcune bruciature sulle gambe,
probabilmente gli sarebbero rimaste le cicatrici, ma a lui questo non importava.
Appena si sera sistemato nella camera dell'ospedale, si era subito messo in
contatto con Yusako, per avvertirlo della situazione.
"Bisogna fare qualcosa!" riuscì a dire Yusako. "Senti Agasa, io
vengo lì a Beika con il primo aereo che parte. Aspettami!" con
quest'ultima frase, l'uomo chiuse la telefonata.
"Come se potessi andare da qualche parte!" sibilò Agasa con una
gocciolina sulla fronte.
"S-shinichi... " ripetè Ran fissando il bambino.
"Già, mia piccola Angel, lui è Shinichi Kudo, rimpicciolito a causa di
una pozione, l'APTX 4869, creata proprio da quella bambina di nome Ai Haibara,
tornata piccola anche lei. Non te lo ha mai detto? E Kudo, perchè non gli hai
raccontato di noi e della pozione?" chiese facendo la finta tonta la donna.
Conan, si voltò dall'altra parte, troppo mortificato per guardare negli occhi
la sua adorata Ran.
"Oh, fammi indovinare. Volevi proteggerla eh? Credevi che se noi fossimo
venuti a prenderti avremo portato via anche lei perchè sapeva del tuo segreto!
Ma allora questo è amore, vero Shinichi?" chiese Vermouth.
"C-cona... è la verità?" chiese Ran incapace di pronunciare altre
parole.
"Non essere timido, rispondi alla tua amica!" disse Vermouth.
"Scusa Ran." sibilò solamente.
"Tzk, ci ha provato Kudo. Ma stai tranquillo: la tua amica, sì, verrà
ferita, ma non fisicamente: psicologicamente, dato che ti vedrà morire. Alla
fine, tutto viene a galla. Il tuo segreto è stato scoperto."
"S-shinichi... " sibilò Ran.
"Abbiamo finito con queste commedie?!" chiese Gin.
"Gin, lo devi uccidere proprio adesso? Angel vorrà parlare con lui
prima." disse la donna tutta una zucchero.
"Ma cosa dici?!" chiese Vodka.
"Il cuore di una donna è sensibile... facciamoli parlare un'ultima volta.
Starò io di guardia." disse allentando la sua stretta sul collo di Ran.
"Tzk! Se solo non fossi la cocca del capo, certe cose non te le
concederei!" borbottò Vodka uscendo, seguito da un, come sempre, freddo
Gin.
"Ci vediamo dopo amore." sibilò lei quando l'uomo le passò di
fianco.
"Va all'inferno." sibilò di rimando.
"L'inferno è un luogo per le persone cattive. Può darsi che ci
incontriamo!" replicò lei lasciando andare Ran.
"Angel, fa solo una mossa azzardata che ti ritrovi nella stessa situazione
del tuo amico." sibilò la donna uscendo e chiudendo a chiave la porta del
grande capannone.
All'interno, rimasero solo i due, che rimasero in silenzio.
"S-sei veramente S-shinichi?" chiese balbettando la ragazza.
"Mi dispiace Ran. Ma io volevo proteggerti." sibilò lui, guardandola
negli occhi.
"... SEI UNO STUPIDO!" urlò disperata la ragazza, buttandosi al suo
collo. Lì iniziò a piangere a dirotto, mentre Conan abbassava lo sguardo
sgomento...
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Questa è la prima volta che scrivo qualcosa su Conan, pur essendo
una sua fan. Spero che questo capitolo sia stato all'altezza dei precedenti. Non
so se scriverò altri capitoli, vedremo come si evolverà la situazione. Per ora
quindi vi saluto! Un bacione,
By Lore-chan