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Autore: crazyfred    07/02/2011    12 recensioni
da "London Calling": "Sempre che ci resterà tempo per parlare ..." aggiunse. Adorava provocarmi anche nei momenti meno opportuni. Ma aveva ragione, ero stanca, e non avevo la forza per stare dietro alle sue malizie.
"Non vedo l'ora" mi lascia sfuggire, lasciando che racchiudesse in se un mondo di significati. "Non vedo l'ora ...." ripetè lui "I love you baby" "I love you too, dude".
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Oscar Eccomi qui con una nuova shot sui nostri amatissimi Rob e Kris. Per chi aveva letto dei miei spoiler sulla pagina di facebook (e con questo vi ricordo che c'è una pag facebook di riferimento qui )  sappiate che quello che leggerete ora non ha niente a che fare con quello che avevo pubblicato. Quella shot è rimandata a quando avrò ispirazione sufficiente. Per il momento accontentatevi di questa. è breve lo so, ma è il massimo che la mia mente, troppo affollata di idee, al momento è riuscita a partorire.
Avviso che non c'è nessuna collocazione precisa del tempo, potrebbe essere l'anno prossimo, fra 10 anni, questa è una cosa che sa solo il destino. L'ho immaginata qualche giorno fa quando la cara Bibis Gu (Iris) mi ha fatto vedere un bellissimo video Robsten che qui vi propongo  http://www.youtube.com/watch?v=VU6DoYXHe1g
Rircodo inoltre che ho aggiornato cn un extra la mia FF The best Day. Se voleste leggerlo, questo è il link.

Non mi resta che raccomandarvi di essere generosi con i commenti e anche con le critiche, se esse sono fatte in maniera costruttiva.
BUONA LETTURA!!!















And so They kissed














My Joy, Your Proud













Odio le serate come questa.
Gente senza faccia che legge il tuo nome su un foglio in cui sei schedato peggio che in prigione pronta a dirti dove devi andare, cosa devi fare, come ti devi muovere. E' snervante sentire i fotografi a destra e a manca che ti chiamano e non ne hanno mai abbastanza, neanche dopo 10 minuti che sei in posa sorridente.
Sorridente...diciamo pure che si viene colti da una paresi facciale, che rischia di diventare permanente se non lasci riposare il muscoli del viso; ma bisogna stare attenti, perché i paparazzi sono pronti come degli sciacalli a beccarti nel momento in cui lasci che una smorfia dai mille significati (noia, dolore per i tacchi) si stampi sul tuo volto e a sbatterti in prima pagina con l'appellativo di musona.

Quella è la mia condanna: Kristen non sorride mai. Ah davvero? E quella che sorride nelle foto chi è, una controfigura?
Odio queste serate perché la gente è falsa; sorride, ma in realtà non vede l'ora che tu compia un passo falso e possa prendere il tuo posto. Quanti sul tappeto che percorrerò mi sorrideranno, mi faranno i complimenti e, una volta passata, mi sputeranno dietro sottolineando tutti i miei diffetti? Vi do un indizio: è più facile contare chi non lo farà.
Di una sola persona sono certa, ad esempio, come sono sicura di essere viva. Perché, del resto, è anche per lui che io vivo.
Robert è con me oggi, anche oggi, come del resto fa, più o meno silenziosamente, da quando, nel 2008, gli ho dato il permesso (assolutamente inconscio) di entrare nella mia vita. Si è fatto posto senza grande rumore, senza far scandalo o mettere nessuno a disagio. O forse quel posto c'era sempre stato, ritagliato dal destino e dalle nostre anime prima che i nostri corpi si incontrassero e capissero quanto fossero vitali l'uno per l'altro. Timidamente, anche oggi, è qui a sostenermi, ad essere la mia luce per quanto non faccia altro che ripetermi: "sei tu il mio Sole".
E il ghiaccio che mi fa da armatura contro il mondo si scioglie, diventando acqua calda, pronta ad andare in ebollizione da un momento all'altro.
Lo amo e lui mi ama; lo sappiamo noi, lo sanno tutti, ma a molti non sta bene. Non mi interessa, siamo noi a doverlo vivere e nessun'altro deve permettersi di mettere bocca nella mia vita privata. Le minacce lo preoccupano, io cerco di riderci su, non bisogna far vincere chi fa la voce grossa e pretende di avere diritti su di noi.
Non ho mai chiesto a nessuno di venire a vedere i miei film, di comprare i DVD o i giornali con le interviste. Non l'ho chiesto io di essere famosa, tanto famosa. Io ho bisogno di recitare, di esprimere le mie emozioni ed il mio ego attraverso la recitazione, sfidare me stessa a diventare qualcun'altro. Se poi rimane diventa un successo planetario, a me non interessa più di tanto. Ma il lavoro deve restare fuori dalla porta di casa mia.

Ed è proprio per questo che vorrei che serate come questa non esistessero, perché invece del loro significato originario, servono solo ad enfatizzare il lato mondano, a dar da mangiare a paparazzi e giornalisti di cronaca rosa. Già le sento le loro domande: "come va la vita privata?" "e l'amore?" "di chi è il vestito?" "e queste bellissime scarpe?". Ma a nessuno interessa sapere del mio lavoro? Del resto è per quello che sono qui, o no?
Ancora non potevo crederci, mi sentivo realizzata già quando mi invitarono agli Oscar per presentare una clip, questo era decisamente troppo.
Eravamo arrivati, Rob mi strinse forte la mano e poi uscì incontro a quella folla urlante, che non ci riusciva proprio a non andare nel delirio più totale di fronte a lui; ma come dargli torto. Quando l'avevo visto uscire dal bagno nel suo smoking nero, solo una mezz'ora prima, ebbi qualche problema a non trasformarmi in una fan dodicenne impazzita e dovetti ricordarmi l'empasse che mi impediva di saltargli addosso.
Tutto poi si svolse come da copione. Messi su i nostri migliori sorrisi, intrecciate le mani, iniziammo quella passerella patinata come fossimo una coppia di divi della Hollywood vecchio stampo, tutti sorrisi e pose ammiccanti ai fotografi. Ci avrebbero dato lo scettro di coppia della serata, avremmo battuto team inossidabili come i Brangelina, ma dentro intanto ribollivo dalla voglia di salutare tutti gli obiettivi con un bel dito medio o dire una parolaccia a qualche microfono; così, giusto per stemperare la tensione.
Rob era lì solo per me e, da inguaribile cavaliere qual era, lasciava che tutte le telecamere si curassero di me. "è la tua serata, goditela tutta" mi disse sarcastico. Avrei voluto rigraziarlo con una bella gomitata nel fianco, ma ne convenni che forse non era il caso di rovinare quello smoking finissimo e, quindi, scartando l'ipotesi francesismi di fronte alle telecamere, mi ridussi a fare quello che più mi piaceva e al contempo mi riusciva meglio: avvinghiarmi a lui. Appena mi fu possibile mi strinsi, mi arpionai alla sua schiena, e mi lasciai sprofondare nell'incavo suo collo, avvicinando i maniera il più possibile sensuale e provocante le mie labbra al suo orecchio; percepii immediatamente i brividi invaderlo ed il suo respiro farsi concitato mentre soffiavo delicatamente sulla sua giugulare.

"Questa me la paghi" gli sussurrai, sogghignando. "Pensavo volessi dichiarami il tuo amore" trovava sempre il modo di ribattere. "Nnnn" protestai, recitando la parte della sostenuta "è una cosa così scontata...dovresti già saperlo" "Non mi stancherò mai di sentirtelo dire" non voleva che l'avessi vinta. "E comunque" continuò "IO ti amo".
Adesso i brividi erano venuti a me, e le gambe iniziarono a cedere; non solo la sua voce roca, calda e sensuale aveva pronunciato le parole che il mio cuore voleva sentirsi dire, ma le aveva accompagnate con uno di quegli sguardi che portano il cartello, a lettere cubitali, troviamo un posto nascosto perché ho bisogno di te ORA. Cercai allora di ricordarmi il motivo per cui eravamo lì e tentai di ricompormi al meglio che potevo.
Nella folla, tra le tante facce amiche/nemiche, ne scovai un'altra, finalmente, del tutto familiare. Mi trascinai appresso Robert, come si fa con i bambini capricciosi e, nonostante il nostro entourage ci intimasse di tornare a posare di fronte ai fotografi, mi abbandonai all'abbraccio rassicurante dell'uomo che mi stava di fronte. Mio padre. L'altro amore della mia vita. Una volta l'anno trasformato in pinguino per lavoro; morivo dal ridere a vederlo costretto in quel vestito troppo elegante per un tipo come lui, ma il lavoro veniva prima d'ogni cosa e, fin da bambina, mi aveva sempre insegnato che, per lavoro, si fa solo ciò che si deve, al di là del proprio volere. Altrimenti si torna a casa. Lezione molto semplice per la sopravvivenza nel mondo dei grandi made in Stewart.
Nonostante, cosa straordinaria per la California, il cielo fosse velato da spesse nubi, il mio adorabile papaStew inforcava i suoi occhiali dallo stile un po' country.
Se qualcuno l'avesse visto per la prima volta, probabilmente si sarebbe fatto un'idea diversa di lui, soprattutto data la capigliatura leggermente stravagante, ma mio padre era tutto, fuorché un alcolista o un centauro da Harley Davidson; non era in grado di guidare neanche una di quelle moto dei film italiani degli anni '50, e di birre se ne concedeva al massimo una alla sera, mentre segue lo sport in tv.
Ma io sapevo bene il perché di quegli occhiali, lo conoscevo ormai troppo bene per non saperlo: voleva nascondere gli occhi arrossati e ancora lucidi. Non era un piagnucolone, ma per me qualche lacrima l'aveva sempre in serbo.

Ridendo lo abbracciai e lo strinsi, per quanto possibile, a me. "Non cambierai mai papà!!!" gli dissi. Lui mi osservò, in silenzio per un attimo e mi disse: "Sei bellissima tesoro mio!"
Generalmente non mi sarei fidata di lui, di Robert, i loro giudizi erano troppo di parte; ma quella sera non volevo sentire altro, non volevo avere preoccupazione per la mia testa. Mi ero preparata fin troppo scrupolosamente, scegliendo l'abito appena saputo che avrei partecipato all'evento, facendo seduto di trucco e parrucco per essere perfetta e calzando tutte le sera le scarpe per averle al massimo della comodità. Non è da me, è vero, in altre circostanze non l'avrei fatto, ma vorrei vedere voi al posto mio.
Ci accompagnarono ai nostri posti e, nonostante il training autogeno che avevo scoperto ed imparato ad usare, non ci fu modo di rilassarmi per tutta la durata dello show finché non arrivò il momento tanto aspettato e tanto, tanto temuto.
La consegna del premio alla miglior attrice protagonista.
Vennero presentate le candidature e, ancora una volta, non riuscii a spiegarmi come il mio nome potesse essere finito insieme a quello di attrici come quelle, donne che con il loro immenso talento e le loro strabilianti carriere avevano fatto la storia del cinema ed erano colonne portanti di ciò che in fondo tutti noi eravamo. Mentre passavano sullo schermo le immagini delle nostre performance pensai a quante e quali attrici avevano vinto quel pieno ed io, mi sentivo nulla in confronto a loro.
No, non poteva e non doveva essere la mia serata e nemmeno volevo che lo fosse. Era troppo presto; troppo giovane, mi dissi. C'è chi ha alle spalle una carriera decennale e io non lo posso scavalare.
Il mio ruolo per quella sera, anche quello era scritto: sentire il nome della vincitrice, sorridere ... ma nascondere una leggera delusione ... ed applaudire a chi stava ritirando il premio.

Finite le nomination, ecco iniziare la suspance per il responso. Sentii il cuore pompare decisamente più forte del normale, ed il respiro iniziare a venir meno. Stai calma Kris, mi ripetevo, che ti agiti a fare? Tanto lo sai che non tocca a te.
Rob dal suo canto mi stava affianco, anche troppo. Avrei voluto che non intrecciasse la mia mano con la sua, che non la portasse a contatto con le sue labbra e non iniziasse a giocarci così indecentemente. Non era facile rimanere concentrata. I miei ormoni non avrebbero retto tanto a lungo.

"Sei pronta?" mi chiese, sussurrando. Non c'era bisogno di essere pronti, non doveva accadere nulla.

"And the Oscar goes to ... KRISTEN STEWART"

No, non era possibile, non poteva essere vero! Non è così che funziona! Si viene nominati, ma non si vince a primo colpo. Posso ... posso rifiutare? Non lo voglio, no! è ... è un onore troppo grande per meritarlo!
Mi sentii avvolgere da una pioggia di applausi e tante braccia che correvano ad abbracciarmi. Era tutto così confuso e vago attorno a me. Sentivo mio marito urlare la sua gioia, incontenibile, mentre mi abbracciava in vita e mi baciava dolcemente sulla guancia. Sentivo i miei compagni di cast ed il regista che mi incitavano, ed il resto del teatro che reclamava la vincitrice sul palco. Ma io, io ero su un'altro pianeta, persa in un sogno qualsiasi.

Mi alzai, senza che fosse il cervello a dirmi dove andare e mi lasciai guidare da Robert. Prima però, in uno sprazzo di lucidità, mi avventai sulle sue labbra, avvolgendo le mie braccia alle sue spalle. Per una volta, una volta sola in tutta la mia vita, non avevo interesse a nascondere la mia affettività. Mi avviai verso il palco e senza di lui non ce l'avrei fatta a salire le scale, nello stato in cui ero. Al momento di lasciarmi andare si congedò con un baciamano da manuale di galateo e incantandomi con uno sguardo da far impallidire Leo Di Caprio per la sua performance in Titanic. Dentro quegli occhi, più azzurri del cielo, più cristallini dell'acqua del mare, tutta la gioia per questo mio traguardo e l'orgoglio che gli dava potermi sentire sua.
La folla davanti a me era troppo grande ed ora mi toccava parlare, dire qualcosa e cercare di non essere né banale, né stupida. Cosa ancora più importante, nel mio caso, era riuscire a tenere in mano la statuetta, la mia statuetta, senza farla cadere e frantumarla. Non c'avrei fatto una bella figura agli occhi di tutto il mondo.
"O mio Dio...wow!" kristen ... per piacere ... sai che puoi fare meglio "è ... è una sensazione meravigliosa essere qui a stringere questa statuetta tra le mani. Molti di voi già sanno cosa si prova ed ... ed ora posso dire di saperlo anch'io". Risero un po' tutti e lanciai uno sguardo verso Robert, ricordando quando era toccato a lui, per Water for Elephants. I pronostici quella volta non sbagliarono ... e quella notte fu un delirio. Quella fu la prima volta che ero con lui per davvero. Pensai a quante cose erano cambiate, pur rimanendo sempre le stesse.
In fondo, non c'era un tempo perfetto per essere degni di ricevere un tale onore, come del resto non basta una vita intera per essere degli attori perfetti. Probabilmente è, come tutto nella vita, qualcosa che capita e da cui siamo travolti, ed è inevitabile.
"Vorrei ... vorrei dedicare questo premio a tante di quelle persone ... ma domani potrei essere ancora qui e non aver finito. Perciò, per non annoiarvi, credo che lo dedicherò a chi ha creduto in me ma ... ma soprattutto a chi non ha creduto in me, perché è proprio per quelle persone, che sono tante, che ho cercato dentro di me la forza di andare avanti nel mio lavoro e dare il meglio. Infine ... dedico questo premio alle persone più importanti della mia vita ... Robert, ti amo! ... e a questo scriccioletto" e per un attimo mi si strozza la parola tentando di trattenere le lacrime, accarezzando il mio bel pancione "che è il miglior premio che la vita mi abbia donato".









à bientot
 



Federica
   
 
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