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Autore: Pallina    08/02/2011    2 recensioni
Spaventata si alzò dal letto per osservarsi nel grande specchio che troneggiava su un muro della stanza.
Vide l’immagine di una ragazza impaurita, con degli occhi di un blu profondo e dei riccioli neri sulle spalle.
Una ragazza che, però, lei non conosceva.
Che cosa le era successo?
[L'epilogo ha partecipa al "Quando Taylor Swift incontra Harry Potter" Contest indetto da (Solly) sul forum di EFP, classificandosi quarto]
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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PARTE SESTA

Appena uscito dallo studio, Draco si era Materializzato a casa di Pansy, trovandola vuota e silenziosa. Cercando di ostentare una calma che era lontano dal provare, si accomodò su una poltrona davanti al camino, deciso ad aspettare il ritorno della ragazza.

Pensieri confusi e contradditori gli si affacciavano alla mente: non riusciva a capire cosa stesse succedendo intorno a lui.

La giovane bruna che aveva incontrato al bar, il loro bar, non poteva essere lei: quelli che le ricadevano sulle spalle non erano i suoi capelli, quelle iridi blu che le illuminavano il volto non erano i suoi occhi; tutto in quella ragazza lo costringeva a convincersi che si era sbagliato, non era lei.

Ma poi c’era quel gesto, un movimento così dolce e caratteristico che non avrebbe mai potuto dimenticare, quel lento sfiorarsi il lobo dell’orecchio per passare ad accarezzarsi i capelli; quel gesto che le aveva visto compiere tante volte, quel gesto che gli raccontava una verità che non capiva, che non poteva comprendere.

Forse era solo la sua speranza a farlo pensare in quel modo, la speranza che non l’avesse veramente allontanato; ma la verità era che l’aveva lasciato, senza una spiegazione, con quella frase che gli aveva spezzato il cuore.

Non ti amo più.

Ed ora si ritrovava da Pansy alla ricerca di una soluzione, perché non poteva credere che l’unica volta in cui si era lasciato andare era stato abbandonato.

Aveva perso, l’aveva persa. Lei aveva deciso di non combattere per lui. Doveva farsene una ragione ed andare avanti, sposare Astoria, fare la felicità dei suoi genitori e dimenticare.

Aveva sognato un futuro diverso, ma ormai era tempo di tornare alla realtà.

L’unica cosa che lo costringeva a rimanere seduto in quella poltrona, aspettando, erano le parole di Blaise; il dubbio che veramente ci fosse qualcosa di cui non era a conoscenza lo attanagliava e non poteva andarsene senza prima aver scoperto la verità.

 

 

*

 

 

Pansy si Materializzò a casa, angosciata.

Era uscita per comprare qualcosa da mangiare e, quando era tornata all’appartamento, non l’aveva più trovata. Era scappata, di nuovo.

L’idea che potesse perdersi un’altra volta e che magari qualcuno potesse riconoscerla, la terrorizzava; in fondo Blaise non ci aveva messo più di qualche minuto a scovarla.

E se ci fosse stato lui al suo posto?

Rabbrividì a quel pensiero, aprendo l’uscio del soggiorno e bloccandosi immediatamente dopo.

Draco stava seduto su una poltrona, il volto nascosto tra le mani.

Pansy non l’aveva mai visto in quello stato, lui sempre così perfetto e distaccato; per la prima volta nella sua vita scorgeva cosa la maschera di indifferenza nascondeva.

Lentamente si avvicinò, cercando di non fare rumore.

«Draco?» mormorò, leggermente dubbiosa.

Il ragazzo a quel richiamo alzò il voltò, raggiungendo la compagna in brevi passi; la debolezza che aveva scorto un attimo prima era completamente scomparsa dai suoi lineamenti.

«Ti aspettavo.» affermò, il tono di voce fermo. «Ho parlato con Blaise…»

La giovane bruna allargò le iridi nocciola, impallidendo lievemente.

«Ah si?» chiese, ostentando un’aria distaccata. «Come sta?»

Draco scosse il capo, come a volere rimuovere quella domanda dalla conversazione e Pansy si ritrovò a tremare.

«Mi ha detto di venirti a chiedere spiegazioni. Mi ha detto che tu sapevi qualcosa che avrebbe potuto interessarmi…» dichiarò, avvicinandosi successivamente alla ragazza per proseguire con tono minaccioso: «Hai qualcosa da dirmi, Pansy?»

Un brivido freddo le corse lungo la schiena, un brivido di paura che non poté contenere, mentre abbassava lo sguardo, incapace di reggere quello del suo interlocutore.

Lentamente cercò di farsi coraggio, prendendo un respiro profondo ed incontrando nuovamente le iridi argentee del compagno.

«Non so di cosa tu stia parlando.» replicò, il tono di voce che riuscì a mantenere calmo, freddo.

Draco la guardò per qualche secondo, come a voler testare la verità di quelle parole sul suo volto; poi sospirò, voltandosi.

«Spero per te che sia veramente così.» dichiarò, prima di uscire dalla stanza senza un saluto.

Una volta rimasta sola, Pansy si accasciò sul divano, portandosi una mano sulle labbra.

Draco sospettava di lei, Blaise gli aveva messo la pulce nell’orecchio, se l’avesse incontrata per strada nulla gli avrebbe impedito di riconoscerla, lo sapeva. Aveva bisogno di aiuto.

Velocemente si alzò, pronta a raggiungere l’unica persona amica che aveva in quel momento.

 

 

*

 

 

Daphne se ne stava sdraiata sul suo letto, intenta a sfogliare una rivista con aria annoiata, quando la porta della sua camera si spalancò, rivelando la figura sconvolta di Pansy.

La ragazza mora entrò, sedendosi su una poltrona e prendendosi il volto tra le mani, disperata.

La Serpeverde alzò lo sguardo per osservare i suoi movimenti, prima di tornare a leggere la propria rivista, indifferente.

«Siamo nei guai, Daphne.» mormorò Pansy, fissando le sue iridi nocciola sulla figura dell’amica. «Draco sospetta qualcosa, Blaise mi ha tradito e lei è scomparsa di nuovo. Non so come fare, se Draco la dovesse incontrare per noi sarebbe la fine, sono sicura che la riconoscerebbe! Che facciamo?»

Daphne rimase qualche minuto in silenzio, prima di scoppiare in una risata cristallina.

«Cosa facciamo?» chiese, nel tono di voce si poteva cogliere una nota di ironia.

La sua interlocutrice la guardò, aggrottando le sopracciglia, perplessa.

«Si, cos-»

«Pansy, non ti credevo così stupida. Pensavi davvero che ti stessi aiutando per amicizia?» le domandò, ridacchiando nuovamente allo sguardo stupito che le rivolse in risposta. «Io i miei interessi li ho già fatti, ho ricattato Draco e mi sono presa un bel po’ di soldi che mi serviranno per liberarmi dei miei genitori. Anche se adesso venisse tutto fuori, non mi interesserebbe. Sei stata tu a cancellarle la memoria, tu che hai affittato l’appartamento, tu che hai preso le sue sembianze per lasciare Draco. Io non c’entro, non puoi provarlo, in caso sarebbe la tua parola contro la mia e, secondo te, a chi crederanno?»

Pansy ascoltò le parole in silenzio e, mentre il discorso andava avanti, impallidì sempre di più; quando Daphne ebbe finito, si alzò, ostentando un’aria calma e si diresse alla porta, ma le parole della compagna la fermarono nuovamente, con la mano sulla maniglia.

«Poi mi chiedevo, io l’ho fatto per i soldi, ma te? Che cosa ti ha spinto a rischiare tanto?» le chiese, maligna. «Pensavi davvero che Draco avrebbe mai scelto te? Che si sarebbe innamorato di te, una volta che lei non ci fosse più stata?»

Senza rispondere aprì la porta e se la richiuse alle spalle, mentre la risata divertita di Daphne echeggiava per la casa.

 

 

*

 

 

Sophia era andata in giro tutto il giorno, alla ricerca di non sapeva nemmeno lei bene cosa e non l’aveva trovato. Nulla intorno a lei si era mosso, nulla le aveva indicato la via da prendere.

Alla fine, sconfitta, era tornata a casa. Iniziava a perdere la speranza che i suoi ricordi tornassero, che il mistero che la circondava venisse scoperto; l’idea di partire per l’America e di ricominciare iniziava a essere piacevole, quasi dolce.

Era stanca, stanca di quella situazione, stanca di non sapere se Emily si chiamasse così, stanca di non capire chi fosse quel ragazzo di colore.

Con un sospiro si lasciò cadere sul divano, quando sentì il rumore di qualcuno che si Materializzava; immediatamente strinse la mano intorno alla bacchetta, mentre si dirigeva verso la fonte del suono.

Appena notò la figura di Emily, abbassò l’arma, rilassata.

«Emily… mi hai spaventata.» affermò, sorridendo alla ragazza.

La giovane si voltò verso di lei, un’espressione sconvolta a deturparle il volto.

«E’ successo qualcosa?» le chiese, leggermente titubante, mentre le dita si stringevano nuovamente intorno alla bacchetta.

Non sapeva perché, ma aveva come l’impressione che in quel momento la sua interlocutrice fosse pericolosa. Il viso, che era sempre stato gentile e cordiale in sua presenza, ora aveva un’espressione di odio dipinta sopra; Emily la guardava come se volesse schiacciarla, con disprezzo.

E quello sguardo, stranamente, le ricordava qualcosa.

«Smettila di chiamarmi Emily, stupida puttana.» replicò, il tono di voce aspro, cattivo. «Io mi chiamo Pansy.»

Sophia trasalì a quelle parole e mosse qualche passo all’indietro, cercando di allontanarsi.

«Che fai, hai paura? E pensare che dovresti essere una Grifondoro impavida e coraggiosa.» dichiarò, ridacchiando maligna. «Non capisco come possa essersi innamorato di te, di te capisci? Io gli sono sempre stata accanto, mai poi sei arrivata te, con i tuoi occhi da cerbiatta e prima hai incantato Blaise e poi, naturalmente, lui. Forse avrei fatto meglio ad ucciderti subito…»

Sophia allargò le iridi, sorpresa dalle parole che le stavano venendo rivelate, che l’avevano incatenata impedendole di scappare. Doveva sapere, aveva il diritto di sapere.

«Ma a questo si può sempre rimediare, no?» continuò il suo monologo Pansy, un sorriso malizioso che le si andava a formare sulle labbra, mentre prendeva la propria bacchetta. «Qualche ultimo desiderio?»

Ma, proprio nel momento in cui la ragazza bruna alzò la bacchetta puntandogliela al petto, Sophia capì che forse era il momento di fuggire e, senza pensarci, si Smaterializzò nel primo posto che le venne in mente.

 

 

*** 

 

 

Spazio dell'Autrice:

Allora, eccomi qua con il penultimo capitolo (ne manca solo uno e poi l'epilogo)!

Se devo dire la verità, questa sesta parte l'avevo pensata in maniera completamente diversa, i personaggi dovevano comportarsi in altro modo; ma hanno preso vita propria (veramente) e questo è quello che ne è venuto fuori!

Non mi convince molto il risultato, ma "amen", non so se riuscirei a cambiarlo, quindi eccolo qua tutto per voi!

Daphne è uscita fuori come una vera stronza e Pansy si è vista abbandonata da tutti, sola con il fardello delle proprie colpe... Draco, invece, è disperato, probabilmente un po' OOC, ma cmq questa storia si svolge dopo qualche anno dalla fine di Hogwarts (i personaggi penso che abbiano intorno ai 25 anni) e lui si è innamorato e quindi si comporta da innamorato!

Inoltre, in questo capitolo, si scopre che Sophia è una Grifondoro (o, meglio, era)...chi sarà mai? *Dan dan dan*

Beh, sperando che vi sia piaciuta, passo ai ringraziamenti:

un particolare grazie va a Angorian, che ha revisionato questa parte; poi, naturalmente, ringrazio tutti quelli che hanno commentato e quelli che hanno inserito la storia nelleseguite/preferite/ricordate

Grazie davvero, 

un bacione e a presto

Pallina

 

   
 
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