Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Logic Error    08/02/2011    10 recensioni
FanFiction ad alto contenuto demenziale. Perchè dopotutto Sebastiano di Michele non è mai stato un demone, e Ciel è soltanto un piccolo bambino viziato a cui piacciono troppo i congiuntivi.
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sebastiano aveva atteso con ansia l’arrivo della Signora in Rosso…non che gli fregasse di avere un altro rompiballe tra i piedi, piuttosto sperava che quella visita potesse far tornare un po’ il buon umore al tappo.
Non appena lasciò il giardino ed aprì la porta…capì la gravità della situazione e comprese che non c’era tempo da perdere.
“Running through the monsoooooon, beyond the world, to the end of timeeeee…”
“Sebastiano-saaaaan!”
La prosperosa cameriera…-come diavolo si chiamava?- si diresse a tutta velocità verso Sebastiano, seguita dagli altri servitori.
“Lo so, ho…sentito.”
“Cosa facciamo, cosa facciamo?”
In risposta, una grande carrozza rossa si fermò all’ingresso della dimora Fantasma Alveare.
Ne scese una donna vestita completamente di rosso, capelli rossi, cappello rosso, accompagnata da quello che pareva essere un maggiordomo coi capelli rossi e vestito di rosso.
I miei complimenti per la fantasia, pensò Sebastiano; ma poi si ricordò di non essere altro che uno dei tanti fighi di turno creati per le fan girl, e quindi tacque.
La Signora in Rosso si fece avanti e salutò con un lieve cenno del capo la servitù.
“Buongiorno, sono la Signora in Rosso, zia del piccolo Conte. Il mio Cielo è in casa?”
Sebastiano le rispose con un caldo sorriso ed intimò agli altri di allontanarsi.
“Certo, sono sicuro che la starà già aspettando dentro, Signora.”
Ed aprìla porta.
“You said that we’d be foreveeeeeer, how could you kill me and lie to my faceeeeee…”
“Cosa…?”
“Non si preoccupi, vado subito a spegnere la radio.”
E Sebastiano, con uno scatto a dir poco felino, scattò verso la stanza del tappo e, prima che questo potesse sparargli contro un condizionale, afferrò la sua radio e la scaraventò a terra.
“Sebastiano! Qual è la ragion di questo tuo gesto?!”
Sebastiano, si inginocchiò e…
“Sì, starò sempre al suo fianco, mio Conte. Anche se il trono crollerà e la corona brillante si arrugginirà…anche quando il bicchiere sarà mezzo vuoto e non esisteranno più le mezze stagioni, resterò accanto alla vostra figura. E l’annaffierò con cura ogni giorno, togliendo la polvere con lo swiffer.”
“Sebastiano…” disse il tappo in un sussurro, guardando il nero demone inchinarsi al suo cospetto.
“Sebastiano…”ripetè questa volta con più forza, costringendolo ad alzare lo sguardo.
“Sì…?”
“Questo cosa DIAMINE c’entra?”
“…di solito faccio sempre una gran bella figura quando dico ‘ste cose.”
“Non sono una tua fan girl, stolto.”
E Sebastiano tirò un sospiro di sollievo.
Si ricompose, poi “Comunque…sua zia, la Signora in Rosso, la sta aspettando.”
Terrore, puro terrore: ecco cosa aveva trasfigurato il volto del tappo in un’orrenda smorfia.
“C-come?! Quella donna dagli improbabili gusti in fatto di moda, con quell’orrida tintura rossa e soprattutto ninfomane è venuta qui, in codesta magione?”
A Sebastiano bastò la parola ‘ninfomane’ per trascinare il Conte dalla sua parente.
Non appena la donna vide il suo piccolo nipotino, si librò a mezz’aria per la gioia.
“Oooooh, Cielo mio, quanto ti sei fatto bello!”
Ma dove? Pensò Sebastiano. 
“Vieni qui, fatti abbracciare e coccolare, nipotino mio!”
Ma che schifo. Pensò Sebastiano.
“Hai preso tutto da quel figo ingrato di tuo padre! Vieni qui, avrai tante cose da raccontarmi!”
E purtroppo la Signora in Rosso si apprestò a chiudersi in una stanza da sola col tappo, per fargli l’interrogatorio di terzo grado corredato da pasticcini.
“Oh my GOD!”
Sebastiano si girò. Anche se fosse stato ad un concerto, tra miliardi di persone…non avrebbe avuto alcun dubbio: quel mezzo frocio che si ritrovava di fronte non poteva che essere il maggiordomo della Signora, il tipo con cui aveva parlato al telefono.
Tentò comunque di mantenere un contegno.
“Come?”
“Non dirmi che tu sei quello con cui ho parlato al telefono! Sei molto meglio di quanto mi aspettassi!”
“Tu piuttosto…non dovevi avere delle manie suicide, all’inizio?”
“Oh, andiamo! Un emo basta e avanza in questa fict!”
E dopo essersi sistemato gli occhiali, il maggiordomo rosso si avvicinò a Sebastiano, dandogli un sonoro schiaffo sul sedere.
“Hey, ma…! Nella versione originale era Madam Red a toccarmi! Cos’è sta merda?”
“Con chi parli, tesoooro?”
Sebastiano si allontanò, portando una mano dietro il fondoschiena, per proteggerlo da ulteriori attacchi ed un’altra davanti…per lo stesso motivo.
“N-nessuno. Comunque il mio nome è Sebastiano, non ‘tesoro’.”
“Il mio nome è Grellardo.Oooh, Sebasucianochan!”
“Ho detto SEBASTIANO.”
“Ma come, ho letto che ti piacevano tanto i suffissi giapponesi!”
“----ma!”
Ad interrompere quel tentativo di abbordaggio da quattro soldi, intervenne una lettera che, sfidando le leggi della fisica e soprattutto, della logica, si materializzò dal nulla tra le mani di Sebastiano.
“Toh, una lettera. Devo portarla al tappo.”
Con Grellardo attaccato ai pantaloni –i gatti non bastavano eh?- Sebastiano entrò senza bussare nel salottino dove il tappo si trovava con la Signora in Rosso.
Il tappo era visibilmente provato: stava in braccio a sua zia con un pacco di biscottini in bocca.
Quando vide Sebastiano, lì sputò e tentò di liberarsi dalla morsa malefica di quella donna.
“E poi chiedete perché ascolto gli MCR.”
“Le chiedo scusa.”
“Allora…cosa c’è?”
“Una lettera per voi.”
Quando il tappo la vide, esclamò un sonoro ‘OH!’ e l’afferrò con forza.
Diede le spalle a tutti nell’aprirla e nel leggerla.
Quando poi si girò, un ghigno feroce e un paio d’occhi iniettati di sangue spaventarono talmente tanto Grellardo, che s’infilò del tutto nei pantaloni di Sebastiano.
“Bella scusa eh?”
“Cos’è successo, nipotino mio adorato?”
“E’…la regina! Chiede il mio intervento per catturare un ignobile criminale che impunemente deruba le strade della nostra Londra della loro beata quiete!”
“Ooh!” annuì la Signora in Rosso, senza aver capito una mazza.
Cielo si affiancò a Sebastiano e poi.
“Sebastiano! MERDA VA'!”
“C..come?”
“Ti ordino di aiutarmi nel catturare il famigerato criminale Jekkusarippah!”
“Chi?”
E il tappo si mosse verso la finestra, lasciando che i raggi del sole illuminassero la sua tetra figura.
Con una sinistra ombra sul viso e sguardo truce si voltò e sentenziò:
“Jekkusarippah, il ladro di biscotti!”
   
 
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