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Autore: Irishkoala    09/02/2011    8 recensioni
Come la propria vita possa essere sconvolta in un solo secondo....o in una sola notte...per poi svegliarsi e non più riconoscersi -letteralmente- e capire che, per la propria sopravvivenza, non si potrà fare altro se non trovare in fretta una soluzione pratica.
Una cena un pò strana, un incontro fortuito e un amico un pò invadente.
Tra dubbi, parole non dette e un pizzico di magia {forse}, si scoprirà se questa soluzione verrà trovata realmente e se sarà quella che metterà la parola fine a fraintendimenti e incomprensioni.
Provate a entrare e lasciatevi dietro tutto il resto...
Genere: Commedia, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Is A Force Of Nature'
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Four.




Sognai Austin e quella dannata cena al ristorante.

Sul fatto che stavo sognando non ne ero molto sicuro. Non sapevo se gli animali sognassero o meno ma se fosse stato un no, quello era un bene perché voleva dire che, comunque, le mie facoltà mentali continuavano a essere umane.

E così doveva rimanere.

Qualcosa non mi tornava però. Nonostante sapessi di stare sognando e che quello che avevo mangiato doveva c'entrare qualcosa in quella faccenda, riuscivo a vedere tutto talmente nitido e chiaro come se lo stessi vivendo che, pensai davvero che il sogno fosse quello di essere un gatto.

Poi c'era quella frase ricorrente che non mi usciva dalla testa e che, avevo l'impressione, sarebbe stata la chiave per risolvere tutto quanto.

..aiutano ad alleggerire i problemi oltre che affrontarli...”

Ad alleggerire...oltre che affrontarli.

...affrontarli?

Che cavolo c'era da affrontare?

E comunque rimaneva il fatto ancora poco chiaro su come, il direttore del ristorante, fosse stato in grado di avvicinarsi a noi così di fretta e a portarci quei bicchieri.

Non ebbi il tempo 'materiale' per poterci pensare o per verificarlo attraverso il sogno perché, un attimo prima che le immagini prendessero la forma di Austin quando aveva cercato di farmi parlare su quello che, secondo lui, stavo nascondendo, un rumore mi fece svegliare di scatto.

Alzai la testa, ancora una volta confermandomi che non era cambiato niente e che ero ancora nel corpo di un felino, e cercai di capire da cosa fosse stato causato quel suono.

Da fuori entrava già una luce decisamente forte, doveva essere mattina inoltrata, e il mio stomaco reclamava cibo e acqua immediati.

Sbadigliai, stirandomi nello stesso momento, puntando le zampe avanti per grattare anche il pavimento con le unghie.

Era....piacevole, ok?

Per quanto cercassi di non averli quegli atteggiamenti puramente da gatto, mi venivano spontanei e, da un lato, era anche normale visto che, in quanto gatto, mi sarei dovuto comportare così sempre.

Sul fatto che rimanevano strani e inspiegati non c'erano dubbi, ma almeno pensavo ed era tutto dire.

Appena sentii i muscoli rientrare in funzione, così come le capacità sensoriali, alzai le orecchie per recepire qualsiasi suono da una parte qualunque della casa.

Quello che avevo perso completamente da quando ero in quella forma era il senso del tempo.

Non capivo mai che ore fossero, il giorno o quanto fosse passato da un istante all'altro.

Mi sembrava sempre tutto uguale, a parte per la luce esterna, ma almeno mi resi conto di essere nel salotto del giorno prima.

Heath aveva avuto la decenza di non rinchiudermi a chiave in una stanza, così potei spostarmi per fare un piccolo sopralluogo.

Non ci misi molto a decidere dove andare come prima tappa, perché dalla cucina sentii un odore favoloso di cibo appena cotto e mi fiondai in quella direzione senza pensarci due volte, lo stomaco che comandava.

Feci una brusca frenata però quando ci trovai solo Michelle, impegnata ai fornelli, con la radio accesa sul ripiano della cucina e alcuni piatti coperti da tovaglioli sul tavolo.

Accidenti! Io volevo Heath!

Tentai di fare dietrofront il più velocemente possibile per andare a cercarlo, ma non lo fui a sufficienza perché lei si voltò per portare qualcos'altro alla tavola e mi vide, fermandosi di botto.

Eh poi i gatti sono silenziosi eh?

Stà zitto.

Oh ma guarda chi c'è....c'hai messo proprio le tende qui eh?”

Devo anche sorriderti?

Feci l'indifferente, alzando il muso e anche la coda, e ripresi a camminare per uscire quando le sue parole mi bloccarono di nuovo.

Avrai fame...vieni che ti do qualcosa”

Avevo sentito bene?

Mi girai a guardarla e per un istante anche lei lasciò lo sguardo su di me, come se volesse scrutarmi a fondo o leggermi dentro, e fu come se non stesse guardando un animale ma si rese conto che ci fosse qualcosa in più in me.

Non mi azzardai ad andare verso di lei per prendere il cibo però la vidi fare una risatina strana, tra sé e sé e scuotere la testa come se non ci credesse neanche lei, e si spostò al lavello per recuperare il piatto fondo che Heath aveva usato il giorno prima per darmi l'acqua.

Sfruttai l'attimo per andarmene ma, ancora, mi fermai di scatto per non finire contro alle gambe di Heath che entrò in quel momento.

Amore senti, io non lo trovo stavo pensando di...” aveva cominciato a dire durante la sua entrata, ma poi si interruppe appena mi vide ai suoi piedi e Michelle si girò verso di lui, con un'espressione interrogativa.

Ehi ciao...dormito bene?” disse riferito a me.

Scusa, non ti ho sentito...cosa stavi dicendo?” fece lei, in modo che lui la guardasse.

Ahm dicevo che ho provato a richiamare Jake, ma non risponde...né a casa, né al cellulare..così ho chiamato Romeo e mi ha detto che sono arrivati a inizio settimana!”

Porca puttana!

Ebbi un vuoto in quel preciso istante e mi sentii male.

Michelle fece una faccia strana, incerta, mentre Heath sia dal tono che dall'espressione si vedeva che era preoccupato.

Ah...forse ha avuto degli impegni e...”

E non risponde mai? Non penso che non abbia un secondo libero anche perché mi aveva detto che una volta a casa non avrebbe avuto lavoro!” aveva aumentato il tono concitato e il mio stare male aumentava a dismisura ogni istante in più.

Mi aveva preso anche un senso di vertigine che mi costrinse a stendermi a terra con tutto il corpo per non avere l'impressione di cadere da qualcosa di molto alto.

Sono preoccupato, cazzo...e se gli è successo qualcosa?” continuò e a quel punto Michelle gli si avvicinò passandogli un braccio attorno allo stomaco e l'altro dietro la schiena che utilizzò per passargli la mano su di essa, sfregandogliela e cercando di calmarlo.

Evitai di guardarli ancora per non sentirmi sempre peggio, ma avrei dato di tutto per poter osare gli stessi gesti con lui, almeno una volta sola.

Dai sta tranquillo, vedrai che lo trovi! Starà benissimo ne sono sicura!”

Lui si abbassò dandole un bacio leggero poi annuì, appoggiandole un braccio attorno alle spalle.

Lo spero, cavolo non ha mai fatto così! Ti giuro che quanto lo trovo lo strozzo e...”

Heath, sta calmo” lo fermò lei, con tono tranquillo, facendogli anche segno con la mano di rilassarsi.

Lui sospirò annuendo di nuovo, poi quando abbassò un'altra volta lo sguardo su di lei, lo vidi notarmi e fare un'espressione strana.

Che è successo qui invece? Non dirmi che sta male pure lui!”

Ecco, appunto!

Michelle seguì la direzione della sua visuale e scosse la testa, muovendo anche una mano in aria con fare sarcastico, staccandosi poi da Heath per tornare al ripiano della cucina.

Non lo so, ma è davvero strano quel gatto. In certi momenti mi fa impressione...sembra che capisca tutto quello che gli dici e quando ti guarda sembra che ti stia guardando sul serio..non so se hai capito cosa intendo...”

Sì un po'...anch'io ho avuto la stessa impressione. Infatti è incredibile come faccia certi movimenti che sembrano assecondarti”

Sì esatto...”

Avete finito? Guardate che vi sento!

Comunque, stavo solo cercando di dargli da mangiare, penso sia affamato, ma penso anche che continui a non volere le cose che gli do io”

Ma non è vero...su prova” disse ridendo poi indicandole il piatto ancora sul lavello e Michelle gli inviò uno sguardo ironico, poi scosse la testa e lo riempii insieme ad un altro con della carne dentro.

Mhhh...dio che fame! Ma volete la prova del nove? Ok, l'avrete..

Non capivo nemmeno perché, da felino, avessi sempre questa voglia strana di sfidarla e di metterla in secondo piano rispetto a Heath.

In ogni caso non mi mossi quando appoggiò tutti e due i piatti per terra e mi fece un verso addolcito per farmi avvicinare, chiamandomi 'micio'.

Bleah...

Ero diventato una statua.

Vedi? Te l'ho detto che non le vuole le cose da me”

Non ebbe nemmeno il tempo per finire la frase che mi ero già spostato andando verso Heath e fermandomi ai suoi piedi, con la viva intenzione di 'salire' su di lui.

Solo che non avevo preso in considerazione un particolare.

Cristo santo, se sei alto ragazzo mio...

Porca vacca, da terra, alzando lo sguardo praticamente non finiva più, e quando mi aggrappai ai suoi pantaloni, senza nemmeno essere arrivato all'altezza del ginocchio, lo capì da solo che volevo essere preso in braccio e si chinò per sollevarmi.

Oh ecco, così è più semplice.

Quando fui tra le sue braccia, mi rilassai e notai lo sguardo divertito che aveva assunto, mentre Michelle aveva appoggiato le mani sui fianchi e stava continuando a scuotere la testa.

Cosa?” fece Heath, trattenendo una risata, mentre una sua mano si stava già muovendo lentamente sulla mia testa facendomi tornare allo stile motorino-in-avviamento.

Niente...”

Oh dai, dimmelo”

Rise anche lei “No è che...anche se è strano, sembrate tu e Jake...sempre appiccicati appena vi vedete e...”

Heath si fermò di botto e anch'io sgranai gli occhi, guardandola e se avessi potuto la mascella mi sarebbe arrivata al pavimento.

...non capisco cosa gli sia preso a quel gatto con te, in ogni caso..”

Heath scosse la testa, tornando in sé “Non lo so, ma anche a me ricorda qualcosa di Jake...anche se è assurdo..”

Alzai una zampa verso il suo viso per dimostrargli il mio disappunto e lui la prese, fermandola solo un istante, scuotendola, pensando che volessi 'giocare', poi lasciandomela e la ritirai, indignato.

Però vai lo stesso a controllare che non sia di nessuno...se ha il padrone che figura ci facciamo?”

Sì sta tranquilla...dopo faccio un salto, anche perché voglio controllare di nuovo a casa di Jake e vedere se c'è”

Giusto...comunque, la colazione è pronta. Ah! Niente gatto a tavola”

Okok, ma come faccio, me lo spieghi?” disse ridendo.

Perché cosa c'è che..” ma non finì la domanda, mettendosi a ridere a sua volta, guardando verso Heath che aveva aperto le braccia e io gli ero rimasto attaccato alla maglia, senza intenzione di scendere.



Spero proprio che tu non abbia un padrone. Non so cosa mi hai fatto ma mi sono già affezionato a te dopo un solo giorno...e non mi è mai successo con un gatto”

Per poco mi sciolsi.

Ok, escludendo il fatto che fossi in quella forma e che avrei preferito mi dicesse quella frase in una circostanza diversa -e anche in un modo un po' diverso-, il tono con cui lo disse e anche l'espressione mentre mi stava accarezzando sulla schiena, mi fecero quasi liquefare sulla sua maglia.

Michelle si era tolta dalle pa....ehm, era uscita...con sua madre, subito dopo pranzo e io avevo seguito Heath in sala che aveva ricevuto delle telefonate di lavoro.

Si era liberato da une decina di minuti, nei quali ci eravamo stesi entrambi sul divano, lui con un braccio sotto alla testa per sostenersela e io sulla sua pancia.

Stavo cominciando ad abituarmici troppo a quella situazione e più mi dicevo di fare qualcosa, meno spinta trovavo per farla davvero, ma con il discorso che Heath cominciò in quel momento, ovviamente tra sé e sé, non avevo idea che avrei trovato la reale soluzione al problema.

Spero anche che a Jake non sia successo niente davvero, oppure non so cosa potrei fare...” continuò, abbassando il tono, rendendolo preoccupato e con una lieve amarezza che mi fece alzare la testa, per appoggiarla tra le zampe in modo da vederlo.

Dio Heath! Se solo riuscissi a spiegarti...

Ma lo fece lui per me.

E' incredibile come quel ragazzo sia diventato il centro dei pensieri di tutte le mie giornate anche se non è presente e, di sicuro, non pensa di esserlo ma è impressionante l'ascendente che ha su di me...”

Il battito mi era accelerato.

Dio, cosa stava succedendo lì?

Heath, di che diavolo parli?

Sono sei mesi che non ci vediamo e invece mi sembrano sei anni, tutte le volte che lo sento al telefono non vorrei mai smettere di parlargli e quando non c'è mi manca da morire....come adesso.

Non avevo mai provato sensazioni così forti per nessun amico mentre con lui mi vengono spontanee e il bello è che mi fanno pure un gran piacere, visto che le sento verso di lui.

Ma non so cosa fare...quello che penso è tutta una follia e poi con Michelle...e la bimba tra pochi mesi..devo smetterla di ragionarci sopra” si fermò un istante, forse nemmeno si rendeva conto che stesse parlando ad alta voce, oppure sfogarsi con un 'animale' lo rendeva molto più tranquillo visto che pensava che non avrei capito.

Mentre io stavo per morire davvero, avevo capito tutto, stavo continuando a darmi dello stupido cronico e mi sarei messo a piangere se avessi potuto.

Durante tutto il discorso aveva tenuto lo sguardo rivolto al soffitto, mentre una mano si muoveva sul mio corpo, lentamente, dimostrandomi che si fosse davvero perso nei suoi pensieri e che non si era accorto di dirli ad alta voce.

Dopo quella breve pausa abbassò lo sguardo, guardandomi direttamente per un lungo istante, poi strizzando le palpebre in una sorta di studio.

Sei davvero strano. Hai degli occhi che mi ricordano troppo Jake e....non lo so...c'è qualcosa in te che....” si fermò cercando una parola a fatica mentre dentro di me continuavo a ringhiare per non poter avere nessun'altra possibilità di fargli capire che ci aveva preso e che le sue non erano cazzate.

...ah no, impossibile....” sospirò, togliendosi il braccio da sotto la testa, per appoggiarla completamente al cuscino e iniziò a passarmele entrambe, a ripetizione, dalla testa a metà schiena.

Se continuerò a non sapere nulla di dove sia o cosa stia facendo, giuro che impazzirò prima o poi...mi mancano troppo le nostre uscite, i momenti solo nostri, le chiacchierate dove nessuno si metteva in mezzo e dove potevo dirgli tutto senza aver paura o dubbi su nulla...come ci riesco solo con lui....”

Poi mi guardò e dentro di me stavo già piangendo, di gran lunga.

...un po' come con te...è l'unico che mi sa ascoltare e capire completamente e non posso più farne a meno...” fece una pausa sospirando e passandosi una mano sulla fronte, poi sugli occhi che strizzò, massaggiandosi le palpebre.

Dio, se gli è successo qualcosa io..” ma si interruppe, a causa mia ovviamente, che avevo sfruttato l'attimo in cui aveva smesso di accarezzarmi, per alzarmi, arrivargli vicino al viso e cominciare a leccarlo.

Non ce la feci. Fu inutile.

Se fossi stato in me l'avrei abbracciato per non lasciarlo più andare, non mi sarei staccato neanche con la forza bruta, mentre in quello stato il più alto 'segno' di affetto potevo darglielo in quel modo.

Partii dal mento, lui fece una mezza risata preso alla sprovvista, poi mi afferrò sotto alla pancia per spostarmi, ma prima di riuscirsi, gli leccai anche le labbra e a quel gesto lo stomaco mi andò in subbuglio totale.

Dio...l'ho fatto come gatto e non riesco a farlo come umano.

Già come se fosse stata la stessa cosa..e comunque non avrei voluto propriamente 'leccarlo' da umano, ma...

Ehi ehi...buono..” rise di nuovo, dopo essersi sollevato con la schiena e avermi spostato a livello dello stomaco, asciugandosi dove avevo appena lasciato il mio lavorino “..ehi che ti è preso?”

In quel momento suonò il campanello.

Mi grattò sotto al mento e mi appoggiò sul divano, poi alzandosi.

Sta buono ok? Torno subito”

Lo guardai allontanarsi con una strana sensazione interna che non aveva nome.

Improvvisamente sapevo cosa avrei dovuto fare.

Sapevo tutto.

Avevo capito e mi fu anche chiaro come sarei potuto tornare me stesso.



Guardai svogliatamente le vie di LA sfrecciare veloci dal finestrino, riconoscendole praticamente tutte, con un sottofondo musicale proveniente dall'autoradio e Heath e Michelle che parlavano di come arredare la stanza della futura bimba.

Non avevo la forza di ascoltarli a fondo, vista la rivelazione improvvisa che avevo ancora addosso e sperai che fosse quella giusta oppure avrei potuto dire addio al mio ritorno nel mondo reale e a tutto ciò che avessi sempre conosciuto.

Heath stava accompagnando Michelle da sua sorella -incredibile come quella ragazza dovesse sempre vedere qualcuno-, poi si sarebbe diretto a casa mia per verificare che fossi di qualcuno.

A quel punto avrei attuato il mio piano, anche se mi dispiaceva il fatto che Heath non avrebbe più visto quel 'gatto'.

Solo relativamente almeno, perché avevo una voglia di tornare me stesso e dirgli tutto quello che mi ero sempre tenuto dentro che mancava poco e sarei esploso, ma il mio quartiere non era ancora molto distante e, forse, sarebbe finito tutto in poche ore.

Facemmo due soste. La prima da Paige, la suddetta sorella, poi da un tabaccaio, infine riconobbi persino ogni singolo albero che mi passava di fronte, scorgendo anche l'angolo della strada da cui si faceva capolino su casa mia.

Heath parcheggiò deliberatamente davanti ad essa e riportai le zampe sul sedile, lasciate fino a quel momento sul bordo del finestrino per poter guardare fuori.

Mi preparai allo scatto fulmineo che avrei dovuto fare, acquattandomi sulla fine del sedile e, quando Heath venne ad aprirmi, corsi fuori di fretta un momento prima che mi prendesse dalla pancia per sollevarmi.

Ehi!...ehi, aspetta! Torna qui!”

Scusami, ma devo tornare da te realmente!

Feci il giro di casa mia, risalendo sull'albero da cui ero sceso il giorno prima e saltando sulla finestra che era ancora, ovviamente, aperta, senza stupirmi della velocità con cui lo feci e della maggiore sicurezza che ebbi rispetto alla prima volta.

Ma quella era questione di sopravvivenza e si sapeva che quando gli animali lottavano per la vita, era impossibile che non riuscissero a fare qualcosa.

Feci un sospiro di sollievo quando mi ritrovai sul mio letto, ancora le coperte e le lenzuola sfatte, i miei vestiti lasciati a caso tra di essi e nulla era cambiato in quei giorni.

Velocemente, anche perché non sapevo quanto Heath sarebbe potuto rimanere lì fuori, raccattai prima i vestiti spostandoli con la bocca, cercando di sistemarli in una posizione più o meno utile perché potessi infilarmici dentro, poi andai sotto al lenzuolo e mi stesi appoggiando la testa tra le zampe.

Chiusi gli occhi e tentai di rilassarmi anche se il battito così accelerato non me lo permetteva.

Ti prego, fa che sia come ho pensato, fa che sia la soluzione giusta.

Riaprii gli occhi e pensai. Non potendo dirlo ad alta voce, lo pensai con tutta la forza e la concentrazione che avevo addosso.

Alleggerire i problemi...oltre che affrontarli...

Io non avevo mai dovuto 'affrontare' dei problemi, ma affrontare me stesso e ora avevo capito.

Ero pronto ad ammetterlo.



Mi piaceva Heath.

Mi piaceva in un modo completamente diverso e totalmente estraneo a tutto ciò che avessi sempre considerato essere l'amicizia, che quello che provavo per lui non ci si avvicinava neanche lontanamente.

Non avrei mai potuto paragonare i sentimenti nei suoi confronti rispetto a quelli verso qualsiasi altro amico che avrei potuto conoscere persino da quando ero nato.

Perché lui era diverso. Non era come gli altri.

E mi piaceva tutto di lui, anche la più piccola parte che nessuno avrebbe mai scovato.

Mentre io potevo, me ne avrebbe data la possibilità di scoprire qualsiasi parte recondita del suo essere a cui nessun altro avrebbe avuto accesso.

Tutto ciò che avevo nascosto, l'apparire strano agli altri, le preoccupazioni che avevo fatto venire a famigliari e amici...tutto si riconduceva ad esso e solo ora me ne rendevo conto.

Dopo aver ascoltato le sue parole nei miei confronti, dopo averlo visto di nuovo, averlo guardato in quegli occhi scuri e unici, nel suo modo di essere che non avevo mai desiderato così tanto in nessun altra persona.

E se dovevo essere punito per le bugie che avevo continuato a raccontarmi, d'accordo, potevo anche starci.

Avevo imparato la lezione.

Ma ora niente più dubbi, più tentennamenti, più problemi.

Perché qualsiasi cosa sarebbe successa, ora avevo chiarezza dentro di me e anche se non avessi potuto dirglielo e sarei stato costretto a mantenere un segreto con me stesso, mi bastava averlo vicino e poterlo aiutare quando avrebbe avuto bisogno.

Cazzo sì, mi piaceva da morire e non come semplice amico.

L'unica cosa che rimpiangevo era di non essermelo confessato prima.



Avevo chiuso gli occhi con talmente tanta forza, nella concentrazione, che avevo quasi cominciato a vedere le stelle.

Ero anche senza fiato e il battito non era diminuito, ma di anomalo non sentii nulla.

Niente dolore, vertigini, niente di niente e avrei voluto urlare e rompere tutto quello che avessi trovato a poca distanza da me.

No, diavolo no!

Ma poi cominciai a sentirlo. Ero più pesante e avevo anche l'impressione di essere più 'lungo'.

Però avevo una paura matta ad aprire gli occhi e scoprire che ancora non vedessi a colori e che nulla fosse cambiato.

Lentamente cambiai percezioni.

Prima gli odori, non più così definiti, poi la sensazione di potermi muovere come avevo sempre fatto e infine i rumori attorno che erano spariti completamente, se non per alcuni suoni distanti che non riuscivo a distinguere.

Ok al tre li apro!

Uno...due...

Suonò il campanello.

...tre!

Aprii gli occhi, sobbalzando in contemporanea e respirando talmente male e con agitazione addosso che ci misi un po' a rendermene conto.

Anzi, non me ne accorsi proprio perché quando sentii anche bussare e il tono concitato di Heath che mi chiamava non ci pensai due volte ad arrivare in soggiorno, fino all'ingresso per poi aprire la porta di scatto.

Ci fu un istante di stasi e silenzio in cui ci rimanemmo entrambi per la sorpresa, guardandoci allibiti ma poi, con un solo movimento, fummo l'uno contro all'altro in un abbraccio che stringemmo nell'immediato.

Porca di quella puttana troia, Jake! Dove diavolo eri finito, si può sapere? Mi hai fatto preoccupare a morte, cazzo!”

Non risposi, stavo tremando, ma quello che lo abbracciava ero davvero io e lui mi stava stringendo, e quelli che avevo addosso erano i miei vestiti, ed ero alto come lui, e ci vedevo, e....

Sentii i fremiti che mi stavano scuotendo e, con uno sforzo, mi allontanò di poco da sé per guardarmi, io non avrei avuto nessuna intenzione di staccarmi da lui.

Ehi...” aggrottò le sopracciglia “...ehi che cos'hai? Sembri sotto shock...Jake!” mi prese per le spalle, scrollandomi lievemente per farmi reagire e io scossi la testa, guardandolo a fatica e non trovando le parole giuste.

Sei troppo pallido, stai bene? Cos'è successo in questi giorni? Ti ho chiamato ma non rispondevi mai, il tuo bodyguard mi ha detto che sei arrivato a inizio settimana, ma sono venuto anche ieri e non c'eri...che..Jake?” mi ero appena riattaccato a lui, abbracciandolo attorno al collo, senza la forza di rispondergli e lui si zittì un secondo, per stringermi mentre mosse una mano sulla mia schiena con calma.

Forse si rese conto del mio stato o del fatto che qualcosa doveva avermi scosso perché continuò a non dire niente solo cercando di calmarmi a gesti.

Mi sei mancato da morire..” riconobbi la mia voce, anche se decisamente roca e fievole, ma fui grato del fatto che l'avessi ancora e che mi ricordassi come si faceva a parlare.

Sentii che aumentò la presa e annuì contro di me.

Sta tranquillo...ci sono io adesso....e anche tu mi sei mancato..”

Rimanemmo in quella posizione per un tempo indefinito, mentre sentivo il mio battito tornare normale, unito al sollievo per aver capito sul serio quale fosse la soluzione e fossi riuscito ad ottenerla.

Riuscii a staccarmi da lui quando capii di essere in grado di stare in piedi da solo e anche di guardarlo senza rendermi totalmente palese con una sola occhiata.

Fece un mezzo sorriso, scuotendo la testa e dandomi una lieve scrollata da dietro la nuca, che ricambiai con un sorriso e uno sguardo basso.

Ti giuro che mi ha fatto quasi morire dall'ansia...cos'è successo? Dov'eri?”

Feci una mezza risata sarcastica “Non ne hai idea”

Beh, comincia a raccontare allora...non pensare che mi liquiderai così dopo quello che mi hai fatto passare...intanto ci sta anche un caffè”

Risi “A certo, con comodo eh? Fai come se fossi a casa tua”

Ovvio”

Lo spinsi dentro scherzosamente mentre ridemmo di nuovo e chiusi la porta d'ingresso, guardandolo spostarsi in cucina.

Mi devi raccontare un sacco di cose” disse alzando un po' il tono, dall'altra stanza.

Sì anche tu”

A proposito, sai niente di un gatto grigio, occhi azzurri, non randagio che abita da queste parti?”

Trattenni una risata mentre lo raggiunsi in cucina.

No perché?”

L'ho trovato nel tuo giardino ieri e poi a casa mia, e c'è rimasto fino a dieci minuti fa, quando l'ho riportato qui è scappato di corsa..”

Annuii nascondendo un sorrisino, mentre gli avevo dato le spalle per recuperare l'occorrente del caffè.

Ah...no, non lo so...mai visto”

Fece uno sguardo incerto, poi alzò le spalle “Strano, e dire che non sembrava davvero randagio...peccato, mi ci ero già affezionato e avrei voluto tenerlo...”

Trattenni un'altra risata, poi portai due tazze sulla tavola, incontrando di nuovo il suo sguardo interrogativo.

Sicuro di stare bene?”

Adesso sì”



Ovviamente non gli dissi la verità.

Ero un attore, per quella volta potei inventarmi qualcosa senza sentirmi in colpa.

Anche perché: chi cavolo ci avrebbe creduto?

Una cosa era certa però.

Avevo imparato la lezione, così come le conseguenze e, forse Heath non l'avrebbe mai saputo, ma ora ero in pace con me stesso e non mi sarei mai più tenuto nascosto nulla che lo riguardasse.



The End


°°°



Stava diventando un'agonia postare questo capitolo =P
Per vari problemi e/o motivi.


Non so come ringraziarvi per i vostri commenti, mi hanno fatto un gran piacere
e, soprattutto, ridere come una scema xD


So che, magari, vi aspettavate un finale diverso ma
la mia intenzione era quella di stupirvi al contrario.
Ossia con un finale molto più semplice di quello che avrebbe potuto
sembrare, perchè, in effetti, non ho voluto intendere nulla di
'magico' con questa storia.


La morale, che ha imparato anche Jake, è che
per quando si cerca o si ha bisogno di qualcosa/qualcuno,
non si dovrebbe rimanere troppo a pensarci ma almeno,
ammetterlo a sé stessi.


Potrebbe essere o non essere stato davvero un sogno?
Lo lascio decidere a voi =D


Per le ultime risposte vi scriverò singolarmente, come al solito,
e non so cos'altro fare se non ringraziarvi a profusione.
Sarà poco ma è l'unica cosa che posso ripetere all'infinito senza stancarmi ^.-


Grazie infinite a tutti/e! Per tutto!!


Come detto all'inizio, con questa, si chiudono le Long-Short,
per il momento.
Per i prossimi giorni sono in programma cinque One Shot,
ancora sul filone della commedia, alcune di più altre meno,
poi si partirà con una nuova Long.


Ovviamente vi aspetto! XD
Tantissimi bacioni e a presto!


Leia
=3

   
 
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