09/02/2011
3 recensioni"P-penelope.. P-penelope, smettila!"disse Percy Weasley, impallidito.
Era nel proprio appartamento con Penelope Light, la sua ragazza.
Eppure non sembrava troppo felice. Cosa stava succedendo? Tutto andava bene a Percy Weasley.
Un ottimo stipendio, un ottimo lavoro, un ottima ragazza. Tutto troppo ‘ottimo’ per corrispondere a realtà.
"Perché? É o non é la verità quella che sto dicendo? Hai abbandonato la tua famiglia per ideali nei quali nemmeno credi, sai dove sono e non vuoi andare a trovarli, sai che hanno ragione, ma per puro orgoglio tu non..”
“TI PREGO, BASTA!’ supplicò lui.
“Non vuoi nemmeno sapere come stanno, infatti l’anno scorso tuo padre era all’ospedale e tu non hai mosso un dito..” continuò Penelope, implacabile.
“Lo vedevo al lavoro..”ribatté Percy debolmente.
Non sopportava che il suo orgoglio fosse fatto a pezzi così violentemente.
“Percy, basta cercare giustificazioni! Sai anche tu che ho ragione. Sei un verme, una persona che sembra capace di amare, ma è un guscio vuoto! Mi stupisco di me stessa! Come faccio a stare con uno come te??”sbottò la ragazza, cercando di alzarsi dal letto sul quale era stesa.
“TI PREGO, PENELOPE!” urlò Percy prendendola per la manica della veste “Non mi lasciare, almeno tu.. IO TI AMO!” disse, disperato.
Non poteva lasciarlo anche lei. Per colpa del suo lavoro, della sua ambizione aveva perso tutto, tutto, ma lei l’aveva sempre sostenuto. Cos’era cambiato?
“No, non è vero. Tu ami solo se stesso e la tua ambizione. L’altro giorno il Ministero ha riconosciuto il ritorno di Voldemort, e tu non hai fatto altro che fissare la Gazzetta del Profeta, immobile come una statua, senza dire una parola. Una persona che ama non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Mi sono stufata di te. Hai solo una parola in testa : lavoro, lavoro, e ancora lavoro. Cerca di farci entrare un’altra parola: FAMIGLIA!” disse Penelope amara, alzandosi ed ignorando le sue suppliche.
“Anche quando mi guardi.. sembro solo un divertimento poco gradito, non mi hai mai parlato seriamente, sono solo un giocattolino su cui sfogare il tuo malessere e il tuo senso di colpa!!! Addio, Percy W.. anzi no, solo Percy.”
Si alzò e se ne andò, sbattendo la porta.