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Autore: Gwarthen    09/02/2011    2 recensioni
Una porta divide padre e figlia... Cosa sta succedendo dietro quei 5 centimetri di legno? Ma soprattutto, cosa è successo prima?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Daughter's Letter


Jasmine! Apri subito questa porta! “

La voce di Frank tuonava piena dell'autorità di padre che cercava di far valere in quel momento. Sua figlia era tornata a casa in lacrime ed era corsa subito in camera, chiudendola a chiave. Ignorava completamente il motivo di un tale comportamento, non sapeva nemmeno dove fosse stata.

Inizialmente la sentì singhiozzare, ma da qualche minuto ormai da dietro quella porta non proveniva alcun rumore e ciò lo preoccupava.

Non so cosa sia successo ma possiamo parlarne. Restare chiusa li dentro non serve a niente, per favore apri... “

Nulla. Ancora nessun rumore e nessuna risposta. Il padre allora decise di abbattere la porta, qualcosa gli diceva che non c'era tempo da perdere. Iniziò a colpirla con delle spallate, il legnò scricchiolò ma non cedette. Aumentò la rincorsa e la violenza dell'impatto, la spalla gli faceva male ma non mollava. All'improvviso, con uno schiocco, la serratura si ruppe e il padre poté finalmente incontrare la figlia.


Ciò che vide andava ben oltre i suoi presentimenti.

Il corpo di Jasmine era riverso a terra, i capelli corvini erano immersi nel sangue fuoriuscito dal taglio che si era procurata al polso sinistro. Gli occhi azzurri erano socchiusi e delle lacrime le solcavano il volto pallido. Sembrava non respirare.

Frank quasi collassò, le gambe gli cedettero e rimase inginocchiato e sconvolto a fissare quell'orribile scena. A tentoni avanzò verso di lei, allungando una mano. Voleva accarezzarla almeno un'ultima volta. Toccò dolcemente la guancia, non ce la faceva, non voleva crederci. La sua bambina... Morta?

Le sfiorò il collo e sobbalzò quando gli parve di sentire un battito. Possibile che se lo fosse solo immaginato? Pose due dita all'altezza della vena e riuscì a sentire una pulsazione, seppur debole. Immediatamente si tolse la cintura e la strinse attorno al braccio della ragazza, in modo da arginare l'emorragia. Poteva ancora salvarla, era solo svenuta a causa del sangue perso. Telefonò all'ospedale pregando loro di venire il prima possibile.

Fortunatamente i paramedici arrivarono in breve tempo, caricarono Jasmine su un'autoambulanza e la portarono in ospedale. Dissero al padre che aveva perso molto sangue ma non era in pericolo di vita, soprattutto grazie alla sua tempestività. Inoltre gli consegnarono un foglio accartocciato che la figlia teneva nella mano destra. Era macchiato di sangue e in molti punti erano presenti sbavature nell'inchiostro a causa delle lacrime ma era comunque leggibile. Detto ciò se ne andarono, lasciando indietro il padre che disse di voler avvertire anche il resto della famiglia e dare un'occhiata a ciò che la ragazza aveva lasciato scritto.


Telefonò a sua moglie, ma purtroppo a causa del suo lavoro come hostess non sarebbe potuta arrivare che prima di qualche ora. Frank decise di aspettarla per andare insieme a trovare la figlia, nel frattempo avrebbe letto quel foglio che sembrava scritto pochi minuti prima dell'insano gesto della ragazza. Si sedette sul divano e iniziò a leggere. Era una lettera in cui venivano spiegate le ragioni per cui Jasmine era arrivata a tagliarsi il polso.

Caro papà,

    molto probabilmente quando leggerai queste parole io non ci sarò più. Immagino ti stia chiedendo il motivo di tutto ciò... La cosa che probabilmente ti farà più male sarà scoprire qui, tra queste fredde e nere lettere, le verità che ti ho sempre celato. Se l'ho fatto non è stato per cattiveria o per poca fiducia nei vostri confronti, io semplicemente non volevo parlarne in giro... Troppe domande, troppe battute, troppo tutto. Io volevo una storia semplice e chiusa. Io e il mio ormai ex fidanzato. Nessun altro...

    Posso immaginare il tuo sconcerto al momento, mi spiace terribilmente che tu debba venire a sapere della mia situazione amorosa solamente ora. Spero ti farà piacere sapere che era un bravo ragazzo, mi innamorai di lui proprio per la sua gentilezza e il suo buon animo, mi ricordavi tu papà. In breve tempo quella che sembrava una semplice infatuazione diventò una vera e propria passione: io lo amavo con tutta me stessa, facevo di tutto nel tentativo di tenermelo vicino e non lasciarlo andare. Ma il mio amore per lui sfociò in una passione malata. Gelosia, sospetti e rimorsi imperversavano nella mia mente, mi sforzavo per non manifestarli. Nonostante ciò lui era sempre così carino, con un gesto, una carezza o un bacio riusciva a far sparire tutti i brutti pensieri. Ormai ero diventata dipendente da lui, non riuscivo a farne a meno. Solo il fatto di non sentirlo per qualche ora mi faceva star male, provavo per lui quasi una morbosa ossessione. Inutile dire che era diventato in breve tempo la persona più importante della mia vita.

    Ero così accecata dall'amore che provavo per lui da non accorgermi delle attenzioni che, inconsciamente pensai, rivolgeva verso la mia migliore amica. Non ci trovavo nulla di strano, quel ragazzo ha un carattere buono e probabilmente è sempre gentile con tutti, senza secondi fini. Invece le cose in realtà erano ben diverse da quelle che mi immaginavo: il suo interesse verso di me era tutto un abile piano per puntare alla mia amica. Le diedi il suo numero perché così quando non mi trovava poteva scriverle, lo chiamai sempre durante le nostre giornate passate a fare shopping, erano sempre presenti entrambi durante le mie uscite... Ero felice, non potevo immaginare una situazione migliore, avevo un ragazzo meraviglioso che mi apprezzava per quello che ero e un'amica sempre presente che non mostrava il minimo sentimento di gelosia verso di lui. O almeno questo era quello che sembrava in apparenza...

    Intrecciarono una storia amorosa all'ombra di tutti. Sono stati bravi, devo ammetterlo, a non farsi scoprire durante tutti questi mesi. Ma oggi no... Volevo fargli una sorpresa e allora sono andato a trovarlo a casa sua senza avvisare, sapevo che i suoi sarebbero stati lontani da casa per tutta la mattinata. Non suonai il campanello, sapevo che la porta sul retro era sempre aperta. salii le scale e li trovai insieme... Distesi sul letto, probabilmente avevano appena passato la notte insieme ed ora si stavano rilassando e coccolandosi. Penso che quando gli diedi la buonanotte il giorno prima stava già giacendo con lei...

    Balzarono in piedi appena mi videro: non dissero niente, non alzarono nemmeno lo sguardo dai loro nudi piedi. Non aprii bocca nemmeno io e, sii fiero di me per questo, non piansi nemmeno. Continuavo a ripetermi che quei due non meritavano nemmeno le mie lacrime e con naturalezza me ne andai. Non provarono nemmeno a fermarmi, a scusarsi e a tentare di inscenare una scusa. Niente, sapevano perfettamente cosa avevano fatto e lo sapevo anch'io.

    Tornai a casa e mi chiusi in camera. La sensazione di calma che avevo cercato di mantenere sparì per lasciare posto alla disperazione. Ero stata tradita non solo in amore ma anche nell'amicizia. Avevo perso qualsiasi motivo per continuare a vivere: d'ora in poi a chi sarebbe importato che fossi viva o morta? Chi mi avrebbe stretto nelle sue braccia per farmi sentire protetta? Chi mi avrebbe rassicurato guardandomi negli occhi e dicendomi che non se ne sarebbe mai andato? Come potevo fidarmi di nuovo di qualcuno?

    Non ci riesco più... So cosa mi avresti detto se ti avessi raccontato di persona tutto ciò: mi avresti abbracciato dicendomi come nessuno a questo mondo vale tanto quanto il mio sorriso, che è inutile star male per persone che non meritano e che saresti andato tu a picchiare quel ragazzo perché solo tu potevi essere l'uomo della mia vita. Questa consolazione funzionava per le mie cotte infantili, ma ormai è tutto inutile... Io ci credevo, io amavo veramente quel ragazzo e ora sono stata tradita, non solo da lui ma anche dalla mia migliore amica.

    Non vedo altro che felicità intorno a me... Felicità degli altri e che non mi è concessa. Tutto il mondo colorato e allegro che mi ero costruita è crollato miseramente come un castello di carte, mostrando la sua vera e grigia faccia. Mai avevo provato tanta tristezza... Mi ero illusa, si mi sono illusa e ciò mi ha reso una persona debole e vulnerabile. La colpa di tutto ciò è mia... Solo e soltanto mia, che ho dato tutta me stessa in una cosa così futile e destinata inevitabilmente ad una fine. Sono stata una stupida a credere che questo momento potesse durare per l'eternità.

    Ma da questa storia ho imparato... Ora so che vivere è solo un lento modo per morire e che i sogni esistono solo per essere distrutti. Non ho più nessuno che riesca a vedere il vuoto nei miei occhi e mi consoli, mi incoraggi ad andare avanti e mi dia nuovi motivi per vivere. Non c'è più posto per me su questo mondo, a cosa può servire una persona vuota e inutile come me?

    Mi guardo allo specchio e non vedo altro che un miserabile riflesso di ciò che ero una volta... Vedermi in queste condizioni ti farebbe solo male e io non voglio che qualcun altro soffra per causa mia...


Ti sento papà... Sento che stai cercando di entrare qui e salvarmi. Sento le tue spallate contro la porta e le tue imprecazioni. Sto per andarmene ma sono felice... So che almeno qualcuno sta facendo di tutto per starmi vicino in questo momento, anche se lo fa inconsciamente.

Sappi che ti ricorderò per sempre come l'unico uomo della mia vita, mai nessuno potrà prendere il tuo posto.


Addio papà.

La tua piccola Jasmine"

  
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