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Autore: OfeliaMontgomery    09/02/2011    3 recensioni
«Ti senti meglio?» Chiedo dolcemente, guardandola.
Hai i capelli neri tagliato a caschetto con la frangetta irregolare, più lunga sulla sinistra, occhi magnetici, con un fisico fantastico, cioè perfetta.
«Si grazie» mi sorride, ha un sorriso bellissimo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono già passati due mesi da quando Cecilia aveva fatto il colloquio, ha iniziato a lavorare, la vedo solo al sabato e alla domenica, mi manca ogni giorno sempre di più, non sopporto questa lontananza.
Sono passati tre mesi da quando stiamo insieme, tre mesi dall’inizio della gravidanza di Cecilia, la pancia si vede poco, il dottore dice che il prossimo mese si incomincerà a vedere di più e potremo sapere anche il sesso del bambino.
L’amo ogni giorno sempre di più.
Questa sera Cecilia è venuta a trovarci a casa dei miei. Stiamo mangiando tranquillamente, quando io mi sento male e svengo.
Quando apro gli occhi mi ritrovo in ospedale, con Cecilia che mi tiene la mano, sta piangendo.
Mi giro su un fianco, e le stringo la mano, lei alza lo sguardo e mi sorride.
«Piccola come ti senti?!» mi accarezza una guancia.
«Mi sento debole, ma cos’è successo?»
«Sei svenuta e ti abbiamo portato subito in ospedale»
«ah, e cos hanno detto?»
«Hanno scoperto che sei anemica e poi anche perché sei molto stanca»
«Oh, anemica?»
Lei ride, «Anemica significa che mancano i globuli rossi»
Oddio che stupida che sono! Arrossisco e mi copro con le mani il viso.
«Amore perché prima piangevi?»
Vedo Cecilia abbassare lo sguardo.
«Amore che succede, dimmelo!»
Lei mi abbraccia e inizia a piangere di nuovo.
«Ho perso….» la sento singhiozzare, «…il bambino»
Cosa? Come? Mi scende una lacrima «amore…» l’abbraccio «Mi dispiace»
La sento stringersi a me.
«Ho avuto un aborto naturale» la sua voce è bassissima.
Le accarezzo i capelli.
«Amore vai a casa, sei distrutta»
Lei annuisce, mi bacia ed esce dalla stanza, io mi sdraio e mi addormento abbracciata al cuscino.
Non posso crederci che Cecilia abbia perso il bambino, io non posso nemmeno stare a casa a consolare che sono in questo stupido ospedale.
 
Il mio bambino non c’è qui, non c’è più da una settimana, e solo oggi ho trovato il coraggio di dirlo, spero che non si arrabbi, salgo in auto e mi dirigo verso casa di Sam, devo parlargli.
Eccomi davanti a casa sua, busso.
«Cecilia che ci fai qui?» mi butto fra le sue braccia e piango.
«Sam…ho preso il bambino» singhiozzo.
Lui mi stringe a se.
«Mi dispiace Cecilia davvero, so quanto ci tenevi»
«Era l’unica cosa che mi ricordava te» entro in casa sua.
Lo sento abbracciarmi da dietro, io mi giro, mi sta fissando, mi stringe a se e mi bacia.
Io mi stacco da lui, «No Sam ti prego, no» ma lui mi bacia di nuovo.
Mi accarezza la schiena, io indietreggio e lui avanza, senza neanche accorgermene sono finita contro la parete, riavvicina le labbra alle mie e morsica il labbro inferiore.
«Ti prego Sam fermati»
«Perché? Credevo ti piacesse»
«No, io amo Caterina» lo spingo via.
«Va bene scusa» lo vedo andare in cucina, io lo seguo.
«Sam scusami»
«Tranquilla, sono io che sono un cretino ad averti lasciata»
Abbasso lo sguardo, «è meglio che torno a casa, ciao Sam» lo abbraccio e lui ricambia stringendomi a lui.
«Ciao Cecilia»
Esco dalla casa di Sam e torno a casa.

  
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