Titolo:
Triste dolcezza
Capitolo:
prologo
Disclamer:
xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà CLAMP
Note:
spoiler del volume 10 nei prossimi capitoli
Triste Dolcezza
“Ehi”
“Mmh?”
“Domani abbiamo un lavoro per Yuuko-san” se ne
uscì all’improvviso Watanuki rivolgendosi
all’amico seduto intento a mangiare il pranzo preparatogli
come di consuetudine.
“domani, eh?”
“si perché? Qualche problema?”
“beh… no, niente, nessun
problema…”
Era insolita da parte di Doumeki quella leggera indecisione nel
rispondere. Solitamente all’eventualità di un
lavoro per Yuuko la sua unica domanda era, quando la faceva, se avrebbe
avuto bisogno del suo arco oppure no. Quella volta
però…
“sei sicu…”
“Doumeki-kun, Watanuki-kun!!! Eccomi!! Scusate il
ritardo”
Il giovane cuoco si dimenticò immediatamente di
ciò che stava per chiedere all’altro ragazzo e si
voltò verso la proprietaria di quella, alle sue orecchie,
voce melodiosa.
“Himawari-chan!! Vieni Vieni, oggi ho preparato delle gustose
onigiri!”
“ohh sembrano buonissime, grazie mille Watanuki-kun. Sei
fantastico”
“Oh no no. Sei tu fantastica Himawari-chan”
pensò il ragazzo gongolando tra sè e sè
“che idiota”
“COOOOSAAA???? COME OSI???” sbraitò
rivolto all’odiato compagno
“ahaha siete proprio amiconi voi due” rise
Himawari-chan assaggiando un’onigiri
“NOOO Himawari-chan, non è
così!!!!”
“sei proprio un idiota”
Ci pensò il suono della campanella che indicava la ripresa
delle lezioni a interrompere l’ovvia sequela di insulti e
urlate e a preservare il delicato udito di Doumeki.
“Oh che peccato- disse Himawari – oggi ho fatto
proprio tardi, è già ora di tornare in
classe… tutta colpa di quella riunione per il comitato
scolastico…. La prossima volta verrò sicuramente
prima” concluse con un bellissimo sorriso in viso che sciolse
letteralmente il povero Watanuki
“OHHH Himawari-chan è così
carinaaaaa!!!”
Doumeki lo riportò velocemente alla cruda realtà:
“ehi aspettami per tornare a casa oggi!”
“UMPH sisì, lo so” sbuffò
Watanuki rincorrendo Himawari che già si era allontanata per
raggiungere la classe
L’arciere restò ai piedi delle scale del terrazzo
ancora qualche secondo guardando i due amici che si allontanavano, poi,
prima di dirigersi anch’egli verso la propria classe, rivolse
il suo sguardo fuori dalla finestra e con gli occhi al cielo
sussurrò una sola parola:
“Domani…”