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Autore: Clodie Swan    10/02/2011    6 recensioni
Una parodia dedicata ad Edward che trae spunto da Midnight Sun.
Il nostro protagonista è un vampiro simpatico e sadico, un tantino diverso dall'Edward che conosciamo che si troverà costretto ad affrontare una bizzarra storia d'amore per una ragazza tanto imbranata quanto succulenta.
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le parodie del sadico Edward'
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CAP 2

Libro in testa

 

Per liberarmi dal pensiero di Bella provai ad andare in Alaska qualche giorno a casa di tre vampirone fighe. Erano diventate vegetariane anche loro quando avevano scoperto che gli uomini era meglio portarseli a letto piuttosto che mangiarseli. Una di loro, Tanya, mi sbavava dietro da qualche decennio ma non me l'ero mai filata neanche di striscio.

Come vi ho detto ero felicemente single e intendevo rimanerci.

Dopo una settimana passata a fare pupazzi di neve, a guardare il cielo stellato, con quell'accollo di Tanya che ci provava con me a tutte le ore, conclusi che Denali era un mortorio quanto Forks e decisi di tornarmene a casa.

La versione ufficiale era che avevo deciso di fare l'uomo che affronta le situazioni di petto mentre in realtà stavo in crisi da astinenza dall'odore del sangue di Bella. Di notte vedevo il suo volto, i suoi occhioni color cioccolato nella volta del cielo e mi sembrava una confezione di Pan di Stelle del Mulino Bianco. Slurp!

Prima di tornare a scuola però mi dovetti pappare come minimo una mandria di alci giusto per calmare la sete. I miei fratelli mi scortarono iperprotettivi come dei bodyguard. "Andrà tutto bene Edward, comportati da umano." mi disse Emmett e si mise a tirare palle di neve dentro la mensa. Dovevo fare l'umano o il deficiente? 

Bella arrivò in mensa pallida e malaticcia e si prese solo una soda per pranzo. Ma che era pure anoressica? Mi preoccupai molto: non doveva rovinare quel suo sangue prelibato! Avrebbe dovuto mangiarsi una bella bistecca e mettersi in carne! Visto che i suoi pensieri mi risultavano ancora inaccessibili mi misi a frugare nelle menti degli altri per vedere se aveva raccontato in giro che l'ultima volta l'avevo guardata come il pazzo di Shining. Ma niente di sospetto. Con chi avrebbe dovuto confidarsi in caso, Bella tra quella massa di babbei? Con quella falsa di Jessica? Quella pettegola si stava mangiando il fegato perchè stavo guardando Bella mentre a lei non me l'ero mai calcolata.

"Non credo di piacergli..." mormorò Bella intimorita

Se magari. Quel bocconcino prelibato mi piaceva pure troppo.

Quando suonò la campanella i miei fratelli cominciarono a darmi una sfilza di consigli.

"Su Edward, hai il 93% di possibilità di farcela." mi disse Alice che dal futuro aveva ricavato solo statistiche. Quasi quasi chiedo l'aiuto del pubblico.

"Torna a casa." disse Jasper. Incoraggiante. Ma spruzzami qualche emozione utile, tipo l'autocontrollo, ammesso tu sappia cosa sia...

"Non la uccidere ti prego." mi disse Rosalie. "Non voglio traslocare ancora."

Ti faccio traslocare adesso con un calcio nel didietro, biondina infame.

"Tranquilli ragazzi." aggiunse Emmett tutto sorridente. "O la ammazza o non la ammazza. In un modo la risolve." Mi sentii cadere le braccia.

Rinfrancato in quella maniera spedii quei quattro dementi a lezione e presa una bella boccata d'ossiggeno, entrai in classe a quella pallosa lezione di biologia. Quel giorno il prof Banner ci avrebbe fatto fare gli esperimenti al microscopio con le fette di cipolla. Evviva. Ma le aveva portate dalla sua cucina? Ce lo vedevo intento a sbucciarle per noi tutto eccitato.

Bella era già seduta al nostro banco tutta assorta a fare gli scarabocchi su un foglio. Per palesare la mia presenza spostai rumorosamente la sedia facendo un fracasso assurdo. Mi sentirono pure nella classe accanto ma quella timidona non alzò neanche la testa. E che era pure sorda?

Decisi di fare il bravo ragazzo perbene (con una settimana di ritardo) e mi presentai. "Ciao, io sono Edward Cullen." dissi con sorrisone falso come pochi cercando di ricacciare in bocca l'acquolina. "Tu devi essere Bella Swan."

"Solo gli amici mi chiamano Bella. Tu come fai a saperlo?" mi chiese sospettoso. Ahia. Uno a zero per lei. In effetti non potevo dirle che origliando i pensieri di tutta la scuola mi ero visto tremila repliche della sua presentazione.

"Vabbè mettiamoci al lavoro sennò il prof ci mette una nota." dissi facendo il vago. "Comincia tu."

E così passammo il tempo tra un profase ed un anafase. A cosa servirà mai nella vita sapere sta roba? Anche Bella era bravina e finimmo il  test in cinque minuti mentre il resto della classe si stava ancora scervellando. Mike Newton, uno degli spasimanti di Bella, invece di fare il compito mi guardava rodendosi il fegato dalla gelosia. Ah Mike, stiamo guardando fette di cipolla al microscopio sai che divertimento...

"Senti un pò, ma per caso porti le lenti a contatto?" mi chiese di colpo Bella.

"No" risposi trattenendomi dal ridere. Avevo una vista migliore di Superman e dovevo pure mettermi le lenti?

"I tuoi occhi hanno un colore diverso."osservò la ragazzina con un fiuto da ispettore Colombo. Oh cavolo. Due a zero per Bella. Grrrr! Quella ragazza era un pò troppo sveglia per i miei gusti.

E' vera la sua osservazione sui miei occhi. Se ho sete di sangue le miei iridi diventano nere. Una sorta di segnale, come la spia della benzina che si accende quando la macchina è a secco. Non ci aveva mai fatto caso nessuno in tanti anni... Mi venne da chiedermi se era  intelligente lei o se erano totalmente cretini tutti gli altri. Optai decisamente per la seconda ipotesi.

Il professor Banner venne ad ammirare il nostro lavoro tutto commosso all'idea di avere un'altra secchiona in classe. "Penso che voi due dovreste lavorare insieme." disse con le lacrime agli occhi. Chissà se era l'emozione o per aver passato la notte a sbucciare cipolle.

In sostanza avrei passato l'anno appiccicato a Bella e al suo profumino letale. Non avevo scampo. Quando odiavo quel patetico prof!

Per evitare altre domande imbarazzanti cominciai a parlare del tempo come un qualunque cretino che non sa di cosa parlare. Infatti non avevo idea di cosa dirle. Voi di cosa conversate con il vostro cibo?

"Hai visto si è sciolta la neve che peccato!"

"Non direi. Non mi piace la neve, nè la pioggia, nè il freddo e l'umidità."rispose acida.

"Caspita, hai scelto proprio la città giusta allora."commentai.

Bella fece una faccia da cane bastonato e sporse il labbruccio.

"Ma che ci sei venuta a fare scusa, se il clima qui fa così schifo?"chiesi perplesso.

"E' complicato..."rispose. Oltre saporita, era pure complicata. Di bene in meglio, proprio.

"Farò uno sforzo." dissi preparandomi ad ascoltare la sua biografia. In sostanza la sua dolce mammina, che era scappata terrorizzata da Forks tanti anni prima con Bella ancora in fasce, si era risposata con un aitante giocatore di baseball.

"Tua madre ha capito tutto della vita. Quindi per potersela spassare con il suo Joe Di Maggio ti ha detto di toglierti dalle balle e ti ha spedito qui dal babbo."

"No, mi ci sono spedita da sola." mi rispose. Ci capivo sempre meno.

In pratica Santa Isabella martire, per far piacere alla mamma, aveva accettato di buon grado di lasciare la grande e soleggiata Phoenix, la sua casa, e tutti i suoi amici (ammesso che ne avesse) e andare nella città degli alluvionati per fare la colf al padre, lo sceriffo di Forks, una tristezza d'uomo per cui il massimo del divertimento era pescare le trote e sfondarsi di cibi precotti davanti al televisore. Cominciai a pensare di aver di fronte una pazza complessata autolesionista.

"La vita non è sempre giusta." mi disse a conclusione di quella storia deprimente. Ma parla per te! Io sono ricco, figo, immortale con i super poteri. Andava tutto bene finchè non sei spuntata tu a risvegliarmi la sete!

"Vabbè, scusa se ti ho asfissiato con tutte le mie domande." le dissi scocciato.

"Non è colpa tua. Sono io che sono facile da leggere come un libro aperto."

Facile un corno! Stavo sudando sette camicie per capire qualcosa della sua personalità contorta. Un libro aperto glielo avrei tirato in testa.

Finalmente la campanella suonò e fuggii dall'aula boccheggiando. Avevo passato l'intera ora in apnea per non respirare il suo odore parlando con una voce più nasale di quella di Ramazzotti. E bastava un filino del suo odore per farmi andare la gola a fuoco.

"Ma suvvia Eddie." mi disse Emmett a lezione di spagnolo. "Uccidila pure, alla fine che sarà mai" Forse avrei davvero dovuto ascoltare il suo consiglio.

Mi prendeva talmente male quel giorno che finsi di stare male e mollai la lezione. La professoressa non mi disse nulla. Tanto parlavo spagnolo venti volte meglio di lei, avrei potuto tranquillamente andare a vivere a Madrid.

Rimasi nel parcheggio controllando che Bella non fosse in agguato. Per fortuna era in palestra con Mike Newton che rosicava ancora perchè avevo parlato con Bella. Ma questo era malato proprio! Ma pigliatela, ma sai quanto me ne importa! Sperai proprio che Bella gli tirasse una palla in fronte.

Finalmente la vidi uscire fuori e salire sulla sua macchina. Macchina forse era un complimento. Si era messa alla guida di un vecchio pick up, un rottame arrugginito che si reggeva per scommessa e quando lei accese il motore fece un baccano assurdo sputando fumo nero dalla marmitta. Quando si accorse che la stavo guardando Bella per la sorpresa tamponò tre auto in retromarcia e ripartì portandosi via tutti gli specchietti che le capitavano a tiro. Bella non si accorse di nulla e andò via tutta seria su quel catorcio malridotto che procedeva a scossoni. Un pericolo pubblico ambulante. Ero pronto a scommettere che il primo palo era suo.

Beh Bella, se ci tieni così poco alla tua incolumità io sono disponibile. Ihihihi!
  
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