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Autore: aliasNLH    10/02/2011    4 recensioni
Draco Lucius Malfoy è un uomo potente e crudele, disposto a tutto per far vincere il suo signore. Harry James Potter e un uomo deciso e un punto fermo per tutti coloro che credono nella sua causa, porre fine all'assurda guerra che si stava combattendo.
Sono entrambi due giovani pronti a dare la propria vita per quello in cui credono, ma saranno disposti a cedere tutto in cambio del cuore che entrambi hanno perso?
L'ho scritta parecchio tempo fa ma, quando l'ho riletta, mi sono nuovamnte innamorata dei personaggi a cui ho dato vita; nella speranza che anche voi imparerete ad amarli.
Genere: Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger | Coppie: Draco/Harry
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
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                                                       Il sonno del cuore genera mostri


 

[Caduta negl’Inferi]



 

 
La scena sembrò cristallizzarsi nel momento, con Harry in piedi e una mano appoggiata al muro come per sentirne il freddo e alleviare almeno in parte il dolore al palmo, apparentemente tranquillo e Draco voltato di spalle che lo guardava con la coda nell’occhio, una mano in tasca e l’altra che reggeva una nuova sigaretta.
«Nessuna reazione?» chiese il biondo sarcastico «un tempo, se ti avessi detto una cosa del genere, mi avresti già ammazzato»
«Le persone cambiano, Malfoy» gli rispose incolore il moro.
Draco sentì le proprie dita contrarsi in un moto di rabbia a quella risposta e gli occhi lampeggiarono di una luce pericolosa.
«Non così tanto…» la frase mezzo sussurrata del biondo portò Harry a voltarsi impassibile anche se stupito dal momento di debolezza che l’altro sembrava avergli mostrato.
Malfoy gli si era avvicinato e ora lo fronteggiava con arroganza.
«Perché non vieni, Potter?» chiese suadente, nessuna traccia delle parole sussurrate pochi secondi prima «potrebbe essere divertente…»
Alla mancata risposta del moro seguì un cenno affettato del biondo ai soldati che erano rimasti ad aspettare fuori dalla capanna e che avevano seguito tutta la scena. Harry non oppose alcuna resistenza quando i due gli afferrarono le braccia e gliele portarono dietro la schiena con brutalità per incatenargli le mani.
«Harry…» la voce sussurrante di Ginny li raggiunse quando orami erano sulla porta ma Harry venne spinto fuori per evitare ulteriori ribattute mentre Draco si fermò ancora un momento, un sorriso soddisfatto gli aleggiava sulle labbra.
«Non preoccuparti» ghignò «si divertirà».
 
«Bentornata, Hermione, speravo di rivederti presto…un bicchiere d’acqua?» il saluto sussurrato di Zabini la raggiunse non appena fu fatta sedere sulla stessa sedia del giorno prima e, ancora una volta, si fece forza per non reagire a quella così evidente allusione ai fatti del giorno prima; arrossì furiosamente al ricordo cercando di sottrarsi allo sguardo magnetico dell’altro e atteggiò le labbra ad una linea sottile.
«Ma come, non mi hai ancora perdonato?» chiese ironico facendo ridere più di un soldato alle sue spalle.
Hermione lo fulminò con lo sguardo, facendolo ridacchiare nuovamente.
«Vedi, è questo quello che mi piace di te…» la ragazza tremò a quelle parole quasi sussurrate ricacciando i ricordi che stavano per riaffiorarle alla mente «orgogliosa fino alla morte…» la conclusione di quella frase sembrò uscire dalle labbra dell’uomo con lo stesso dolore che aveva provato lei al sentirle.
Hermione non poté impedirsi di guardarlo stupita, cosa stava succedendo?
Zabini la fissò per un momento negl’occhi e poi fece un cenno imperioso alle guardie che erano rimaste nella stanza.
«Oggi non mi servite, farò da solo…»
«Ma signore…» cercò di protestare uno di loro « gli ordini del signor Malf-»
«Non mi interesano gli ordini di Draco, questa prigioniera è sotto le mie cure e solo io posso decidere cosa è meglio…» fece un sorrisino storto e carico di aspettativa in direzione di quello che aveva parlato «o forse non vi fidate dei miei metodi?»
La guardia rabbrividì senza più ribattere e seguì gli altri uomini fuori dalla stanza: nessuno sano di mente si sarebbe mai azzardato ad opporsi a Zabini. Tutti conoscevano la sua indole vendicativa e la spietatezza usata sui prigionieri.
Blaise li guardò uscire con un sorriso soddisfatto e, quando a porta si chiuse e il rumore dei passi si confuse in lontananza, tornò a voltarsi verso Hermione.
«Cosa intendi fare?» la voce tremante della ragazza spezzò il silenzio che era venuto a crearsi.
Il moro la guardò di sottecchi facendola rabbrividire e socchiudere gli occhi: non poteva essere, si ripeté con disperazione, non poteva assolutamente…
«Solo questo» le rispose leggero «ti reputo una persona intelligente e sicuramente più ragionevole di altri, Weasley ad esempio, esattamente come diceva Potter».
Hermione continuò a fissarlo confusa, cosa centrava Harry adesso?
«E’ per questo che ho chiesto di poter essere io ad interrogarti» continuò Zabini prendendosi il viso tra le mani e lanciandole un’occhiata che la ragazza pensava di aver dimenticato; quegl’occhi che aveva imparato a conoscere quando ancora andavano a scuola insieme, quelli che esistevano prima e che la guerra sembrava aver cancellato completamente dal suo volto. Gli occhi di Blaise.
«Ma cosa…»
«Hermione…» quella voce implorante la colpì come un pugno riportando alla luce tutto quello che si era costretta a dimenticare mentre, con un movimento repentino e dettato dall’urgenza, Blaise, alzò a testa pregandola con occhi tormentati senza più la maschera che si era costruito «fammi uscire da qui…»
 
«Sai, sfregiato…pensavo di farti assistere all’interrogatorio del tuo amico…» ridacchio Malfoy precedendolo nel corridoio della torre «non lo troveresti stimolante?»
L’ennesima mancata risposta da parte del moro lo irritò fortemente, lui che amava il silenzio dei prigionieri perché significava più torture, maggiore divertimento, lui che amava terrorizzare gli uomini con piccole quanto insinuanti informazioni per portarli all’orlo della pazzia, lui che era stato cresciuto con le stesse cure che riservava ai suoi ospiti…Harry Potter rappresentava tutto ciò che odiava; il silenzio coraggioso e deciso, non terrorizzato o stanco; lo sguardo orgoglioso e fermo, non spaventato o perso; la bellezza sempre presente e abbagliante nonostante le privazioni e le sofferenze del campo; tutte quelle sensazioni che gli faceva provare quando ancora…
Draco scosse la testa come per allontanare quei pensieri.
Harry Potter rappresentava tutto ciò che non era più, tutto quello che aveva sempre desiderato diventare e che, per un periodo troppo breve, era stato.
E la maschera subì al prima crepa.
 
«Farti uscire da qui» ripeté Hermione leggermente isterica «ma ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo? Dovrei essere io ad implorarti per lasciarmi andare, non il contrario! Fino a prova contraria si tu la SS!» incredula osservò l’uomo seduto dall’altra parte del tavolo afflosciarsi come una marionetta a cui sono stati tagliati i fili.
«Qui noi siamo prigionieri come voi» la voce gli uscì debole «né più né meno, l’unica differenza sta’ nel fatto che non lo sappiamo…»
«Non…non capisco cosa intendi…» sussurrò lei trovando estremamente difficile resistere all’impulso di alzarsi e raggiungerlo per circondargli il volto con le mani per consolarlo. Doveva controllarsi.
«Ieri sera sono arrivati i fedelissimi del Signore Oscuro…» riprese la parola Blaise senza più guardarla, gli occhi puntati sulle mani intrecciate convulsamente sulle ginocchia.
Hermione trattenne a stento un gemito, inorridita al pensiero di Lucius Malfoy, Bellatrix Lestrange e Severus Piton in quel campo.
«Io e Draco stavamo bevendo una birra» rise isterico come se quello fosse il punto più importante della questione «ad un certo punto abbiamo sentito un orlo lacerante che ci ha allarmati: Draco è il sovraintendente del campo e non aveva autorizzato alcuna tortura per quella sera…» la voce gli si spezzò a quel punto del racconto mentre le spalle cominciarono a tremare «sono andato a controllare e ho visto…ho trovato…» impossibilitato a proseguire si rannicchiò su sé stesso scoppiando in un pianto disperato.
Hermione si morse le labbra alla vista dell’uomo, che il suo Blaise sembrava essere diventato in quegl’anni di separazione, tornare ad essere il giovane a cui si era promessa anni prima, in un’altra vita, prima che la guerra arrivasse a sconvolgere le loro esistenze e, incapace di controllarsi ulteriormente, gli si avvicinò circondandogli le spalle con le braccia mentre il moro sfogava tutte le sue lacrime e il suo dolore sul petto di lei.
«Lucius» riuscì a sillabare tra i singhiozzi «Pansy…l’ha, le ha…»
 
«Si può sapere perché non mi rispondi sfregiato?» chiese Draco non più tanto paziente «cos’è? Ti senti troppo superiore o troppo spaventato per aprire bocca?» sapeva perfettamente che non era così ma per qualche strano motivo trovava insostenibile tutto quel silenzio a cui lo costringeva, così simile a quello che aleggiava in casa sua dopo una delle punizioni di suo padre, così diverso da quello che c’era nella sua memoria quando si trovava…
«Non ho paura, Malfoy» la voce ferma interruppe il corso pericoloso che i pensieri del biondo avevano preso «trovo solo sia inutile risponderti».
«Lo sai che potrei spararti e chiudere per sempre quella boccaccia che ti ritrovi?»lo minacciò senza però crederci sul serio.
«Fallo» fu la risposta spietata dell’altro «e poi? Chi ti dirà dove si trova il tanto odiato Silente?»
Draco avrebbe voluto mordersi una mano -o mordere una di quelle del moro- per l’acuta osservazione e si chiuse in un silenzio scorbutico.
«Siamo arrivati» sussurrò soltanto facendo fermare il gruppetto che lo seguiva davanti ad una porta blindata in cima alla torre che fece aprire ad una delle guardie che stazionavano ai lati del corridoio.
«Ha…ar-rry…»
Il gruppo sulla porta si immobilizzò davanti alla soglia mentre le guardie all’esterno si avvicinarono alzandosi in punta dei piedi per cercare di capire cosa li avesse costretti a fermarsi.
Un fagotto di stracci e sangue tremava sul pavimento mentre quella che poteva sembrare una faccia faceva capolino verso di loro. Quello che era stato Ronald Weasley stava bocconi sul pavimento sudicio, nel suo stesso sangue, mentre cercava di allungare una mano verso il suo migliore amico.
I due uomini che tenevano fermo Harry non poterono fare a meno di ritirarsi nauseati da quello spettacolo raccapricciante che si era presentato ai loro occhi: il corpo, se ancora di corpo si poteva parlare, era ricoperto di lividi violacei inframmezzati da lunghi tagli e estese bruciature dalle quali trasudavano sangue e pus giallo, dando alla pelle un che di putrefatto.
«Ha-rry…» la sua voce roca, provata dalle continue sevizie, li raggiunse nuovamente dando a Draco un eco di ricordo, qualcos’altro che aveva cercato disperatamente di dimenticare.
Conosceva una sola persona in grado di compiere un’atrocità simile in così poco tempo.
A conferma dei suoi sospetti una voce fredda dal retrogusto tormentato e folle attirò la loro attenzione.
«Bene…bene…bene…guarda un po’ chi abbiamo qui…il piccolo Dray» accanto alla donna a cui questa voce apparteneva si avvicinò una figura più alta e possente mentre, pugnale alla mano, tranciava di netto la giugulare del rosso ai loro piedi, affondando la lama fino a metà del collo.
«E non dimentichiamo» ghignò Lucius Malfoy strascicando le parole mentre ripuliva l’arma appena utilizzata «il grande Harry Potter».
Accanto al figlio, il tanto decantato Harry Potter osservava la scena.
Impassibile.
 
Quando quella sera Harry ed Hermione tornarono nella capanna ai margini del forte non ebbero bisogno di dire nulla; tutta la famiglia Weasley o almeno, quello che ne rimaneva, era raccolta intorno ad una Molly singhiozzante e distrutta.
Qualcuno li aveva già avvertiti, Lucius o più probabilmente Bellatrix, sicuramente nel peggior modo possibile.
Senza una parola Harry si allontanò dal gruppetto e dal loro dolore per andare a sdraiarsi al suo posto e osservando, dalla finestra, il cumulo di cadaveri che sarebbero stati bruciati il giorno successivo. Tra quei corpi ammassati disordinatamente in mucchi c’era quello del suo migliore amico, razziato dai corvi e dalle SS che, tutto sommato, potevano essere considerati la stessa cosa.
«Harry…» lui allungò una braccio raggiungendo al ragazza che si era accovacciata al suo fianco e stringendola protettivo a sé.
«Se n’è andato anche lui…» sussurrò al soffitto mentre sentiva le spalle di lei tremare leggermente scosse da nuove lacrime.
«Perché? Perché…» singhiozzò affondando il viso nella spalla dell’amico «perché c’è questa stupida guerra? A cosa serve?»
«Ssssh» cercò di tranquillizzarla Harry «non farti sentire, non vorrai farlo preoccupare?»
Hermione lo guardò confusa mentre con un cenno del capo, Harry, indicava la siluette dell’SS che si stagliava nel tramonto fuori dalla finestra.
«Zabini».
Hermione ebbe un sussulto nel vederlo tanto che non si rese conto dei termini che l’amico aveva usato per farglielo notare; in quel momento non c’era altro che la figura del giovane tedesco fuori dalla finestra e anche le braccia di Harry che la circondavano sembravano non avere peso.
Sotto lo sguardo penetrante dell’amico si tirò a sedere e fece in modo di poter inquadrare l’intera figura di Blaise e gli fece un cenno con la testa. La figura di Zabini esitò ancora un attimo prima di annuire a propria volta e voltarsi per andarsene.
 
Il bel Zabini continuava a singhiozzare sulla sua spalla, avvolto nell’abbraccio protettivo della ragazza; le lacrime incontrollate erano come tante piccole ferite che Hermione accoglieva, desiderosa di aiutare quell’uomo che, nonostante tutto quello che era successo da quando si erano separati, le stava dimostrando la stessa umanità e lo stesso trasporto di sei anni prima.
«S-scusa» con uno scatto Blaise si sollevò sfregandosi le lacrime con una manica, come il bambino che era stato.
Hermione sorrise con tenerezza e abbassò lo sguardo nella speranza di ascoltare il resto. Un silenzio, per una volta non pesante né terrorizzato, li avvolse calmandoli.
«Pansy è morta» lo spezzò lapidario«Lucius l’ha uccisa senza pietà, nel mezzo del corridoio, mentre passava» il silenzio scese nuovamente «io non volevo arruolarmi» continuò freddo, cambiando argomento quasi senza logica, ritornando per un momento il solito, quando tratteneva i sentimenti e le emozioni dietro la maschera «quando mio padre è morto, circa sette anni fa, mi è stato ordinato di prendere il suo posto» lo sguardo volò il quello addolorato ma allo stesso tempo pieno di consapevolezza di Hermione, lei sapeva perfettamente cosa quella scelta avesse comportato «se non l’avessi fatto…»
«Non serve che me ne parli» la ragazza gli accarezzò delicatamente una guancia.
Blaise scosse la testa infastidito.
«Ne hai il diritto» soffiò fuori con rabbia «ne avevi anche quando me ne sono andato sa scuola senza dirti niente per entrare in questo giro di pazzi, lo hai sempre avuto» man mano che proseguiva con le parole il tono si abbassava fino a diventare un basso mormorio «hanno detto che avrebbero ucciso mia madre, praticamente l’unica della famiglia a cui tenessi» un ultimo singhiozzo gli sfuggì dalle labbra serrate «hanno detto che ti avrebbero trovata, che ti…» scosse nuovamente la testa incapace di proseguire «non potevo permetterlo».
Hermione gli strinse istintivamente e con forza il braccio, ripensando al passato.
«Non sei costretto a rimanere» gli disse concitata «vattene, tu puoi…»
«No» sussurrò Blaise afferrando a sua volta il braccio di lei «tu non capisci, non posso» tacque un momento come se stesse decidendo quanto valesse la pena di scoprire tutte le carte «non puoi chiedermi d andarmene senza di te».
Stavolta furono gli occhi di Hermione a diventare lucidi mentre un sorriso esitante si faceva largo sul suo volto.
«Blaise…» il sussurrare il suo nome, dopo tanto tempo, le diede una sferzata di energia e una commozione che credeva di aver perso. Non era cambiato niente nonostante tutto.
«Lo so…» le sussurrò di rimando il giovane «lo so ma non è solo questo» liberò il braccio che la ragazza gli teneva fermo e si arrotolò le maniche della giacca e della camicia. Hermione trattenne il fiato mentre, man mano che la stoffa veniva sollevata, si intravedeva un marchio nero bruciato: un teschio attorniato da un serpente che usciva dalle fauci spalancate.
«Non posso scappare da lui» ribadì «non con questo e senza di te» la voce si era fatta ferma nonostante le lacrime che aveva versato. Blaise la guardò dritto negl’occhi come non faceva da anni.
«Nonostante tutto quello che ho fatto, tutte le scelte sbagliate, io ti amo ancora Hermione» fece una breve pausa «spero solo di non aver bruciato tutto».
 
Hermione si riscosse dai suoi pensieri e puntò finalmente gli occhi in quelli dell’amico, colpita improvvisamente dalle parole pronunciate in precedenza.
Era sicura che quello che era successo nella stanza numero 6 fosse rimasto lì dentro, allora come faceva Harry a…?
Il giovane sembrò quasi leggerle nella mente perché si accomodò meglio stringendola e costringendola a sdraiarsi al suo fianco per dormire.
«Io no so» le disse bisbigliando «cosa tu e Zabini vi siate detti ma mi sembra chiaro che non fossero stati esattamente degli insulti» la fisso da sotto le ciglia «io sapevo che voi dovevate sposarvi, ne ero a conoscenza» il moro preferì sorvolare sull’espressione stupita dell’amica.
«Harry, io…»
«Non serve» la interruppe dolcemente «per me è stato palese che fosse lui, a scuola, e anche dopo, quando se ne è andato, non serve che mi spieghi niente» tacque «ti chiedo solo di stare attenta» adesso era tornata la nota disperata nella sua voce.
Ronald.
«Non voglio perdere anche te» l’ultimo sussurrò risuonò pesante come un ordine e supplicante come una preghiera.
Hermione sospirò nel dormiveglia e si strinse maggiormente a lui.
 
 
 
Bene…in caso qualcuno avesse proprio voglia di farmela pagare dovete sapere che sono disponibile tutti i pomeriggi dalle 15.00 fino alle 15.01 e la sera dopo le 25, tutto chiaro? Perfetto! J
E, sempre nel caso a cui interessi a qualcuno, io non è che odio Ronald, solo che uno dei tre doveva morire e la coppia Ron/Blaise non mi piace, spero di poter essere perdonata…
 
In ogni caso spero che il capitolo vi sia piaciuto e, soprattutto, di non aver involontariamente offeso qualcuno trattando un argomento così delicato.
Spero inoltre di essere stata chiara e, se avete delle domande, basta recensire hihi
 
A presto
 
NLH
 
Un enorme bacio a quelli che hanno recensito (spero abbiate letto le risposte) e anche quelli che l’hanno messa tra i preferiti, nelle storie da seguire e da ricordare.
Sono buona e ringrazio anche chi ha solo letto ovviamente! u.u hihi.



 

  
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