10. Eccoci qua!
“Wow…”
soffiò Harry lentamente, appena scese dal treno, voltandosi lentamente per
osservare ciò che aveva intorno.
“Bello
qui, vero?” gli chiese Draco, con la stessa espressione, ma cercando di darsi
un contegno.
“Bello?!
È troppo poco. Hai visto? Guarda li, c’è un lago!” riprese Harry, additando più
in la.
Draco
seguì il dito con lo sguardo e poi disse:”So che per raggiungere la scuola
dovremmo attraversare il lago”
“Potente,
e.. come?” domandò interdetto, fissando quella massa compatta d’inchiostro.
Mica doveva farsela a nuoto, vero?
“Oh,
beh… ma con le barche no? È scritto tutto sui nostri libri di testo, ma i
signorini qui presenti non si sono degnati neanche di aprire un libro
quest’estate, vero?” affermò una vocetta saccente, facendo sobbalzare i due
ragazzi.
Harry
si voltò di scatto e disse:”Hermione! Non puoi sbucare alle spalle delle
persone così, mi fai prendere un colpo”
La
ragazzina sorrise, dispettosa, e si rivolse a Draco:”Di certo non lo farei
prendere alle persone di ghiaccio, come il biondino qui presente, niente può
scarfirlo”
Il
piccolo Malfoy lanciò un’occhiata significativa ad Harry, come a dirgli:”Te
l’avevo detto” e poi, senza girarsi, la degnò di una piccola risposta:”Hai
azzeccato il punto”
Hermione
gli fece una linguaccia antipatica e poi Harry spalancò gli occhi e si
raddrizzò meglio gli occhiali sul naso, per assicurarsi di aver visto bene.
“Di
nuovo lui no…” si lamentò il ragazzino, dopo aver accertato che le sue supposizioni
erano giuste.
Hagrid
si andava avvicinando dalle loro parti, insieme ad un sorrisone stampato in
mezzo a tutto quel groviglio di barba e con una grossa lanterna in mano.
Harry
si accucciò dietro a Draco, ringraziando mentalmente che in quel momento un
folto gruppo di ragazzoni stesse passando davanti a loro, e costrinse i due
ragazzi che erano con lui a mimetizzarsi li in mezzo.
“Ehi,
mi rovini il vestito” sbottò irritato il biondino, raddrizzandosi dopo quella
caduta di stile.
“Al
limite può solo migliorarlo” borbottò tra sé e sé Hermione, ma il ragazzino la
sentì ugualmente e la gelò con lo sguardo.
“Quella li non ne vuole proprio sapere
di levarsi di torno come tutti gli altri, peggio di una zecca mio dio” pensò infastidito, mentre
“Harry!
Ci pensi tu a far sloggiare quella zecca petulante dai piedi? È solo colpa tua
che le hai dato confidenza” lo rimbrottò a bassa voce Draco, cercando di non
farsi calpestare dalla massa; purtroppo avevano perso a Tiger e a Goyle in
mezzo a tutta quella confusione e i loro sparti acque personali erano
naufragati miseramente.
“Non
è una zecca” ribattè piccato.
“Ma
che è petulante lo ammetti vero?! Io non la sopporto”
Harry
non replicò, fingendosi impegnato a non farsi mettere sotto dai più grandi, e
avanzò rapido seguendo la calca, sperando con tutto il cuore di non andare ad
imbattersi in quella specie di mezzo gigante, ma le sue gote si arrossarono un
pochino a quell’insinuazione corretta.
All’improvviso
la folla si arrestò ed Harry andò a sbattere contro una ragazza più grande. Quella
si voltò di scattò, e notò che i capelli le ricadevano sottoforma di treccine
attorno al viso ambrato.
“Attento”
lo rimbrottò
“S..scusa”
balbettò, in imbarazzo.
Draco
gli sghignazzò all’orecchio ed il ragazzino gli pestò un piede, per azzittirlo
e ottenne esattamente ciò che voleva.
Con
un sorrisetto soddisfatto in volto, si alzò sulle punte per osservare ciò che
accadeva davanti a lui e notò che molti allievi svoltavano a destra, mentre
Hagrid richiamava quelli più piccoli ad avanzare fino alla riva del lago, dove
erano ormeggiate un bel po’ di barchette.
“Oh..
ma allora andiamo veramente con le barche!” esordì Harry, cercando di
mantenersi in equilibrio, mentre molti sciamavano in avanti per occupare i
posti.
“Certo.
Io ho sempre ragione, devi darmi ascolto” ribattè soddisfatta Hermione,
attorcigliando un dito tra i folti capelli e prendendolo per mano per occupare
la barca di fronte a loro.
Harry
di lasciò trascinare, colto di sorpresa, e lanciò uno sguardo di scuse a Draco.
Il biondino sbuffò e con lo sguardo cercò Tiger e Goyle, non volendo salire in
quella barca. Quei due zucconi, purtroppo, erano già saliti su un'altra barca
con alcuni allievi più grandi, tra quelli riconobbe il cugino di Tiger e si
avvicinò per salire a bordo, camminando con il nasino all’insù per non far
notare al suo nuovo amico e a quella zecca babbana quanto fosse stato
infastidito e un po’ ferito dal loro gesto.
“Hermione!
Ma non si fa così! Mi hai trascinato qui e lui è rimasto solo…” la rimproverò
dispiaciuto.
“Oh,
non ci avevo fatto caso. Quanto mi dispiace” gli rispose mestamente, ma nascose
all’ombra dei suoi ricci, una piega soddisfatta sulle labbra.
“Va
bene, ma la prossima volta non farlo più” affermò sorridendo il ragazzino
occhialuto di fronte a lei.
Rimase
un attimino interdetta, e si interrogò se Harry faceva sul serio o la stava
solamente prendendo in giro, ma lo sguardo pienamente innocente era la prova
che non mentiva.
Le
dispiaceva di prenderlo in giro così e sussurrò le sue scuse:”Scusami Harry,
stavolta veramente”
Il
ragazzino però non la sentì, perché nel frattempo le barche erano partite e lui
era rimasto affascinato dal loro movimento oscillante sulle acque placide,
giurò di aver visto anche qualcosa increspare la patina scura delle onde.
Si
ritrovarono ad osservare anche i volti degli allievi, tutti rigorosamente del
primo anno, che ondeggiavano con loro e tutti avevano la stessa identica
espressione: stupore.
Dal
nulla era spuntato un edificio gigantesco, un castello medievale, illuminato da
milioni di torce sospese a mezz’aria.
Ad
Harry sembrava di essere ad Halloween e quasi quasi si ritrovò a controllare.
“Che
giorno è oggi?” chiese all’improvviso, spezzando quel silenzio irreale carico
di aspettative, attorno a lui.
“Perché?”
gli rispose interdetta.
“Sicura
che non sia il 31 ottobre?” ribattè incalzante.
“Certo!
Ma perché?
“Mi sembra Halloween” disse con ovvietà Harry, facendo scoppiare a ridere ad
Hermione.
“Sai,
sei molto più simpatica e carina quando sorridi” gli disse con semplicità e la
ragazzina arrossì di botto a quel complimento.
“Gr..grazie”
balbettò imbarazzata.
Harry
rispose con una scrollata di spalle e all’improvviso si alzò in piedi. Hermione
lo imitò perché si accorse che avevano attraccato, ancora un po’ scossa.
Strano
che in quei pochi minuti non si fosse accorta di quando si stava ingrandendo
quel puntino di castello, colpa dell’emozione?
“Si
scende fanciulli!” una voce baritonale li intontì tutti ed eseguirono il
comando come degli automi.
Hagrid
fece il giro delle imbarcazione per controllare che ci fossero tutti e che
nessuno fosse caduto nelle acque del lago, anche se ormai era un po’ troppo
tardi per controllare. Quando arrivò nelle loro vicinanze, Harry finse di
allacciarsi una scarpa e si abbassò nascondendo i lineamenti del suo volto con
la zazzera informe color catrame che teneva in testa ed aspettò che passasse
oltre prima di rialzarsi.
“Quel
gigante ti ha sorriso” borbottò a mezza voce la ragazzina, affrettandosi a
seguire la calca che si dirigeva verso i grandi cancelli che stavano
all’ingresso.
Harry
abbassò di nuovo il capo, a disagio, e preferì non ribattere. Un forte
pizzicotto al braccio lo fece rinsavire e si lamentò a bassa voce, guardando
Hermione infastidito. Lei gli restituì un’occhiata completamente innocente e un
altro pizzicotto attirò la sua attenzione.
“Ma
che..” cominciò a sbraitare, ma appena si ritrovò di fronte dei capelli biondo
platino in perfetto ordine si rimangiò tutto e cambiò frase:”Draco! Scusa per
prima, noi non…”
“Non
una parola. Ci facciamo i conti dopo” gli sibilò glaciale, ma lo attirò verso
di se ugualmente, tirando di conseguenza anche la zecca babbana che si ostinava
a seguirli come la colla.
“Oddio,
ma non hai altri da infastidire, zecca?” la rimbrottò infastidito sia da prima,
in quanto gli aveva soffiato l’amico da sotto il naso, che da ora.
“Purtroppo
siete gli unici che conosco per ora, biondino” ribattè piccata, alzando come
sempre, quando veniva attaccata, il mento verso l’alto, come gesto di difesa.
“Dai
basta voi due, quella signora li con quello strano cappello ci sta dicendo di
andare da quella parte” li interruppe Harry, osservando la situazione intorno a
loro.
“Bene,
e allora andiamo di li, no?” affermò Draco, precedendoli.
“Bene,
e allora andiamo di li, no?” gli fece il verso la ragazzina, trascinando in
modo esagerato le vocali, ed imitando la sua espressione boriosa.
“Non
un’altra parola, sporca babbana” Draco si voltò di scatto verso di lei, con il
viso pallido chiazzato di rosso.
“Me
la sto facendo sotto, biondino” lo prese in giro nuovamente e fece una faccia
impaurita, con occhi esageratamente spalancati.
I
suoi pugni tremavano, costretti nelle tasche della divisa, ma lui non avrebbe
mai picchiato una ragazzina, tantomeno non si sarebbe mai sporcato le mani con
una come lei quindi si limitò a sputargli ai piedi. Prese con un gesto secco la
manica di Harry, rischiando di farlo cadere per la foga, e si eclissarono tra
la folla, lasciando Hermione da sola nella confusione.
Harry
non potè vedere la sua espressione, ma
giurò di aver visto il suo capo chino tremolare:”Draco..” lo fermò Harry
lentamente, temendo che potesse scattare da un momento all’altro:”Non ti sembra
di aver esagerato..?”
“Quella
li deve starmi alla larga, io non mi mischio con quei babbani, con i
mezzosangue. Voglio che ci stia lontano” ribadì lentamente, imprimendo ad ogni
parola la sua rabbia gelida di poco prima.
“Ma
era solo…”
“Bene
cari allievi, benvenuti ad Hogwarts. Io sono la professoressa McGranitt e tra
un po’ vi accompagnerò all’interno del castello e, quando varcherete la soglia
della sala grande, un test vi attenderà per decidere in quale casa sarete
collocati” una voce forte ed amplificata, interruppe il loro discorso e non poterono
fare a meno di prestarle attenzione.
“E
mi raccomando, ordinati e composti” aggiunse dopo qualche secondo, osservando
con sconcerto la macchia di cioccolato sul vestito di un ragazzino accanto a
lei.
Levò
fuori la bacchetta e con un tocco la fece scomparire. Gli allievi che videro la
scena, almeno quelli che non provenivano dal mondo magico, spalancarono gli
occhi e la guardarono eccitati.
Harry
si immaginò la figuretta di Hermione dire a destra e a manca che lei ne era
perfettamente capace, e soffocò un risolino dietro la manica.
Draco
in quei minuti era diventato stranamente silenzioso e non fiatò neanche quando
si avviarono per l’ingresso, limitandosi solo a qualche cenno del capo quando
sentiva Harry che confabulava qualcosa sulla grandiosità di quel posto.
Lui
era perso in altri pensieri che il suo nuovo amico non seppe decifrare. Lo
guardò a disagio e ringraziò il cielo quando le figure possenti di Tiger e
Goyle irruppero nel loro campo visivo.
“Eccovi
qui, finalmente. Chi viene smistato per primo occupa il posto agli altri,
d’accordo? Tanto finiremo tutti a Serpeverde, o almeno, per quanto riguarda
noi” terminò guardandolo significativo, come a voler evidenziare che tra Harry
e loro esisteva un qualche confine, o era appena stato tracciato e quindi era
ancora molto flebile.
Il
diretto interessato della frecciatina, socchiuse gli occhi, infastidito, e
ribattè sicuro:”Io sono incluso in quel noi”
“Non
ne sono molto sicuro ancora…” borbottò lentamente, scuotendo il capo, mentre i
riflessi delle torce appese alle pareti gli illuminavano i capelli chiari.
Il
moretto sbuffò e quasi andò a sbattere, di nuovo, quando quelli davanti si
arrestarono di botto e la voce della McGrannit fece nuovamente irruzione nelle
sue orecchie:”Adesso attraverserete la sala e vi fermerete ai piedi del grande
tavolo di fronte, seguitemi. A turno quando verrà detto il vostro nome
avanzerete ed indosserete sul capo il cappello poggiato sullo sgabello”
“Agli
ordini…” biascicò sarcasticamente Draco, e Tiger e Goyle sghignazzarono a
comando, fermandosi solo quando li guardò scocciato.
Le
porte si aprirono con uno schiocco secco ed un gatto spelacchiato sgusciò tra i
loro piedi, agitando la coda. Subito sentirono su di loro tanti sguardi curiosi
pronti a giudicarli, come spilli che bucavano la pelle, e istantaneamente tutti
i piccoli finsero che non ci fosse nessuno ai lati del loro campo visivo,
guardando in basso o dritto davanti a se.
Harry
si appiattì automaticamente con la mano la frangetta sulla fronte e guardò in
alto, affascinato da quel cielo aperto su di lui ma… un momento, non erano al
chiuso?!
comunque rispondo qui ad un errore che mi è stato fatto notare,
cioè che i Dursley, poverelli, li ho trascurati un pò. Mi
è proprio passato di mente che loro non sanno niente di questo
spostamento di Harry, quindi facciamo finta che la signora Figg si sia
occupata di tutto. Non so, ha inviato una letterina o non so cosa...
Più avanti però li farò ricomparire e mi
inventerò qualcosa per spiegare questa gaffe, xD.. chissà
a che pensavo.. bah... comunque ho scritto già assai e la
metà di voi avrà letto fino a: quas... e poi è
andata via xD... salut a tutti!! e stavolta non faccio promesso u.u,
rimparirò però.