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Autore: Lupoz91    10/02/2011    1 recensioni
Un finale personale sulla coppia Shinichi/Conan e Ran con tanto di APTX, Uomini in Nero e rapimenti...buona lettura
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ai si inginocchiò. Iniziò a piangere. Sapeva che Kudo non avrebbe mai potuto vincere contro Gin e Vodka da solo. La neve continuava a cadere. Era fredda. Cade anche un po’ di grandine che si frantumava leggera sul marciapiede. Il cuore era diventato freddo come quella neve e si era rotto in mille piccoli pezzi come quella grandine.
“Non è vero quello che mi hai detto tu non te la caverai e già lo sapevi questo, sapevi che andavi incontro ad una morte certa. Perché Kudo??perché non ti sei fatto aiutare??insieme avremmo avuto qualche possibilità…Perché ci sei andato da solo??”
Tutti i ricordi che Ai aveva di Conan si facevano vivi nella sua mente, come se li stesse rivivendo uno dopo l’altro, e ogni ricordo la faceva soffrire. Lui, quel “bambino” così astuto e sicuro di sé, andava a morire per una faccenda in cui dovevano essere coinvolti entrambi. Lui si prendeva la responsabilità di tutti e due per non far soffrire gli altri. Doveva fare qualcosa non poteva lasciarlo morire dopo tutto ciò che gli aveva fatto passare. Corse dal Dottor Agasa.
-Dottore ha un paio di scarpe potenzia calcio??-
-Si certo Ai. Ne ho sempre un paio di riserva nella macchina…-
-Me le dia presto…-
-Aspetta le vado a prendere…-
Agasa aveva capito cosa voleva fare Ai così si affrettò a prendere le scarpe. Aprì il cofano della sua macchina. Iniziò a rovistare. Poi trovò la sacchetta delle scarpe. La aprì. Dentro non c’era niente. Trovò solo un biglietto. La calligrafia era quella di Conan.
-Ai le scarpe non ci sono…dentro la sacchetta ho trovato questo…è per te…-
 
Conan era nervoso. Stava salendo le scale. Sapeva che ogni gradino che saliva era un passo in più vicino alla morte. Ma non poteva fuggire. La vita di Ran dipendeva da lui e ad ogni rampa di scale si sentiva sempre più vicino a lei. Lei. Per lei avrebbe dato tutto, anche la vita se necessaria.
 
Ran si stava avvicinando al suo rapitore. Aveva degli occhi di ghiaccio. Ma non le importava.
-Vai a sederti o ti ficco una pallottola in testa…-
Gin caricò la pistola. Ran si fermò. Ma cosa gli era preso. Le sue gambe tremavano non riusciva a camminare. Si voltò e tornò a sedersi.
-Ora va bene…sai ti devo raccontare una piccola storia…riguarda una persona che conosci bene…o almeno così credi fin ora.- 
“Non dirmi che sta parlando di Shinichi. Io lo conosco meglio di questo uomo. Come osa dire certe cose…”
-Allora hai capito di chi sto parlando vero??-
-Ma cosa ne puoi sapere tu di Shinichi…sei solo uno sporco criminale.-
Gin iniziò a ridere.
-Dimmi una cosa…sai dov’è stato Shinichi per tutto questo tempo??-
-No, non lo so…ma anche se lo sapessi non te lo direi…-
-Povera sciocca ti sei fatta ingannare per tutto questo tempo e nemmeno te ne sei accorta…Mhpf…tu credi veramente che Shinichi non è mai tornato a casa perché aveva del lavoro da fare?!?!?!-
Ran si azzittì non sapeva cosa dirgli. Non sapeva di cosa stava parlando quell’uomo pieno di odio e nemmeno che cosa centrava lei ma soprattutto Shinichi.
“Parla come se sapesse qualcosa che io non so…come se fossi l’unica tenuta all’oscuro di tutto…devo vederci chiaro.”
-Parli come se sapessi qualcosa…allora dimmi cosa tu di Shinichi sai veramente dov’è e cosa sta facendo??parla rispondi.-
Ran ebbe un sussulto. Era qualcosa di così importante che Shinichi non gli aveva detto??la stava tenendo all’oscuro di qualcosa??ebbe un altro sussulto. Poi una lacrima gli rigò il viso. Se era veramente importante perché non gliel’aveva detto??Ran aveva paura. Una paura insolita. Poi pensò alle parole di quell’uomo. Non riusciva a capire. Aveva paura della risposta??cosa poteva essere di così grave o importante da essere rapiti??
-Vedi Ran, Shinichi è…-
-Ehi gli vuoi veramente dire tutto??-
Gin si voltò. Guardo Vodka, poi disse.
-Voglio vedere il cuore spezzato e pieno d’odio di quella ragazza…ma soprattutto voglio vedere il dolore della preda.-
Fece un ghigno. Poi riprese.
-Allora dove eravamo rimasti…a già ti stavo per dire la verità su Shinichi Kudo…bè vedi piccola stolta in realtà lui è…-
-STA ZITTO GIN…-
Conan era arrivato appena in tempo. Era arrivato al piano dell’incontro e sentì la voce di Gin che stava per rivelare tutto a Ran.
“No. Non sarà lui a dirgli la verità…ho aspettato troppo tempo. gli ho nascosto tutto fin dal primo giorno…sarò io a dirglielo.”
-Oh finalmente…mi stavo annoiando ad aspettarti…-
-CONAN…CHE CI FAI QUI SCAPPA DA QUESTO POSTO PERICOL…-
Conan narcotizzò prontamente Ran. Non poteva parlare a quattr’occhi con Gin senza che Ran scoprisse tutto.
-E bravo Kudo…nonostante siamo arrivati a questo punto vuoi ancora tenere segreta la tua identità…peccato che non riuscirai a proferire parola perché ti ucciderò prima…-
-Vedremo.-
Anche se sicuro di sé Conan non sapeva cosa fare…poi si ricordò dell’obiettivo che si era stabilito…doveva prima salvare Ran e Kogoro. Non sapeva come ci sarebbe riuscito ma doveva fare in modo di portarli via da lì.
 
“Cara Ai,
adesso che stai leggendo questa lettera sarai sicuramente arrabbiata con me, posso capirlo vorresti aiutarmi ma ti ritrovi vicino ad Agasa e i ragazzi ad leggere questa lettera, scusa se ho bloccato le entrate ma non posso rischiare che tu o gli altri vi facciate del male, sapevo che la cosa sarebbe stata più rischiosa del previsto e che sarebbe stato difficile uscirne così ho preso le scarpe potenzia calcio sapendo che le avresti cercate per rompere il vetro ed entrare…non posso permettermi di mettervi in pericolo, anche se questa è la tua guerra non volevo che finissi male.
Se non uscirò vivo racconta ai ragazzi e a Ran la verità.
Conan Edogawa.”

Ai vide una piccola macchia sul foglio. Era una lacrima lasciata dal mittente. Conan stava piangendo mentre la scriveva. C’erano sbavature dappertutto questo voleva dire che le lacrime erano finite anche sulle parole. Ai strinse forte la lettera quasi la accartocciò per quanto la strinse. Iniziò a piangere. Uno pianto di sfogo si mischiava a uno di rabbia e dolore. Quella non era la guerra di Conan quella era guerra di tutti e due. Si accasciò a terra. Il suo battito iniziò a galoppare e il respiro si faceva sempre più affannato. La neve era fredda. La vista si faceva sempre più offuscata. Non sapeva se stava per svenire dal freddo oppure se le lacrime gli appannavano i suoi occhi rotti dal pianto. Si sentì un tonfo. Veniva da dove si trovava Ai. Agasa e i ragazzi la raggiunsero. Era svenuta dal freddo. Il dottore la raccolse e vide la lettera. La mise in tasca. Ora doveva pensare ad Ai. Era ghiacciata. La mise in macchina e accese il riscaldamento. La coprì con una coperta. Gli sentì la fronte. La febbre non ce l’aveva. Ordinò hai ragazzi di salire in macchina ed aspettare il ritorno di Conan. In quel momento lesse la lettera. Iniziò a singhiozzare.
-Dottore ma che cos’ha perché piange??-
-Niente ragazzi…non vi preoccupate…-
Il silenzio avvolse l’auto e Agasa iniziò a pensare a come avrebbe potuto dire la verità ai ragazzi e a Ran. 
  
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