Titolo:
Corsa
Personaggi:
Dorian
Gray;
Nuovo personaggio
Pairing:
Dorian
Gray/Nuovo personaggio
Rating:
Arancione
Avvertimenti:
One-shot;
slash
Introduzione:
correva
tra
le vie sporche dei bassifondi, sotto la pioggia.
Cercava,
cercava quasi disperatamente, ma in cuor suo sapeva che non
l'avrebbe mai trovato.
Note d'autore (facoltative): Una piccola one-shot davvero senza pretese, scritta in poco tempo, senza davvero tanto entusiasmo. Speravo di riuscire a concludere qualcosa di meglio per la prima slash che scrivo (a dire il vero, questa è la mia prima fan-fiction con protagonisti di fattezze reali che scrivo), ma pazienza. Ci tenevo a scriverla, perché adoro la psicologia e il mutamento di questo personaggio, Dorian Gray. Ho letto molte opere di Wilde, ma non la sua più famosa, questa che ha come protagonista Dorian. Mi sono comunque informata sul libro (che prima o poi leggerò sicuramente), ma l'ispirazione è data dal film. Mi dispiace di aver messo in risalto solo l'attrazione di Dorian per un piacere sessuale, ma credo che fosse quella più adatta per la piccola storia che ho messo in scena, e d'altronde è anche quella che saprei descrivere meglio. Ed è una slash perché, anche cambiando ambiti, rimango sempre io =)
Corsa
Camminava con ondeggianti passi decisi, attraverso quelle sudicie vie, in mezzo a quei muri spenti incrostati di fango. Gettava lo sguardo, da sotto il cappello, ad ognuna di quelle figure che si susseguivano ai lati della strada, a destra e a sinistra. Bambini con il viso sporco e gli occhi attenti, prostitute con il seno scoperto, uomini sfaccendati, difficilmente distinguibili tra commercianti e briganti. Anzi, molto spesso le due categorie coincindevano. Nessun viso familiare, nessuno che corrispondesse con quello della persona che stava cercando. Eppure ben sapeva, che le possibilità di ritrovarlo erano quasi pari a zero.
Si
trovava ancora sotto la porta di casa sua.
In
realtà non doveva esserne neppure stupito, visto che era
stato lui a
chiamarlo.
Eppure,
quando lo rivedeva dalla sua finestra, si dimenticava di averlo
voluto lui stesso.
Cosa
ci faceva lì? E soprattutto, perché era ancora,
sempre lui?
Questa
era davvero una cosa che non gli era mai capitata.
Chiedeva
al maggiordomo di farlo salire, con una voce che non era la sua.
Lo
faceva entrare in camera, chiudeva la porta a chiave, e dopo tutto
era concesso.
Dai
baci, ai graffi sulla schiena, al sangue.
Dalla
mattina alla sera, e dalla sera alla mattina dopo.
Per
due giorni stava lì, addormentato sul suo letto, o sveglio a
farsi
servire la sua colazione.
E
poi svaniva, e lui non riusciva a non pensarci.
Nessun'altra
puttana lo appagava.
Voleva
sempre lui.
Svoltava un'altra via, tuffandosi nel buio più fitto del
crepuscolo.
Solo qualche luce rossa di qualche locanda spiccava nel nero,
decantata dagli squittii dei topi che correvano lungo il canaletto. A
forza di girovagare così, senza una meta, si stava perdendo.
Eppure
non riusciva a rinunciare al suo intento, e l'ansia nel raggiungerlo
si stava trasformando in disperazione. Saettava gli occhi, cercando
di aguzzare la vista sui singoli volti, accelerando senza
accorgersene, trovandosi quasi a correre e a chiamare il suo nome.
“Jack!” Un verso strozzato e nemmeno calcolato. E
poi la lucidità
tornava, non appena rifletteva, appoggiato ad un'anonima parete di un
altrettanto anonimo vicolo. Il freddo umido lo risvegliava, e se ne
rendeva conto. Non c'era motivo perché si comportasse
così.
Non c'era motivo perché sprecasse anche un solo pensiero per
un
anonimo corpo maschile.
“Dorian...”
un nome mormorato, assieme a un'insensata lacrima spenta sulle
coperte.
L'altro
lo invitò a piegare la testa, cieco.
Solo
quando chiudeva gli occhi, per il piacere, cominciava a vedere.
Cominciava
ad andare fuori di testa, e a vedere fotogrammi più erotici
di
quello che gli stava offrendo il ragazzo in quel momento.
Affondava
alla cieca la mano tra i suoi capelli biondi.
Li
strattonava, volendoli quasi staccare.
Quel
corpo era suo, anche se solo per qualche attimo.
E
in quei due attimi, poteva fargli tutto quello che voleva.
La pioggia cominciava a scorrere, inzuppando le sue vesti signorili.
A casa, fredde e sole stanze l'attendevano. In qualsiasi bordello,
intriso di nicotina e macchiato di rosei capezzoli, non avrebbe
trovato sostegno. Avrebbe trovato piacere, solo piacere devastante,
per qualche momento. Poi si sarebbe riallacciato i pantaloni,
l'effetto di qualche fumata d'oppio sarebbe scomparso, e lui si
sarebbe ritrovato ancora più affamato, ancora più
frustato di
prima, con il torace dolorante e una sgradevole sensazione di bagnato
tra i vestiti. E un attimo dopo quelle donne si ricomponevano,
tornavano a ridarsi il trucco, poi lui diventava uno dei tanti,
magari un esemplare più bello, più giovane e
più dotato, ma pur
sempre uno dei tanti porchi che pagava per il loro corpo.
Si
era addormentato.
La
sua guancia pallida appoggiata sul cuscino ricamato, la bocca
socchiusa, il torace nudo che palpitava piano.
Il
suo profumo impregnava le coperte.
Dorian
non poteva fare a meno di guardare quell'estranea creatura,
così
arrogantemente entrata nella sua vita.
Sapeva
di prenderlo solamente a prestito.
Sapeva
che, in realtà, non era suo.
Se
ne rendeva conto solo quando, con più lucidità,
lo guardava tra le
coperte, e credeva di chiudere gli occhi e di non vederlo
più, una
volta riaperti.
Aveva
bisogno di lui.
In
un qualche modo, aveva bisogno di lui.
E
non ne capiva il perché.
Forse,
stava invecchiando.
Forse
aveva esaurito tutte le forze, e non poteva continuare a vivere di
attimi.
Forse,
gli serviva una base salda alla quale potersi appoggiare.
Allungò
una mano, sfiorando con un dito i suoi capelli, di un biondo strano.
Quella
chioma, a tratti secca, a tratti fluente, lo incuriosiva sempre.
L'odore
di vaniglia che emanava era pungente, e allo stesso tempo morbido.
Aveva
un corpo gracile, nonostante tutto.
Addominali
e muscoli ben formati, ma nulla di speciale.
Poteva
avere vent'anni, come poteva averne quindici.
I
suoi profondi occhi castani sembravano dire tutto e nulla, colmi a
volte d'innocenza, a volte di perversione.
Era
un corpo normalissimo, bello, sì, ma non eccezionale.
Cos'era
di lui che attirava tanto Dorian?
Jack... Jack poteva essere un nome qualunque, di un
qualunque
squallido gigolò. Sarebbe anche potuto non essere il suo
vero nome.
Non avrebbe ottenuto nulla a chiedere di lui in giro, in quei
quartieri popolati dalla peggior feccia, tra l'altro. Se continuava a
vagare così sbandato, sotto quella pioggia a quell'ora della
notte,
sarebbe presto stato ammazzato o stordito da uno dei tanti
delinquenti che bazzicavano in quelle sporche vie, attirati dal suo
aspetto ricco ed elegante.
Si appoggiò ad un muro, ad un lato della strada. Si
passò una mano
sugli occhi, e sulla fronte. Cercò di riprendere il respiro,
e il
controllo su di sé.
Chi
diavolo stava inseguendo?
Gli venne quasi da ridere, per il suo comportamento.
L'aveva
perso per sempre.
Un
bacio, un altro ancora.
“Dorian”
lo spinse ancora sotto di sé, bloccandogli ogni parola.
“Fa
silenzio, Jack. Sei solo uno squallido peccatore, la tua anima
è più
incenerita della mia!”
E
gli mozzò il fiato in gola, sorprendendolo con poderose
spinte.
L'anima
di quell'essere gemente sotto il suo corpo, era una delle
più pure.
Lo
sapeva bene, questo.
Anzi,
lui stava cercando di dirgli qualcosa.
Doveva
dirgli qualcosa, ma Dorian non glielo permetteva.
E
non glielo permetteva per un ben precisato motivo.
Jack
aveva visto giusto.
E
l'altro ragazzo aveva paura di vedere scoperto il suo punto debole.
Ucciso. Morto ammazzato, abbandonato a un lato della strada.
Pugnalato dopo esser stato violentato più volte.
Così era la sua fine.
Quali sensazioni sentiva, ora, a vederlo così?
Sentiva male, che si confondeva con infinito piacere.
O forse, era lui che confondeva le cose, perché quello era
per
davvero solo male.
Male inguaribile.
Eppure, in un qualche senso credeva di averlo fatto suo.
Colui che era sopravvissuto alla sua vera immagine.
Forse perché era troppo poco importante, o forse
perché lo era
troppo.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ♠
Questa storia si è classificata
seconda (su quattro) al contest Dorian
Lovers - 'Cause we love him!, indetto da DreamerGirl sul
forum di efp.
Devo dire in tutta sincerità che questo è stato
un risultato alquanto inaspettato, veramente non ho mai nutrito grandi
fiducie in questa storia, forse perché sono nuova, anzi
nuovissima in questo campo, forse perché l'ho scritta di
fretta. Comunque siano andate le cose, sono davvero felice di aver
ottenuto questo giudizio su questa mia prima esperienza di
genere, e per coronare il tutto, sono anche stra-felice di essermi
aggiudicata il premio descrizione, è un premio cui tengo
davvero tanto e che purtroppo raramente nei contest organizzati nel
fandom di Naruto mettono in palio, il che è un po' un
peccato... Ringrazio infinitamente la giudice, DreamerGirl, per il
giudizio preciso e completo, per il banner (carinissimo!! ^///^), e per
aver indetto questo bellissimo contest, su questo affascinante
personaggio, Dorian Gray.
Giudizio :
Deidaranna93/Silvar
Tales - Corsa
- 9,5/10 correttezza grammaticale
Perfetto, davvero perfetto! Hai fatto solo un errore: hai scritto
“porci” con la “h”.
- 10/10 lessico e stile
Lo amo, sul serio, lo amo! Cavolo, mi piace troppo. Descrivi tutto con
una meticolosità paurosa e credimi, continua a farlo
perché coinvolgi le persone a trecentosessanta gradi.
È come se fossi lì, nella Londra malfamata, come
se potessi toccare con mano tutto, e provare, sentire ogni cosa, ogni
odore, ogni sapore.
- 12,5/15 caratterizzazione dei personaggi ed IC
Ma proprio qui mi cadi? Uff, che desolazione. Davvero, mi dispiace
tantissimo toglierti due punti e mezzo, ma Dorian non è
pienamente IC. Insomma, non hai specificato bene in quale punto della
sua vita viene ambientata la fanfiction. Prima che conoscesse Emily?
– visto che dici d’averlo ambientato nel film
– o durante la sua assenza da Londra? Perché, in
entrambi i casi, Dorian non potrebbe aver amato nessuno. Lui cercava il
piacere e dice di averlo trovato troppo spesso, ma non specifica mai
che avesse amato qualcuno.
Sì insomma, è sempre questa la triste fine
dei/delle suoi/sue amanti. Non sono mai ricambiati – eccezion
fatta per Sybil nel libro e in parte nel film, e per Emily. Ti sei
riscattata solo facendo morire Jack, visto che la parte malvagia di
Dorian emerge.
- 5/5 originalità
Il punteggio parla da sé! Credo sia la fanfiction
più originale del concorso.
- 4/5 giudizio personale
Ho amato le descrizioni, ho amato la trama, ho amato il
finale… è scontato dirlo, ma ho amato ogni
singolo dettaglio!. Peccato solo per quell’IC, secondo me,
non rispettato appieno.
Tot Punti 41/45
Vincitrice del premio “Descrizione”