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Autore: Fe85    12/02/2011    2 recensioni
Tutto questo era molto strano, ma Yuriy era sicuro che prima o poi avrebbe chiarito questa faccenda, dopotutto uno dei suoi migliori pregi (o difetti, dipendeva dalle situazioni) era proprio la testardaggine.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Rei Kon, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Kei osservava con poco interesse il monitor che indicava la rotta percorsa dall'aereo e il tempo rimanente per giungere a destinazione. Sicuramente, far parte della famiglia Hiwatari ed essere il presidente di un'industria rinomata quale la Hōno, aveva i suoi vantaggi: poteva viaggiare in business class e godere di un ottimo sconto sulla tariffa del biglietto. Inoltre, particolare da non trascurare per un tipo asociale come lui, i suoi «compagni di viaggio» erano estremamente silenziosi e composti, a differenza delle persone che occupavano la classe turistica, decisamente più chiassose e irrequiete. C’era chi leggeva il giornale, chi usufruiva della connessione ad Internet, oppure chi ne approfittava per schiacciare un pisolino; non avrebbe corso il rischio di incappare in qualche logorroico che iniziasse a raccontargli la storia della sua vita, oppure, ancora peggio, in qualche marmocchio petulante.

Il Dranzerblader si sistemò meglio sul sedile in velluto rosso, pensando a come se la stesse passando Yuriy. Ripercorse mentalmente la conversazione telefonica avuta con Andrew qualche ora prima: il suo tono di voce arrogante e presuntuoso gli risuonava ancora nelle orecchie. Avendo il capitano dei Neoborg in ostaggio, colui che l'inglese riteneva essere il punto debole dell'imperturbabile nipponico, l'atteggiamento di Andrew si era fatto ancora più altezzoso. Ma la cosa che dava più fastidio a Kei era il fatto che il suo odiato rivale riuscisse a decifrare ogni sua mossa, ogni sua emozione.

Un po’ come nel gioco della battaglia navale.

“Nemmeno tu sai quello che vuoi, Kei. O forse lo sai e a me non vuoi confidarlo? Avanti, dimmi cosa desideri…” gli aveva sussurrato all’orecchio il giovane Mc Gregor con fare lascivo, mentre con la punta della lingua gli torturava il collo, provocandogli un brivido di piacere.

«Desidera qualcosa, signore?»

Per un attimo, la voce di Andrew e quella della hostess che nel frattempo si era avvicinata a lui con il carrello delle bevande, si erano sovrapposte.

«No, grazie» fece lui secco, e la donna passò oltre, lasciandolo nuovamente alle sue riflessioni.

Aveva elaborato una teoria tutta sua per spiegare quella particolare «affinità» tra di loro: lui e Andrew erano simili.

Simili nel carattere.

Simili nel modo di agire.

E simili a letto.

Tuttavia, si domandava a cosa gli servisse Yuriy: avrebbe potuto rubargli la chiavetta senza rapirlo, ma derubandolo soltanto. La vendetta nei suoi confronti era un movente fin troppo labile per un essere senza scrupoli come Andrew.

Dedusse, quindi, che aveva altri scopi.

«Si informano i gentili passeggeri che tra una decina di minuti, atterreremo a Naha. Vi ringraziamo per la preferenza accordataci e vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza»

Kei sospirò impercettibilmente, eseguendo l'ordine emesso dal comandante tramite un piccolo altoparlante, situato sul lato destro dell'aereo. Estrasse Dranzer dalla tasca dei pantaloni, e si fermò per un attimo a scrutare il bit chip che «decorava» il suo beyblade.

In un certo senso, anche durante la battaglia contro Brooklyn aveva combattuto per vendicare Yuriy, e in primis se stesso.

Adesso stava andando a riscattare il suo orgoglio ferito o a salvare il russo?

Involontariamente, Andrew gli aveva offerto l'occasione per far chiarezza nei suoi sentimenti.

                                                                                              *

Disteso su un letto fatiscente di una stanza asettica dei laboratori di Okinawa, giaceva Yuriy privo di conoscenza. Le caviglie e i polsi erano stati legati per mezzo di un paio di catene attaccate ai bordi del suppellettile. Alla sua sinistra vi era un basso comodino di legno, rovinato dai tarli, mentre dal soffitto cadevano alcuni pezzi di intonaco, dimostrando quanto erano precarie le condizioni di quell'ambiente, sprovvisto di finestre. Infine, in alto al centro una telecamera riprendeva tutto ciò che accadeva per poi trasmetterlo direttamente nella sala comandi.

«A quanto pare, Ivanov è come Biancaneve: ha bisogno del bacio del suo principe per svegliarsi» esordì Andrew velenoso, assaporando il sapore di uno scone che si era portato dalla Scozia.

«Non sarai stato troppo crudele con il nostro ospite?» gli domandò Olivier di rimando. Dalla sua voce traspariva una certa perplessità: lui e Gianni non avevano mai appoggiato totalmente il piano del loro compagno di squadra e Ralph addirittura se ne era tirato fuori.

«Starai scherzando, spero. Anzi, questo è solo l'inizio…non sa ancora cosa lo aspetta» fu la risposta sibillina dell'altro.

«A proposito, dov'è quel ragazzino di nome Alfred?» si intromise Gianni, impegnato a messaggiare con le sue corteggiatrici.

«L'ho messo a fare la guardia davanti alla stanza di Ivanov nel caso in cui qualcuno cerchi di liberarlo. Devo ammettere che è stata una passeggiata portarlo dalla nostra parte. E’ bastato che gli promettessi di cercare un modo per salvare suo fratello…che ingenuo»

Un sorriso malvagio fece capolino sul volto di Andrew, mentre esaminava minuziosamente il susseguirsi di immagini proiettate dalla telecamera.

«Toh, il nostro prigioniero è tornato tra noi. Sarà meglio che vada a dargli il benvenuto»

Detto questo, l'inglese abbandonò la sua postazione e uscì dalla sala, lasciando Gianni e Olivier immersi nei loro pensieri.

                                                                                              *

«Dove diavolo mi trovo?!» sbraitò Yuriy non appena si fu ripreso completamente. Cercò di divincolarsi dalle catene senza successo, ottenendo invece dei segni rossi ai polsi e alle caviglie, dovuti al continuo sfregamento.

Aveva aperto a fatica le palpebre, sentendole pesanti come quando si viene anestetizzati per un'operazione. Il torpore stava per farlo scivolare ancora una volta nell'oblio, ma un lieve giramento di testa lo fece destare completamente.

Avendo vissuto per molti anni in balia di un pazzo come Vorkov, si accorse istantaneamente della telecamera che lo stava spiando. In momenti del genere, aver frequentato un posto come il Monastero, dove gli avevano insegnato ad usare tutti e cinque i sensi, si rivelava utile.

Devo mantenere la calma ed escogitare un modo per liberarmi”

Optò per far passare in secondo piano la scoperta dei mandanti del suo sequestro: voleva tornarsene a casa e farsi una bella doccia.

Repentinamente, lo scricchiolare della porta, accompagnato da dei passi cadenzati e vigorosi allo stesso tempo,lo fece trasalire e implicitamente gli comunicò l'arrivo di uno dei suoi rapitori.

«Salve, Ivanov. E’ un piacere averti con noi» lo salutò Andrew sarcasticamente.

Quindi Andrew lo odiava a tal punto da farlo addirittura rapire?

«Che cosa vuoi da me?» gli chiese con voce glaciale, puntando le sue iridi azzurre in quelle del suo interlocutore. Era sempre bene afferrare le intenzioni del nemico per elaborare una buona strategia.

«Se devo essere onesto, ho già avuto quello che volevo» gli riferì Andrew, mostrandogli trionfante la chiavetta USB che gli avevano sottratto quando lo avevano perquisito. Iniziò a camminare avanti e indietro per il perimetro della stanza, quasi a voler infastidire il russo.

«Però, l'organizzazione ti brama»

Yuriy squadrò il ragazzo dubbioso: Kei non gli aveva mai parlato del fatto che Andrew appartenesse a una qualche organizzazione. A quanto ne sapeva lui, erano avversari in ambito lavorativo.

“Che idiota, quasi dimenticavo che Kei mi aveva tradito con lui…” pensò con una certa rabbia, sentendo lo stomaco contorcersi.

Già, Kei.

Non doveva certo aspettarsi qualcosa da lui, o peggio ancora, fare affidamento sul fatto che sarebbe andato a toglierlo dai guai.

«Di quale organizzazione stai parlando?» forse, se avesse preso tempo inducendo Andrew a parlare, avrebbe avuto modo di assimilare tutti i dati di cui aveva bisogno.

“Dopotutto, qualche anno fa, ero conosciuto come il cyborg del beyblade”  si incoraggiò mentalmente, attendendo la risposta di Andrew.

«Non sono tenuto a fornirti delle spiegazioni, però c'è una persona che può farlo al posto mio. Si tratta di Alfred, il ragazzo che sta qua fuori. Lui sa ogni cosa» precisò l'inglese sbrigativo, affrettandosi a raggiungere la porta.

«Vuoi dire che…»

«Esatto. E’ stato lui a portarti qui su mia richiesta. Ed è lui a conoscere il tuo destino»

Prima che Yuriy potesse aggiungere qualcos'altro, Andrew se n'era andato, facendo aumentare in maniera esponenziale i suoi dubbi e le sue incertezze.

 

 

 

FE SCRIVE...

Ciao ragazze,

come state? Scusate se sono sparita per così tanto tempo, ma h avuto (e ho ancora) un bel pò di problemi, però non mi soffermerò a parlare di me, bensì

della mia storia che spero vi appassioni ancora e che il mio stile non si sia "ammuffito"^^"

Dunque, ho alcune cose da dire riguardo a questo capitoloXD Partiamo da questa frase:

“Nemmeno tu sai quello che vuoi, Kei. O forse lo sai e a me non vuoi confidarlo? Avanti, dimmi cosa desideri…” gli aveva sussurrato all’orecchio il giovane Mc Gregor con fare lascivo, mentre con la punta della lingua gli torturava il collo, provocandogli un brivido di piacere.

Si tratta di un ricordo di Kei ai tempi in cui stava con Andrew. Ho voluto precisarlo nel caso non fossi stata sufficientemente chiara^^ Inoltre, spero che Kei sia IC: non mi pare proprio il tipo da palesare il fatto che Yuriy gli "manchi" o meno, per questo ho preferito renderlo un pò "combattuto". In sintesi, non ce lo vedo melenso.___. Così come Yuriy non mi sembra uno che si pianga addosso: ecco spiegato il motivo per cui ho cercato di farlo reagire di fronte alla situazione in cui si trova.

Poi, poi gli scones sono dei tipici dolcetti scozzesi che ho avuto il piacere di assaggiare personalmente^^

“Dopotutto, qualche anno fa, ero conosciuto come il cyborg del beyblade” -> questo è un riferimento alla prima serie di beyblade.

"In un certo senso, anche durante la battaglia contro Brooklyn aveva combattuto per vendicare Yuriy, e in primis se stesso."-> questa è una mia opinione: ho sempre pensato che, in qualche modo, Kei combatta, oltre che per se stesso e per dimostrare che il beyblade si pratica con passione, sacrificando tutto, anche per Yuriy.

Ok, credo di aver detto tutto.

Ringrazio tutte le persone che hanno commentato, letto e messo la mia storia tra le preferite, le ricordate o le seguite.

-lexy90:in questo capitolo, Boris, Rei e gli altri non sono comparsi, ma spero sia stato ugualmente di tuo gradimento^^ Grazie mille, besos!

-Aphrodite: ti dirò, stavo ponderando l'idea di fare un sequel di questa storia, però sono ancora molto indecisa a riguardoXD E non preoccuparti per il titolo, ho capito quello che intendevi dire, anzi ti ringrazio per la tua sincerità ;-) Mi fa piacere che la descrizione che ho fornito della BEGA ti sia piaciuta, è sempre una sfida per me trattare dei personaggi particolari da delineare. Grazie mille, besos!

-Iria: sono davvero contenta di aver tratteggiato un Brooklyn credibile, ho sempre una paura assurda di cadere nell'OOC^^" Come vedi, Yuriy è nei guai fino al collo, chissà cosa avranno in mente per lui!XD Grazie mille, besos!

-BenHuznestova: la situazione per Yuriy si è complicata, speriamo che la squadra di soccorritori giunga alla svelta!XD Grazie mille, besos!

-Saruwatari_Asuka: non preoccuparti del ritardo, un commento fa sempre piacere!^^ in questo capitolo viene svelato pochissimo, ma nel prossimo sarà tutto più chiaro ;-) Grazie mille, besos!

Al prossimo aggiornamento!

 

 

 

 

 

   
 
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