Prima di lasciarvi alla lettura vorrei un momento chiarire sul titolo -che ritengo sempre molto importante: luna madre.
Ho preferito usare la parola genetrix per appellarmi a Lucrezio e al suo proemio del "De Rerum Natura", dove invoca venus genetrix, intesa come forza vitale e generatrice. Ho sempre avuto questa visione forte e decisa di Didyme, forse legata al suo potere (quello di rendere felici e gioiosi tutti).
E qui non ho potuto non pensare a Venere che mette a tacere la guerra, Marte, semplicemente tenendo la sua testa in grembo.
Per questo genetrix.
Luna, perché la sua pelle è eburnea, lei è distante, staccata dal mondo -ancor di più dopo la sua morte. Ma come possiamo vedere la luna piena sorriderci di notte, nelle nostre fantasie, così Marcus può ancora vedere la sua dolce luna genetrix sorridergli nelle notti più oscure. Per il resto niente da dire: è più lunga la spiegazione che questo piccolo monologo.
Muliebre e Eburnea vi aspettano, buona lettura.
Luna
Genetrix
«Oh,
quali occhi
mi fissano nell'oscura notte?
Quali rilucenti iridi mi scrutano, ingannate e illuse dalla vita?
E quale pelle, d'eburneo colore, mai più liscia e dolce al tocco mi sfiorerà?
Didyme, mio dolce amore, quale muliebre risata, tinta del colore del sole, risuonerà in queste stanze, se non la tua, ormai fredda e silente?
Oh, quale dolore, quale affanno affligge questo cuore morto, mia adorata.
Aro, Aro! Tu non provi quest'asprezza nel cuore?»
Le mani di Marcus strinsero quelle del suo compagno, in cerca di un conforto. Ed egli tacque, senza proferire parola, celando dietro al suo viso una verità che aveva già iniziato a erodere un'anima inesistente.
Angolo autrice:
.w. Sono arrivata prima, con questa stupidagginola. Non c'è molto da dire, credo sia piuttosto banalotta ormai, per il fandom. Marcus che piange sul suo passato, niente di più da dire.
Vi lascio al giudizio della giudice (:
Ah, scusate: se qualcuno di voi si sta chiedendo cosa mi è accaduto, non disperate. Sto bene e sto studiando, e sto lavorando a un lavoro qui, per il fandom di Twilight.
Quali rilucenti iridi mi scrutano, ingannate e illuse dalla vita?
E quale pelle, d'eburneo colore, mai più liscia e dolce al tocco mi sfiorerà?
Didyme, mio dolce amore, quale muliebre risata, tinta del colore del sole, risuonerà in queste stanze, se non la tua, ormai fredda e silente?
Oh, quale dolore, quale affanno affligge questo cuore morto, mia adorata.
Aro, Aro! Tu non provi quest'asprezza nel cuore?»
Le mani di Marcus strinsero quelle del suo compagno, in cerca di un conforto. Ed egli tacque, senza proferire parola, celando dietro al suo viso una verità che aveva già iniziato a erodere un'anima inesistente.
Angolo autrice:
.w. Sono arrivata prima, con questa stupidagginola. Non c'è molto da dire, credo sia piuttosto banalotta ormai, per il fandom. Marcus che piange sul suo passato, niente di più da dire.
Vi lascio al giudizio della giudice (:
Ah, scusate: se qualcuno di voi si sta chiedendo cosa mi è accaduto, non disperate. Sto bene e sto studiando, e sto lavorando a un lavoro qui, per il fandom di Twilight.
Ed egli tacque, senza proferire parola,
celando dietro al suo viso una verità che aveva
già iniziato a erodere un'anima inesistente.
In primo luogo voglio far notare un’imprecisione nelle note, in cui si dice che Didyme è: la moglie di Aro e a sposa di Marcus (questa notazione, ovviamente, non influenza la valutazione, non riguardando la storia in sé).
La prima cosa che si nota è l’eccessiva spezzettatura e frammentarietà delle frasi pronunciate da Marcus, che rendono il discorso lento e faticoso (più ancora di quanto fa l’uso di un lessico elevato). Le parole pronunciate da Marcus non brillano per fantasia: in particolare nella prima parte non traspare una vera caratterizzazione specifica del personaggio femminile, che sarebbe stato interessante approfondire maggiormente.
È interessante la scelta dei personaggi (che hanno poco spazio nella saga della Meyer), soprattutto di Didyme che, pur non comparendo personalmente, è il fulcro della storia.
Molto notevole l’ultimo periodo della drabble, che la conclude con grande classe.
In primo luogo voglio far notare un’imprecisione nelle note, in cui si dice che Didyme è: la moglie di Aro e a sposa di Marcus (questa notazione, ovviamente, non influenza la valutazione, non riguardando la storia in sé).
La prima cosa che si nota è l’eccessiva spezzettatura e frammentarietà delle frasi pronunciate da Marcus, che rendono il discorso lento e faticoso (più ancora di quanto fa l’uso di un lessico elevato). Le parole pronunciate da Marcus non brillano per fantasia: in particolare nella prima parte non traspare una vera caratterizzazione specifica del personaggio femminile, che sarebbe stato interessante approfondire maggiormente.
È interessante la scelta dei personaggi (che hanno poco spazio nella saga della Meyer), soprattutto di Didyme che, pur non comparendo personalmente, è il fulcro della storia.
Molto notevole l’ultimo periodo della drabble, che la conclude con grande classe.