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Autore: SweetTaiga    12/02/2011    10 recensioni
"Ma se l’Amore che dice è una stretta al petto dovuta alla sua mancanza, un colpo al cuore ogni volta che mio padre rievoca con disgusto il suo nome, un sorriso ogniqualvolta mi addormento pensando a lei, allora ha ragione.
Forse i Malfoy non provano amore, ma Draco si."
Quando l'Amore trionfa, l'Odio cerca il modo di ostacolarlo. Sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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23. Segreti e bugie.




Ad Adam Zborowski,
il protagonista della mia prossima storia originale.
(che pubblicherò il 20 febbraio)
Mi sono innamorata di lui, che ci posso fare?





«Minerva, ho appena completato di trascrivere la lista dei giovani insegnanti dell’ottavo anno.»
Abbasso lo sguardo sul professor Vitious, sorridendogli per la disponibilità. «Grazie infinite, Filius. Speriamo che queste lezioni non si tramutino in un fallimento.»
Con un sospiro, ricomincio a scrivere una missiva per il caro Lucius Malfoy. Le sue stupide guardie incutono timore ai miei allievi, e molto probabilmente non sono altro che Mangiamorte falliti che sperano in favori economici da parte della sua famiglia.
Un altro sospiro, ed il professor Vitious attira la mia attenzione con un colpo di tosse.
«Perché sospirate, cara Minerva? Ci sono problemi?», mi chiede.
Indecisa se parlarne o meno, alla fine opto per la prima scelta. «Sono le guardie di Malfoy il problema. Non riusciamo a convincerlo a ritirarle, e la loro presenza rende inquieti gli alunni. I pochi giorni di controlli che aveva chiesto son diventati quasi un mese! Non posso tollerare oltre.«
Portandosi la mano ai baffi, Filius inizia a camminare avanti e indietro per il mio ufficio. «Non si potrebbe parlare con il Ministero? In fondo Lucius è pur sempre ai domiciliari, nonostante finga d’essere ancora il padrone del mondo. Probabilmente perfino Voldemort lo considera inutile, rinchiuso com’è nella sua stessa dimora.»
Scuoto la testa. «Non è così semplice, purtroppo. Il Ministero ormai è oltremodo corrotto: finché non salirà al potere un nuovo ministro della magia, non potremo contare sulla comunità magica. Siamo soli, Vitious. Mentre Malfoy ha ancora l’appoggio di Voldemort.»
«Posso chiedere come ne siete così sicura, Minerva?», domanda lui, incuriosito.
«Ogni cosa a suo tempo, Filius. Ora è meglio che vada ad appendere gli orari delle lezioni degli studenti dell’ottavo anno: quasi un mese penso possa bastare per farli ambientare.»
Filius si sposta per permettermi di passare, ma prima che io possa uscire dal mio ufficio una voce ci fa voltare entrambi.
«Minerva, e per quella piccola festicciola?»
Guardo il ritratto di Silente come si guarda un evaso dal manicomio.
«Oh, su, quella cosina per Halloween. Lo sai che non c’è modo migliore che una festa per far rasserenare la gioventù.», continua lui.
L’ennesimo sospiro mi sfugge dalle labbra. «Va bene, vedrò di preparare un avviso.»
Un colpo di tosse del professor Vitious mi costringe a cambiare il soggetto del mio sguardo. «Si?»
«Mi sono permesso di prepararli io, Minerva. Ecco.», afferma, porgendomi alcuni avvisi.
Dalla risatina di Silente e dallo sguardo speranzoso di Vitious, capisco che non ho altra scelta.
«Va bene, va bene. Li appenderò insieme agli avvisi della lezione.»
Leggo la soddisfazione nei loro occhi, e per un attimo dimentico la mia rigidità.
Forse una festa farà davvero bene a questi poveri ragazzi, ma prima devo cacciare i leccapiedi di Malfoy.

***

Mentre le ideologie si estinguono e le coscienze si disperdono, insieme ai muri crollano le verità di comodo.

Sono ormai dieci minuti che stiamo in silenzio.
Con un colpo di tosse, cerco di attirare l’attenzione di tutti, ma solo la Granger mi degna di uno sguardo.
«Nott?», dice semplicemente, alzando un sopracciglio in un gesto di muta domanda.
«Vogliamo restare qui e diventare decorazioni del castello o facciamo qualcosa di costruttivo?», chiedo.
«Qualcosa di costruttivo?», replica lei, incrociando le braccia.
«Si, qualsiasi cosa! Tornare nei dormitori, andare a fare razzie nelle cucine, infastidire Pix, dare testate contro il muro.. Qualsiasi cosa è più costruttiva dello stare qui immobili a scrutarci!»
La mia proverbiale calma è andata a farsi fottere, lo so, ma il discorso con Pansy mi ha fatto perdere lucidità.
Subito dopo la colazione, avendo notato con Blaise che Draco non era ancora tornato, sono andato a controllare che Pansy stesse bene. Non si sa mai.
Dopo averla cercata per tutto il castello, l’ho trovata nel  bagno femminile in compagnia di una Mirtilla Malcontenta più malcontenta del solito.
«Che succede, Pansy?», chiesi, entrando nel bagno.
«Sei un maschio! Non si entra così nel bagno delle signorine!», ha urlato lamentosamente Mirtilla.
«Tanto mi sembra che a tutto serva tranne che ai bisogni femminili, questo bagno. Potremmo usarlo al posto della Sala Grande, per quanto è trafficato ed affollato.», ho risposto a mia volta, alzando gli occhi al cielo.
Erano ormai otto anni che entravo il quel bagno senza alcun pudore né minima preoccupazione. Avevo visto di tutto: ragazze che fumavano sigarette babbane di nascosto, studenti di ambo i sessi e d’ogni età che copiavano compiti, s’è persino detto che nascosta qui dentro c’è la camera dei segreti.
Ma mai una volta, mai ho visto una ragazza fare ciò che di solito si fa in un bagno.
Almeno, però, ho sempre potuto incontrare Pansy indisturbato.
«Che succede, Pansy?», ripetei, senza tener conto delle urla di Mirtilla Malcontenta.
Almeno fino a quando, trapassandomi con il suo corpo inconsistente, non ha urlato ai sette venti: «Ha il bracciale dei Malfoy! E’ fidanzata con Draco! Con Draco!»
Prima che un velo di malinconia mi coprisse gli occhi, non ho potuto fare a meno di ghignare. Draco e Potter hanno sempre avuto un’ammiratrice in comune, a quanto si dice nei corridoi.
L’attimo di gioia durò davvero poco, perché Pansy s’alzò di scatto e mi abbracciò.
«Non voglio sentirmelo ripetere ancora. Tutti mi chiedono dei miei progetti con Draco per il futuro, ma al diavolo! Non potrò resistere a lungo, Theo. Sono brava a mentire, ma sento che potrei tradirmi. Tutti mormorano al mio passaggio, tutti hanno qualcosa da dire sul matrimonio dell’anno. Non posso farcela, Theo. Preferivo essere invisibile.»
La strinsi a me e portai una mano sulla sua guancia per controllare se fosse bagnata di lacrime.
Ovviamente no: Pansy non piangeva mai.
L’avevo sentita lamentarsi spesso, per qualunque sciocchezza, ma mai piangere per i problemi seri.
E questo, devo ammetterlo, è un problema serio anche per me.
«Theo?», mi chiese, aggrappandosi alla camicia.
«Dimmi, sono qui.»
«Quando tutto finirà, mi chiederai di sposarti?», sussurrò, in maniera appena udibile.
Per risposta l’ho stretta a me  con tutte le mie forze.
Come vorrei poter mantenere questa promessa, come vorrei che tutto finisse.
«Cosa c’è qui, una riunione?»
Ci voltiamo simultaneamente verso la voce, con il terrore sul volto.
«Professoressa McGranitt.. Noi, ecco.. Stavamo giusto andando nel dormitorio comune, si.», risponde Hermione, cercando il nostro sostegno con lo sguardo.
«Infatti!», le da man forte Zabini, e con mia somma sorpresa le si avvicina.
«Oh, Zabini. E’ un piacere vederla d’accordo con la Granger.», annuncia la McGranitt, lanciando uno sguardo indagatore a tutti i presenti.
«Giacché siete qui a trastullarvi allegramente, cosa ne dite di andare ad appendere questi fogli in bacheca?», chiede la professoressa.
«Certo, andiamo subito.», risponde prontamente Hermione.
«E dopo di corsa nei dormitori. Non voglio vedervi di nuovo in giro, o toglierò minimo 50 punti a testa.»
Detto questo, si gira e se ne va, lasciandoci decisamente perplessi.
Noto un lieve sguardo tra Draco, Hermione e Ron, e le labbra della ragazza incurvarsi mimando un’unica parola: “idioti”.
Subito dopo scompare anche lei, seguita a grandi falcate da Luna.
Un basso grugnito di Draco mi rende partecipe del fatto che non ha apprezzato l’uscita di scena della sua ragazza.
Sorridendo tra me e me, me ne vado verso il dormitorio.
Vedere Draco messo a tacere dalla Granger è ogni volta un’esperienza esilarante.

***
Non devo chiedere, devo far da me.

La verità è dura da accettare, ma prima di tutto è dura da capire.
Stanno succedendo così tante cose che ormai ho perso il conto.
Draco si è innamorato.
Theodore è finalmente riuscito a mettere da parte la sua solita indifferenza.
Persino Pansy ha messo da parte un minimo della sua solita acidità.
Ed i Grifondoro collaborano con noi.
Queste si che sono novità.
Ed io? Io cosa sto facendo? Io sono sempre lo stesso idiota. La cosa più importante che ho fatto questa settimana è stato comprare una nuova cravatta.
«Blaise, un’altra?», è stato tutto ciò che mi ha detto Draco, prima di sorridere e scuotere la testa.
Solo un’altra cosa futile da aggiungere alla collezione, solo qualcosa di stupido e costoso per coprire il vuoto che ho dentro.
Non posso parlarne con nessuno, perché non capirebbero.
Draco si arrabbierebbe. Oh, eccome se si arrabbierebbe.
Hermione.. nemmeno a parlarne, non potrei mai parlarne proprio con lei.
Pansy e Theodore sono da escludere, non è il caso di coinvolgerli.
Per una volta, dovrò cavarmela da solo.
Allora che il gioco abbia inizio, caro destino.

***

Ti capisco quando dici che rivorresti le tue bambole.

«Hermione, perché non sarai prefetto quest’anno?», mi chiede improvvisamente Luna.
«Oh, bé.. sai com’è, con lo studio.», cerco di rispondere, arrampicandomi sugli specchi.
«Oh, non prendiamoci in giro, Hermione. Hai salvato più volte il Mondo Magico senza mai trascurato lo studio. Hai sempre aiutato i professori senza mai saltare le lezioni. Hai persino usato una Giratempo, per seguire tutti i corsi!», sto per rispondere, quando improvvisamente mi rendo conto che non è stata Luna a parlare.
«Ginny? Che ci fai qui?», chiedo, oltremodo meravigliata.
«Ho seguito te e Zabini, ovviamente. Ma sono arrivata giusto in tempo per sentire il tuo discorso con Luna.», risponde lei, avvicinandosi alla bacheca a cui sto affiggendo gli avvisi.
«Cosa sono?», domanda, cambiando argomento con mio sommo piacere.
«Gli avvisi per le lezioni che dobbiamo tenere noi dell’ottavo anno.»
«E tu cosa insegnerai, professoressa Granger?», chiede con un sorriso, sporgendosi per leggere oltre la mia spalla.
«Difesa contro le Arti Oscure e Trasfigurazione.», rispondo, consapevole delle domande che mi sarebbero arrivate di lì a poco.
«Difesa contro le Arti Oscure? », mi fa eco Luna.
«Si, insieme ad Harry.»
«Perché tu?», chiede a sua volta Ginny.
Perché conosco la magia oscura quasi al pari di un Mangiamorte?
«Perché Harry è una frana in teoria, suppongo, e dovrò aiutarlo.»
Con un sorriso cerco di sminuire l’importanza di questa decisione della McGranitt di assegnarmi una delle cattedre più impegnative del corso, ma Luna e Ginny non sembrano crederci molto.
Improvvisamente, un ricordo mi invade la mente.
«Ragazze, che ore sono?», domando frettolosamente.
«Le nove meno un quarto, più o meno. Perché?» , dice Ginny.
«Scusatemi, devo andare.. in biblioteca!», urlo, iniziando a correre, senza dare loro tempo di replicare.
Diamine, come vorrei tornare bambina.
Vorrei ricominciare a giocare con le bambole: i giochi degli adulti sono troppo impegnativi e pericolosi per i miei gusti.
Ma in fondo sono io che ho scelto questa vita.
«Hermione, sei in ritardo! Dobbiamo sbrigarci, prima che la McGranitt riattivi gli allarmi magici del castello.», sussurra Neville, prima di iniziare a correre avanti a me.
Varchiamo i cancelli di Hogwarts giusto in tempo, e pochi secondi dopo una scintilla ci avvisa che gli allarmi sono stari riattivati.
«Bene. Ora inizia la parte difficile.», affermo sottovoce.
Neville mi guarda ed annuisce, infondendomi coraggio.
«Allora andiamo.», sussurra a sua volta, per poi farmi cenno di mostrargli la strada.

***

Mi  hanno sempre fatto credere che nell’incertezza è meglio prendere. Ma se io prendo chi è che da?

Mi siedo sul letto, cercando di non poggiarmi sui miei stessi lividi.
Per fortuna i casini successi questa sera hanno impedito a chiunque di pormi domande a cui non avrei voluto rispondere. A parte Weasley, che s’è fatto una bella cucchiaiata di fatti miei.
Ma finché la voce non arriva ad Hermione va tutto bene.
Sorrido a mio malgrado pensando a quante cose stanno cambiando.
Inizio a vedere con lucidità ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e sento di essere pronto per fare la mia scelta.
Non dipende solo da Hermione: lei mi ha semplicemente fatto aprire gli occhi.
Ma ora comprendo davvero il male che il Signore Oscuro ha inflitto, ciò che mio padre ha fatto.
Mio padre.. tutte le stronzate che mi ha inserito nel cervello mi hanno fatto diventare una marionetta nelle mani di un burattino.
Perché ora so che ogni Mangiamorte, ogni seguace di Voldemort, è solo una pedina nelle sue mani, niente di più. Non dividerà la sua gloria con nessuno, se dovesse vincere questa guerra.
Se i buoni dovessero perdere, l’unico vincitore sarebbe Voldemort.
Né i suoi scagnozzi, né mio padre, né Bellatrix.
Ed io, da buon Malfoy, non posso tollerare di non vincere.
Inoltre, sto iniziando ad apprezzare la vita. E se avessi continuato ad essere un Mangiamorte, la vita non avrei mai saputo cosa fosse.
Questo non vuol dire che diventerò uno stupido Grifondoro pieno di coraggio e belle parole.
Ma l’omicidio e la tortura smetteranno d’essere i miei mezzi di conquista.
L’astuzia batte la violenza, in fondo.
Ed io sono un astuto Serpeverde, non uno schifoso Mangiamorte.

***

«Hagrid, hai per caso visto Hermione?»
Girandosi verso me e Ron, ci dona un immenso sorriso. « No di sicuro, io stavo cercando cibo per l’Ippogrifo. Sapete, mangia molto con questo brutto freddo.», dice, facendoci l’occhiolino. Poi, probabilmente leggendo la preoccupazione nei nostri occhi, ci si avvicina ulteriormente. «Harry, perché mi chiedete di Hermione?»
Ron ed io ci scambiamo uno sguardo eloquente. «Niente, pensavamo fosse venuta da te, ma probabilmente sarà nel dormitorio.»
Hagrid non sembra averla bevuta, ma finge ugualmente di crederci. «Va bene, ma ora uscite dalla serra e andate voi pure nel dormitorio. E’ pericoloso stare qui.»
Ci allontaniamo con un breve cenno di saluto, ed iniziamo a correre verso la nostra Sala Comune.
«Forse è nel dormitorio femminile.», ipotizza Ron.
«Abbiamo chiesto ad ogni studentessa del nostro anno.. Non può essere diventata invisibile all’improvviso.»
In un attimo, io e Ron ci immobilizziamo.
«Il mantello dell’invisibilità!», esclamiamo all’unisono. «Quando è venuta in camera questa mattina non era di certo per darci il buongiorno!», sussurro io, in preda all’ansia.
«Miseriaccia!», esclama Ron. «Lo sentivo che qualcosa non andava, l’ho capito dallo sguardo che ha scambiato con la McGranitt.»
«Spero tanto che ci stiamo sbagliando, Ron.», dico, iniziando a correre verso il nostro dormitorio.
«Lo spero anche io, amico.»
Per Merlino, spero che tutto questo sia solo un brutto scherzo della nostra immaginazione.
Spero che il mantello sia ancora piegato nel baule.
Spero vivamente che Hermione non si stia mettendo nei guai.

***

La verità sta dentro a un nylon, dimenticata in qualche oceano.

«Ginny?», mi chiama Luna, alcuni secondo dopo che il mantello di Hermione è sparito oltre lo stretto corridoio che porta verso le mura esterne di Hogwarts.
Mi giro verso di lei. «La biblioteca è chiusa a quest’ora.», dice, confermando ogni mio timore.
«Lo so, Luna, lo so.»
Tale è la preoccupazione, che passiamo persino indifferenti davanti ad un avviso che riporta a lettere cubitali “Festa di Halloween”.
Abbiamo qualcosa di più importante a cui pensare.
Hermione.. cosa ci stai nascondendo?

***

Sono una bugiarda. Una bugiarda ladra, dopo aver rubato il mantello dell’invisibilità di Harry.
Diamine, spero solo che non se ne accorga.
«Hermione, è il momento.»
Neville mi sfiora la spalla per infondermi quel coraggio che non ho.
Poi tre colpi secchi al muro, ed una figura incappucciata si affaccia alla minuscola fessura tra i mattoni.
Quando questa scompare, un piccolo varco si apre sotto i nostri piedi.
«Aspetta qui, Neville. Se entro un’ora  non sono tornata, scappa.»
Non aspetto neanche una risposta, e mi immergo nel buio dei sotterranei.
Accarezzando il bracciale di Draco ritrovo un briciolo di coraggio.
Ce la posso fare, dico a me stessa.





NOTE:
Ciao a tutte, lettrici : )

Ho una domanda da porvi: che ne dite se creo un gruppo su facebook per aggiornamenti, spoiler e varie?
Sono un po’ indecisa, vorrei sapere il vostro parere.


Sono felice di essere riuscita a finire questo capitolo, temevo davvero di non farcela.
La canzone è “Bambole” dei Negrita.

Passo subito ai ringraziamenti, in modo da pubblicare il prima possibile  : )
Grazie a tutte voi – parlo al femminile perché non penso vi siano ragazzi tra chi mi segue – per la pazienza che avete nel leggere ogni volta questa mia pazzia : )
Grazie inoltre a chi ha recensito lo scorso capitolo:
 libera_di_sognare
ginevra james
 LadyViolet93
 Lizzy Dreamy 93
 ericuz
 Sephora 
 barbarak
Vi risponderò entro questa sera, al massimo domani mattina : )

PER LE NUOVE ARRIVATE:
Prima di tutto, benvenute :D
Se volete aggiungermi su Facebook, basta cercare “SweetTaiga Efp” : )
E per qualsiasi dubbio scrivetemi pure!

A presto,
SweetTaiga
   
 
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