Ciao a tutti,
scusate per il ritardo ma sono stata molto
impegnata.. allora, come promesso, questo
capitolo è un po’ più corto dei precedenti. Anzi, in realtà l’ho diviso
in due per rendere meno opprimente la lettura.. aggiornerò presto la seconda
parte.
Ringrazio di cuore tutti quelli che stanno seguendo
questa storia…
Mi raccomando, recensite!
Ciao Miele,
grazie mille per i complimenti, sono commossa! Sono
contenta che lo sviluppo della storia sia interessante e coinvolgente… per
quanto riguardano le vecchiette… se penso a quello che è accaduto … (o che ho
fatto accadere… J) a Rose scoppio a ridere..
io adoro gli anziani ma quando si alleano tra di loro sono terribili!!
Il lieto fine è garantito!! Mi intristisce molto
leggere storie che finiscono male…
Un bacio, ciao!
Ciao Franca,
Effettivamente ero mooolto tentata di inserire il
bacio fra i due personaggi alla fine di quel capitolo ma poi mi sono
trattenuta.. non volevo dare una brutta impressione di Rose… infondo per quanto
gli piaccia Tom, si è appena lasciata con quel palloso di Sean! Grazie per
tutti i complimenti!!
Un bacio, ciao!
Ciao Diandraflu,
sono contenta che tu abbia trovato il cap
divertente.
Un bacio, ciao!
Buona Lettura,
Diomache
PROFUMO DI MENTA
CAPITOLO V :
SOPRESE NATALIZIE.
Il
centro commerciale brulica di gente, come di consueto, sotto il periodo delle
feste natalizie. La gente, con i carrelli pieni di panettoni, pandori, torroni
di ogni tipo, e naturalmente regali, si aggira in quell’immenso centro super
affollato alla ricerca del pensiero giusto da regalare o semplicemente di fare
il pieni per i calorici pranzi natalizi. Anche Rose ha fatto spese e, con il
carrello pieno, cerca di districarsi tra la marea di gente, cercando di non
urtare nessuno con il suo carrello. Operazione, naturalmente, quasi impossibile
perché, soprattutto nelle curve, il carrello diventa poco maneggiabile e più di
una volta ha arrischiato di fare figure da dieci e lode, rischiando di andarsi
ad infrangere con il carrello e tutto, sul reparto “vino e affini.”
Superata una curva (accompagnata da un sospirone di sollievo per la buona riuscita dell’operazione )la ragazza si sposta sul reparto dolci. Tra qualche ora dovrebbero arrivare dalla vacanza il resto della sua famiglia ovvero sua sorella Emily, il marito Formy e la loro terribile e adorabile figlioletta Novaly. Non lo ammetterebbe mai ma gli sono mancati tutti e tre.
Nonostante la calca di quel reparto, inizia, con gli occhi arguti di una volpe, a scrutare i tipi di torrone per trovare quello che serve a lei: cioccolato fondente con le mandorle!
Preso tutto ciò che le serve, sta per uscire da quella bolgia infernale, quando si ricorda di dover assolutamente comprare un rossetto e, anche se a pezzi per la faticosa giornata, si dirige stancamente verso il reparto profumeria.
Questi pomeriggi, passati interamente dentro i centri commerciali a far compere hanno il potere non solo di sfinire e sfibrare la gente, ma anche di ammattire a volte. Sembra impossibile crederci ma Rose, poco fa, ha visto due uomini prendersi a pugni per un pandoro. Roba da pazzi.
Giunge così al reparto profumeria, ovviamente preso d’assalto da donne di tutte le età. Rose cerca di farsi largo tra la marea di donne e si avvicina ai rossetti. Scopre il palmo della mano, prende una tonalità di rossetto che potrebbe addirle, poi la prova sulla pelle. Vedendo che è decisamente troppo forte, lo lascia e si rimette alla ricerca. Naturalmente l’operazione viene eseguita circa una decina di volte e alla fine Rose ha il palmo di entrambe le mani completamente sporchi di rossetto ma almeno ha trovato la gradazione di colore che cercava. Insieme a lei, anche un’altra ragazza un po’ più grande, ha pensato che quella tonalità andasse bene. “bello vero?” dice sorridendo.
Rose annuisce. “già. Mi piace perché è un rosa molto delicato..”
Entrambe lo richiedono subito alla commessa la quale si abbassa qualche secondo per prenderne due. Si rialza e, con uno sguardo desolato, annuncia. “mi dispiace, ragazze, me ne è rimasto uno solo!!”
*la solita iella!!* pensa Rose, mordendosi il labbro inferiore. Si gira, sorridendo, verso la sconosciuta la quale, però, ha cambiato espressione. Non sorride più, anzi, ha un’espressione omicida dipinta in volto. Anche il sorriso della giovane si spegne ma dice, comunque. “come facciamo?”, esitante. L’altra ragazza esibisce un’evidente falso sorriso, poi, inaspettatamente e con violenza, si avventa contro di Rose e con una spinta la butta a terra, sotto lo stupore della vittima e dei presenti.
“lo prendo io, grazie. Quant’è????” Dice quindi quella ragazza alla commessa che, sconcertata, non stacca gli occhi da Rose, ancora a terra. “HO DETTO QUANT’È????????” urla quella pazza.
La commessa di riscuote subito, comunicandole il prezzo. Sorridendo, la giovane paga e si prende il rossetto. Stava per andarsene tranquillamente, quando le arriva un calcio al sedere.
Urla e si volta verso di Rose, che si è rialzata, con i capelli scompigliati e un’espressione che non garantisce niente di buono. “perché diavolo mi hai buttato a terra, cretina, tu sei pazza!!!” urla verso quella eccentrica.
“cosa vuoi deficiente??? Quel rossetto era mio di diritto!!!” risponde lei con voce ancora più alta come se fosse stata Rose a fare la pazzoide.
Un bel gruppetto di persone si è formato per assistere alla scena, curiosi.
La presenza di tanta gente, che le accerchiano completamente, dà carica alla suonata che cerca di atterrare di nuovo la nemica con una spinta. Rose se la vede arrivare addosso e, superato lo stupore, reagisce spostandosi di lato, mancando all’assalto.
La pazza non si arrende e la prende per i capelli, graffiandole il collo e Rose si oppone all’aggressione piantandole una gomitata nello stomaco.
La gente lì intorno inizia a tifare e parteggiare per l’una o per l’altra. Sempre più risoluta a terminare questa situazione assurda, Rose la fa finita colpendo la nemica con un violento pugno in pieno viso che fa rotolare quella scema a terra.
Ammutolita, la gente intorno a lei non le stacca gli occhi di dosso.
Ansimante ed ancora incredula, Rose si sistema i capelli e prende il carrello. Il mucchio di persone si divide per lasciarle il passaggio e lei se ne va ostentando tranquillità, dal reparto profumeria.
*oh Dio mio santissimo…devo uscire o perderò completamente la testa!* pensa mentre cammina.
Ora ne ha proprio la conferma: la gente in questi negozi perde il segno della ragione!!!
Ripensandoci, neppure lei è stata prova di grande maturità..
Forse non avrebbe dovuto reagire alle provocazioni di quella malata mentale, lasciar correre lo spintone e il ruzzolone a terra. Sì, forse una brava e tranquilla ragazza avrebbe fatto così.
Già, ma
non sarebbe stata Rose.
Gli
occhi azzurri di Tom osservano ,senza guardare realmente, il poveraccio legato
alla sedia, al centro dell’abitazione. Fuori, la neve continua a cadere e
imbianca dolcemente il paesaggio della grande metropoli.
Michael
da un calcio al ladro, l’uomo legato
alla sedia, al centro della stanza.
Il
farabutto mugugna dal dolore per il calcio infertogli sul fianco. “bastardo.”
Dice digrignando i denti. Questa volta è il tedesco a reagire colpendo l’uomo
con un pugno in pieno viso e aggiungendo poi con il suo accento strano “ti ho
detto di stare zitto”
Dawson
si gode lo spettacolo assieme a Tom, sorseggiando una birra. Harry continua a
fumare mentre pensa ad un modo carino per ammazzarlo in modo che non senta
troppo dolore: bisogna essere buoni a Natale.
Ad
interrompere i misteriosi pensieri del ragazzo biondo è Dawson: “hai idee?”
Tom si
riscuote e chiede: “ a che proposito?” Dawson gli indica con il capo il ladro.
Il
ragazzo taciturno sospira e, afferrato un bicchiere, si versa altra birra.
Si
trovano a casa di Dawson e quello è un povero malcapitato che, ingenuamente,
voleva rapinarla. Lo avevano beccato che cercava di forzare la serratura.
Poveraccio,
aveva pensato Tom, che sfiga.
A
riscuotere definitivamente il ragazzo è un tonfo: la sedia del ladro si è
ribaltata e l’uomo è caduto di fianco. Harry, Michael e il tedesco si stanno
piegando in due dalle risate. “allora, come lo ammazziamo questo figlio di
puttana?”
Michael,
il più creativo e fantasioso di tutti, propone: “lo mettiamo nudo nella neve!
Facciamo un esperimento, no? vediamo per quanto si può sopravvivere, che ne dite?”
Il ladro
rabbrividisce al solo pensiero ed inizia ad agitarsi.
Il
tedesco ha un’altra idea decisamente più veloce: “mettiamolo nell’acido e non
pensiamoci più..”
“come
sei poco romantico, è Natale e tu vuoi usare l’acido!” lo rimprovera Harry,
privatamente disgustato dall’empietà di quel gesto commesso proprio a Natale.
L’interessato
tira un sospiro di sollievo ed inizia a pregare tutti i santi che conosce.
“Ehi
Harry ha ragione! io credo che dovremmo sparargli una pallottola in fronte,
semplicemente. Così morirà d’un botto e noi gli avremo fatto pure il regalo di
Natale, eh, tu che ne dici Tom?”
esclama Dawson.
Gli
occhi freddi del giovane per un po’ si animano di compassione verso quel
poveraccio. Osserva i suoi compagni e non trova altro che dire: “giocateci
ancora un po’, poi lasciatelo andare, nudo, nel centro di New York.” Gli sembra
una punizione adeguata, senza dover per forza allungare la lista degli uomini
che hanno ucciso.
Gli
altri si guardano tra loro sbigottiti, non è da Tom un simile gesto di
generosità.
Il
ragazzo conclude la sua birra, si alza e si dirige verso l’uscita. “ok io
vado.. Buon Natale.”
Sorride,
poi la porta si chiude alle sue spalle, lasciando sbigottito il resto del
gruppo compreso il ladro. “ma che gli è preso?” domanda Michael, perplesso.
Non
aveva mai visto il suo migliore amico, non che uno dei delinquenti più spietati
che conosce, così generoso, mite e
compassionevole. Se ne era stato tutto il pomeriggio a fissare la neve, con lo
sguardo perso e sognante.
Riflettendoci,
Michael in lui rivede se stesso quando pensava a Katie, la sua ex fidanzata.
Un
pensiero prorompente come un fulmine si fa strada nella sua menta ma Michael lo
ricaccia subito: Tom innamorato?? Impossibile!!! Tom non si era mai innamorato
di nessuno.. Tom probabilmente non è nemmeno capace di amare sul serio. A parte
piccole storie insignificanti e avventure, Tom non ha mai avuto una storia
importante.
E se
questa volta fosse davvero innamorato? Ma di chi poi?
No, è assolutamente impossibile.
“si si
ho capito..- dice la voce di Rose attaccata al cordleess mentre se ne sta
davanti alla finestra con uno sguardo triste e depresso.- no dai non me la sono
presa, davvero!! Infondo non è colpa vostra.. si buon Natale anche a te Emily,
fai gli auguri a Formy e Novaly, capito??? No, dai, non ti preoccupare io starò
benissimo… come domani mi viene a trovare zia Wendy?? E dimmelo un po’ più
tardi! Roba che domattina mi svegliavo con lei che mi faceva cucu dalle
lenzuola!!!-pausa.- no Emily te l’ho detto non sono triste e non mi pesa
passare il Natale da sola. Un bacio, ciao.”
Spegne
il telefono e lo getta sul divano, poi si asciuga le lacrime che quasi stavano
per scivolarle, prima, al telefono.
A causa
del maltempo il volo per New York è stato rimandato e Emily, Formy e Novaly
rimarranno dove sono a passare le feste. Fantastico, no? Lei resterà da sola
proprio a Natale!! C’è niente di più triste che passare il Natale con se
stessi, accanto ad un Albero di Natale acceso e il Presepe?
Rose dà
un’occhiata all’orologio: le otto. Dovrà pensare anche a cucinarsi qualcosa perché,
convinta di passare le feste con loro, non aveva preparato niente; infondo è
Formy il cuoco di casa.
Sospirando,
si butta sul divano. Un Natale magnifico,sì.
“ciao
Rose.” Una voce alle sue spalle la fa letteralmente sobbalzare sul divano. La
ragazza si volta immediatamente e… cosa vede? Tom che con quella sua faccia da
schiaffi tremendamente affascinante, la guarda così come per dire: paura, eh?
“e tu
che diavolo ci fai qui? Da dove sei entrato?????” urla, alzandosi in piedi.
“sì,
anch’io sono felice di vederti.- risponde sarcasticamente, poi tira fuori da
dietro la schiena un pezzo di ferro filato.- che rimanga tra me e te: la
serratura di casa tua è una proprio una merda! Sarebbe stato più difficile
aprire il diario segreto di Diana!”
“ah be,
perché non consigli questa casa come possibile ‘da svaligiare’ a qualche ladro
amico tuo, allora!!” dice tagliente. “è poi questa è violazione di domicilio,
potrei denunciarti, delinquente!”
Tom
corruga la fronte.: “mm.. vedo che siamo del solito gaio umore, eh? E meno male
che è Natale! Dì è successo qualcosa??” intanto si è tolto il giubbotto e Rose
nota che ha in mano un paio di buste… *chi sa che diavolo ha in mente… * pensa,
incuriosita.
“non
sono dell’umore adatto tutto qui.” Sibila, triste, posizionandosi di nuovo
davanti alla finestra. La neve, fuori, cade ininterrottamente.
“ e come
mai sei così giù??”
“la mia
famiglia.- risponde.- non passerà il Natale con me. dovrò starmene qui da sola
la notte di Natale.. renderebbe tristi chiunque, non trovi?”
“non
posso darti torto.” ammette Tom. Il ragazzo si alza e si avvicina a lei,
lentamente e con una certa sensualità. Rose la percepisce e il suo cuore inizia
a battere vorticosamente: Tom è sempre più vicino.
“anch’io
passerò il Natale da solo. La mia famiglia è stata invitata da un riccone di
Washington che ha pensato di utilizzare il Natale come occasione per stringere
qualche buon affare..”
La sua
voce, lenta e dolce, sembra farla andare fuori di testa.
Sorride
dolcemente. “bè.. mal comune mezzo gaudio..” sussurra lentamente Rose.
“è la
stessa cosa che ho pensato anch’io. Ma prima di tutto voglio darti questo..”
Prende
una busta e le porge un pacchetto incartato con carta rosso fuoco.
“tieni.
È per te.. è il mio piccolo regalo di Natale”
Rose è
presa completamente alla sprovvista. “Tom io..- balbetta prendendo il regalo.-
grazie.”
“Aprilo.”
La incoraggia Tom scrutandola con i suoi bellissimi occhi blu. Rose ubbidisce e
non appena toglie la carta, spalanca la bocca di emozione e di sorpresa.
“Tu sei
pazzo..” sussurra tirando fuori il bellissimo vestito che c’è all’interno. è un
vestito da sera, rosso fiammante, dal taglio dolce e delicato, lavorato con
pizzi e paiettes, scollato e corto ma non volgare.
“l’ ho
visto su un manichino, a Broadway. Ho pensato che ti sarebbe stato
d’ incanto.”
Quelle
parole arrivano precise come una freccia al cuore di Rose che sorride
emozionata e leggermente imbarazzata da un regalo così bello. I loro occhi si
incontrano magicamente e Tom, non smettendo un secondo di fissarla, continua.
“non sapevo che questa sera sarebbe dovuta rientrare la tua famiglia così avevo
preparato un.. programma alternativo per noi due.” Dice con un sorriso. Rose
non può fare a meno di sciogliersi davanti a lui “ah si? E che cosa prevede
questo tuo programma alternativo??” domanda la ragazza.
“innanzitutto
devi indossare il mio regalo. Preparati, ti porto a cena in uno dei ristoranti
più chic di tutta New York.”
Rose
sente che, se non avesse avuto un carattere forte come il suo, sarebbe svenuta
ai suoi piedi.
Ma ha la
forza di controbattere e , inarcando un sopracciglio, dice maliziosa. “ signor
Bishop, devo interpretare questo come un invito ad uscire con lei??”
“non sia
mai.” Risponde lui esibendo per la seconda volta il suo bellissimo sorriso.
Cambiando argomento, chiede. “scusa dov’è il bagno? Dovrei cambiarmi anch’io…
non credo che al ristorante Victoria accettino chi porta scarpe da tennis e
jeans.”
“al
Victoria?? Ma tu sei completamente uscito di senno!! Sai quanto…”
“va’ a
cambiarti!” l’interrompe il ragazzo incrociando le braccia. “vince chi fa
prima!!”
Senza
neppure dirlo, vince Tom. Le donne sono incredibilmente tiratardi soprattutto
quando c’è da prepararsi per uscire. Anche se non vuole ammetterlo, Tom è in
completa agitazione e fermento. Si accorge che non appena si avvicina a lei,
inizia a sentirsi strano, emozionato. Non sa bene cosa sia quella sensazione..
ma ,di qualsiasi cosa si tratti, è meravigliosa.
“ROOSSEE!!!”la
richiama, fingendosi sempre più scocciato, per l’ennesima volta.
“ROMPI
POCO, STO ARRIVANDO!!!!” anche la sua risposta è sempre più scocciata.
Tom si
sistema per l’ennesima volta i capelli e si siede sul divano aspettando che la
ragazza arrivi.
Dà
un’occhiata all’orologio: le otto e mezzo. “ROOOSEE!!!” urla di nuovo. Non è
tardi ma la possibilità di farla arrabbiare lo elettrizza.
“SE MI
CHIAMI UN’ALTRA VOLTA TI METTO NEL WATER E TIRO L’ACQUA, CAPITO??” urla ancora
più forte e Tom non può fare a meno di scoppiare a ridere silenziosamente.
“Eccomi sono arrivata.” Gli giunge finalmente la sua voce
alle sue spalle.
Tom si gira spazientito e i suoi occhi incontrano
immediatamente quelli di Rose. Il suo sorriso nervoso si spegne e l’espressione
che assume non può essere che di meraviglia.
Osserva la ragazza, studiando il bellissimo vestito che
indossa, vestito che sembra esserle stato cucito addosso, nato apposta per lei.
Si complimenta mentalmente per l’ottima scelta.
Il vestito rosso non ha bretelle che lo sostengono ma è a
fascia e lascia il decolté completamente aperto, poi scende attillato sui
fianchi della giovane di forma perfetta e termina poco sopra il suo ginocchio.
Ma il vestito è solo una cornice bellissima. Il viso di Rose
era la parte più bella. È truccata semplicemente, in modo da mettere in risalto
i suoi occhi verdi e i suoi lineamenti delicati. I capelli sono sciolti e le
coprono le spalle, sembrando ancora più chiari del solito.
Naturalmente
a farla brillare di luce propria è, ancora una volta, il suo bellissimo
sorriso.
“sei..
stupenda..” sussurra Tom e nonostante non abbia la forza di dire altro, si
legge a lettere cubitali quel “WOW” che ha dipinto in faccia.
“Grazie..
anche tu ..stai.. davvero molto bene..” risponde Rose osservando il suo Tom
stretto in uno smoking che lo fa sembrare ancora più affascinante. Il contrasto
tra lo scuro dell’abito con il biondo dei suoi capelli e l’azzurro dei suoi
occhi dà quasi una sensazione di capogiro.
Non sa
dove, Rose trova la forza di dire. “be.. andiamo..”
Tom
sorride. “ si.. andiamo”
La
ragazza afferra la sottilissima pelliccia bianca di Emily e la sua borsa nera
più elegante, in tinta con il nero dei tacchi
e insieme al ragazzo si avvia verso l’uscita. Scendono le scale e si
trovano fuori , al freddo e al gelo. Il sangue di Rose si ferma quando nota la
bellissima auto parcheggiata di fronte casa sua. È una bellissimo jaguar e la
giovane trema non appena di siede su quei costosissimi sedili di pelle.
“oh, non
essere impressionata.- le consiglia Tom.- è tutta roba di mio padre.”
Il resto
del viaggio trascorre in silenzio finché non giungono davanti al ristorante in
questione.
Arrivati, i due giovani si avvicinano all’entrata sorvegliata da due uscieri vestiti di tutto punto.
Questi fanno un leggero segno con il capo all’indirizzo di Rose che sorride timidamente in risposta. Entrano. La hall del ristorante è meravigliosa come il resto dell’edificio: tende dorate alle porte-finestre, tappeti stupendi che ornano i pavimenti e un arredamento antico e classico a dir poco mozzafiato. Rose non dice nulla ma è evidente la sua emozione: non ha mai visto tanto lusso messo insieme. Tom è visibilmente più abituato a tanto sfarzo e si fa accompagnare da chi di competenza verso il loro tavolo.
Tom porge il braccio a Rose che lo prende con gioia.
Non sa
descrivere le emozioni che prova.
Passa a braccetto con Tom tra le fila di donne che, al loro passaggio, si scambiano sguardi invidiosi e di uomini che rimangono piacevolmente colpiti dalla bellezza di quella sconosciuta cliente. A Rose sembra quasi che si trovano indietro nel tempo,nella corte di un re, ad un ballo, magari. Si, una di quelle storie che le raccontava sempre sua nonna, dove c’era una principessa, un principe azzurro, un re e una strega o uno stregone cattivo. Immagina il proprietario del ristorante come il re, mentre Tom è il suo principe azzurro, lei la principessa e… be, non avrebbe dovuto aspettare molto prima di incontrare anche la strega.
Fine quinto capitolo.