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Autore: B_Depressed    13/02/2011    0 recensioni
Mi svegliai, volevo raccontarti ciò che avevo sognato, ma tu ormai non c'eri più.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardai l’ora sul cellulare, era tutto annebbiato dalle lacrime che iniziavano a sgorgare contro la mia volontà, cinque lunghi minuti di acqua salata credo; erano le 6.19 di mattina. Non avevo sentito la sveglia, mi alzai di scatto ricadendo poi sul letto, colpa della pressione, mi ripresi quasi subito; mi lavai velocemente, mi vestii e iniziai a truccarmi e piastrare i capelli troppo gonfi e scompigliati a causa della brutta nottata.

Sentii mia mamma urlare contro mia sorella, che non voleva fare colazione con i biscotti. Mancavano 10 minuti e poi dovevo uscire di casa per prendere il pullman al freddo; intanto misi a posto la mia piastra e mi scottai due dita, soffrii in silenzio. Fuori era buio, salutai mia sorella, le diedi un bacino e l’abbracciai forte.

Fuori era tutto gelato, i vetri delle auto erano ghiacciati, il cancellino non si chiudeva, un signore andava a lavoro in bici e io pensavo. Nella mia vita niente è perfetto, nessuno ha una vita perfetta; ho genitori separati, un patrigno orribile, una mamma isterica, un papà meraviglioso, una sorella magnifica, un cane che mi ascolta accoccolandosi al mio fianco tutte le sere, un fidanzato stupendo che mi ama alla follia.

Una cosa mancava, Lei. Lei era una traditrice non lo scorderò mai; non scorderò mai le sue parole. Per lei la nostra amicizia di quattro anni era NULLA; non sono mai stata niente per lei. Beh, allora ciaoooo! Una persona in meno da salutare.

Il pullman arrivò, salii con Patrick e Stefano, due miei amici dalle medie; nessun posto, iniziai a messaggiare con LUI, l’amore della mia vita. Seconda fermata e ultima del mio paese entrò tanta gente, tra cui una bimbaminkia di nome Martina e una balenottera che si crede stupenda di nome Laura. Iniziarono a parlare male della gente seduta nel pullman, nessuno si rendeva conto delle cose brutte che venivano dette da quelle bocche ancora sporche di latte materno.

Dopo mezz’ora arrivai alla mia odiosa scuola, inciampai un paio di volte sul marciapiede e continuai a camminare spedita e rossa dall’imbarazzo; era lunedì, un giorno straziante: otto ore di scuola, una pausa pranzo con una ragazza d’oro, Jennifer. Entrai nel bar, presi una sedia e la misi vicino al calorifero acceso vicino ai miei amici che parlavano del calcio, presi il City, un giornale gratis che ti distribuiscono in stazione; lessi, come sempre, il mio oroscopo: amore tutto alla grande, lavoro impegnarsi di più, benessere comprare un profumo alla Verbena e amicizia guardarsi le spalle.

La campanella suonò, andammo tutti davanti al laboratorio, aspettammo la professoressa di prestampa; nel camminare vidi il mio ragazzo, mi guardò e continuò per la sua strada.

Prossimo capitolo: Jenny, è successo questo con Lei.

B_Depressed

   
 
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