Il tesoro dei Malandrini
Quarto arcano
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"Il terzo si trova vicino
al Dragone
prestando agli Eguali dovuta attenzione;
svelare l'arcano è semplice, sai
un balzo in avanti, prova e vedrai
ATRSNCHBZRSNQDDONKKTBF"
Ho come l'impressione che a Hogwarts
San Valentino sia arrivato in anticipo. E' da quando sono scesa nella Sala Comune
stamattina che non faccio altro che vedere coppiette felici che si sbaciucchiano
a destra e a manca; e sebbene all'inizio abbia trovato la cosa abbastanza simpatica,
dopo aver appena visto Romilda Vane attaccata come una cozza al povero Dean sono
decisamente nauseata dalla situazione.
Chiariamoci, non è che mi diano fastidio quei due insieme. Cioè sì, mi danno fastidio,
ma è perché tutte queste dimostrazioni di affetto rischiano di mandarmi in coma
glicemico per la troppa zuccherosità. Uhm, ultimamente sto diventando pericolosamente
simile alla prozia Muriel... La verità è che avrei bisogno di un po' di sfogo, ma
ovviamente Potter non è mai a disposizione quando serve. Dannato.
- E io che pensavo che almeno in biblioteca sarei stata al sicuro da certe visioni...
- sospiro a Luna, seduta all'altro capo del tavolo, mentre di fronte Cormac McLaggen
e Susan Bones si danno alla pazza gioia. - Dove diavolo è Madama Pince quando serve?!
-
- Non trovi anche tu che siano molto carini? - mi risponde Luna, svegliandosi dalle
sue fantasticherie.
- Più o meno come una covata di Dorsorugosi di Norvegia. - le rispondo con una smorfia.
Luna mi guarda stranita, poi segue il mio sguardo e sospira. - Ma io non parlavo
di loro! - esclama, quando capisce a chi mi riferivo. - Stavo pensando agli
elfi domestici delle cucine. Dovranno sentirsi molto soli laggiù, senza mai parlare
con qualcuno. Qualche volta vorrei andarli a trovare di nuovo, magari a dire loro
grazie per quello che fanno per noi. -
Evviva, Hermione sarà felice. Ha un'altra adepta per il C.R.E.P.A. .
- Potresti andarci con Hermione, se mai le tre pecorelle ritorneranno all'ovile.
- replico, tentando senza successo di spostare la mia attenzione a qualcos'altro.
- Dannazione, ma hanno intenzione di respirare o vogliono stabilire il record mondiale
di apnea? -
- Perché continui a fissarli? - mi domanda Luna, curiosa.
- Sindrome del gattino spiaccicato. E' una visione che urta i miei sentimenti e
il mio senso estetico, ma non posso fare a meno di fissarli. - rispondo, poggiando
la testa sul tavolo. - A proposito, dov'è Neville? -
Luna sembra rifletterci un po' su. - Non saprei. Mi è sembrato di vederlo dopo pranzo,
fuori la Sala Grande, ora che ci penso. Stava parlando da solo. - conclude, con
una risatina.
Non posso fare a meno di sorridere anche io, immaginandomi Neville che conversa
amabilmente con sé stesso nel bel mezzo della Sala Grande. - Oh, parlando del diavolo...
- faccio a Luna, indicando il nostro amico che si avvicina.
- Ciao. - ci saluta Neville, un po' pallido. - Per Merlino, ma sono arrivati anche
qui? - esclama, non appena nota la coppietta al tavolo di fronte.
- Già. -
- Ma per quell'attività non esistevano i ripostigli delle scope, una volta? -
- Ai miei tempi si. - gli rispondo, suonando stranamente come la prozia Muriel.
- Ma le cose potrebbero anche essere cambiate, è un po' che non sono nel giro. Nev,
che hai? - gli chiedo, quando noto la sua espressione improvvisamente imbambolata.
- E'... -
- Neville? - chiedo di nuovo, un po' allarmata.
- Forse l'ha colpito un Golgosprizzo? - fa Luna, guardandolo con aria clinica.
Neville deglutisce e indica un punto imprecisato vicino all'entrata. - E'... -
Guardo nella direzione indicata dal mio amico e improvvisamente il perché della
sua stranezza mi appare chiaro come il sole. L'amore della vita di Neville, Hannah
Abbott, è appena entrata mano nella mano con Ernie Macmillian.
- Oh, Nev. - gli faccio, comprensiva. Neville per tutta risposta si affloscia sul
tavolo.
- Non è vero, non è vero, non è vero, non è vero... - comincia a ripetere come un
mantra, con la testa seppellita dalle braccia.
- Su, non è poi così grave... - gli dico, tentando di consolarlo.
- Ah no? -
- Beh, potrebbe sempre non essere una cosa seria... -
Neville si limita a grugnire, non degnandosi nemmeno di alzare la testa.
- Dai Neville, è possibile che sia stata morsa anche lei da un Armaleonte Ricciospinato,
come quasi tutti nella scuola. - interviene Luna, giocherellando con la piuma. -
Sono esseri capaci di mimetizzarsi dappertutto, e se ti mordono ti innamori all'istante
della prima persona che vedi. -
- Questo spiegherebbe molte cose. - replico sorridendo. - Dai, Nev. Che ne dici
se tentassimo di andare avanti nella caccia al tesoro? Ti distrarresti un po'. -
Lui alza il mento e mi fissa, sconsolato. - Tanto prima o poi doveva succedere.
Sono secoli che Ernie le fa il filo. - mi dice, voltandosi di nuovo ad osservarli.
Se ne sta un po' in silenzio, pensando; poi con un sospiro prende la pergamena dalle
mie mani e comincia a rileggerla in silenzio.
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- Uhm... Mi sa che questa volta
ci conviene cominciare dalla fine. - riflette Neville, dopo aver letto cinquanta
volte l'indovinello. - Cosa diavolo si trova "vicino al Dragone"? -
- Oh beh, sapessimo almeno dove cercare il Dragone... - gli rispondo, sconsolata.
- Anche se sono certa che a Hagrid piacerebbe tanto avere un drago o un dragone,
dubito che qui a scuola ce ne sia uno. E anche se ci fosse, non vorrei per nulla
incontrarlo. - continuo, facendo una smorfia. - Beh, partiamo dalla fine. Chissà
che non capiamo qualcosa di utile. -
- Bene. - mi risponde, rileggendo gli ultimi due versi. - "Un passo in avanti"...
- pensa ad alta voce, mentre prende dalla sua borsa un foglio e comincia a trascrivere
l'ammasso di lettere.
- Nev, se provassimo a sostituire le lettere che abbiamo con quelle che vengono
dopo di loro nell'alfabeto? - gli chiedo, con il mio neurone improvvisamente colto
da un'epifania.
- Potrebbe andare. - replica lui, cominciando a fare quello che gli ho detto. -
Effettivamente ha senso... Solo che non mi viene in mente nessun posto con un "busto
di Castore e Polluce". -
Al momento vorrei semplicemente sbattere la testa sul tavolo della biblioteca. Maledetti
Malandrini con i loro maledetti indovinelli.
- Innanzitutto, chi cavolo sono Castore e Polluce? - chiedo, grattandomi la testa.
- Mitologia greca. - mi risponde lui, accarezzandosi il mento. - Erano due gemelli
nati da Zeus e da Leda; venivano chiamati i Dioscuri. Erano i fratelli di Elena
e Clitemnestra: Castore e Clitemnestra erano mortali, mentre Polluce ed Elena erano
immortali. Quando Castore morì in una rissa per delle donne, Polluce chiese a Zeus
di dargli la vita eterna e il dio li sistemò in cielo. -
- E, giusto per curiosità, perché conosci questa storia? - replico perplessa.
Lui arrossisce un po'. - La nonna mi leggeva i miti classici per farmi addormentare.
- risponde, accennando un sorriso.
Io mi limito a sorridergli. - E' una cosa molto dolce, Nev. E se non l'avesse fatto,
adesso staremmo ancora qui a scervellarci... Anche se non capisco ancora dove si
trovi questo busto. -
- Ora che ci penso, - si aggiunge Luna alla conversazione, - non c'era una statua
di due gemelli su nella Torre di Astronomia? -
Io e Neville ci guardiamo per un secondo, per poi scoppiare a ridere. - Luna, sei
un genio! - le dico, mentre posiamo in fretta e furia la nostra roba nelle borse.
- Andiamo, su! - continua Neville, mentre tutti e tre ci avviamo verso la Torre,
correndo.
**********
- E adesso? - fa Neville, quando ci troviamo
davanti alla porta chiusa dell'aula di Astronomia.
- Che domande, Alohomora! - esclamo, puntando la bacchetta verso il pomello che
subito scatta. Con cautela controlliamo che non ci sia nessuno, ed entriamo.
- Lumos - diciamo tutti e tre contemporaneamente, visto il buio pesto che c'è qui
dentro. E' incredibile che a nessuno sia mai venuto in mente di aprire le finestre
di quest'aula al di fuori dell'orario di lezione.
- Ancora non mi spiego come mai non abbia mai notato il busto. - mi fa Neville,
dall'altro capo della stanza.
- Beh, considerando che con tutta probabilità ogni volta che siamo venuti qui a
fare lezione eravamo morti di sonno la cosa si spiega. - gli rispondo io, ammirando
alla luce della mia bacchetta un arazzo raffigurante la volta celeste. - Qui niente.
Nev, tu hai trovato qualcosa? -
- C'è un quadro di Orione, un modellino del sistema solare e una statua di Ercole,
ma dei gemelli nessuna traccia. Luna? -
- Uhm... Un secondo, eccoli! Ragazzi, li ho trovati! - esclama Luna, muovendo in
aria la sua bacchetta.
Io e Nev ci avviciniamo alla luce della sua bacchetta, e una volta lì rimaniamo
per qualche secondo ad ammirare la statua.
- Allora, ci muoviamo o no? - mi chiede Neville, allontanandosi di nuovo e fermandosi
vicino alla porta a fare la guardia.
- Ok, abbiamo capito che muori dalla voglia di tornare fuori. Nox. - gli rispondo
io, spegnendo la mia bacchetta. Mi volto verso il busto ed esclamo - Fatto il misfatto!
- toccando con la mia bacchetta la base.
Dagli occhi dei due gemelli sprizzano delle scintille di vari colori, e dalla bocca
di uno dei due esce la solita voce che ci dice:
La tua arguzia ci è gradita
assai
tre di sette svelato hai!
Toccandoti il naso e gli occhi incrociando
rispondi al quesito, la hula ballando:
chi furono letteralmente i più grandi fra noi?
Comincio a dubitare seriamente
della salute mentale di questi quattro. Stando alle risate provenienti da Luna,
però, lei sembra trovarlo spassoso. Certo, perché non è lei che si deve mettere
a ballare la hula per rispondere a questi deficienti.
- Cosa cavolo vogliono dire? - dico a nessuno in particolare, mentre comincio a
fare come mi ha detto. - Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso... Ma certo! I
più grandi per numero di lettere sono Lunastorta e Codaliscia! - esclamo trionfante.
- Molto bene. - mi risponde la voce, per poi sparire con un altro guizzo di luci
multicolori. Quando l'ultima scintilla scompare, al suo posto appare la pergamena
con il quarto indovinello. La prendo e la ficco nella borsa, mentre insieme a Luna
raggiungiamo Neville e usciamo fuori.
- O-oh. - fa Neville appena siamo nel corridoio, indicando la gatta di Gazza, Mrs
Purr, che si avvicina verso di noi. Di sicuro tra una decina di secondi anche il
custode farà vedere la sua brutta faccia. - Ragazze, c'è una sola cosa da fare...
-
- Si... SCAPPARE! - concludo, mentre tutti e tre ci voltiamo e cominciamo a correre
a gambe levate.
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- Uff... Per un pelo. - dico
ai miei amici, una volta al sicuro nella biblioteca.
- Già. Questa volta non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di un pretesto, per metterci
in punizione. - replica Neville, guardandosi intorno. - Allora, l'hai presa? - mi
chiede poi, mentre tutti e tre ci sediamo intorno ad un tavolo vicino l'entrata.
- Certo. Eccola. - gli rispondo, tirando fuori l'indovinello e porgendoglielo. -
Leggilo tu, io non ho abbastanza fiato. -
- Nemmeno io. - mi dice lui, ancora ansimando.
- Oh, la leggerò io se voi non ce la fate. - ci dice Luna gentilmente, l'unica di
noi che nonostante la folle corsa per i corridoi è fresca come una rosa. Prende
la pergamena dalle mani di Neville e comincia a leggerci l'indovinello.
"Ora raggiungi quel luogo
gioioso
che per lo studente vuol dire riposo!
Dove l'albero triste l'amore ha trovato
attento alla base, o rimani fregato!"
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Oh beh, questo era il quarto.
Spero vi sia piaciuto più del terzo :P
La lascereste una recensione piccola piccola? Anche per farmi sapere che fa schifo,
perché è quello che sospetto...
Au revoir,
Pepero