Perché Harry Potter (You lose you
learn)
“Perché a volte si sa esattamente
quello che si vuole, o almeno si crede”.
**********
Alla
stazione ad aspettarla c’era stata anche Luna. Certo che quel giorno se n’era
scordata di cose…non si ricordava che le avesse detto che sarebbe andata anche
lei…forse perché non gliel’aveva detto, o forse perché era stata una di quelle
volte in cui non l’aveva ascoltata ma aveva fatto solo finta…Luna a volte
quando partiva con le sue riflessioni…inoltre, per raggiungere il camino
nell’ufficio della Preside ogni volta doveva fare i salti mortali, e l’ultima
volta era stata pure beccata in pieno…e poi Luna era capace anche di mettersi a
raccontare quello che aveva mangiato per colazione…
…ad
ogni modo, la sua adorabilmente svampita e stramba amica aveva pranzato con
loro alla Tana, ed era stata forse più scettica e sorpresa di tutti gli altri a
causa del suo comportamento del tutto normale. Sì, aveva passato a quei tre
(Ron al solito era parte del pacchetto regalo, continuava ad osservarla di
sfuggita per paura che se ne uscisse con un’affermazione delle sue, non troppo
sottile e decisamente schietta, nei confronti degli altri due traditori, o
chissà magari temeva che si sarebbe buttata su Harry) perfino il sale e
l’insalata, ed aveva pure sorriso a tutto per tutto il tempo, esordendo con un
perfettamente entusiasta “Bene”, quando le avevano annunciato che avevano
passato le selezioni tutti e tre (evviva…). No, ok,
sul serio, evviva…magari però da domani…per quel giorno, un “ma perché non vi
date fuoco tutti e tre” sarebbe stato più indicato.
E
questo la portava al momento attuale: a spasso con Luna.
Le due giovani maghe, uscite dalla
porta che dava sul giardino, finalmente sole e libere di chiacchierare, si
erano immesse per quel sentiero che soltanto due settimane prima aveva
decretato l’attuale stato delle cose: il piano, le probabili collaborazioni, e
i sorrisi diabolici che avevano curvato le labbra della giovane dai capelli
rossi durante quelle poche ore e che, nella mente di Ginny, non erano stati
esattamente considerati come fasulli quanto più da “aspetta e vedrai”.
Aspettata
e vedrai Hermione…
La divisa azzurra ed estiva della
giovane maga era stata sostituita da una tenuta più pratica: dei pantaloni
gialli della tuta leggermente abbondanti, dalla riga laterale nera e
sottilissima, delle scarpe da tennis, una maglietta sportiva rossa dalle
maniche corte, il taglio basso, e una specie di fenice nera che spiccava nel
centro, ed infine una felpa con cerniera e cappuccio anch’essa nera. Non si era
preoccupata di sciogliere la propria acconciatura e le ciocche sparse, che già
quella mattina erano sgusciate dalle mollette, erano aumentate
spropositatamente.
Il vestito indossato da Luna, anche ai
più, sarebbe stato indescrivibile. “Era a casa Signori e Signore…”
La
giornata non aveva subito alcun miglioramento da quella mattina, ad eccezione
per la pioggia che ora sembrava essersi decisa a cadere solo di tanto in tanto
e solo in alcuni punti, o forse potevano essere le gocce che si staccavano dai
rami degli alberi, dato che stavano ripercorrendo la stessa strada che la
giovane aveva attraversato solo pochi giorni addietro in compagnia di un altro
tipo differente d’amici.
All’ultimo,
Luna, pur inconsapevolmente, aveva compiuto una deviazione, e nonostante
ritornare in quel punto non le avrebbe dato tanto fastidio quanto ci si sarebbe
potuti aspettare, la giovane dai capelli rossi gliene era stata grata.
A
differenza di due settimane prima l’atmosfera era meno tesa e più rilassata, ed
anche l’ambiente circostante appariva più innocuo e meno animato, o forse più
animato, ma di quell’animazione che si aspettavano tutti, quando si attraversava
un prato…uccellini, insetti, grilli…non certo The Blair’s
Witch Project.
Le
due maghe avevano continuato a camminare affiancate, chiacchierando normalmente
e ridendo parecchio; nonostante la lontananza fra loro non sembrava essere
cambiato niente. Ginny teneva le mani in
tasca con fare rilassato, ogni due per tre, alle uscite dell’amica, roteava gli
occhi; e Luna continuava a blaterare senza posa.
Ginny
stava contemplando amabilmente il terreno e le scarpe ai suoi piedi, ascoltando
una parola sì e dieci no tra quelle che uscivano dalla bocca della maga bionda,
mentre questa si era lanciata in una delle sue dissertazioni su, non era sicura
se: le voci sul gemello malvagio di Silente, o la fine che aveva realmente
fatto
- …certo che è proprio da te
dimenticarti di amici e parenti che si fanno in quattro per venirti ad
accogliere a braccia aperte alla stazione... -
Come-cosa-come? Come erano passati dal gemello
cattivo di Silente e
La giovane dai capelli rossi si era
arrestata all’improvviso e aveva sollevato lo sguardo sul viso da “ebete a cui
presto avrebbe dato un pugno dell’amica”. Ginny le aveva regalato un’occhiata
scettica e incredula molto eloquente. Veramente
è da te…
- Si può sapere di cosa stai parlando?
- Aveva domandato casualmente, anche se con il proprio fare non esattamente delicato,
come se non sapesse a che si stava riferendo; ed effettivamente non sapeva a
che cosa si stava riferendo, perché era improbabile se non impossibile che lei, fra tutti, si fosse accorta di
qualcosa, quando nessuno aveva prestato seppur minima attenzione al suo
infinitesimale ritardo, o al suo aspetto affatto fresco. A proposito Ginny, bel modo di presentarti a Harry quando stai tentando
di riconquistarlo…dieci punti…
- …ad esempio del fatto che non sei
scesa dal treno ma sei magicamente comparsa dalla porta laterale della sala
d’aspetto, oppure del piccolo dettaglio del cappello… -
La giovane dai cappelli biondi aveva
ripreso a camminare, lasciando una Ginny dalla fronte corrugata e
dall’espressione pseudo-alienata indietro di qualche
passo.
- Il cappello: “cosa”? – Se n’era
uscita questa, prima di incamminarsi lentamente per raggiungerla.
Luna aveva esibito il proprio miglior
sorriso largo. - Non lo avevi. –
Un’immagine del suo “adorabile”
cappello a punta, dimenticato sulla scrivania di Mr. Malfoy, aveva attraversato
improvvisamente la mente della giovane.
Merlino quanto detestava quando Luna
aveva ragione…
A proposito, per quanto si trattasse di
una seccatura imprevista, prima o poi avrebbe dovuto recuperarlo.
La ex Grifondoro aveva sospirato. -
Luna… - “Ti prego” - …dovevo andare al bagno, e il cappello l’ho dimenticato
sul treno. - Mentire non era mai stato un problema, anche quando poi non ce ne
sarebbe stato bisogno, in fondo si trattava pur sempre di Luna…era che non le
andava a genio il fatto di essere stata smascherata, e poi da lei!
Il sorriso di questa si era accresciuto
maggiormente. - No che non l’hai dimenticato sul treno, ho telefonato
all’ufficio oggetti smarriti della compagnia ferroviaria quando ci siamo
fermati per fare benzina… -
La maga era sbottata. - Tu cosa?! –
C’era stata una pausa, e poi Ginny era esplosa di nuovo scuotendo il capo come
se l’amica avesse detto una cosa assurda. - E poi noi non ci siamo fermati a
fare benzina… -
- No, infatti, ma adesso non puoi più
negare…ah-ah… -
Ginny aveva scosso il capo lentamente ed
era stata sul punto di dire: “perché sei così deficiente”, ma si era
trattenuta. – E… -
Luna si era stretta semplicemente nelle
spalle. – E questo mi porta a chiedere, a meno che non abbia a che fare con il
gemello cattivo di Silente e con la reale fine fatta dalla Pietra Filosofale,
se non abbia a che vedere col tuo brillante piano per la riconquista di Harry.
–
E in quel momento Ginevra Weasley si
era chiesta perché era stata così stupida da raccontare a Luna del
“piano”…erano amiche, giusto…
- Non è che hai già rimpiazzato Harry e
ti stai vedendo con uno spasimante segreto? – Poi ci aveva riflettuto un
attimo. – Anche se, un incontro clandestino nella toilette della stazione,
fattelo dire, anche per te lascia parecchio a desiderare… –
In teoria, se lei fosse stata un’altra
persona, e davanti a lei non ci fosse stata Luna, avrebbe potuto trovare quel
“anche per te” estremamente offensivo; fortunatamente lei era lei, perciò si
era limitata a pensare che la sua amica fosse un’idiota integrale. Ok, forse non solo a pensarlo. – Luna… - La maga dai
capelli rossi, continuando ad osservare la coetanea con le mani nelle tasche,
non aveva però fatto in tempo a dare voce alla propria considerazione.
Luna Lovegood aveva sorriso di nuovo. –
Ginny ti vuoi dare un’ammorbidita? Guarda che lo so, non sono stupida, stavo
solo scherzando… -
- … - La risposta della maga era stata
un’espressione dubbiosa. Sicuro…
…peccato che, conoscendo Luna, non era
affatto scontato su “cosa” stesse scherzando: se sul piano, sul gemello
cattivo, o sul suo spasimante misterioso e la toilette della stazione…
Ginny aveva scosso nuovamente il capo,
e le due avevano ripreso a camminare simultaneamente.
**********
- Però non avrai un po’ esagerato oggi
a tavola? - Se n’era uscita ad un certo punto la maga bionda. – …sì, insomma,
con il “io sono Ginny Weasley e posso fare a meno di te, grazie”? Tua madre si
è trattenuta soltanto perché c’eravamo io, Harry ed Hermione… -
La maga, senza alzare la testa dalle
proprie scarpe, aveva risposto normalmente. - In realtà secondo me è stato più
un “sono ciò che sono, non cantate vittoria troppo presto” … -
- Sei arrabbiata… - Le aveva fatto
notare la maga sorridendo come se trovasse la cosa molto divertente.
- No, che non sono arrabbiata… - Aveva
replicato Ginny in tono annoiato.
- Sei tornata
La giovane si era astenuta dal
commentare. - … -
- …avevi fatto qualche passo avanti
verso la “normalità” quando ti eri messa con Harry… -
- … - Curioso eh …che proprio lei
parlasse di normalità…da una che credeva sul serio che al mondo ci fosse un
signore molto grasso che si faceva chiamare Babbo Natale…
Ginny, camminando, aveva continuato ad
osservare il terreno scegliendo di ignorare deliberatamente il “pensiero
libero” dell’amica.
- …ora stai tornando alla versione
selvatica…tu i ragazzi li fai scappare… -
- Luna, se non l’hai notato sto
cercando d’ignorarti… –
- Sì, l’avevo notato…oops, ti ho portato una cosa… - Senza smettere di
camminare, la maga bionda si era messa a frugare nella borsa che teneva a
tracolla. - …stavo quasi dimenticando… -
Ginny si era arrestata sui propri passi
ed aveva voltato il corpo verso la ragazza abbassando il capo su quello che questa
stava facendo; la giovane si era fermata a sua volta.
Luna, spostando la tenda di capelli che
le erano ricaduti davanti al viso dietro l’orecchio, come in un gioco di
prestigio, aveva tirato fuori un libro dalla copertina consunta e rovinata,
probabilmente dall’uso ripetuto, e l’aveva mostrato alla ragazza. – Ho pensato
che avrebbe potuto esserti utile... – E dicendolo, aveva allungato il piccolo
volume all’amica.
La ex Grifondoro, prima di tirar fuori
poco entusiasticamente le mani dalle tasche e prendere il libro, aveva sollevato le iridi azzurre su quelle un
po’ meno azzurre della giovane con scarsa convinzione. Senza offesa per l’amica,
ma dopo il discorso di prima e stando al fatto che loro avevano idee un po’
diverse di ”utile” in campo letterario, c’era d’avere persino paura a chiedersi
che razza di libro fosse…
…avrebbe potuto salvarsi, in modo da
essere magari anche scortese ma non troppo, dicendo che al suo compleanno
mancava più di un mese?
Luna l’aveva anticipata roteando gli
occhi. - Non guardarmi così Gi-Gin, non è un manuale o roba simile, e neppure
riguarda qualche notizia sensazionale che gli scettici e i pedestri non
prendono in seria considerazione… -
Per un secondo la maga dai capelli
rossi aveva semplicemente sbattuto le palpebre con fare perplesso. Primo, se
avesse continuato ogni due per tre a chiamarla Gi-Gin e a dare nomignoli a
tutti, un giorno non molto lontano si
sarebbe ritrovata Schiantata da qualche parte. Secondo: “pe-“
che?
- …è un romanzo. – Aveva finito
semplicemente e con un sorriso radioso.
A quello non aveva potuto che scrollare
pazientemente il capo e, omettendo tutti i simpatici commenti che, pur privi di
reale cattiveria, aveva comunque avuto in mente, abbassare lo sguardo sulla
copertina. Era Luna…
Si trattava di uno di quei tascabili
Babbani stampato in edizione economica, la casa di Luna ne era piena;
nonostante fosse tremendamente malandato,
traboccante di orecchie, e la copertina semi-rigida rovinata dalle
pieghe, sembrava abbastanza nuovo: in caratteri maiuscoli, a grandi lettere
rosa, il titolo spiccava su sfondo bianco-sporco, mentre, sotto, in corsivo, il
nome dell’autrice, circondato da strani arabeschi, era scritto in grafia verde
pisello.
Settled, Scherrie
Saphiro*.
Non le accendeva nessuna lampadina.
Tutto quello che Ginny era riuscita a
dire, sollevando nuovamente gli occhi sulla maga, era stato: - Non è una storia
d’amore, vero? –
- Ah, non lo so... - Era stata la
risposta di questa stringendosi nelle spalle.
La giovane Weasley aveva guardato
l’amica. - … - Aveva il timore di chiedere il perché e sentirsi dare la
ragione. Aveva abbassato un attimo lo sguardo rialzandolo immediatamente e
sfidando la propria pazienza. – Non
l’hai letto, vero? –
- No, no, l’ho letto. -
E una persona normale a quel punto
avrebbe continuato…
Ginny, mordendosi le labbra e cercando
di controllarsi, aveva incoraggiato l’amica. – E… -
- E “cosa”? -
La rossa aveva dovuto chiudere gli
occhi ed espirare prima di proseguire. – Il libro Luna… -
- Ah, giusto, beh l’ho letto 14 volte
ma non sono mai arrivata alla fine… -
Un altro che non avesse conosciuto Luna
al suo posto si sarebbe chiesto: “ma non aveva detto che era utile?”. Ginny,
invece, aveva capito che era giunto il momento di lasciar stare e cambiare
discorso perché il continuare a fare domande non avrebbe condotto da nessuna
parte. – Grazie, lo terrò con cura Luna… - E dicendolo aveva ripreso a
camminare.
La maga bionda l’aveva affiancata. - Ma
ti pare… -
**********
Se
c’era una cosa che aveva imparato abbastanza presto, e della quale in qualche
modo ogni giorno aveva sempre ricevuto la conferma, era che: la vita era troppo
breve per lasciarsela scorrere davanti agli occhi e permettere alla paura di
paralizzarti e prendere il sopravvento…ah, e poi c’era il fatto che ad undici
anni tendenzialmente si era stupidi e ingenui.
Per
mettere le cose in chiaro: non le erano mai piaciute le “definizioni” e gli
“attributi”, dire che le persone e le cose erano “così” o ”cosà”,
nonostante poi in un certo senso lo fossero; anche per questa ragione quando
Luna l’aveva accusata di essere tornata alla versione “acida” non si era
trovata molto d’accordo.
Chissà
perché, quando ignorava le persone perdendosi nei propri pensieri e
dimenticando di annuire di tanto in tanto col capo, tutti quanti finivano per
credere immediatamente che ci fosse in ballo qualcosa, accusandola di essere
arrabbiata e di tornare alla versione “acida”.
Stava
solo pensando in fin dei conti…
Non
esisteva nessuna versione acida…c’era un'unica versione di Ginny Weasley ed era
quella, non aveva bisogno di darsi un’ammorbidita, grazie a Merlino aveva
abbastanza consapevolezza e fiducia in se stessa da non essere ridotta a
mettersi in discussione continuamente. “Oddio” “Occosa”
“Perché io” “Forse qui” “Magari lì”. La gente si faceva sempre troppi problemi
per tutto…qualunque cosa fosse, se valeva la pena di farlo, valeva la pena di
farlo “adesso”, non domani, non dopo, non il mese o l’anno prossimo.
Anche
lei ne aveva viste e fatte di cose…e non per questo le piaceva giocare alla
versione “patetica” del “con tutto quello cui sono stata attraverso”, ognuno
prima o dopo finiva col dover andare attraverso a qualcosa, non si riteneva speciale
semplicemente per questo, e non si trovava in vena di compatire o commiserare
le persone, o aiutarle a compatirsi e commiserarsi: era uno spreco di tempo,
del suo e del loro. Anche per questo non poteva sopportare le persone che
continuavano a lamentarsi e quelle che andavano a “confidarle i loro segreti”,
per cosa? Per caricarla di metà del peso della loro sofferenza senza che lei
potesse fare effettivamente qualcosa al riguardo? Quando voleva stare veramente
vicina a qualcuno, lo faceva semplicemente con la propria presenza, non parlava
molto, le parole erano uno spreco, e se non si stava attenti, se non si era
abili, si rischiava di fare più danno che altro…e detto da lei che era sempre
accusata di parlare troppo era definitivamente qualcosa. Certo, magari poi
cercava in qualche modo di illuminarne la giornata, ma non era brava con le
smancerie, e il ruolo della “infermierina” e della “mammina” aveva smesso di
addirsi a lei da tempo.
Era
cresciuta in una casa con sei fratelli ed era l’unica figlia femmina, ovvio che
sapesse trattare con i ragazzi, era sempre stata una questione di
sopravvivenza; era un fatto molto semplice: niente privacy, da quando era
diventata una “signorina” era sempre stata lei quella ad essere censurata, e
avere senso del pudore in una piccola casa affollata si sarebbe trattato di
qualcosa d’impossibile.
Non
era mai stata una persona timida, non lo era stata neanche durante il suo primo
anno a Hogwarts considerando tutto, semplicemente allora si era ritrovata a non
sapere gestire la nuova situazione e il fatto che i sentimenti ispirati da
Harry non fossero esattamente fraterni…c’era d’aggiungere che a undici anni si
era stupidi, e non si avesse l’esatto senso di ciò che poteva apparire come
ridursi a strisciare e ciò che non lo era…il suo S. Valentino per Harry ad
esempio, era stato un vero gesto di coraggio, totalmente non apprezzato e non
considerato nell’esatta prospettiva…soprattutto pensando che lo “Harry Potter”
era una specie di eroe dei loro tempi…e prendendo per dato l’elemento del “ad
undici anni si è stupidi”, avrebbe proprio voluto vedere come si sarebbe
comportato un qualsiasi Babbano davanti alla Regina d’Inghilterra o roba
simile…
…se poi si aggiungeva il piccolo dettaglio
del “diario” e di Tom, della possessione, dell’aver
squartato polli e fatto quasi fuori persone, finendo a momenti per essere
uccisa a sua volta; il fatto di essere stata trapiantata a scuola sola e senza
amici, e considerando che i suoi “adorati” fratelli, con i quali aveva sempre
giocato, riso e scherzato, improvvisamente erano sembrati essersi resi conto
che le erano cresciuti dei seni e che non era una di loro, prendendo a farsi
altri amici ed ignorandola, come se improvvisamente fosse stata: troppo
piccola, troppo femmina, troppo imbarazzante (lei?), per trascorrere del tempo
con loro e i loro amici…se l’era cavata fin troppo bene…non solo era andata
avanti senza grossi traumi o ripercussioni psicologiche, checché ne dicessero
Fred e George, aveva anche fatto in modo di riuscire a mettersi con Harry…
Come?
Non
arrendendosi e cambiando strategia, e quello non soltanto per ciò che aveva a
che fare con Harry; era stato allora che aveva capito che l’avere paura delle
cose, soggezione delle persone (e non si trattava di rispetto), temere di mostrare
ciò che si voleva e combattere per ottenerlo, non poteva essere giusto né
rendere felici.
L’importante
nelle cose, in tutte le cose, era capire il meccanismo. Lui non sembrava
considerarla? Ok, allora gli avrebbe mostrato che
cosa si stava perdendo, che non aveva bisogno di lui o di chiunque altro per
poter andare avanti con la propria vita…e se non avesse funzionato almeno
avrebbe voltato pagina…
…beh,
sembrava aver funzionato.
Mentre
per molti era stato piuttosto scontato che alla fine si sarebbe messa con
Harry, per lei non lo era stato affatto, sì ci aveva sperato…ma dallo sperarlo
al vederlo realizzato c’erano voluti cinque anni, molte uscite, e altri due
ragazzi…no, definitivamente non un processo rapido.
Sì,
avrebbe anche potuto aspettarlo, di fatto lo avrebbe aspettato, e lo aveva
aspettato, ma nel frattempo non si sarebbe certo rovinata la vita, rinunciato a
tutte le altre occasioni e cose belle che nel frattempo le si sarebbero
presentate davanti.
Comunque,
scherzi a parte, il fattore rottura definitiva non l’aveva mai considerato…non
vi era stata ragione per farlo…
Harry,
finalmente, un giorno era sembrato
alla buon’ora, essersi accorto di lei e d’allora
erano sempre stati insieme.
…ma
un conto era sapere trattare con i ragazzi, un conto era entrare nella testa di
uno di loro e capire con che meccanismo funzionava…perché un giorno gli
piacesse una cosa e il giorno dopo…no, ok, qui non
stava parlando di Harry, Harry maledizione anche da quel punto di vista era perfetto,
ma molti altri rappresentanti del genere maschile…
Perché
Harry?
In
effetti se l’era chiesta più volte. Harry non aveva il carattere più facile del
mondo…però, una volta inquadrato e capito…
Le
era sempre piaciuto, per tante ragioni; ma se n’era innamorata sul serio
soltanto dopo che si erano messi insieme.
Forse
la domanda esatta a quel punto sarebbe stata: perché non qualcun altro, dato
che prima di riuscire a mettersi con lui aveva avuto anche diverse esperienze.
Harry
era stato il primo ragazzo sul quale aveva posato gli occhi, ma sarebbe stata
un’ipocrita bugiarda a raccontare che era stato l’unico. Non si vergognava a
dire che anche con gli altri aveva “fatto cose”, niente di speciale sul serio,
ma si trattava della pura e semplice verità: era curiosa, voleva sapere che
cosi si provava a baciare un ragazzo e ad essere baciata a sua volta, aveva
voglia di divertirsi, sperimentare, e Michael e Dean, forse non saranno stati
Harry, ma le piacevano, e, guarda un po’, lei piaceva a loro.
Il
suo primo bacio era stato rivoltante, grazie, per il resto era stato
emozionante “avere un ragazzo”. Con Michael…Micahel
le piaceva, molto, aveva però un pessimo carattere e la tendenza ad allungare
un po’ troppo le mani per i suoi gusti, lei in tutta onestà aveva fatto un po’
di resistenza perché non le andava a genio che si prendesse certe libertà,
andava bene la baldanza, ma porca miseria lui si sentiva “libero di” e non era
decisamente “libero di”, inoltre Michael era uno stronzo, e Dean…non si sentiva
esattamente ”libero di”, e “sì”, gli aveva permesso qualcosa di più, anche se
non le piaceva quanto Michael, e non
sapeva il perché lo avesse fatto, probabilmente perché non sembrava
costantemente interessato a metterle le mani addosso ma dimostrava di tenere
sul serio a lei, troppo, davvero troppo; l’aveva sempre trovato un po’ goffo,
non le piaceva essere trattata come una bambolina…specie se eri più brava a
Quidditch, più forte, e più abile coi malocchi del tuo ragazzo, inoltre Dean
non era un granché a baciare, e a volte le aveva chiesto persino il
permesso…cosa che decisamente “guastava” gli umori…
Non
c’era stato nessuno che era riuscito a farla sentire come se le cose dovessero
andare esattamente in quella maniera: Harry sì.
Era
vero, a volte si comportava da idiota, e non esprimeva facilmente i propri
sentimenti, ma non era mai stato un problema, al contrario, sapeva essere
davvero dolce senza diventare melenso...e poi lei era in grado di esprimere
benissimo le emozioni per entrambi…
La
sua “fama”, al contrario di quello che credevano in molti, non era mai stata
ragione di grand’attrattiva, anzi…se Harry Potter non fosse stato l’“Harry
Potter” ci sarebbero state meno complicazioni e probabilmente adesso sarebbero
stati ancora insieme…
…I
suoi occhi, quelli lo erano. Avevano dentro di loro così tanto che non era
possibile non perdervisi dentro, sapevano scaldare il cuore delle persone e
dare un immediato senso di sicurezza…fin troppo sicurezza: facevano sentire
bene.
Un’altra
cosa di Harry era che era una forma atipica di “bravo ragazzo”, sufficientemente
” bravo” da essere considerato tale, ma non abbastanza perché ti venisse voglia
di spararti un incantesimo alla tempia e fuggire all’altro capo del pianeta;
troppo zucchero poteva andare bene per alcuni, ma non era buono: faceva cariare
rapporto e denti.
Non
c’era una ragione particolare perché, a differenza degli altri, di lui si era
innamorata, probabilmente al suo posto avrebbe potuto esserci chiunque…solo che
non c’era stato chiunque, c’era stato lui, e per questa ragione non aveva
intenzione di arrendersi.
Poi
era ovvio che ci fossero anche degli “aspetti” di lui che le piacevano…
…come
i suoi capelli spettinati, e il modo in cui vi passava sempre le mani
attraverso…
Gli
occhiali che immancabilmente finivano per rompersi…o mettersi in mezzo durante
un bacio…
Il
suo imbarazzo e la sua goffaggine in “certe faccende”, e il fatto che non
fossero fastidiosi come quelli di certi altri ragazzi che proprio non sapevano
dove mettere le mani.
Che
nonostante il suo imbarazzo e la sua goffaggine, a volte sapesse diventare
sicuro in quelle stesse faccende, e magari non proprio determinato, ma
certamente attento, accorto, premuroso, senza per questo farti sentire…gli
altri sapevano essere irritanti, con Harry…era bello che fosse premuroso, era
bello che fosse ancora “ingenuo” sotto certi punti di vista, lei forse a volte
era troppo disinvolta, tuttavia non l’avevano mai fatto. Quando erano stati
insieme la questione non era mai nemmeno stata posta, e quando non erano stati
più insieme e lei gli si era praticamente offerta su un piatto d’argento…
…lì
si era irritata, con lui, con se stessa…col vicino di casa e i maiali nel
porcile…
…era
stato un vero cavaliere senza ombra di dubbio, e quella era stata una delle
rare occasioni in cui avrebbe preferito che fosse stato un po’ meno
cavaliere…ma non sarebbe stato Harry, e a lei piaceva anche per questo, perché
aveva sorriso, le aveva dato un bacio sulla fronte, e le aveva detto: “sarebbe
bello, davvero Gin, ma non cambierebbe le cose e non sarebbe giusto”, senza
approfittare di lei in nessun altro modo.
Il
fatto che fosse gentile, educato e dolce.
Che
le ricordasse Bill.
Che
nonostante fosse la sua ragazza, a Quidditch non avesse mai fatto dei
favoritismi.
Il
coraggio con cui affrontava qualunque sfida che gli era messa davanti senza mai
cedere.
Perché
nonostante la vita gli avesse riservato qualunque sorta di difficoltà lui era
diventato quello che era diventato.
Perché
la faceva ridere e avevano parecchie cose in comune, come il fatto di essere
entrambi due lavativi perdigiorno.
Il
suo dannato bisogno di fare sempre la cosa giusta.
Che
si preoccupasse di non ferire i sentimenti degli altri.
Perché
era sul serio quella specie di “ bravo ragazzo”, e le piaceva vederlo agire
sotto quella luce.
Perché
non era appiccicoso come la colla e non continuava a tastarla ad ogni
occasione, sapeva trovare il momento giusto.
Perché,
maledizione, sapeva sempre essere così Harry.
Perché
teneva a lei e ci teneva sul serio.
…
…ma
la realtà era che le piaceva lui. Punto.
**********
*nota
dell’autore: non esiste nessun libro e nessun’autrice
con quel nome (credo), mica che poi qualcuno diventa matto per andarlo a
cercare (lo dico perché io lo farei, e l’ho fatto più volte). Il titolo “Settled” significa una sorta di “affare fatto”, come quando
si conclude un accordo. Spero sia ovvio quale sia l’accordo… ^_^
Altra
coppia che non approvo ma stoicamente sopporto, (in fondo, molto in fondo, non
stanno male insieme, sono teneri) dopotutto Harry nei libri ha sempre ignorato Ginny, non può mica svegliarsi
una mattina e pretendere qualcosa, vi pare? Stranamente però scrivere di questa
coppia mi da 10 volte meno fastidio che di Draco/Hermione…
Avanti
tenete duro come me! ^_-
Ps: non c’entra niente, ma l’altro giorno ho
trovato due storie in Inglese bellissime, ebbene oggi la stessa autrice le ha
rimosse senza averle finite e lasciandomi con due dita negli occhi dicendo che
le ri-posterà una volta completamente
terminate…poteva almeno lasciarle lì…sigh…avreste
dovuto vedermi mentre cercavo di capire perché dove il giorno prima c’era
qualcosa il giorno dopo non vi era più un tubo…lasciando stare le mie vicende
noiose e personali, ancora grazie. ^_^