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Autore: Kat Logan    14/02/2011    8 recensioni
"Sai che non posso modificare gli eventi, non mi è concesso."
"Non ti sto chiedendo nulla di tutto questo"
La donna trattenne il respiro, aveva paura di sentire la richiesta che poteva uscire dalle labbra della ragazza che si trovava davanti.
"Ti sto semplicemente chiedendo...di aprirmi le porte della morte".
Seguito di "Prisoner of Love" Con la speranza vi piaccia quanto la prima.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Setsuna/Sidia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mio ultimo respiro, per te.'
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Setsuna osservò nervosa le due ragazze sul letto.
Nessun segno di vita.
"Dai..Forza.."
Guardò l'orologio.
Mezzanotte e un minuto.
"Svegliatevi!"
Haru piegò la testina pelosa a destra e abbaiò.
"mmmh..."
Setsuna presto più attenzione al mugolio.
Haruka spalancò gli occhi rimanendo distesa sul letto.
"Eccoti! mi hai fatta preoccupare!" esclamò la donna.
"Ssht, ti prego non parlare ad alta voce! che dolore alla testa!"
"Credo sia il minimo! sei tornata indietro dalla morte!"
"Michiru?!"
"E' accanto a te, ancora nulla..." Setsuna si fece scura in volto.
"Ma come?! è venuta con me! la morte l'ha lasciata libera!"
Haruka si drizzò con un movimento veloce, un capogiro la prese alla sprovvista.
Guardò Michiru, le mise un dito sotto le narici.
Aspettò.
Sentì un sospiro caldo.
"E' QUI! RESPIRA!"
Michiru tossì.
Aprì gli occhi sbattendo velocemente le palpebre.
Le sembrò di soffocare.
L'aria l'era mancata per troppo tempo.
"Va tutto bene!" Haruka la guardò negli occhi, mentre Setsuna si avvicinò al letto alzandole il cuscino sotto al capo.
Ecco di nuovo le stelle che illuminavano i suoi occhi.
Haruka in quel blu profondo ci vide l'alba, vide il tramonto sul mare, vide la vita.
"Ce l'abbiamo fatta?!" disse Michiru tra un colpo di tosse e l'altro.
"Si!"
La bionda non si potè più trattenere. 
Si avventò su Michiru baciandola.
Sentì il calore sulle sue labbra, fu un bacio così dolce che le sembrò di assaporare dello zucchero filato.
Setsuna si coprì gli occhi con la mano.
"Scusaci! ma la felicità è troppa! non potevo aspettare che te ne andassi!" ridacchiò Haruka seguita da Michiru.
Haru s'infilò tra le due, agitò le zampette soffici come per abbracciarle.
"Ciao piccolino! mi sei mancato!" Michiru lo soffocò tra le sue braccia stringendoselo al petto.
Il cucciolo rispose al gesto d'affetto leccadola delicatamente.
"Cos'è questo rumore?" chiese Haruka interrompendo l'atmosfera che si era creata nella stanza.
Le tre si zittirono restando in ascolto.
"Ops!" 
"Che vuol dire ops! Setsuna?!" domandarono le due ragazze in coro.
"Ehmm...si...in vostra assenza è successa una cosa..."
"Stai bene? sei stata attaccata da un demone?" Domandò preoccupata Michiru lasciando andare il cagnolino giù dal letto.
"Si, si sto bene, non è successo nulla di tutto questo!"
"Però qualcosa è successo! parla!" la incitò impaziente Haruka.
La donna si sedette composta ai piedi del letto.
"Ho scoperto che una parte del mio bastone è uno dei tre talismani e dai vostri cristalli sono riuscita a far comparire gli altri due!"
Si alzò, richiamando la spada e lo specchio.
"Eccoli!"
Li porse alle due che li guardarono sbalordite.
"Sono sempre stati con noi..." disse incredula Michiru, rigirandosi lo specchio tra le mani.
"Ma non è tutto!"
Setsuna scomparve dalla stanza seguita da Haru trotterellante, per fare dopo pochi minuti nuovamente la sua comparsa.
Tra le braccia stringeva qualcosa avvolto da una coperta.
"Non c'è altro modo per spiegarlo, se non farvelo vedere!"
"Oddio hai preso un'altro cane?! Haru ci basta!" disse Haruka gesticolando enfaticamente.
Lei e Michiru si alzarono. 
Ad entrambe duoleva tutto il corpo e avevano dei forti capogiri, ma la curiosità batteva qualunque sintomo di malessere.
Si avvicinarono in punta di piedi a Setsuna.
Per qualche motivo a loro sconosciuto sentivano di dover far piano e in silenzio.
Michiru scostò la copertina blu.
"Per tutti i pianeti esistenti!"
"E' un cane lo sapevo, No Michi! non possiamo tenere anche lui!" disse risoluta Haruka.
"Ma quale cane! guarda!"
Setsuna porse il fagotto a Michiru lasciandoglielo delicatamente tra le braccia.
Una testolina ricoperta da corti capelli neri come la pece fece capolino tra le pieghe della copertina.
"Oddio! hai rapito una bambina!"
Setsuna scosse il capo in segno negativo.
"Ragazze...è vostra!"
Michiru e Haruka si sentirono cedere le gambe, ma non per la debolezza.
"Non so come sia potuto accadere, i vostri cristalli si sono uniti ed è apparsa lei! E' vostra figlia sotto ogni punto di vista, è nata dai vostri cuori, dal vostro amore!"
"N - no - non è possibile!" balbettò la bionda sedendosi.
Le lacrime le rigarono il viso, straboccando prepotentemente dai suoi occhi.
"Cos' abbiamo fatto?!?" la voce di Michiru era spezzata dal dolore.
Avrebbe voluto morire di nuovo.
Avrebbe voluto che Haruka non avesse fatto quel patto.
Così che la morte avesse avuto l'anima che gli spettava senza dover condannare una neonata.
Tremò.
Guardò la bambina, poi fissò Setsuna che non riusciva a capire nulla e chiese una spiegazione con il suo solo sguardo.
"Abbiamo ingannato la morte, pensava che Haruka fosse un uomo e lei per riportarmi in vita le ha offerto nostra figlia, ovviamente lo ritenevamo impossibile o non avremmo mai fatto una cosa del genere! Noi non potevamo sapere...noi..."
Anche Michiru crollò. 
Teneva stretta la bimba che dormiva ignara del suo destino.
"Mi dispiace noi..." i singhiozzi le impedivano di parlare.
Setsuna si mise tra le due, mise ad ogniuna un braccio sulle spalle.
"Affronteremo anche questa, non temete!"
Il tono pacato e sicuro di Setsuna riuscì ad infondere coraggio ad Haruka e Michiru che si asciugarono le lacrime tirando su con il naso come due bambine.
"Guarda te...quel pazzoide della morte prima vuole la mia fidanzata e ora si vuole prendere mia figlia! Le donne della mia vita non si toccano!"
"Uuh che uomo protettivo!" scherzò Michiru.
Il buon umore era tornato ad entrambe e Setsuna non poteva chiedere di meglio.
"Ci vuole un nome per questa bella bambina..." sentenziò la donna amorevolmente.
"Che ne dici di...Hotaru, Haruka?" chiese Michiru.
"Hotaru...mi piace! significa Lucciola!"
"Si! è fragile come una piccola lucciola! e inoltre.. la sua luce potrà risplendere nell'oscurità che il destino le ha riservato a quanto pare.."
"E' decisamente il nome per lei!" sorrise Setsuna.
La bimba aprì i grandi occhi assonnati.
Erano di un colore viola intenso che avrebbero stregato chiunque.
"Ciao piccola Hotaru!" Haruka sussurrò.
La neonata rispose con un versetto, mentre con la manina candida e morbida le prese un dito, stringendolo forte nel suo piccolo pugno.
 
"Ci saremo noi a tenerti per mano, non temere!"
 
 
note dell'autrice:
 
Eccomi con il penultimo capitolo! Per alcuni Hotaru è stata una sorpresa, per altri meno perchè ci erano arrivati! Nel manga e nell'anime è la figlia del dottor Tomoe, che poi rinasce e viene accudita da Michiru e Haruka. Naoko sostiene che le outer rappresentino una famiglia per chi non lo sapesse. Michiru sarebbe la madre, Haruka il padre (Hotaru la chiama papà nella versione originale e non censurata) e Setsuna rappresenta la tutrice. Mi sono ispirata a questa sua idea. Però niente dottor Tomoe, ho decido di farla nascere dai due cristalli del cuore di Haruka e Michiru che rappresentano un pò il loro amore,spero non vi dispiaccia! 
Mercoledì vi posterò l'undicesimo capitolo.
A presto :)
   
 
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