Libri > La Setta dei Vampiri
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Autore: diariers91    14/02/2011    1 recensioni
Cosa sarà successo dopo che Ash è andato via? Basta leggere per scoprirlo.
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ooooh, mi ha fatto tanto piacere ricevere una recensione!!! Non me lo aspettavo … sono contenta che ti sia piaciuto il primo capitolo. Mark è davvero un bel personaggio, ben costruito dalla Smith e ho pensato che potesse essere così come l’ho descritto.
Ovviamente c’è il prosieguo e ho quasi finito anche il terzo, ma non so quando lo posterò.
 
2. "The future influences the present just as much as the past" — "Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato" — Friedrich Nietzsche

Beep. Beep. Beep.
Era la sveglia. Ancora.
Mary-Lynnette l'aveva riavviata già tre volte e l'avrebbe fatto una quarta se una vocina nella testa non le avesse dato la svegliata di cui aveva bisogno. Non era davvero ancora assonnata; anzi, era rimasta nel letto sveglia a fissare il soffitto della sua camera, senza realmente guardarlo. Al primo segnale da parte della sveglia, circa tre quarti d'ora prima, un ondata di paura la attraversò da parte a parte. Non ne capiva il motivo. Non era il giorno degli esami, era un inutile cerimonia per la consegna dei diplomi. Non era nulla di complicato,anzi, tutt'altro: doveva essere un momento di gioia, gratificazione per essere giunta a un tale traguardo. Tutti erano contenti per lei, suo padre e Claudine, Mark, le tre sorelle e ... eliminò quel pensiero con la stessa velocità con il quale le era arrivato alla mente. Non doveva pensare a lui, non in quel momento, non nel suo momento normale. Doveva essere allegra, raggiante e, soprattutto, soddisfatta dei risultati ottenuti. Eppure non lo era. Era terrorizzata all'idea di mettersi in testa quel cappellino blu e indossare la toga dello stesso colore, era terrorizzata all'idea di stringere tra le mani l'attestato del diploma. Il tempo era passato troppo in fretta.
La seconda volta che la sveglia si fece sentire, Mary-Lynnette si accorse che non aveva paura della cerimonia in sé, ma il significato che c'era dietro di essa. Uno solo: futuro.
Fino a nove mesi prima aveva ben chiaro in testa cosa avrebbe fatto una volta completati gli studi alle superiori, era un prospetto che aveva pianificato da ... dalla nascita per quello che riusciva a ricordare. Il cielo, il mondo della notte era la sua passione. Adorava stare appostata sulla sua collinetta preferita, quella dalla quale vedeva chiaramente la fattoria Burdock, ogni sera, quando le condizioni meteorologiche lo permettevano, ad osservare stelle e pianeti armata soltanto del suo telescopio e della suo amore per lo spettacolo che si riproponeva ogni notte. Fare di quel passatempo il suo futuro era una gran cosa, non c'era lavoro o occupazione che le si addicesse di più. E quello era il piano, almeno fino a quando non aveva conosciuto Ash Redfern. Quell'insopportabile ragazzo che si era presentato in casa sua facendo domande su domande alla sua matrigna su sia zia e le sue sorelle, affermando di dover "controllare le amicizie di quest'ultime". Lo stesso Ash Redfern che aveva odiato nel vero senso della parola tanto da prenderlo a calci negli stinchi senza nessun riguardo in seguito alla scossa dopo avergli stretto la mano. Lo stesso vampiro che disprezzava gli umani come se fossero soltanto una sacca di sangue fresco a cui attingere a proprio piacimento, "parassiti" li definiva, senza rendersi conto che il primo parassita era proprio lui che per vivere aveva bisogno dei loro teneri colli pulsanti. Lo stesso Ash Redfern del quale Mary-Lynnette si era innamorata, nonostante cercasse in tutti i modi di non farlo accadere; la sua anime gemella che aveva salvato uccidendo un licantropo infuriato e che aveva mandato via per rimediare ai parecchi errori del passato in modo che potessero davvero stare insieme come due anime gemelle dovrebbero fare. Ed era proprio quello il problema: due anime gemelle dovevano stare insieme, era innaturale per loro dividersi (come le aveva spiegato Rowan durante una delle loro serate in compagnia), era come vivere senza una parte essenziale per la sopravvivenza. E così si era sentita Mary-Lynnette rimpiangendo molte volte di averlo quasi costretto a partire e scoprendosi spesso tentata dall'idea di chiamarlo e dirgli che aveva commesso un errore. Ma non poteva farlo e non l'aveva fatto anche quando molte volte si era ritrovata con il telefono tra le mani. In tutte quelle volte si imponeva di ritrovare la lucidità, riporre il telefono dove l'aveva trovato e si diceva che mancava un giorno o una settimana o un mese in meno e che presto tutto sarebbe finito, che quando Ash fosse tornato non si sarebbero separati mai più, allontanando i dubbi che la tormentavano su un possibile non-ritorno. Presto a quei dubbi si aggiunse quello del futuro. Lì Mary-Lynnette vedeva un enorme ammasso di materia oscura che incombeva sulla sua testa. Ammesso che Ash ritornasse, pensava, cosa faremo? Io voglio andare al college, laurearmi e diventare una famosa astronoma. Ma voglio anche Ash sempre al mio fianco, e ciò non è possibile perché sono una misera umana, la cui vita per quelli del Mondo delle Tenebre vale meno di un animale, dal quale possono prendere il sangue senza nemmeno sorbirsi i versi di dolore quando lo azzannano, ma solo un tenue lamento.
Al terzo suono della sveglia, si disse che era inutile fasciarsi la testa prima di rompersela. In fondo ci volevano ancora molti mesi prima di decidere quale strada prendere. Avrebbe affrontato la situazione quando si fosse presentata l'occasione, ragionando con lucidità sul da farsi e valutando una per una le varie ipotesi allo scopo di uscire da quel problema senza doverne pagare troppo le conseguenze, anche se non vedeva molte possibilità all'orizzonte.
Mary-Lynnette spostò su un lato le coperte calde e si alzò. Per sopperire al ritardo di quasi quaranta minuti dovette svolgere la routine mattutina alla velocità della luce, lavandosi nel modo più veloce possibile e mangiando la colazione e vestendosi contemporaneamente nella sua camera.
Una ventina di minuti dopo era pronta con già indosso l'abito che Jade l'aveva pregata di indossare per la festa post-cerimonia, la toga sopra di esso e il cappellino blu. Si affrettò ad uscire dalla camera e a dirigersi verso la cucina dove tutto il resto della sua famiglia la stava aspettando con un sorriso che andava da orecchio a orecchio e nel caso di Mark con una macchina fotografica tra le mani pronta all'uso.
Mark sapeva perfettamente che la sorella trovava stupido farsi fotografare quando ricorreva un evento degno di essere immortalato come il primo giorno di scola, il ballo di fine anno insieme al proprio partner, o la consegna dei diplomi. Ma aveva comunque tirato fuori la vecchia macchina fotografica, non per farla innervosire (ok, forse un po') ma perché l'avrebbe distolta dai suoi pensieri, le avrebbe dato l'occasione di staccare la spina per un secondo comportandosi come un qualunque fratello minore che vuole infastidire la sorella al solo scopo di farla sentire meglio allentando la pressione.
Mary-Lynnette gli lanciò un'occhiata seccata senza convinzione, probabilmente ancora addolcita dal comportamento del fratello la sera prima. Si mise in posa sorridente e il padre scattò lo foto. Poi tutti e quattro furono pronti per andare.
Il campo da football, dove si sarebbe svolta la cerimonia, era stato occasionalmente addobbato con i colori della scuola, il blu e il bianco. Si vedevano ovunque trecce di palloncini in quei due colori, neanche fosse una festa di dieci anni. Le sedie bianche erano disposte su due lati lasciando una fila al centro, il tutto davanti agli spalti dove si sarebbero posizionati i genitori dei neo-diplomanti per avere una visuale perfetta dei loro cuccioli impauriti che si preparavano a procurarsi il cibo da soli per la prima volta.
Oltre la rete del campo, Mary-Lynnette vide Rowan, Kestrel e Jade avvicinarsi in tutto il loro splendore con passo deciso e veloce, attirando gli sguardi della popolazione maschile su di loro e anche l'invidia delle altre ragazze e la gelosia di Mark che non sopportava vedere i ragazzi della scuola fare i cascamorti con la sua Jade. Quando furono giunte accanto alla loro sorella di sangue, quest'ultima era impegnata in una lotta interiore tra l'ilarità nel vedere la feroce Kestrel vestita in quel modo così normale e lontano dal suo essere e il buon senso di riderle in faccia per evitare di farla arrabbiare. Optò per la seconda, ma metterla in pratica le venne difficile. Scoppiò a ridere, scatenando occhiate perplesse da tutti i presenti che si fecero delle domande sulla sanità mentale della ragazza. Soltanto Mark sapeva il motivo di quel gesto inaspettato perché anche lui stava sorridendo cercando di non darlo a vedere. La prima a capire tutto fu Jade, ovviamente, i cui pensieri erano come un flusso continuo dalla sua testa a quella di Mark e viceversa, quindi, per lei non fu difficile capire di cosa stessero ridendo i fratelli Carter. Passò il pensiero anche a Rowan, che all'istante si voltò verso la sorella dall'aria infastidita per essere l'unica che non sapeva cosa stava succedendo, esclusi il signor Carter e sua moglie.
<< Scusa, ma non ho resistito >> disse Mary-Lynnette ancora in preda alle risa senza volgersi a guardare la sorella che aveva provocato tanto scherno, prima di allontanarsi verso il posto che le era stato assegnato. Era molto lontano da quello di Kestrel notò, dal momento che erano stati disposti in ordine alfabetico, e fu una fortuna perché la vampira bionda continuava a fissarla in modo torvo, sicuramente perché Rowan o Jade le avevano raccontato tutto.
La cerimonia durò parecchio e soprattutto fu noiosa per tutti quelli che avevano ritirato già l'attestato. Mary-Lynnette era tra i primi, quindi, si annoiò a morte nell'attesa che tutti lo ritirassero o che almeno Kestrel si alzasse per ridere ancora di lei una volta salita sul palco.
Alla fine fu consigliato ai neo-diplomanti di formare un cerchio o una figura che gli si avvicinasse almeno un po' per il consueto lancio del cappello. Mary-Lynnette, però, non lo lanciò nello stesso momento in cui lo fecero tutti. Si fermò a guardare l'attimo in cui tutti quei cappelli volarono verso l'alto in ogni direzione e fu estremamente piacevole sentire quella sensazione di libertà quando lanciò il suo. Il cerchio si era rotto e gli altri si erano riversati al centro per gioire insieme e dire << Finalmente è finita! >>. Tutt'intorno era un caos di persone: ragazze che si sfilavano quell'orrenda toga mentre si rifacevano il trucco, ragazzi che si davano il cinque come se fosse appena finita una partita di football e altri che correvano verso il parcheggio, genitori che scendevano dagli spalti per abbracciare i loro figli, Ash oltre la rete, bambini che staccavano i palloncini ...
Ash?
  
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