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Autore: monipotty    17/02/2011    3 recensioni
Questa fic è nata da un sogno di qualche settimana fa e ora non faccio altro che mandarla avanti: Patricia Waterice, strega Mezzosangue, e la sua sorellina Cinthya si trovano sole dopo essersi separate dai loro genitori, una grossa responsabilità che la più grande, Patricia, deve imparare a gestire. Ma oltre alla zia materna, ci sarà qualcun altro di nostra conoscenza ad aiutarla!
Ambientata al 6° e 7° anno della saga, sia sui libri sia sui film, per ora non contiene Spoiler: quando ci saranno, avviserò :) Buona lettura!
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, Ginny Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Capitolo 9 - Il migliore Amico
 Capitolo 9 - Il migliore amico

Quell’ultima settimana, l’eccitazione era al massimo: Rosmerta non vedeva l’ora che la scuola aprisse per avere più clientela nel suo locale, Cinthya non faceva altro che andare a contare quanti giorni restavano a quando sarebbe andata a vivere dai Weasley e Patricia, terminati tutti i compiti che le restavano, iniziava a pregare che l’anno nuovo andasse bene e soprattutto che gli esami del GUFO a fine anno non fossero troppo difficili. Come faceva a pensarci già prima di aver iniziato le lezioni, a Rosmerta risultava incomprensibile, ma non diceva niente e continuava a tranquillizzarla come poteva assicurandole che non erano un granché.

“Non sono altro che normali verifiche.” diceva ogni volta che alla ragazza veniva l’agitazione. “L’unica differenza è che sono ufficiali e tutte condensate in un paio di giorni.”

“Dici poco.” Borbottava sempre in risposta Patricia, ma poi si tranquillizzava e tornava a pensare ad altro, soprattutto ai genitori, di cui ancora non avevano notizie.

A distanza di un mese dalla loro fuga, ancora nessuna lettera era arrivata alle due sorelle ed entrambe ne stavano soffrendo, anche se in modo diverso: Cinthya reagiva con la chiusura, ben poche volte si apriva alla sorella o a Rosmerta chiedendo dei genitori o parlando delle sue tristezze che solo apparentemente non c’erano. Una sera, infatti, stava per rientrare in camera dal bagno quando aveva sentito la voce soffusa della sorella che, inginocchiata accanto al letto, diceva una preghiera per il padre e la madre; aveva atteso che finisse poi, come se non avesse sentito nulla, era entrata nella stanza, ma da quella sera in poi faceva in modo di restare il più a lungo possibile nel bagno finché non iniziava a sentire rumori provenire dalla stanza, segnale che la sorella aveva finito. Patricia, dal canto suo, faceva di tutto per sembrare forte davanti alla sorellina, ma quando era sola diventava malinconica e faceva lunghe passeggiate per distrarsi o pensare; gli unici momenti in cui la si vedeva sorridere o ridere era in presenza di Cinthya o della zia, davanti alla quale non voleva fare la figura della mollacciona, anche se sapeva che Minerva McGranitt non era stupida e sapeva di quanto soffrisse.

Il giorno prima della partenza, un gufo arrivò con un messaggio, ma le loro speranze svanirono quando lessero che il mittente era la signora Weasley, che le invitava a fare colazione a casa loro l’indomani così da andare a King’s Cross tutti insieme. A quell’invito, il sorriso ritornò.

“I Weasley sono gentilissimi,” commentò Patricia. “delle persone stupende.”

“Lo dicono tutti quelli che li conoscono, ad eccezione di qualche altra stupida famiglia Purosangue.” Disse Rosmerta mentre sistemava le bottiglie i barili di Idromele nel magazzino. “Secondo me dovreste andare: cambiate aria e potete vedere con i vostri occhi che tipi sono.” Patricia si voltò verso la sorellina per chiedere il suo parere, ma quella era scomparsa su per le scale con un gridolino entusiasta. Prese allora una piuma e una boccetta d’inchiostro e scrisse la risposta affermativa sul retro della lettera, la diede al gufo insieme a un biscotto e questo ripartì con un frullo d’ali soddisfatto. Poi salì in camera e si mise a osservare la sorella che ammucchiava a grande velocità tutte le sue cose sul letto per metterle nella borsa. Patricia rise.

“Mi spieghi come vuoi farci stare tutte quelle cose nella borsa?” le domandò e la bambina si fermò con aria pensierosa. Un secondo dopo era partita con la borsa in mano fuori dalla stanza e giù per le scale, per poi ricomparire e iniziare ad infilare tutto alla rinfusa. “Così i vestiti si stropicciano. Aspetta che ti do una mano.” Disse Patricia e insieme prepararono ordinatamente il bagaglio; alla fine, iniziarono a sistemare il baule per Hogwarts, ricontrollando per l’ennesima volta di non aver dimenticato nulla e a fine giornata erano pronte, stanche ma entusiaste.

Il mattino dopo, alle otto erano già in piedi, sveglissime. Rosmerta le accompagnò all’ufficio postale per usare la Metropolvere e lì si salutarono, dandosi appuntamento alle prossime uscite a Hogsmeade permesse durante l’anno scolastico, per poi svanire con un guizzo tra le fiamme verdi del camino. Non appena si rese conto di essere ferma, aprì gli occhi e si ritrovò davanti una signora Weasley sorridente e in piena forma ad attenderla.

“Benvenuta alla Tana, cara.” Le disse avvicinandosi e abbracciandola calorosamente come se la conoscesse da molto tempo. La ragazza, colta impreparata, arrossì ma si lasciò stringere: era tanto che nessuno lo faceva. “La tua sorellina è un amore: non è nemmeno un minuto che è qui e già si sente a suo agio.” Continuò la donna iniziando a toglierle la fuliggine dai vestiti con una vecchia spazzola consunta, poi le fece strada in cucina dove, seduti a tavola, l’attendeva la famiglia Weasley quasi al completo insieme a Harry, Hermione e una ragazza dai lunghi capelli argentati che riconobbe come una dei quattro campioni del Torneo Tremaghi, Fleur Delacour. Il signor Weasley, a capotavola, si fece avanti porgendole la mano.

“Buongiorno, signor Weasley.” Lo salutò Patricia stringendogliela. “Grazie per l’invito, siete stati molto gentili.”

“Era il minimo che potevamo fare.” Rispose lui con un sorriso. Poi la signora Weasley la fece accomodare vicino alla sorella e a Ginny, che la salutò allegramente e le presentò il fratello Bill. Si guardò intorno: lo spazio era poco, ma l’ambiente era il massimo dell’accoglienza e del calore; ancora una volta, pensò di aver fatto la scelta migliore per sua sorella e ne fu ancora più contenta. Durante la colazione, chiacchierarono tutti insieme e fecero molte domande a Cinthia e Patricia, con una certa delicatezza quando riguardavano i loro genitori, e alla fine Ginny, Harry, Ron e Hermione le accompagnarono in giro per la casa e il terreno circostante, mostrando loro la camera in cui avrebbe dormito Cinthya, la stanza di Ginny, momentaneamente occupata da Fleur. Le stavano mostrando il giardino raccontandole delle protezioni che circondavano l’intera Tana quando con un pop, appena fuori dalla recinzione perimetrale del giardino, si materializzarono i due gemelli.

“Strano siano venuti.” Commentò Ginny al vederli. “Sapevo che erano parecchio presi dal lavoro…” Cinthya ridacchiò.

“Io lo so perché sono venuti!” esclamò lanciando un’occhiata alla sorella con un ghigno furbetto stampato sul viso. Patricia sentì un improvviso calore sulle guance ma ignorò sia quello che la sorella, che per precauzione si era allontanata di corsa da lei in direzione dei due arrivati.

“Non l’ho capita.” Disse Ron grattandosi la testa, divertito e confuso allo stesso tempo. Ginny levò gli occhi al cielo.

“Tu non puoi ancora capire Ron.” Rispose guardando Patricia con un certo interesse; questa sostenne il suo sguardo.

“Non so di cosa tu stia parlando, Ginny.” Commentò con tono deciso e disinvolto. Ginny sorrise con un’espressione su viso che poteva essere tradotta con “Come no, lo vedremo”, poi si incamminarono anche loro verso lo steccato.

“Ciao a tutti!” li salutarono in coro i gemelli. “Siamo passati a salutare le nuove arrivate.” Disse George.

“Ma non eravate troppo impegnati?” domandò Ron e George indicò il fratello.

“E’ lui che ha insistito.” Fred gli mollò una gomitata.

“Bugiardo scaricabarile. Sei tu che ti sei dimenticato gli appunti con le nostre idee per i nuovi prodotti.” Ribatté. Poi si rivolse a Patricia. “Mi hai perdonato?” le domandò. Questa sorrise e incrociò le braccia.

“No. Non hai ancora fatto nulla per guadagnarti il mio perdono e non creder di ottenerlo con poco.” Rispose.

“Mi metterò d’impegno.” Disse lui. In quel momento, Cinthya arrivò correndo da dietro di loro: in mano aveva una cosa rotonda e pelosa, rosa shocking, dall’aspetto molto morbido e pacato, che ronzava flebilmente tra le mani della bambina, che la mostrò allegra alla sorella.

“Guarda cosa mi hanno portato Fred e George: è una Buffola… Puffola…” guardò i gemelli in cerca di aiuto.

“Puffola Pigmea.” Rispose George. “Così in camera avrai chi ti tiene compagnia, oltre al poltergeist in soffitta. E’ molto meno rumorosa e fastidiosa.” La bambina posò l’esserino con delicatezza sulla sua spalla e quello si avvinghiò ai suoi abiti con le minuscole zampette nere nascoste sotto il pelo. Anche i signori Weasley furono sorpresi di trovarseli in casa ma ne furono assolutamente felici; Molly si rivolse poi a Ron e i suoi amici.

“Avete finito di sistemare i bauli?” domandò ma questi, ad eccezione di Hermione, si scambiarono un’occhiata veloce e filarono nella camera che condividevano a finire di prepararli. Hermione e Ginny aiutarono mamma Weasley a preparare dei panini per il viaggio ad Hogwarts e lasciò ai gemelli il compito di aiutare Cinthya a sistemare le sue cose, scusandosi con Patricia se non poteva farlo lei stessa.

Fred e George le accompagnarono nella stanza poi quest’ultimo si allontanò per cercare gli appunti che aveva dimenticato, tornando più di mezz’ora dopo. Nel frattempo, gli altri tre iniziarono a sistemare le cose della bambina nel piccolo armadio e nella cassettiera della stanza. Stavano lavorando quando il cellulare di Patricia iniziò a vibrare nella sua tasca: questa lanciò un gridolino e con mani tremanti lo prese, sotto lo sguardo interessato del ragazzo; era un numero sconosciuto che la stava chiamando. Sperando che fossero i genitori, rispose, ma dall’altro capo rispose la voce gracchiante della nonna, che le chiamava per sapere come stavano: la ragazza si accorse che non sapeva ciò che era accaduto il mese prima, probabilmente i suoi genitori avevano preferito non darle troppe preoccupazioni, così non gliene parlò.

“Cosa c’è?” domandò Patricia cinque minuti dopo, a chiamata terminata, di fronte allo sguardo scrutatore del gemello fisso sul cellulare.

“Che cos’è quell’aggeggio? Non ne ho mai visto uno prima… una cosa Babbana, immagino.” Rispose Fred osservandolo attentamente. Patricia sorrise.

“Questo è un cellulare.” Spiegò. “Un telefono in miniatura, se la cosa può aiutarti.”

“Un telefono in miniatura…” ripeté il ragazzo pensieroso. “Lo vedesse mio padre, impazzirebbe dalla gioia!” esclamò. “Lui va letteralmente matto per le cose dei Babbani, ha un intero magazzino pieno di roba, te l’hanno fatto vedere?” Lei fece di no con la testa. “Bene, allora vieni, non te lo puoi perdere.” Chiamò George e gli affidò la Cinthya poi scesero in giardino e andarono dietro la casa, diretti a un garage che lui aprì con un colpo di bacchetta. Patricia trattenne il respiro: là dentro c’era proprio di tutto, frigoriferi, lavatrici, un servizio da tè, innumerevoli telefoni di diversa forma, un tostapane, delle chiavi… persino una papera di gomma!

“Non ci posso credere!” esclamò divertita Patricia prendendo in mano la papera gialla. “C’è proprio di tutto!”

“Sì. Papà lavora al Ministero, Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti Babbani: ogni volta che trova qualcosa di interessante la aggiunge alla sua collezione, lo smonta, lo studia, lo rimonta e prova a farlo funzionare.” Spiegò Fred. “Lo affascina il modo in cui i Babbani riescano a vivere senza magia, si esalta tantissimo. Pensa che avevamo anche una macchina: lui l’aveva leggermente modificata per farla volare, renderla più spaziosa e mille altre cose, un gioiellino che mamma non ha mai apprezzato fino in fondo. Peccato solo che ora vaghi per la Foresta Oscura ad Hogwarts.” Patricia ricordò al suo primo anno quanto si era parlato delle vicissitudini di Ron e Harry e soprattutto della terribile Strillettera che avevano ricevuto. Ridacchiò.

“Non avrei mai pensato che ci fosse qualcuno così appassionato per il mio mondo.” Disse iniziando a girare tra gli scaffali. “Normalmente, i maghi tendono a disinteressarsi completamente al mondo Babbano, se non addirittura a disprezzarlo di questi tempi.” Sospirò.

“Beh,” disse Fred raggiungendola. “non tutti i maghi sono Mangiamorte.”

“No, beh… ovviamente… volevo solo dire che è strano che un mago Purosangue se ne interessi.” Fred si oscurò. “Non fraintendermi, non voglio offendere nessuno, men che meno i tuoi genitori!” corse subito ai ripari. “E’ solo che…” Accidenti, ma perché si era dovuta impegolare in un argomento del genere? “Capiscimi, con tutto quello che sta succedendo… la maggioranza dei maghi Purosangue di cui sa parla sono tutti dalla parte di Tu-Sai-Chi… quindi mi fa tanto strano quanto felice che ci sia qualcuno che non ha…” Ma le sue parole non sembravano avere l’effetto che lei sperava sul ragazzo, che sembrava incupirsi sempre di più.

Si portò la testa tra le mani e gli diede le spalle con uno scatto: ma cosa stava facendo? Dire quelle cose alla famiglia che così gentilmente le aveva accolte, che stava correndo così un rischio maggiore di prima… sentì un paio di mani poggiarsi sulle sue spalle e spingerla fuori dal garage: ecco, pensò la ragazza in preda al panico, chissà adesso cosa penserà, sarà furibondo, non mi rivolgerà più la parola, magari ci caccerà anche… ma Fred né era furibondo né pensava anche solo una cosa tra quelle che lei temeva: la spinse in silenzio su una panca del giardino e la fece sedere.

“Sfogati.” Le disse semplicemente. Patricia lo guardò interrogativa, gli occhi rossi e umidi. “Si capisce lontano un miglio che hai bisogno di parlare con qualcuno.” Si sedette di fianco a lei. “Coraggio, gli unici che ci possono ascoltare sono gli gnomi del giardino.”

“Ma… Non sei… arrabbiato?” domandò confusa lei. Fred rise.

“Per vedermi arrabbiato basta che mi metti davanti un qualsiasi Malfoy, sicuramente non con te.” Rispose. “Conosco la tua situazione e capisco il perché tu mi abbia detto queste cose prima. Non credo tu abbia avuto molti con cui sfogarti ultimamente, quindi entro in scena io.” Patricia ridacchiò.

“Tu?” domandò divertita. “Come mai ti offri così volontariamente?” Fred si strinse tra le spalle.

“Devo pur guadagnarmelo il tuo perdono in qualche modo.” Disse con semplicità e lei scoppiò a ridere. “Uno a zero per me, ti ho fatta ridere. E, per dimostrarti la mia completa disponibilità,” aggiunse in tono confidenziale. “d’ora in poi ti permetterò di considerarmi l’amico numero uno. So che per te è un grande onore,” aggiunse con enfasi quando Patricia aprì la bocca per parlare. “ma non preoccuparti per me, essere tuo confessore è la mia seconda grande aspirazione.”

“E la prima?” domandò lei.

“Top secret.” Disse. “Ti invierò la parcella per i miei servigi via gufo.” Concluse e Patricia gli diede uno scappellotto sulla spalla.

“Tu sei scemo!” scherzò lei.

“No, sono Fred.” Ribatté il ragazzo provocandole una nuova risata. In quel momento, La signora Weasley uscì di casa e li chiamò: erano arrivate le auto per accompagnarli in stazione. I due si alzarono.

“Penserò alla tua proposta, ma non credere di guadagnarti il mio perdono solo così.” Fred simulò un’espressione sconvolta.

“Sei impossibile.” Commentò.

“No,” lo corresse ridendo la ragazza. “sono Patricia.”

“Copiona.” Commentò l’altro e rientrarono in casa. 

Hola a todos!! Sono tornata con un altro capitoletto: scusate l'attesa ma sono stata un po' presa dagli esami... ^_^" Spero stiate tutti bene e soprattutto che il capitolo sia piaciuto: avevo in mente di farlo in un altro modo, ma mi è venuto così, pazienza. La sto costruendo man mano, anche se ho già una mezza idea, portate pazienza :) 

Mi raccomando, recensite numerosi, sia che vogliate dirmi "Mi è piaciuto" sia "Mi ha fatto veramente schifo" :), ovviamente i consigli sono ben accetti! Alla prossima!! Ciao!! 

monipotty

  
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