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Autore: iride89    05/01/2006    3 recensioni
Mi sono sempre chiesta come la scuola di Hogwarts nacque...dopotutto la Rowling non ha che sfiorato l'argomento...e questa è la mia versione dei fatti come Godric Grifondoro, Cosetta Corvonero, Tosca Tassorosso e Salazar Serpeverde, semplici ventenni, dovranno affrontare magie e ostacoli per creare una scuola... leggete e recensite in numerosi mi raccomando!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pozioni

Ed ecco solo e in esclusiva per voi il 15° cap…spero che vi piaccia e recensite!

 

 

Capitolo 15 – Echidna e baci rubati

 

 

Ora anche Tosca se ne era andata, e lui rimaneva solo, anche quella volta…diversa però dalle altre.

Per la prima volta poteva contare su dei veri amici.

 

Tosca gli aveva dimostrato con quell’abbraccio che poteva ricevere e dare affetto come un normale ragazzo, la cui anima non era solo ombra, ma poteva anche illuminare.

 

Cosetta era un’ottima interlocutrice, con lei si poteva parlare liberamente, esprimere i propri pensieri, problemi, e lei non giudicava, ma ascoltava e dava ottimi consigli.

 

Godric, bè Godric, era un po’ presuntuoso, e egocentrico, aveva quel pizzico di arroganza e apparente superficialità, ma nel profondo aveva un animo nobile e generoso…forse doveva seguire i consigli del Camaleonte nella sua penultima prova…

 

-trova la tua fenice-,

 

 già, lui doveva trovare la sua fenice…e aveva già una mezza idea di chi potesse essere.

 

Tutti pensieri che vorticavano travolgentemente nella sua testa…pensieri ai quali un giorno avrebbe potuto dare voce…

 

 

 

 

 

-che sta succedendo qui?!-

 

la domanda incredula di Charles Corvonero, scosse Tosca dal suo stato di stupore…aveva appena “domato” un Minotauro e si ritrovava di fronte a sé un ragazzo, terribilmente bello.

Aveva ancora la bocca aperta dalla sorpresa, ma il ritorno del quinto giudice le fece venire in mente i pasticci che aveva combinato.

Spiegò tutto e velocemente a Corvonero e insieme a lui, al Conte e al ragazzo soccorsero i feriti.

 

Fortunatamente non subirono gravi lesioni, Serpeverde se la cavò con un graffio sul viso che venne magicamente cicatrizzato, Tassorosso un bel bernoccolo sulla fronte e Grifondoro si muoveva ancora un po’ rigidamente e aveva di continuo il sapore della sabbia in bocca…tutto sommato si erano ripresi bene.

 

È inutile dire che da quel momento le occhiate che Simeon Serpeverde rivolse alla ragazza furono tutt’altro che amichevoli e aveva espresso anche qualche dubbio nell’approvare il superamento della prova della giovane Tassorosso, ma la decisione del Conte chiarì la situazione

 

-la ragazza ha eseguito le istruzioni, è riuscita a domare la creatura…e questo è sufficiente, Tosca Tassorosso ha superato la prova…molto bene ora tocca solo al giovane Serpeverde e il Torneo potrà dirsi concluso- Merovit stava già chiamando Salazar, quando l’occhio gli cadde sul ragazzo che, accanto a Tosca, diede un colpetto di tosse per far notare la sua presenza –oh, già, mi stavo dimenticando di te…Tosca per favore, accompagnalo nel castello, se ha bisogno di cure…grazie-

 

Detto questo lasciò che i due giovane si incamminassero verso l’edificio per poi chiamare l’ultimo concorrente…

 

 

 

 

I suoi lisci capelli corvini le incorniciavano il volto d’avorio, mentre le palpebre leggermente chiuse nascondevano quei deliziosi occhi pervinca…

Le braccia delicatamente poste lungo i fianchi con le mani aperte.

 

Le prese una mano nelle sue, com’era piccola e delicata, e mentre gliela stringeva non riusciva a staccare gli occhi da quel suo adorabile nasino e da quelle labbra leggermente schiuse così invitanti…non riuscì a trattenersi, si chinò velocemente sul suo viso sfiorandola con i suoi capelli di miele che le accarezzavano le guance, inspirò avidamente quel profumo così dolce e leggero…sembrava un’illusione…

 

Ma per un solo istante quell’ illusione diventò concreta, almeno per lui…almeno per quel bacio rubato che lo fece sorridere dalla tenerezza e piangere dalla paura.

 

 

 

-Salazar Serpeverde-

 

era giunto il momento, era giunto il suo momento…avrebbe dimostrato che lui sarebbe stato all’altezza dei canoni imposti dal padre fin da quando era piccolo, sarebbe riuscito a sorprenderlo…ne era sicuro…

 

non sapeva quanto si sbagliava, perché anche quella volta fu il padre a cambiare la situazione…

 

il ragazzo uscì dalla tenda con un’insolita luce di determinazione negli occhi, squadrò ogni singolo giudice, e notò qualche stranezza, suo padre, inspiegabilmente, gli aveva sorriso con compiacimento e i suoi occhi lo fissavano con impazienza, ma lasciò correre…non doveva perdere la concentrazione, non in quel momento così saliente per lui…

 

-bene Signor Serpeverde, agli altri suoi compagni abbiamo fatto scegliere una di queste carte blu, e, dato che lei è l’ultimo a partecipare, la sua creatura è posta dietro a quest’unica carta…buona fortuna e si faccia onore…- Il conte aveva detto quelle parole con un’insolita profondità e gravità…proprio come quando si stava per scontrare in duello con Grifondoro…

 

alzò quella carta così inoffensiva per rivelare una creatura così mortale!

 

Lui naturalmente la conosceva, già, e come non poteva lui, un Serpeverde, non conoscerla…era Echidna, una figura mitologica, molto amata dal padre, di cui sicuramente c’era il suo zampino.

 

Era stato proprio lui a fargliela studiare da piccolo, anche se ne aveva avuto una gran paura…era un mostro nel vero senso della parola e lui fu addirittura costretto a cavalcarla quando aveva appena sei anni…quel terribile pomeriggio non lo dimenticò mai facendogli rimanere impressa l’immagine di suo padre che gli urlava di non essere un vigliacco, ma di salire su quella creatura perché era importante per quella famiglia…era un antico simbolo di potere delle serpi…

 

Stupidaggini, sicuramente, ma che in quest’occasione, inutile negarlo, gli furono utili…

 

Sapeva quello che doveva fare, la soffiata del padre prima dell’ottava prova l’aveva fatto esercitare sull’evocazione, cosa che accidentalmente si era dimenticato di dire ai suoi amici, ok ok, lo aveva fatto perché in quel periodo Godric era veramente insopportabile…

 

Ma ora doveva pensare a sconfiggere il suo incubo infantile, la sua creatura…e lui sapeva come portarla davanti a sé.

 

La sua famiglia, quella dei Serpeverde, aveva sempre avuto una antico libro sul quale si segnavano incantesimi, pozioni e creature inerenti o simbolo della sua casata, per ricordare sempre che un pezzetto di serpi lo si trova dappertutto…

 

Salazar sapeva che suo padre non si staccava mai da quel cimelio di famiglia, se lo portava appresso in ogni suo viaggio, sempre.

 

Così utilizzò la semplice formula di appello per richiamare a sé quell’oscuro oggetto.

 

-Accio Serpedum Viridis Potestatis Librum-         (letteralmente: Libro del verde potere delle serpi)

 

e mentre la sua fronte corrucciata manifestava la sua concentrazione, un libro completamente nero volò sopra le teste dei giudici per atterrare sospeso di fronte al ragazzo.

 

Eccolo lì, il libro più temuto e disprezzato da Salazar, era davanti ai suoi occhi.

 

La copertina di pelle nera era decorata con serpenti argentei che sghignazzavano mostrando le lingue biforcute mentre gli occhi smeraldini brillavano d’odio e di nera superiorità.

 

Lo fissava disgustato, ma se voleva portare a termine la prova doveva aprirlo e usarlo, non senza prima chiedere il cortese permesso al padre, attuale proprietario di quel volume.

 

Alzò lo sguardo per incontrare quello di Simeon Serpeverde stranamente compiaciuto, gli occhi neri, identici a quelli del figlio luccicavano mentre quelli degli altri giudici indugiavano con curiosità e timore su quell’oggetto.

 

-Posso, padre?- A Salazar erano costate molto quelle parole, aveva dovuto mettere da parte l’orgoglio e chiedere qualcosa al padre, segno di rispetto e sottomissione per un Serpeverde.

 

-Naturalmente, figlio mio- Simeon aveva pronunciato quelle parole quasi sarcasticamente, lui adorava mettersi in mostra di fronte ai suoi rivali e, naturalmente, voleva che il figlio riuscisse a passare la prova per elogiare il nome della loro casata.

 

Odiava quando lo chiamava “figlio mio”, e le occasioni erano estremamente rare. Ma ora doveva solo pensare a quello che aveva davanti, al libro dalle nere pagine, all’odio del cuore e della magia.

Allungo trepidante un mano fino a prendere quel volume…

 

 

 

 

 

Si erano ormai addentrati nel castello e lei non sapeva cosa fare se non guardarlo mentre camminava con lo sguardo fisso davanti a sé.

 

Aveva degli adorabili capelli castani, che gli ricadevano su quegli verdi come smeraldi, verdi come i suoi. Ma quello che più adorava era il suo naso, non sapeva bene il perché ma lo adorava, non era eccessivamente lungo, non era a patata e non era aquilino, era normale, anzi, perfettamente normale.

Scese a fissargliele spalle e si accorse che indossava ancora quel gonnellino alla greca rosso che aveva indosso durante la prova…gli fissò stupita i muscoli, che disegnavano dolci colline sulla pelle candida.

Arrossì di colpo facendo luccicare gli occhi più che mai. Si decise ad abbassare lo sguardo e a costringersi ad guardarsi i piedi.

 

Ma quella non fu la scelta migliore perché dopo pochi passi andò a sbattere la testa contro una statua che sporgeva un poco sul corridoio che stavano percorrendo.

 

-ahi! Ahi! Ahi! Tutte a me capitano!- Tosca si portò le mani al naso per il dolore mentre piccole lacrimucce presero ad accumularsi agli angoli degli occhi.

 

-ti sei fatta male?- ora quel ragazzo spostò l’attenzione su quella buffa biondina che reputava adorabile.

 

Le si avvicinò scostandole le mani dal naso –Caspita che botta! Sei tutta rossa!- le disse lui con fare dolce mentre le teneva ancora una mano.

 

Lei, se possibile, arrossì ancora di più mentre si mordeva nervosamente le labbra. Faceva caldo, troppo caldo…strappò la sua mano dalla presa rassicurante del ragazzo, che, sorpreso indietreggio un po’ dispiaciuto.

 

Lei se ne accorse e cercò di rimediare –Ehm, il Conte mi ha chiesto di accompagnarti in infermeria…quindi, penso che sia di qua!- disse lei al colmo dell’imbarazzo, indicando una rampa di scale che saliva al piano superiore.

 

Lui le sorrise ironico –veramente è dalla parte opposta, comunque io non ho bisogno dell’infermeria, mio zio è bravo nelle trasfigurazioni…tu piuttosto, con tutte le cornate che ti ho dato durante la prova potresti esserti fatta male..e quel naso è ancora rosso-

 

-no, io sto bene…ma cosa intendi per trasfigurazione? Tu non eri il Minotauro? Perché sei diventato un umano? E come fai a conoscere il castello? E chi è tuo zio? E…- la ragazza era alquanto curiosa e non si accorse di aver cominciato a parlare a macchinetta.

 

-e tu fai troppe domande Tosca Tassorosso- il ragazzo rise di gusto, ma vedendo che lei si era offesa per non essere presa seriamente in considerazione trattenne gli attacchi di riso –comunque, dato che nessuno dei due necessita dell’infermeria, che ne dici se andiamo a passeggiare mentre ti racconto tutto?-

 

lei lo guardò un attimo perplessa…un ragazzo bellissimo le stava chiedendo di andare a passeggiare…e per di più quel bellissimo ragazzo era semi-nudo…

 

-ma certo!-

 

 

 

 

 

Sollevò la copertina e lesse l’intestazione di quel libro che gli era sempre stato impedito di leggere:

 

 

CHE BUIO, SANGUE E MORTE

A QUESTE PAGINE TI APRANO LE PORTE

 

ONORE E GLORIA AI SERPEVERDI

FINCHÈ IL MALE NON PERDI.

 

 

 

Terrificante…tutto ciò che Salazar riuscì a pensare fu questo…tremendamente terrificante…

 

Cominciò a sfogliare con disgusto quelle pagine, alcune sembravano addirittura scritte col sangue, proprio come quelle dell’intestazione…

 

Arrivò alla sezione delle creature e la vide…era inutile aspettare, puntò la bacchetta sull’immagine della creatura e dopo aver sibilato parole in Serpentese un luce verde e accecante scaturì dalla pagina del libro che riportò davanti a lui il suo incubo…Echidna.

 

Questo mostro era lo stesso che aveva dovuto cavalcare, lo stesso ibrido, con la parte inferiore del corpo a forma di serpe, un enorme coda di serpente verde bottiglia con alcune striature beige, ma quello che lo terrificava di più era sicuramente la parte superiore, il busto di una bruttissima donna con i capelli bianchi che le ricadevano sulle spalle ossute. Il seno era fasciato da una striscia di pelle di serpente identica a quella della coda, la pelle “umana” era piena di rughe ed era tutta afflosciata, i suoi occhi rossi e iniettati di sangue emanavano fasci di luce sanguigni che incenerivano tutto ciò che incontravano. Ma la cosa più terrificante era la bocca, dalla quale spuntavano zanne sottili ed acuminate colme di veleno mortale, mentre una lingua violacea e biforcuta usciva a intermittenza dall’apertura orale.

 

Salazar era nauseato a quelle vista e non vedeva l’ora di terminare quella prova tanto sofferta.

 

Sapeva come sconfiggere il mostro, prima di tutto evocò una barriera di protezione per i laser degli occhi, e poi cominciò a parlare in serpentese a Echidna, con l’intento di stordirla con l’oratoria e persuaderla di esserle amico…la menzogna era il suo punto forte.

 

Lei cominciò ad essere rassicurata, anche se ogni tanto si riscuoteva da quello stato di apatia scotendo violentemente la coda e sradicando alcuni alberi attorno.

 

I giudici, eccetto Serpeverde, erano impressionati dalla padronanza e dal sangue freddo del ragazzo, che si stava dimostrando molto abile nel domare quella tremenda furia che non la smetteva di bruciare con gli occhi e distruggere con la coda.

 

Lo sguardo di Salazar era freddo, privo di emozioni e distaccato mentre si rivolgeva ad Echidna ordinandole di guardarlo negli occhi, lei ubbidì spinta dal potere oscuro che quel giovane emanava.

 

Quando finalmente gli occhi neri del ragazzo e quelli rossi della creatura stabilirono un contatto, Salazar utilizzò un incantesimo di ipnosi affinché quest’ultima si stordisse, ma i piani non andarono come lui voleva, perché la creatura d’un tratto si svegliò e furiosa per quei giochetti mentali si scagliò sul ragazzo che, preso alla sprovvista si scansò all’ultimo momento.

 

Il suo piano stava andando in fumo, ma ora doveva solo escogitare qualcos’altro.

 

Continuò a schivare colpi fin quando un’idea balenò nella sua mente.

 

Corse dietro alla creatura che continuava a dimenarsi e le balzò sulla coda.

 

Lei senza neanche pensarci si lanciò sul ragazzo che riuscì per un pelo a balzare di lato mentre le zanne velenose della creatura le si conficcavano nella sua stessa coda.

Troppo tardi per riparare al danno fatto Echidna stridette il suo odio e il suo dolore scomparendo in una nuvola di fumo nero, facendo ritorno nel libro.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti, scusatemi tantissimissimo per questo cap che io ritengo un po’ bruttino…cmq il mostro che ha affrontato Salzar è mitologico, non ne so molto al riguardo, se non che era metà donna e metà serpente. Il suo aspetto “umano” l’ho totalmente immaginato e anche i suoi poteri…quindi non fate affidamento alla sua descrizione perché, in parte, è di mia invenzione.

 

Ora passiamo ai ringraziamenti:

 

-Judeau: oh mio Dio, troppi complimenti, davvero grazie 1000…cmq mi fa davvero molto piacere che la storia ti piaccia, quindi continua a leggere e recensire, mi raccomando! Baci

 

-Guruclef: grazie tantissime anche a te, sono così felice che la storia ti sia piaciuta…dato che “attendevi con fervore il prossimo capitolo” spero che ti sia piaciuto tanto quanto i precedenti…grazie mille per la recensione Kisses

 

-Juliet: ciao bellissima, grazie tantissime per il commento, non è importante la lunghezza, ma che ti sia piaciuto il capitolo…ci sentiamo baciotti

 

-Eden89: come hai potuto osservare il cap è quasi interamente basato su Serpeverde, e spero che questo ti faccia piacere…per quanto riguarda il discorso al Minotauro è una coincidenza, perché, senza offesa, non conosco il manga di cui mi hai parlato, quindi…grazie tante per la recensione Mega bacio

 

-lilyblack: non preoccuparti, sapevo che non mi avresti abbandonata!!! Grazie per il tuo commento, e spero dia aver soddisfatto almeno un po’ la tua curiosità, dato che anche con questo cap ho lasciato in sospeso parecchie cose…cmq non preoccuparti, recupererò, al promesso! Baci

 

-angelikall: mi dispiace che il mostro non sia divertente come lo volevi, ma mi serviva una creatura connessa ai serpenti, e di divertenti, non ne ho trovati…spero che cmq ti sia piaciuto questo cap e grazie mille per la tua recensione!!! Bacioni

 

 

Grazie tantissimissime anche a chi ha solo letto, purtroppo cono di fretta, ma domani parto per Assisi, e sto facendo tutto di corsa….scusatemi…recensite…

 

                        baci iride89

 

 

 

 

 

PS non so se il titolo è molto in linea con il contenuto, dato che di bacio rubato ce n’è solo 1, e per di più molto fugace…cmq per questa volta è così…

 

 

 

 

 


  
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