Sessanta.
Ryan rientrò poco dopo, con un sorriso allegro che gli si congelò sulle labbra, alla vista dei miei occhi lucidi.
«Gloria! Tutto okay? Ti senti male?» domandò velocemente, spingendo Billie Joe da parte e stringendomi le spalle.
«Sto benissimo, Ryan.» sussurrai, liberandomi dalla sua presa. «Smettila di trattarlo così.»
«Trattare così chi?» chiese mio fratello, alzando un sopracciglio
«Trattare così lui. Smettila.» risposi, arricciando il labbro superiore.
«Te l'ha detto, non è vero?» il disprezzo verso il frontman era quasi palpabile, le parole che uscivano dalla bocca di Ryan ne erano impregnate.
«Non avrebbe dovuto?» sibilai, riducendo gli occhi a due fessure.
«No.» sbuffò lui. «No che non avrebbe dovuto. Ti saresti preoccupata inutilmente, come stai facendo adesso. Avresti pianto, come hai già fatto. Non voglio che tu... che tu stia male inutilmente. Non c'è la certezza che qualcosa sia andato male, Glo.» concluse, carezzandomi con gli occhi.
«E non credi che io avrei dovuto saperlo? Non credi che... che la cosa mi avrebbe fatto stare peggio, se non lo avessi mai saputo e le cose fossero andate male sul serio?»
Non credo di avere mai odiato mio fratello tanto quanto lo odiavo in quel momento. Mi trattava come una bambina, non c'erano attenuanti. Lo faceva per il mio bene, sì. Perchè mi voleva bene, e tutte quelle cose.
Ma non ero più una bambina, e non lo sarei più stata.
La mia vita, adesso, era quella; avrebbe fatto meglio ad abituarcisi.
Scusatemi, un capitolo cortissimo e scontato.
Ma non mi viene niente, davvero. Non so, ci rifletterò su.
Grazie a tutti, intanto; grazie davvero tantissimo.
Grazie a Elena, che mi ha... aiutato enormemente a buttare giù qualcosa per questo capitolo. Voglio dire, la parte schifosa viene totalmente e unicamente da me. Ma grazie :)
Ryan rientrò poco dopo, con un sorriso allegro che gli si congelò sulle labbra, alla vista dei miei occhi lucidi.
«Gloria! Tutto okay? Ti senti male?» domandò velocemente, spingendo Billie Joe da parte e stringendomi le spalle.
«Sto benissimo, Ryan.» sussurrai, liberandomi dalla sua presa. «Smettila di trattarlo così.»
«Trattare così chi?» chiese mio fratello, alzando un sopracciglio
«Trattare così lui. Smettila.» risposi, arricciando il labbro superiore.
«Te l'ha detto, non è vero?» il disprezzo verso il frontman era quasi palpabile, le parole che uscivano dalla bocca di Ryan ne erano impregnate.
«Non avrebbe dovuto?» sibilai, riducendo gli occhi a due fessure.
«No.» sbuffò lui. «No che non avrebbe dovuto. Ti saresti preoccupata inutilmente, come stai facendo adesso. Avresti pianto, come hai già fatto. Non voglio che tu... che tu stia male inutilmente. Non c'è la certezza che qualcosa sia andato male, Glo.» concluse, carezzandomi con gli occhi.
«E non credi che io avrei dovuto saperlo? Non credi che... che la cosa mi avrebbe fatto stare peggio, se non lo avessi mai saputo e le cose fossero andate male sul serio?»
Non credo di avere mai odiato mio fratello tanto quanto lo odiavo in quel momento. Mi trattava come una bambina, non c'erano attenuanti. Lo faceva per il mio bene, sì. Perchè mi voleva bene, e tutte quelle cose.
Ma non ero più una bambina, e non lo sarei più stata.
La mia vita, adesso, era quella; avrebbe fatto meglio ad abituarcisi.
Scusatemi, un capitolo cortissimo e scontato.
Ma non mi viene niente, davvero. Non so, ci rifletterò su.
Grazie a tutti, intanto; grazie davvero tantissimo.
Grazie a Elena, che mi ha... aiutato enormemente a buttare giù qualcosa per questo capitolo. Voglio dire, la parte schifosa viene totalmente e unicamente da me. Ma grazie :)