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Autore: kikkinavampire    18/02/2011    3 recensioni
Il ragazzo che Elena, come tutti gli studenti della mia classe, una buona parte dell’indirizzo linguistico e quasi metà del resto della scuola, chiamava pazzo, in realtà è Edward Masen.[...]
Io non credevo che fosse pazzo,perché,bhe,come avrei potuto? Nemmeno lo conoscevo. Ed era questo quello che cercavo disperatamente di far capire ad Elena, che erano solo pregiudizi. Nessuno conosceva davvero Edward, quindi non poteva giudicarlo.[..]Appena pronunciate quelle parole pensai di aver fatto un atroce errore nell’avergliele dette, non cercavo il suo sguardo, sapevo già che sarebbe stato arrabbiato.
Ma poi mi resi conto, che non avrei potuto realmente sapere se era arrabbiato se non avessi guardato.
Né se era pazzo se non lo avessi conosciuto.[...]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Vorrei dire prima di tutto grazie per le recensioni, poi volevo rispondere ad alcune vostre domande:
@prettivitto:No mi spiace molto, ma la storia è solo su Edward e Bella, non ci saranno altri personaggi della famiglia.
@MaryAlesyaCullen:Grazie mille, mi fa piacere davvero che ti sia piaciuta. In realtà all’inizio pensavo di non fare POV Edward perché vorrei che la storia si basasse solo sulle impressioni e su ciò che coglie Bella dai comportamenti di Edward capendone le motivazioni solo dopo, capisci? =) Però, ciò non toglie che non ci penserò.
Ah! Ultima cosa per tutti: mi spiace per la scrittura ma io lo metto l’HTML ma non me lo riporta sul sito. Vedrò di fare del mio meglio,
Grazie ancora <3
P.S. Scusate tantissimo se non ho postato più recentemente, ma ho avuto una settimana pesantissima, e non avevo nemmeno il tempo per mangiare… figuratevi per scrivere qualcosa…! Mi spiace tantissimo, ma spero di farmi perdonare con questo capitolo. Inoltre vi prometto che posterò subito il 3^ dato che sono a casa una settimana per la “settimana di sospensione” da scuola. <3<3

 
2. O io o lui.
-Allora- chiese Edward quasi impaziente di andarsene più in fretta che poteva da quella gelateria, -Che gusti vorresti?-
Guardai velocemente i vari gusti disponibili e decisi, -Mmmm.. crema e bacio- sorrisi.
Edward annuii, -Salve, due coni per piacere. Uno con bacio e crema e l’altro fiordilatte e cioccolato fondente-.
In quel momento ogni cosa di Edward mi sembrava ricondurre a qualcosa di particolare del suo carattere e anche la scelta dei gusti era così: il cioccolato già in sé mi sembrava simboleggiare la forza e in più fondente aggiungeva di amaro, cioè il carattere che aveva con gli altri, forte, duro e quasi antipatico; fiordilatte era come si comportava con me, dolce e semplice.
Mentre pensavo cercavo di aprire la borsa e cercare il portafoglio ma la mano forte di Edward mi bloccò e fece di no con la testa.
-Ma…-
-Con me non si discute- sussurrò e sorrise gentilmente.
Mi porse il cono e mi fece segno di uscire mentre io cercavo un tavolo libero.
-Andiamo a fare un giro?- chiesi.
-Sì,- annuii lui mentre mangiava calmo il suo gelato, -Cosa c’è che non so di te?- aggiunse.
-Non lo so..- pensai, -Credo che io non sia una persona molto.. complicata..- spiegai, ma lui volle sapere tutto, ogni cosa che io volessi raccontargli.
Così gli raccontai la mia vita, la mia amicizia con Elena, indissolubile sin dalla prima elementare, del lavoro dei miei genitori, di quando avevano deciso di separarsi da un giorno all’altro all’inizio senza dirmi nulla; dell’affidamento dato a mia madre solo perché lei restava a casa qualche giorno in più all’anno di mio padre e perché sennò avrei dovuto trasferirmi in Inghilterra visto che mio padre aveva lì la cittadinanza.
Passai un’ore a raccontargli tutto questo.
-Bella,- mi fermò ad un certo punto Edward, -Devo tornare a casa ora o mia zia penserà che mi sono cacciato in qualche guaio… mi spiace molto-
-Oh..- lo guardai triste, -Ma certo, anche io è meglio che torni a casa.. a ripassare qualcosa..-
Ma era ovvio che nessuno dei due voleva andarsene in realtà. Dai suoi occhi capii che non era una scusa il tornare a casa da sua zia, perché forse si cacciava nei guai troppo spesso, -Bhe, allora ci vediamo domattina- sorrisi.
-Certo. Ciao,Bella…-disse guardandomi negli occhi con un espressione indescrivibile: un misto di ansia,rabbia e paura. Sapevo dentro di me che tutti quei sentimenti c’entravano con me, ma non riuscivo ad ammetterlo a me stessa, per cui gli sorrisi nuovamente e entrambi proseguimmo per la nostra strada.
 
Appena entrai in classe il giorno dopo Elena mi guardò con gli occhi sgranati e un espressione da killer; così, decisi che se aveva qualche problema, era meglio lasciarla in pace per un po’, ed andai a sedermi accanto a Edward.
Ovviamente non pensai nemmeno che i suoi problemi c’entravano con me.
-Ehi- salutai Edward con un cenno della mano.
-Bella- mi sorrise lui.
-Tua zia...non era preoccupata,vero?-
-In realtà… un po’ lo era,-spiegò lui- non le avevo detto dove andavo-.
-Oh…Bhe la pr--- ma mi interruppi, data l’espressione di Edward mutata improvvisamente da gentile a infuriata e mi voltai.
-Oh, Elena…-sussurrai e guardai di nuovo Edward che nel frattempo si era girato e guardava fuori dalla finestra.
-Tu, muoviti un attimo-
-Ma che succede?- domandai preoccupata.
-Oh nulla- disse infuriata e mi strattonò da una parte della classe, in un angolo dove nessuno poteva sentirci.
-Ma sei matta!!!!???- mi urlò addosso, cercando di abbassare il più possibile il suo tono altissimo di voce.
-Ma cosa…??-
-Cosa?! Cosa tu, Bella!!!- urlò di nuovo.
-Abbassa la voce, per piacere- mi lamentai, -E dimmi che succede-.
-Oh! Che succede, ma guarda!- borbottò,-Che succede,eh! Se i uscita con quel pazzo ieri pomeriggio?!-.
-Elena!-
-Bella!- urlò a sua volta, -Dimmelo!-
-Sì. Sono uscita con Edward. Perché? Cosa c’è che non va?-
-Oh mamma santa!!! Cosa.. cosa c’è che non va mi domandi?!- rise isterica –Quello è pazzo!!- disse scandendo le lettere ad una ad una come se fossi una stupida che non capiva nulla.
Avevo sempre odiato quando qualcuno faceva commenti sulle mie amicizie, e anche se Elena era la mia migliore amica, di certo non potevo permetterglielo, perché io volevo bene ad Edward.
Credo che Elena non mi avesse mai vista così arrabbiata dopo tutti gli anni che ci conoscevamo, -Elena!-la guardai infuriata e notai come anche lo sguardo di Edward si posò su di noi improvvisamente e fece no con la testa per cercare di fermarmi,-Come.. come puoi?! Come puoi trattarlo così! Non lo conosci! Non lo sai com’è! Perché in questo mondo ci sono tutti questi pregiudizi!!!?? Dimmi, ti ha mai fatto qualcosa lui?- domandai ironica.
Ma Elena era pietrificata, nessuno aveva mai provato solo a controbattere una sua opinione, nemmeno io. Ma questa volta era diverso,-Rispondi!-.
-N-no.. -balbettò.
-Bene- cercai di calmarmi, -E allora cos’hai contro di lui?-.
-Bella, vedo che tu non capisci- scosse la testa, -Mi spiace- sorrise triste, -Ma se tu stai con lui… non stai anche con me. Nel senso… tu sei la mia migliore amica, certo, e rimarrai tale, ma… è ovvio che se stai con lui…-
-Certo,sono pazza anche io-
-Bhe…Bella, io ti voglio bene… non ti buttare via così.. per piacere!-
-Mi spiace- le sorrisi e mi voltai senza nemmeno guardarla in faccia. Per tutta la mattina non ci parlammo più.
Mentre Edward per tutta la mattina mi guardò con un’espressione a metà fra l’angoscia e la felicità, ma non scambiammo nemmeno due parole in croce.
-Bella,- mi fermò prima di uscire.
-Sì?-
-Bella, non sei obbligata… ad uscire con me. Non voglio che tu non veda più le tue amiche per stare con me, ha capito?-sussurrò.
-Sì, ho capito- e gli sorrisi.
-Ma?-
-Ma non mi importa di ciò che pensano- dissi imbarazzata.
Lui annuii, -è una tua decisione-.
-Ovvio-
-Allora ci vediamo di nuovo alle tre?-
-Sì, stavolta sarà puntuale, promesso- sorrisi.
Sorrise anche lui e mi salutò con una lieve carezza sulla guancia.
Io rimasi lì imbambolata per qualche istante, cercando di capire tutto quello che mi era successo quella mattina in due minuti e poi, scuotendo la testa per liberarmi da quei mille pensieri, mi incamminai verso casa.
  
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