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Autore: Clodie Swan    19/02/2011    4 recensioni
Una parodia dedicata ad Edward che trae spunto da Midnight Sun.
Il nostro protagonista è un vampiro simpatico e sadico, un tantino diverso dall'Edward che conosciamo che si troverà costretto ad affrontare una bizzarra storia d'amore per una ragazza tanto imbranata quanto succulenta.
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le parodie del sadico Edward'
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CAP 6

Happy hour

 

Nei giorni seguenti valutai diverse opzioni.

A: trasformavo Bella in vampiro ( il che significava niente più sangue prelibato ed avercela tra i piedi per tutta l'eternità. Mmmh, ma anche no!)

B: la uccidevo e mi scolavo tutto quel sangue appetitoso. (Ma il grillo parlante sarebbe tornato a tormentarmi e senza di lei poi avrei ricominciato ad annoiarmi a morte)

C: l'avrei lasciata vivere e e le avrei dato una sniffatina ogni tanto senza farle del male. Mi sarei messo una museruola tipo Hannibal. Forse se le avessi conquistato il cuore, mi avrebbe fatto assaggiare un goccetto.

Alla fine scelsi la terza soluzione.  La peggiore. Quanto ero diventato sadico con me stesso. Stavo frequentando troppo Bella..accidenti.

Decisi di ricominciare a parlare con lei e la osservai mentre parcheggiava il suo bidone. Come scese a terra fece cadere le chiavi in una pozzanghera. Ecco ti pareva. Indovinate chi era lo scemo che andava a raccoglierlele in mezzo alla melma? In qualche modo dovevo conquistarmi la sua amicizia. Bella come mi vide si prese un infarto. "Come fai ad apparire così all'improvviso?"

"Sei tu che hai sempre la testa per aria. Tonta che non sei altro! Tò piglia ste chiavi zozze."

Poi mi ricordai che dovevo entrare nelle sue grazie e feci tutto il carino sorridente.

"Ma che hai la doppia personalità?" mi chiese lei perplessa."Che cavolo vuoi?"

Dovevo cambiare tecnica. Con una voce soave e tenera le dissi. "Senti visto che devi andare a Seattle il giorno del ballo che ne dici se ti do un passaggio, casualmente ci devo andare anche io." Qui l'avevo sparata proprio grossa. Qualcuno mi deve spiegare che c'è a Seattle di interessante? La casa di Hendrix? 

Bella mi guardò sospettosa.

"Dai non dirmi che ci vuoi andare su quel rottame? Quello ti lascia per strada!"

"Fatti gli affari tuoi" disse quell'acida "E poi credevo che non volessi essermi amico."

Questo era ieri quando guardandoti non vedevo altro che un sofficino ripieno. "Ho detto che sarebbe meglio non essere amici ma non che non voglio esserlo." A sentirmi parlare così chiunque mi avrebbe detto di andare dall'analista.

Bella infatti era piuttosto confusa. Forse avrei voluto farle un disegnino.

"Sarebbe meglio per te non essermi amica" cercai di spiegarle dissi scandendo le parole come se stessi parlando con una deficiente. Poi conclusi la frase con un tono passionale da macho "Ma sono stanco di cercare di starti lontano, Bella!" Finii la frase pettinandomi un ciuffo all'indietro. Eh...quando uno ha fascino!

"Insomma Bella, lo vuoi o no sto passaggio?! Mica c'ho tutto il giorno."

Lei mi guardò arrossendo tutta, col cuore che le faceva bumbudibum e annuì.

"Ohhh ce l'hai fatta. Bene, ci vediamo in classe." le dissi mollandola lì. Appena in tempo. A causa del suo invitante profumo avevo la gola così in fiamme che dovetti ingoiarmi un pacchetto di Halls balsamiche.

Spiai Bella per il resto della giornata e la vidi inciampare e cadere a destra e a manca. Cominciai a fare una lista di tutte le volte che in un giorno si faceva male e poi stavo a vedere se batteva il record. Ogni giorno dava il meglio di sè. Ma proprio con quell'impedita ero destinato a mettermi?!

"Alice ma non c'è un finale alternativo?"chiesi alla mia sorella veggente o quasi.

"No, ma posso andare a parlare con lei? Voglio la mia amichetta!" piagnucolò.

"Ma vattene!" le risposi ed andai a sedermi tutto solo per non avere rompiballe intorno.

Ero a mensa e vidi Bella, mogia mogia, seduta ad un tavolo con Jessica che ciarlava a tutto spiano. La mia broccolona non mangiava niente nemmeno oggi. Aveva solo una bibita. Ma vive d'aria questa? Non ha i soldi per il pranzo? Fa così schifo la cucina della scuola? Quando si accorse che ero seduto da solo e che la guardavo, la poveretta si rianimò e abbandonò senza rimpianti Jessica per venirsi a sedere vicino a me. Cioè venne dopo essere inciampata nei suoi lacci ed aver rovesciato qualcosa come quindici sedie e quattro vassoi. Mi nascosi la faccia. Quasi quasi esco dalla porta sul retro...
Impossibile. La tonta, con il suo aroma micidiale, mi aveva già inchiodato alla sedia e mi aveva rincretinito. Bella mi guardò ancora confusa ma piuttosto soddisfatta.

"Insomma adesso siamo amici?" Che dire...per forza, se volevo avere qualche speranza di inalare il più possibile quel profumino fantastico.

"Possiamo provarci, anche se, in teoria, se fossi furba mi dovresti stare alla larga."

"Facciamo che finché non divento furba allora siamo amici." concluse lei.

Sarebbe stata una lunga amicizia allora.

"Mi fai un favore? La prossima volta che decidi di ignorarmi mi puoi avvisare in anticipo?"mi chiese alla fine.

Alla signorina non era piaciuto il mio comportamento dei giorni scorsi. Va bene tesoruccio, la prossima volta ti mando una raccomandata! Un sms! Metto in giro i cartelli: da domani faccio il bastardo. Bella preparati! 

Nonostante si scervellasse notte e giorno, Bella non aveva capito la mia vera identità; pensava fossi un supereroe. Cominciò a paragonarmi a Spiderman e a Superman. Mica male però come idea: SuperEdward!
“E se fossi il cattivo?” le chiesi in tono minaccioso.
 “Naaaaaaaaa” rispose lei con una matta risata. Uff stavo perdendo colpi, non riuscivo a spaventare nemmeno quella ranocchietta!
Bella mi salutò per andare in classe memtre io mi rintanai in macchina.

Quel giorno a scuola c'era un cocktail party. Ok, forse dovrei chiamarlo prelievo del sangue ma l'idea era quella...Ovviamente io e i miei fratelli facevamo sega a quell'ora se non volevamo trasformare la lezione di scienze in un happy hour per vampiri. Accesi lo stereo e cercai di rilassarmi ascoltando un pò di musica classica quando venni interrotto dai pensieri sconvolti di Mike Newton che piombò nel parcheggio trascinando il corpo inerme di Bella. Oh cielo! Ma possibile che non si potesse stare tranquilli una mezz'oretta? Andai a vedere cosa avesse combinato quella sciagurata e il povero Mike con la tachicardia a mille mi spiegò che era svenuta durante i prelievi. Fermi tutti. Per caso c'era il suo sangue che fluisce da qualche parte? Mi leccai i baffi. Non dovevo neanche morderla. Un succhiottino magari riuscivo a darglielo.

"E' svenuta prima che la pungessero. La stavo portando in infermeria."

Ma tu guarda che disdetta! "Vabbè dai Mike. La porto io. Torna in classe."

Quel fesso cominciò a sbraitare. "No devo farlo io!" protestò. Seee tutte scuse per poter palpare Bella.

"Ci si aspetta che lo faccia io."insisté. Che stress questo! E chi era un boy scout? Per un attimo pensai di spiaccicarlo con un manrovescio contro la facciata della scuola. Lo mandai a quel paese e sollevai con cautela la mia piccola bomba ripiena di nutella facendo attenzione a non papparmela per strada mentre la portavo in infermeria.

"E così svieni alla vista del sangue?" le dissi sfottendola. Ma tu guarda l'ironia della sorte. Ad avercelo io sto problema morirei di fame.

"Non sopporto l'odore. Sa di sale e ruggine." mi spiegò lagnandosi.

Mmm per me sa di fragole con panna. Specie il tuo.

Poco dopo arrivò anche Mike Newton portando un altro ragazzo svenuto. Ma faceva l'infermiere questo? Newton mi guardò ostile, rosicando di brutto perchè gli avevo tolto Bella dalle mani e subito si mise a fare il gradasso con lei.

"Bella, allora ci vieni al mare, dolcezza?"le chiese tutto ganzo.

"Si certo" rispose lei gentilmente.

"Hai visto Cullen. Lei esce con me. Tiè!" pensò quel miserabile tutto borioso.

Nella sua mente però vidi che l'appuntamento in questione era un'uscita di gruppo di una decina di persone a bordo di un pullmino. Guarda Mike, sto morendo dalla gelosia! Mò mi taglio le vene!

Quando il fesso fu uscito Bella invitò anche me al mare con i suoi amici. Ve lo immaginate un vampiro al mare a prendere il sole? Tra le altre stranezze noi non possiamo esporci alla luce in pubblico. Non prendiamo fuoco, tranquilli, solo riflettiamo la luce come i cristalli del lampadario di Pollyanna e facciamo splendere tutto intorno l'arcobaleno...
Per un attimo pensai di accettare, magari se mi portavo l'ombrellone riuscivo a godermi la vista di Mike che tentava di fare surf e andava a schiantarsi contro uno scoglio.

"Dov'è che andate di preciso?"

"A La Push, nella riserva dei Quileutes." mi disse tutta contenta.
 Ammazza che sfiga! Con tutti i posti che ci sono al mondo proprio da quegli indiani del cavolo dovevano andare?

Torniamo indietro di settant'anni. Io e la mia famiglia eravamo nella foresta per un allegro pic-nic a base di Bambi, quando arrivano "augh augh" i pellerossa che ci trovarono con il boccone in bocca. "Volete favorire?" proponemmo offrendogli una coscetta di cervo. Silenzio imbarazzante. Toro Seduto alias Ephraim Black, furioso, ci intimò di levare le tende a tempo di record dalla loro terra e non metterci più neanche un piedino. In caso contrario si sarebbero trasformati in lupi e ci avrebbero ridotto uno spezzatino. In cambio avrebbero mantenuta segreta la nostra identità e  non ci avrebbero denunciato al WWF. "Ok, d'accordo affare fatto, tanto la vostra selvaggina fa schifo. "E così venne stipulato l'accordo tra i vampiri e i Quileutes.

"Mi dispiace tanto Bella, ma ho promesso a mio fratello Emmett di accompagnarlo in montagna e se non ci vado gli si spezza il cuoricino."

Bella rimase male e per consolarla le feci marinare la lezione di educazione fisica. Piano piano l'avrei portata sulla cattiva strada...Andai dalla Cope e facendole gli occhioni dolci ( di nuovo) ottenni la giustificazione per Bella.Non le pareva vero di potersi sottrarre alla ginnastica. Scoordinata com'era, nella palestra era una mina vangante.

"Vieni ti porto a casa, sei ancora fiacca."le dissi. In effetti era pallida come un morto. Pallida come me per capirci. Anzi, in confronto a lei sembrava che io mi fossi fatto la lampada.

"Ma io sto benissimo."disse lei vacillando.

"Eh, si vede! Hai visto cosa succede ad andare avanti a bibite? Ora monta in macchina." le ordinaii.

"Non c'è bisogno. Ho la mia." protestò Bella-barcollo ma non mollo.

"Lascia qui il catorcio. Te lo faccio riportare da mia sorella Alice. Tanto chi se lo ruba?"

Alice diceva che erano amiche per la pelle? Si rendesse utile almeno. Mi divertii ad immaginarla tutta elegantina e perfettina alla guida di quel rottame arrugginito. Ihihihihi!

Dopo tre ore di suppliche e minacce alla fine Bella si convinse a salire sulla mia bellissima Volvo. Che stress! In un attimo spanse il suo profumo in tutta la macchina come un abre magique. Urgh! La gola! Provai a respirare dal naso. Bruciore! Manco mi fossi spruzzato il Vics Sinex! Quasi quasi le pago un taxi...
In qualche modo misi in moto e accesi lo stereo. Bella riconobbe il brano e disse che anche lei amava la musica classica. Andiamo bene, avevamo pure i gusti in comune. Qui il fato incalzava.
Mentre guidavo mi feci raccontare di sua mamma. Non che mi importasse sto granché ma dovevo pur distrarmi dai miei istinti mangerecci. E così scoprii che Bella da quando era nata aveva fatto da balia ad una madre sbandata, irresponsabile, piena di sè che andava ancora appresso ai ragazzi e non sapeva cucinare manco un toast. Che infanzia traumatica! Questo spiegava perchè Bella fosse diventata una paranoica asociale, complessata, tendente all'autolesionismo che non sapeva manco camminare in linea retta. Per fortuna ero arrivato sotto casa sua e non dovevo più sorbirmi quella storia lagnosa. 

"Passa un buon week end mia cara! E cerca di non andarti ad ammazzare." le dissi salutandola.

Lei mi diede un'occhiataccia tutta offesa mentre io ripartivo sghignazzando. Ihihihihi!

  
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