Fanfic su artisti musicali > McFly
Segui la storia  |       
Autore: chemicalscollide    19/02/2011    1 recensioni
Tre ragazze italiane, migliori amiche, si ritrovano a vivere in una città nuova come Londra. Qui faranno amicizia con quattro ragazzi che le aiuteranno, le faranno crescere e con i quali instaureranno una bellissima amicizia (e, chissà, forse qualcosa di più) che li porterà ad appoggiarsi sempre l'un l'altro. Durante questa storia tutte e tre si troveranno in situazioni in cui dovranno compiere scelte importanti ed è per questo che è stato scelto questo titolo.
Il racconto è visto da Giulia, una delle tre ragazze, ma non mancano i POV dei vari personaggi.
E' la prima fanfic che abbiamo scritto, io e le mie due amiche, qualche anno fa, quindi siate magnanimi :) E' già completa, perciò posterò regolarmente. Solo un avvertimento, è un po' lunghetta!
Buona lettura!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’aula di Francese non era come le solite aule che eravamo abituate a vedere: un corridoio lunghissimo portava ad una stanza enorme di un colore grigiastro che dava un senso di tristezza. I banchi erano così vecchi che non riuscivo a capire come facessero a stare ancora in piedi. Ci sedemmo e un cigolio si propagò per tutta la classe. Le pareti erano tappezzate di quadri ritraenti scene della Rivoluzione Francese. Io e le mie amiche ci scambiammo sguardi perplessi immaginando come potesse essere la professoressa e lo scoprimmo subito: una donna tarchiata e bassa entrò e si diresse verso la cattedra; capelli grigiastri, intonati alle pareti, mantenuti in una crocchia; un viso rugoso, testimone del trascorrere inesorabile del tempo. Si sedette e ci guardò con occhi severi. “bonjour à tout le monde” ci disse con una cavernosa voce francese. Un silenzio tombale invase la stanza, quando un fischiettio lo ruppe. “Poynter!” esclamò la professoressa con il suo accento francese. Ci girammo tutti a guardarlo e rimasi sbalordita dalla sfacciataggine: piedi sul banco, giornaletto in mano e una terribile faccia da schiaffi. La prof. gli si avvicinò e lo guardò esasperata “anche quest’anno dovrò sopportarti! Non so come hai fatto ad essere promosso! Ovviamente io mi sono impegnata per farti bocciare, ma evidentemente non ci sono riuscita!”
“evidentemente no; ma non si preoccupi! Quest’anno sarò buono e le prometto che alla fine dell’anno saprò il francese come se fosse la mia lingua!” rispose con un fare ironico e un sorrisetto da presa in giro.
Mi venne da ridere ma mi trattenni per cercare di non dare una brutta impressione di me proprio il primo giorno con questa professoressa.
“Vedremo Poynter” aggiunse lei, tornando a sedersi. “Comunque, so che ci sono tre ragazze nuove in questa classe…” abbassò lo sguardo verso il registro, nominandoci. Ci alzammo in piedi e ci presentammo in francese, sperando di fare bella figura. In effetti la prof. rimase stupita nel vederci così preparate. Allora noi le spiegammo che già in Italia studiavamo francese da 3 anni, mentre Francesca da 5.
“È una gioia poter almeno contare su tre persone in una classe dove nessuno mi ascolta! Perché voi mi ascolterete, spero.” più pretendendolo che desiderandolo.
“Certo professoressa!” disse Francesca, rassicurandola con un gran sorriso.
“Bene! Mi aspetto da voi ciò che Poynter non farà sicuramente!” lanciando un’occhiataccia al ragazzo, che, come ci si poteva aspettare, stava facendo tutto meno che ascoltare.
Finita le lezione, uscimmo dalla classe, e andammo verso gli armadietti. Lì incontrammo gli altri e subito Doug raccontò la scenetta avvenuta l’ora precedente. Alle parole del ragazzo, gli amici scoppiarono in una clamorosa risata, tra pacche sulla schiena e congratulazioni. Noi tre rimanemmo scioccate nel vedere come tutti e quattro la prendevano come un gioco.
“Veramente non ci sarebbe da ridere” intervenne Francesca. “La tua scena è stata deprimente. Come puoi comportarti così con una professoressa senza preoccuparti delle conseguenze?”
“Quali conseguenze? Non è successo niente di che, quella parla parla ma non fa mai niente. Ormai la conosco. E poi comunque a te cosa importa?”
“Niente, io lo dicevo per te…”
“Ah grazie. Comunque so cavarmela da solo”
“Bene!” prese la sua roba, sbatté la porta dell’armadietto e se ne andò.
Io e Fabiola facemmo un sorrisetto per scusarci e la raggiungemmo.
“Che ti prende?” feci io.
“Quel ragazzo mi da proprio fastidio. È proprio strafottente!”
“Vabbè, è un ragazzo!” disse giustamente Fabiola, sorridendo.
“È come tutti gli altri... a parte Luca ovviamente!” affermai pensando a quanto mi mancava e a quanto non vedevo l’ora che arrivasse sabato.
“Eh si certo… lui sempre in mezzo, come il prezzemolo!” e tentando di distrarre Francesca, Fabiola cominciò a chiedermi novità sulla mia love story.
“Sempre in mezzo ai miei pensieri!” ammisi io sognante.
“Sei pronta per sabato?”
“Certo! Sono elettrizzata! Sicuramente mi avrà preparato una delle sue solite sorprese. È un ragazzo così romantico…”
“Sicuramente non come Dougie!” se ne uscì Francesca dal nulla.
“Ancora pensi a lui?! Sta diventando il tuo pensiero fisso!” ammisi io.
“Non riesci proprio a togliertelo dalla testa? Guarda che non è così male…”
“E comunque, se ti da così fastidio non pensarci!”
“Ok. Non sarà difficile! Allora, di cosa stavate parlando?”
Io e Fabiola ci guardammo dubbiose, ma riprendemmo a chiacchierare tranquillamente.
Suonò la campanella e ci avviammo verso la classe di filosofia, dove passammo un’ora a dormire. Finalmente dopo tre ore di studio ci rilassammo a mensa. Prendemmo da mangiare e ci sedemmo al tavolo del giorno prima. Poco dopo entrarono i McFly, e un sacco di ragazze si girarono a guardarli, spettegolando tra di loro. Ci raggiunsero al tavolo insieme a Giovanna, e vedendo Dougie, Francesca cominciò a bofonchiare: “Noo, io non ce lo voglio qua!”
“E dai non esagerare! È  simpatico! Almeno ridiamo un po’”
“E poi ricorda: basta non pensarci!”
Francesca rassegnata, cedette e riprese a mangiare, guardando intensamente il piatto. Loro ci si sedettero di fronte e un silenzio imbarazzante aleggiò tra di noi.
“Bene… com’è andata la giornata ragazze?” cominciò Tom, tentando di rompere il ghiaccio.
“Tutto ok. Filosofia è una noia mortale!” ammisi io.
“Per questo nessuno di noi la frequenta!” affermò Danny.
“Vabbè, ma noi vogliamo sembrare acculturate!” rispose Fabiola sghignazzando.
“Sì, però delle acculturate carine!” aggiunse Harry, senza pensarci.
Fabiola, un pochino imbarazzata, prese in mano la situazione, scherzandoci sopra: “Bè, questo lo sapevamo già!”
“Modesta la ragazza…” esclamò Danny sorridendo e guardando gli amici.
“Queste italiane sono alquanto interessanti…” disse Dougie, che stranamente ancora non era intervenuto nella conversazione; e per la prima volta da quando ci eravamo sedute, Francesca alzò lo sguardo dal piatto per lanciargli un’occhiataccia e poi lo abbassò di nuovo. “…alcune proprio irritanti!” aggiunse, provocando una rabbia tale in Francesca che la portò ad alzarsi sbattendo la sedia e ad andarsene via furiosa.
“Quanto è permalosa! Io stavo solo scherzando!”
“Sì, ma non era uno scherzo molto divertente…” ammisi io, guardandolo male.
“Dovresti andare a parlarle e chiederle scusa…” cominciò Fabiola.
“Ma voi siete pazze, non ci penso nemmeno! Non ho niente da dirle!” quindi si alzò e se ne andò anche lui.
“Bene, sono solo due giorni che si conoscono e sono già arrivati alla fase litigio!” disse Danny cercando di sdrammatizzare.
“Io e Tom sono due anni che stiamo insieme e fortunatamente fino ad adesso non ci sono state litigate brutte” se ne uscì Giovanna, guardando affettuosamente Tom, che le sorrise e le diede dolcemente un bacio.
*Ma che carini che sono* pensai e il mio sguardo cadde stranamente su Danny, ma, quando mi accorsi che era ricambiato, lo distolsi subito.
Finito di mangiare, cercammo Francesca, impegnata a studiare su una panchina in cortile. Rimanemmo lì con lei per consolarla e, al suono della campanella, tornammo alle lezioni.
I giorni passarono a studiare e a conoscere nuove persone. Il nostro rapporto con i ragazzi si faceva sempre più profondo, costellato però da una certa freddezza tra Dougie e Francesca. Intanto si avvicinava sempre di più il giorno dell’arrivo di Luca e io diventavo sempre più emozionata. Arrivò in un batter d’occhio venerdì e, dopo una giornata passata a prepararmi mentalmente, andai a letto senza riuscire a prendere sonno.
 
***
 
 
FABIOLA’S POV
 
Oggi è solo il 2 giorno di scuola, e sono pronta a sorbirmi 5 ore di lezione in lingua inglese. Fortuna vuole che la mattina è iniziata per il meglio svegliandomi in compagnia delle mie migliori amiche.
Dopo esserci vestite ci affrettiamo ad andare in cucina per gustarci una sana colazione italiana. Ma purtroppo una volta arrivate lì scopriamo una cruda realtà.
“Mamma ma cosa hai fatto per colazione?” chiese scioccata Giulia.
“Beh volevo stupirvi preparandovi una tipica colazione inglese in modo da inserirvi al pieno negli usi e costumi di questa civiltà!”
Essendo in lieve ritardo non facciamo domande e iniziamo a bere una bella tazza di te con latte accompagnata da un uovo con bacon.
Mi guardo intorno gustandomi le espressioni dalle mie amiche appena addentano l’uovo, e inizio a sghignazzare tra me e me perché già so che le loro facce rimarranno impresse nella mia mente .
Finito di mangiare prendiamo le cartelle e ci dirigiamo verso scuola. mentre Giulia ci racconta l’incubo fatto la scorsa notte, cosa che suscita in noi due molte risate. Improvvisamente sopraggiungono alle nostre spalle Harry e Dougie, i quali ci chiedono il motivo di tanta ilarità. Fortunatamente Francesca inventa prontamente una scusa.
“Stavamo ripensando a stamattina”
“che è successo stamattina che vi fa così tanto ridere?” le domanda curioso Dougie
“Fabiola aveva preso una tazza di tè e, non so perché, se l’è scolata in un attimo senza rendersi conto che era bollente. È diventata paonazza guardandoci con due occhi imprecanti aiuto e subito dopo l’ha sputato dappertutto. Dovevate vedere la sua faccia! Io e Giulia non siamo riuscite a trattenerci dal ridere!”. La guardo con odio… perché sempre io in mezzo? Ma poi lei mi guarda implorante perdono, mentre Dougie e Harry ridono di me. “Se penso al tè, mi viene in mente lo scherzo che ho fatto a Danny tempo fa! Dovevate esserci!”
“Che gli hai fatto?” chiede Francesca
“Stavo a casa di Danny. Ad un tratto sento il bisogno di andare in bagno. Entro e mi tiro giù i pantaloni, quando accanto a me vedo un bicchiere vuoto e ho un lampo di genio: fare uno scherzo a Danny! Così riempio il bicchiere di pipì e, senza farmi vedere, vado in cucina e lo poso. Torno da Danny e gli chiedo se ha voglia di un tè; mi dice di sì e vado in cucina a prendere un bicchiere di tè e uno… di pipì. Prendo il primo e il secondo lo do a Danny trattenendomi dal ridere. Lui lo beve e dopo poco mi fa: - Buono questo tè!-”
“Anch’io la penso così!” interviene Giulia inaspettatamente
“anche tu pensi che la mia pipì sia buona?” fa Dougie dopo un momento di silenzio, sorpreso e divertito. In un attimo Giulia diventa rossa come un peperone e ci rendiamo conto che non stava ascoltando. Scoppiamo tutti a ridere e ci dirigiamo verso la scuola.  Non vedo l’ora che inizi la prima ora, così potrò conoscere la prof di francese. Sono molto emozionata perché è la mia materia preferita; ma l’aula è così strana che devo ricredermi e tutta l’emozione svanisce. Poi, quando la professoressa entra,  mi demoralizzo ancora di più a causa del battibecco che nasce tra lei e Dougie. Praticamente passiamo tutta la lezione ad ascoltare loro due discutere e a parlare io e le altre di noi in francese
Dopo altre due ore di strazio finalmente arriva il momento che preferisco: l’ora di pranzo. M’incammino insieme alle altre verso la mensa e ci accomodiamo al tavolo con i ragazzi, quando, mentre parlo con Harry di come sia difficile per noi comprendere la matematica in inglese, mi accorgo che dall’altra parte del tavolo Francesca e Doug stanno discutendo, ma purtroppo la situazione degenera e Francesca, esasperata dalle stupidaggini di Doug, si alza e se ne va.
Guardo Giulia in cerca di una risposta, che mi da appena ci allontaniamo dai ragazzi.
Uscite dalla mensa andiamo a consolare Francesca che riprende a sorridere.
Dopo altre due ore di Chimica e Fisica suona la campanella, comunemente chiamato il suono della libertà, che segna la fine delle lezioni.
Così torniamo a casa a riposarci non prima di esserci accordate sull’orario in cui ci saremo dovute chiamare la sera stessa.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > McFly / Vai alla pagina dell'autore: chemicalscollide